L’ Autunno, tempo di rinascita

 

” In qualche modo, il ciclo della natura è replicato nell’ anima dell’ essere umano: dalla pianta nasce il fiore che attrae le api che lo impollineranno e gli consentiranno di tramutarsi in frutto. Quel frutto produrrà sementi, le quali faranno nascere altre piante che si caricheranno di fiori che attireranno sciami di api fecondatrici che renderanno possibile la crescita dei frutti – e così per sempre, sino all’ eternità. Che sia benvenuto l’ autunno, la stagione in cui bisogna abbandonare il vecchiume per permettere al nuovo di emergere. “

 

Paulo Coelho, da “Hippie”

 

 

 

 

 

 

Birds of a Feather: la collezione make up AI 2021/22 di Dior è un tributo cromatico all’ Autunno e al sontuoso piumaggio dei volatili

 

Sapevate che a fine Settembre il pavone entra nella fase di muta, perde cioè tutte le sue variopinte piume? Ricresceranno ad Aprile ancora più spettacolari. E’ proprio a quel piumaggio mozzafiato che si è ispirato Peter Philips, Direttore Creativo e dell’ Immagine del Make Up Dior, per la creazione della collezione make up Autunno Inverno 2021/22 della Maison: finish duocromatici, colori cangianti, effetti iridescenti, tonalità complementari e favolosamente autunnali fanno da leitmotiv a Birds of a Feather, come è stata battezzata la linea. Philips fa riferimento al pavone, ma anche ai sontuosi uccelli esotici e alle loro sbalorditive piume. Il risultato sono prodotti all’ insegna di innumerevoli riflessi e combinazioni cromatiche, che donano versatilità alla collezione permettendole di dar vita a look, di volta in volta, sensuali, naturali o potentemente scenografici. Tra le tonalità predominanti troviamo il verde, il beige, il rosa, il rame, il bordeaux, l’oro, il grigio platino e il blu pavone. Ma andiamo a scoprire nel dettaglio i prodotti della collezione…

 

5 COULEURS COUTURE – Edizione Limitata

 

 

Gli ombretti dell’ iconica palette 5 Couleurs Couture esibiscono il raffinatissimo motivo di piume che condividono con il blush di Birds of a Feather. Le armonie cromatiche proposte sono due, entrambe inneggianti alla stagione appena arrivata e alle iridescenze del piumaggio dei volatili; ad accomunarle è anche una texture cremosa che esalta e intensifica i loro colori, caricandoli di un profondo magnetismo. La palette Night Bird è dedicata alle ore serali, Early Bird a quelle diurne. La consistenza degli ombretti fa sì che si fondano con la palpebra in modo ottimale, mantenendosi inalterati a lungo e scongiurando grinze o sbavature. Applicate con la punta delle dita, le cromie si intensificano ulteriormente: diventano polvere impalpabile dalle tonalità accesissime. Il finish, declinato in quattro differenti versioni, evidenzia giochi di luce ed effetti cromatici straordinari; finiture metallizzate, mat, illuminanti e bicromatiche convivono felicemente. Nella foto qui sopra, potete ammirare le due palette. A sinistra 659 Early Bird,  che include un’ armonia di marrone, rosa e beige. I suoi colori sono il rame, il bordeaux, il grigio platino, il violetto e il rosa platinato. A destra 459 Night Bird, composta da cromie iridescenti che ruotano attorno all’ oro, all’ arancio e al verde. Le cinque tonalità che sfoggia comprendono il verde oliva, il verde scarabeo, un blu pavone chiaro, l’oro e un rosa caldo, intriso di sfumature aranciate.

 

ROUGE GRAPHIST

 

 

Anche le labbra si accendono di tonalità affascinanti. Peter Philips ha puntato su un rossetto a matita, Rouge Graphist, per delineare la forma della bocca con estrema precisione e per riempire le labbra di colore intenso. La modalità stylo è comoda, pratica e ad alto tasso di comfort; permette di contornare e tingere le labbra con un unico gesto. Il make up ne guadagna in precisione, ma anche in durata: Rouge Graphist, grazie al finish mat coniugato con tonalità luminose, rimane intatto per ore e può essere utilizzato anche per i ritocchi “on the go”. Il finish opaco viene “ammorbidito” dalla texture cremosa, che impedisce al rossetto di seccare le labbra e provocare screpolature. Le nuance in cui Rouge Graphist viene declinato sono quattro, tutte sature e vibranti: 999 Shout It (un rosso vivo), 784 Draw It (un profondo bordeaux), 474 Write It (un rosa magnetico) e 824 Tag It (un beige dalla gradazione decisa).

 

ROUGE BLUSH – Edizione Limitata

 

 

Rouge Blush, il blush cult di Dior, con l’arrivo dell’ autunno sfoggia due shade inedite e decisamente speciali. Come quelle che contraddistinguono il prodotto sono intense, ultra pigmentate, a lunga tenuta e ad effetto bonne-mine; la loro texture ha la leggerezza di una piuma, ma quando si posa sulla pelle si amalgama ad essa immediatamente. Le nuove tonalità di Rouge Blush non passano inosservate: 462 Coral Flight è un corallo dalla gradazione pop, 468 Nude Glide un talpa che vira al rosa. Il blush, inoltre, viene impreziosito dal motivo che riproduce le piume dei volatili presente nelle palette 5 Couleurs Couture della collezione.

 

DIOR VERNIS – Edizione Limitata

 

 

Quando ho visto le nuance di cui si tinge Dior Vernis in Birds of  a Feather, vi giuro, il colpo di fulmine è scoccato all’ istante. Si tratta di tre sfumature iridescenti, bicromatiche, che danno origine ad ammalianti riflessi multicolor: 811 Wild Wings è un melanzana pervaso da shade di verde e di giallo, 812 Early Bird un platino intriso di tonalità rosate e 814 Night Bird un enigmatico verde oro. La formula degli smalti si avvale delle resine gel coat in connubio con un tecnopolimero, il che li rende straordinariamente fluidi e brillanti. Il silicio non minerale contenuto in Dior Vernis rinforza l’unghia, mentre il tecnopolimero consente una fusione totale di quest’ ultima con il prodotto: la lunga tenuta è assicurata, favorita anche dal finish effetto gel.

 

 

 

La colazione di oggi: l’ uva, emblema di vita e di prosperità

 

Nella scorsa puntata di questa rubrica abbiamo parlato delle mele (e della torta di mele), stavolta parleremo dell’ uva. Molti frutti autunnali, in effetti, sono miniere inesauribili di salute e di benessere. L’ uva è uno di questi. Oltre a darci l’occasione di dilettarci con la vendemmia (io l’ho fatto da piccola, mia zia aveva un podere in campagna) ci regala il vino, e i suoi acini succosissimi sono ottimi anche per la prima colazione. Ma quali sono le virtù di questo frutto che, più di ogni altro, rappresenta la fine dell’ estate? Innanzitutto, contiene un’ alta quantità di polifenoli: la sostanza che dà il colore all’ uva e la mantiene sana.  Ingerendoli, contrastiamo l’ invecchiamento cellulare poichè agiscono contro i danni causati dai radicali liberi. I polifenoli sono molecole preziose anche per la salute dell’ apparato cardiovascolare; favoriscono infatti un buon funzionamento dell’ endotelio (il tessuto che riveste le pareti interne del cuore), dei vasi linfatici e sanguigni, svolgendo al tempo stesso un’ azione antinfiammatoria e antiaggregante. L’ uva, inoltre, è un ottimo antidoto contro la degenerazione della macula, la parte centrale della retina. Si rivela utile, quindi, a preservare il benessere della nostra vista.

 

 

Se volete mantenervi giovani e attivi a lungo, poi, l’ uva fa al caso vostro: il resveratrolo e l’ acido linoleico di cui è ricca incentivano, rispettivamente, la sopravvivenza delle cellule grazie a potenti proprietà antiossidanti, e il mantenimento dell’ elasticità della pelle. Lo stress ossidativo, drasticamente ridotto dai componenti dell’ uva, viene contrastato e anche la memoria ne risente: ecco perchè i grappoli di questo frutto sono dei veri e propri toccasana contro le malattie degenerative. Ma non è finita qui: la lista dei benefici dell’ uva è ancora molto lunga. La presenza dei polifenoli apporta ulteriori vantaggi, combatte la sindrome metabolica contribuendo a mantenere ottimali, di conseguenza, i valori dei trigliceridi, del colesterolo, della glicemia e della pressione. Avete mai sentito parlare di vitamina K? Bene, l’ uva la contiene. E’ un efficacissimo fluidificante del sangue, che previene il rischio di emorragie. Inoltre, la presenza di fibre solubili nel frutto regolarizza le funzioni intestinali e diminuisce i livelli del colesterolo e degli zuccheri nei vasi sanguigni.

 

 

L’ uva è squisita sia mangiata da sola che in innumerevoli altre versioni: potete utilizzarla per guarnire dessert quali torte, crostate, pancake, includerla tra i frutti della macedonia o tra i componenti di un tagliere, ricavarne un delizioso succo. Avete solo l’ imbarazzo della scelta! Per concludere, come sempre, lascio spazio alle curiosità e alle leggende. Che in questo caso sono numerosissime: basti pensare che l’ uva, in tempi remoti, veniva considerata il Nettare degli Dei. Non è un caso che gli antichi popoli associassero al vino una divinità in carne ed ossa, Bacco nel caso dei Romani e Dioniso in quello dei Greci. Questi Dei donavano l’ uva all’ uomo come atto di generosità, e dall’ uva veniva ricavata una bevanda, il vino, che aveva uno straordinario potere sull’ animo umano; se bevuto in quantità moderate, alimentava il coraggio, l’ euforia e la loquacità. I valori più comunemente attribuiti all’ uva erano molteplici: il vino, ma ancor prima la vendemmia, venivano associati alla condivisione e alla convivialità. Attorno all’ uva ruota un’ antica leggenda. Si raccontava che, agli albori del tempo, la vite non producesse frutti. Un contadino decise così di potarla, per far sì che le altre piante potessero godere della luce solare. Ma quando si vide disadorna e priva delle sue rigogliose fronde, la vite scoppiò in un pianto disperato. Un usignolo che passava da quelle parti, ascoltandolo, si commosse, e cominciò a intonare una canzone per darle conforto. Le stelle furono toccate profondamente da quella scena, e decisero di rianimare la vite con la loro luminosità. All’ improvviso, la pianta ritrovò le forze e ognuna delle sue lacrime si tramutò in un acino dolcissimo: erano nati i grappoli d’uva.

 

 

Una leggenda della mitologia ellenica, invece, ricollega la genesi della vite alla morte di Ampelo, uno splendido giovane di cui Dioniso era innamoratissimo. Quando Ampelo morì incornato da un toro, Dioniso versò lacrime amare. Il dio che non conosceva la sofferenza si rese conto, nel modo più triste, di cosa fosse il dolore. Inconsolabile, Dioniso continuava a piangere quando un giorno le sue lacrime, cadendo sul corpo inanimato di Ampelo, operarono il miracolo: Ampelo si tramutò in una vite e le lacrime di Dioniso, fondendosi con il sangue di colui che tanto aveva amato, diedero origine al vino. Una sostanza, non a caso, in grado di donare ebbrezza e quindi di cancellare i ricordi strazianti tramite la gioia e la spensieratezza. Il vino cominciò a incarnare la vita, l’allegria, un modo per sconfiggere la morte e qualsiasi pena. Ulteriori motivi che favoriscono l’associazione tra uva e vita si rinvengono nella vendemmia: un autentico rituale che coincide con l’ inizio dell’ autunno. La terra sta per assopirsi, inaugura il suo periodo di riposo in attesa del risveglio primaverile. Ma prima di farlo ci fa dono dell’ uva, o per meglio dire del vino, che ci accompagna lungo tutto l’ inverno restituendoci calore e gioia di vivere. L’ uva diventa così l’ emblema della vita stessa, del trionfo della vita sulla morte, dell’ amore, della prosperità. Non stupisce che in Spagna, a Capodanno, si usi ingurgitare 12 chicchi d’uva in concomitanza con i 12 rintocchi della mezzanotte. L’ uva è fertilità e abbondanza; nell’ Eucarestia il vino simboleggia il sangue di Cristo, che diventa anche il nostro affinchè possiamo rinnovarci, rigenerarci in Lui. Esiste poi un detto, “In vino veritas”, che celebra l’ effetto disinibitorio del vino. Il vino “libera”, elimina i freni e le inibizioni. Sconfigge la doppiezza e favorisce l’ affiorare della verità: rappresenta, dunque, una saggezza pura e “senza filtri”.

 

 

 

 

Nel cuore dei boschi autunnali

 

” Ottobre è il mese delle fronde dipinte. È allora che prendono a brillare in tutto il mondo del loro suntuoso fulgore. Come i frutti e le foglie, – anzi come il giorno stesso –, poco prima di morire, si vestono di colori luminosi, così fa l’anno prossimo al suo termine: ottobre è il suo cielo al tramonto; novembre, il crepuscolo che a quello segue. Qualche tempo fa ho pensato di darmi la pena di raccogliere un esemplare di foglia per ogni albero, arbusto o pianta erbacea, quando ciascuno di essi fosse giunto ad acquisire la gradazione più brillante di quella caratteristica accensione cromatica colta nel suo virare dal verde al bruno, per poi disegnarne le forme e colorarle con pigmenti adatti, riproducendone esattamente le varie tonalità in un libro che potrebbe intitolarsi Ottobre, o Colori d’autunno; – a cominciare dalle prime vampe rossastre dei caprifogli e dalle lacche delle altre rampicanti, per giungere in ultimo – attraverso gli aceri, i noci americani, i sommacchi e le tante varietà di arbusti forse meno noti, ma dalle fronde comunque altrettanto meravigliosamente screziate, – alle querce e ai pioppi tremuli. Che bel promemoria potrebbe costituire un libro del genere! Sarebbe sufficiente sfogliarne le pagine per ritrovarsi a passeggiare nel cuore dei boschi autunnali ogniqualvolta ci colga l’uzzolo di farlo. “

 

Henry David Thoreau, da “Colori d’autunno”

 

 

 

 

 

London Fashion Week: flash dalle collezioni PE 2022

 

Per assistere alle Fashion Week delle collezioni Primavera Estate 2022, oggi voliamo a Londra. Anche nella città di “The Shard”, il grattacielo emblema della capitale inglese nel terzo millennio, dal 16 al 21 Settembre molti brand hanno puntato sulla formula della sfilata live. Il ritorno in passerella, tra gli altri, ha visto protagonisti marchi quali Preen by Thornton Bregazzi, Bora Aksu, Roksanda, Richard Quinn, Toga, Mark Fast, Paul & Joe, Richard Malone, Rejina Pyo, David Koma, Roland Mouret e Tiger of Sweden. In presenza hanno sfilato inoltre Erdem, Halpern e Simone Rocha, questi ultimi “raddoppiando” la propria presenza in versione digitale tramite, rispettivamente, uno short movie e un livestream. Rocha, che festeggia il decimo anniversario dalla sua fondazione, per l’occasione ha lanciato una linea di casalinghi inaugurata nello store di Dover Street Market con una spettacolare installazione. Non sono mancati, comunque, i marchi “aficionados” alla presentazione via web. Qualche nome? Molly Goddard, Vivienne Westwood, Matty Bowan, Emilia Wickstead, JW Anderson, Marques’ Almeida, Victoria Beckham: in molti hanno optato per un lookbook digitale. Tra gli assenti, invece, va segnalato Burberry, che probabilmente svelerà la propria collezione al di fuori del calendario ufficiale. Il brand low cost Cos ha debuttato in passerella, così come la vincitrice del LVMH Prize 2021 Nensi Dojaka. Dalla partnership del British Fashion Council con la BBC è scaturito il 50.50: The Equality Project, un progetto all’ insegna dell’ inclusività che ha registrato la partecipazione di svariati designer: hanno aderito, solo per citarne alcuni, label del calibro di Tiger of Sweden, Roksanda, Matty Bovan e Saul Nash. L’ iniziativa The Clearpay Collective si prefigge, dal canto suo, di divulgare il talento degli stilisti emergenti avvalendosi soprattutto della piattaforma di TikTok e contemplando la creazione di capsule dedicate ai giovanissimi. Passiamo ora alle quattro collezioni che VALIUM ha selezionato dalla Fashion Week londinese: sono firmate da Simone Rocha, Vivienne Westwood, Halpern e Molly Goddard. Vi dò appuntamento a Milano a breve: seguitemi, perchè ho in serbo per voi delle straordinarie, sbalorditive sorprese!

 

SIMONE ROCHA

 

 

La nascita e il battesimo sono i cardini attorno a cui ruota l’ intera collezione: un po’ perchè Simone Rocha – che celebra il decimo compleanno del suo brand – è diventata mamma di recente, un po’ per simboleggiare la rinascita post-pandemica, della quale le sfilate in presenza sono un pregnante esempio. I look, di conseguenza, sono un tripudio di pizzi (anche Sangallo), tulle, ricami, volants e fiocchi profusi su creazioni bamboleggianti che rievocano gli abitini da battesimo per bimbi. Non è un caso che la palette cromatica privilegi il bianco, alternandolo solo al nero, al lilla e a “pennellate” di rosso (un emblema del sangue versato dalle puerpere). Stilisticamente predominano lavorazioni pointelle, nastrini che fanno capolino da un occhiello all’ altro, abiti simili a camicie da notte, reggiseni da allattamento impreziositi da gioielli e ricami, enormi colletti triangolari merlettati come antiche lenzuola, voluminosi cappottini in broccato, maniche a sbuffo…Le forme sono vaporose, molto ampie; le coroncine indossate dalle modelle donano un tocco regale a riti ancestrali già di per sè solenni, ricchi di significato.

 

 

VIVIENNE WESTWOOD

 

 

Vivienne Westwood rinnova il suo impegno a favore della sostenibilità: i materiali che utilizza sono a bassissimo impatto ambientale, riciclati, eco-compatibili e rigorosamente cruelty-free. L’ ispirazione attinge  a una collezione del 1998 della “Mother of Punk”, “Tied to the Mast”, inneggiante a storie di marinai e di pirati. Quel nucleo tematico resta, ma aggiornandosi al 2021 e convertendosi, dunque, in un’ ode al benessere dei mari. Lo sporty strizza l’ occhio al tipico stile Westwood intriso di volumi oversize e di asimmetrie intriganti. Le fantasie rigate si alternano al tartan declinato in innumerevoli versioni; i look sono eccentricamente sartoriali, le gambe inguainate nelle parigine, gli abiti drappeggiatissimi e sensuali, i pantaloni a vita alta e con cavallo ultra basso. Il tailleur ricorre, con gonna o pantalone, privilegiando i modelli in tartan. Abbondano giacche allacciate a sghimbescio, felpe da lupo di mare, pencil skirt attillatissime, camicie con jabot e lunghi lacci, corsetti sovrapposti agli outfit o che ne diventano parte integrante. I colori spaziano dal blu al grigio, dall’arancio al rosso, passando per il bianco e il carta da zucchero.

 

 

HALPERN

 

 

Halpern presenta la propria collezione con un corto intitolato significativamente “A return to movement”. E fa danzare, piroettare, volteggiare i ballerini del Royal Ballet di Londra con indosso le sue creazioni: il risultato è straordinariamente d’impatto su più fronti. La collezione, insieme al corto, è innanzitutto un omaggio ad una delle categorie dello showbusiness che ha maggiormente risentito delle restrizioni imposte dalla pandemia di Covid. Ma è anche un inno al movimento nella sua espressione più artistica e armonica, quella del balletto. Non va tralasciato, poi, che tramite la danza il “movimento” insito negli abiti si svela appieno allo spettatore. I look, realizzati con minuziosa cura artigianale, spaziano dal tipico stile “disco” di Halpern (tailleur con pantaloni a zampa e miniabiti interamente ricoperti di glitter) a svolazzanti long dress in raso, stratificati e bicolor, dalle sontuose creazioni in balze di tulle ai vestiti-“sfera”, ornati da reticolati argentei o ammantati di lunghe piume. Un abito che è un tripudio di frange in color block sembra l’ emblema stesso della collezione: fluttua, vibra e danza insieme alla ballerina che lo indossa. La palette cromatica include nuance strong quali il viola, il giallo oro, il rosso, l’arancio e il fucsia oltre che le tonalità caleidoscopiche dell’ abito con frange.

 

 

MOLLY GODDARD

 

 

Lo stile signature di Molly Goddard si è evoluto ulteriormente. In virtù della sua recente gravidanza, la designer ha dichiarato di aver creato una collezione ispirata all’ abbigliamento per l’ infanzia. Il focus è incentrato sul punto Smock, un trademark del brand, che viene sviluppato in una serie di nuove lavorazioni. Gli inconfondibili abiti in tulle griffati Goddard mutano pelle a loro volta, tramutandosi in vaporosi babydoll che sfiorano appena i fianchi; sono impalpabili, femminilissimi, declinati in colori pop come il pesca, il rosa e il giallo sorbetto, ma vengono abbinati a dei jeans ampi e comodi. Il contrasto, evidente, fa da denominatore comune alla quasi totalità dei look. Basti pensare che le gonne più elaborate, increspate da grandi ruches, si accompagnano a maglioni di lana in tinte fluo o a semplicissimi twin set a righe. Di eterei e sognanti abiti se ne vedono pochi, tutti rivisitati in chiave inedita: un modello color lilla ha il corpetto completamente see-through, un altro si declina in minidress e un altro ancora, candido, viene indossato con pantaloni della tuta, calze a righe e ballerine. L’ estetica stilistica di Molly Goddard, insomma, mantiene le sue coordinate base seppur rivisitate e corrette. Più che al fiabesco fa riferimento alla quotidianità, a cui si incorpora sapientemente.

 

 

 

 

Equinozio di Autunno

 

” Per questo preferisco di gran lunga l’autunno alla primavera, perché in autunno si guarda il cielo. In primavera la terra.”
(Soren Kierkegaard)

Buon Equinozio di Autunno! La nuova stagione farà il suo ingresso ufficiale stasera, alle 21.21. Oggi, il sole si trova allo zenit dell’ equatore: le ore di luce e quelle di buio avranno una durata identica e inizieranno i sei mesi più oscuri dell’ anno. Il secondo raccolto si è ormai concluso, la terra si prepara al suo periodo di riposo. Le foglie si tingono di cromie incredibili prima di staccarsi dai rami e volteggiare al suolo. Se in estate viaggiamo per esplorare il mondo, in autunno inizia l’ affascinante viaggio alla scoperta di noi stessi. Quando il ciclo produttivo della natura si arresta, assopendosi momentaneamente, è tempo di fare bilanci. Di riflettere sulla nostra interiorità, acquisire una nuova consapevolezza. Analizzare il proprio personale “raccolto” è il primo passo verso il raggiungimento di un’ armonia, di un equilibrio che coinvolgono spirito e materia in parti uguali: esattamente come giorno e notte, oggi, si trovano in simmetria perfetta. E se volete omaggiare l’ autunno con qualche gesto speciale, non dimenticate di bruciare incenso a base di mirra, pino o ibisco e di utilizzare le foglie morte per accendere eventuali falò. Ma il miglior rituale rimane una passeggiata nella natura, magari tra i boschi, per godere dei colori mozzafiato e delle avvolgenti atmosfere che questa stagione ci regala…

 

 

 

 

 

L’ Interdit Eau de Parfum Rouge: l’iconica fragranza Givenchy si tinge di un rosso tentatore e carnale

 

Manca solo un giorno all’ Equinozio di Autunno (che quest’ anno cadrà il 22 Settembre), e il rosso sarà uno dei colori predominanti della nuova stagione: la tonalità del fuoco che arde nel focolare, del fogliame dei boschi, di certe bacche selvatiche…Nulla a che vedere, però, con il rosso squillante dell’ estate. Il rosso autunnale è profondo, intenso, “carnale”. Non è un caso che Givenchy l’ abbia scelto per caratterizzare la nuovissima edizione di L’ Interdit, battezzando la fragranza L’ Interdit Eau de Parfum Rouge. La trasgressione, supremo emblema del profumo, si spinge oltre ed oltrepassa il senso del proibito senza remore, senza guardarsi indietro. Non ci sono limiti, la passione alimenta le fiamme dell’ infatuazione. E’ un fuoco nato dalla scintilla dell’ istinto, di un desiderio irresistibile, arroventato al punto tale da incenerire qualsiasi  incertezza, qualsiasi traccia di inibizione. Un’ attrazione incandescente, che non lascia scampo: fa vibrare e dona brividi a fior di pelle.

 

 

Perchè vive di pure emozioni…di sensualità, di voluttuosità inebriante. Abbandonarsi a questo stato di grazia è l’unica via da seguire, la via dell’estasi. Che sfocia in sensazioni talmente potenti da sconfinare nell’ ossessione. L’ Interdit Eau de Parfum Rouge racchiude il mood appena descritto nel suo imprinting olfattivo: creato dai nasi Dominique Ropion, Fanny Bal e Anne Flipo, conquista a partire dal flacone tinto di un rosso tentatore. La fragranza esordisce con la passionalità sanguigna dell’ Arancia Sanguinello unita al provocante Zenzero per poi espandersi in accordi, sfarzosi e sulfurei al tempo stesso, di Gelsomino, Tuberosa e foglie di Pimento. Il Fiore d’Arancio apporta un tocco di luminosità, il Legno di Sandalo di esotismo soave. Sentori di seduttività floreal-speziata, intriganti e ardenti, sono una continua sfida al proibito: una scia olfattiva impregnata di un magnetismo a cui è impossibile resistere.

L’ Interdit Eau de Parfum Rouge è disponibile nei formati da 35, 50 e 80 ml

 

 

L’ attrice statunitense Rooney Mara, affascinante volto di L’ Interdit

 

 

 

 

New York Fashion Week: flash dalle collezioni PE 2022

 

Cari VALIUM friends, oggi ricominciamo a volare nelle capitali delle Fashion Week felici di assistere al ritorno delle sfilate in presenza! Iniziamo come sempre da New York, dove, dal 7 al 12 Settembre, sono state presentate le collezioni Primavera/Estate 2022. Con tutte le precauzioni del caso (vaccino in primis), i fortunati hanno potuto di nuovo godersi dal vivo le proposte mostrate in passerella dai vari brand: tra i presenti, top name del calibro di Tom Ford (Presidente del Council of Fashion Designers of America), Proenza Schouler, Michael Kors, Rodarte, Brandon Maxwell, Khaite, Collina Strada, Tory Burch, Peter Do, Thom Browne, Anna Sui, Peter Dundas, Altuzarra e, a sorpresa, Moschino, che ha scelto di presentare eccezionalmente la sua collezione nella patria di Jeremy Scott. Grandi assenti, invece, Marc Jacobs, Ralph Lauren, Zimmermann, Tommy Hillfiger, Pyer Moss e Helmut Lang. Pur non avendo allestito sfilate live, marchi come Oscar De La Renta, Pamella Roland e Badgley Mischa (per citarne solo alcuni) hanno svelato le proprie creazioni digitalmente, tramite live streaming e lookbook pubblicati sui rispettivi profili social. La settimana newyorchese della moda ha incluso due date cruciali, quella del 20esimo anniversario dall’ attentato alle Twin Towers (l’11 Settembre) e, il 13 Settembre, il ritorno del Met Gala dal vivo che ha introdotto la nuova mostra del Costume Institute, “In America: a lexicon of fashion”, la cui inaugurazione si è tenuta il 18 Settembre. “Inclusività” e “sostenibilità” sono state le due parole chiave di questa edizione della NYFW: basti pensare che, sostenuti dal Black In Fashion Council,  hanno debuttato in passerella ben 14 new talents di colore e che la kermesse è stata aperta da Collina Strada, brand notoriamente eco-friendly ed avverso a qualsiasi forma di discriminazione. Passiamo quindi alla mini rassegna delle collezioni selezionate da VALIUM: essendo impossibile mostrarvele tutte, ne ho scelte come sempre quattro e le ho commentate brevemente. Stay tuned sul mio blog, dunque, per le ultime news dalle Fashion Week di Londra, Milano e Parigi!

 

MOSCHINO

 

 

Una collezione gioiosa e giocosa, molto girly, ricca di colori pastello. Ma soprattutto, di personaggi di ipotetici cartoon (giraffe, elefantini, orsetti, paperi, mici, coniglietti…) che decorano i look  e, in molti casi, ne diventano parte integrante. Jeremy Scott si ispira alla figura della “nanny”, alle filastrocche per bambini: predominano i mini-tailleur con bralette annessa, alternati ad abitini dalle linee Sixties e a trench trapuntati. Le fantasie dei tessuti sono un vero e proprio inno ai teneri animali fiabeschi di cui sopra,  profusi su sfondi dai cromatismi tenui quali il rosa, il verde menta, il celeste, il pesca o (unica eccezione alla regola) a una gradazione vivacissima di giallo. Fiocchi in abbondanza, colletti arrotondati e bottoni a forma di cuore accentuano l’ allure femminil-fanciullesca, così come i gioielli in plastica colorata che ricordano i “toy jewels” per l’ infanzia. Persino i fascianti abiti da sera che chiudono lo show, sebbene siano impreziositi da scolli monospalla, spacchi e bolerini di piume, sfoggiano una variegata “fauna” di mascotte ornamentali.

 

 

ANNA SUI

 

 

Anna Sui rimane fedele al suo stile signature, intriso di reminiscenze “Flower Power”, accentuandone i colori e gli accenti che lo aggiornano al terzo millennio. Tra le cromie predominanti risaltano il verde mela, il magenta, il fucsia, il degradé nei toni del blu, del verde e del lilla, mentre i tessuti privilegiano il crochet (profuso nei bikini dal sapore hippie e nelle canotte “granny square” sovrapposte agli abiti) e il pizzo, sui cui sono ricamate le fantasie floreali che – alternate alle righe – fanno da leitmotiv all’ intera collezione. L’ allure da “figlia dei fiori” si fonde con il romanticismo e con le suggestioni sporty: agli abitini con pattern in degradé cromatico abbinati a giacchini bordati di piume seguono simil parka e boxer da spiaggia declinati in innumerevoli versioni, i reggiseni e i top dei costumi si sovrappongono ad eteree bluse in pizzo e quest’ ultimo, oltre a plasmare sinuosi abiti in cromie talmente accese da risultare quasi fluo, trionfa anche sul caftano candido, ricamato a righe e fiori, molto in linea con il gusto Sixties della collezione.

 

 

MICHAEL KORS

 

 

Un’ eleganza “pulita” e senza fronzoli, dai toni in parte classici, in parte sofisticatamente rétro. Kors (che quest’anno festeggia il 40esimo compleanno del suo brand) si ispira allo stile Fifties di “West Side Story” e lo si evince in svariati capi: la pencil skirt che apre lo show, i pantaloni alla pescatora, il cappotto con ampio scollo e ampi revers, la gonna a ruota, il dolcevita nero esistenzialista (con tanto di stampa a forma di cuore), i quadretti Vichy profusi sugli abiti, sui bikini e sui tailleur…Un look li vede protagonisti su un paio di shorts abbinati a un maglione in cachemire dal collo “importante”, rievocando vagamente la Marylin di “Let’s make love”. La palette cromatica, essenziale, alterna il bianco e il nero al beige, al celeste e al rosa. Il pizzo ricorre, anche in versione Sangallo, donando un tocco di femminilità raffinata, la lana forgia maglie ed outfit a costine, morbidi, che lasciano scoperte le spalle. Vince l’abbinamento top o bralette più gonna, oppure shorts, alte cinture sottolineano uno silhouette fasciante nella parte superiore del corpo e svasata in quella inferiore, i tailleur pantalone sono classici, corredati da pantalone con piega. Conclude la sfilata una serie di abiti da sera avvolgenti, sensuali, in total black e tempestati di paillettes all over.

 

 

TOM FORD

 

 

Chiudo in bellezza questa rassegna con la sfilata di Tom Ford, che di fatto ha concluso la New York Fashion Week. Scintillio, luccichio, bagliori: chiamatelo come volete, ma la collezione è un autentico tripudio di luminosità. Dal significato ben preciso, tra l’altro, quello di accendere una luce sfolgorante nel buio dell’ era attuale, che subisce gli strascichi della pandemia di Covid. Ford è fiducioso, auspica a una rinascita che ha già preso il via. E riflette tutto ciò in una collezione strepitosa, fortemente d’impatto, dal glamour travolgente. Gli ingredienti? I cardini dell’ athleisure rivisitati in chiave glitz grazie a un’ abbondante dose di paillettes. E poi la sensualità, un senso straordinario del colore, un mood che rievoca il fermento dello Studio 54. Ci sono pantaloni della tuta tagliati sotto il ginocchio, pantaloni cargo, canotte sportive, giubbini da running, bralette e camicie sbottonatissime annodate all’ altezza dell’ ombelico, tutti interamente rivestiti di paillettes oppure in raso. L’allure è disinvolta, rilassata ma supersexy; i colori vibrano, anche in virtù dei loro accostamenti: azzurro+fucsia+arancio, arancio+rosa+viola, lime+lilla+bronzo, rosa fluo+viola+bianco, celeste+fucsia…una vera meraviglia. A completare la maggior parte dei look, un’ampia giacca dalla linea squadrata, choker tempestati di strass come i fermagli per capelli, miriadi di collane dorate (un po’ in stile hip hop) e dei preziosi sandali con tacco alto. Lo sportswear, gettonatissimo durante i vari lockdown, con Tom Ford si è ammantato di luce ed è diventato iper glam: un antidoto perfetto contro il grigiore, l’ incertezza, l’ appiattimento caratteristici dell’emergenza sanitaria. Un inno alla gioia di vivere, alla voglia di ritornare a vestirsi…e a divertirsi.

 

 

 

 

Andar per funghi

 

” Sono i giorni più belli dell’anno. Vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori; caldo non fa più, freddo non ancora; c’è qualche nuvola chiara, si mangia il coniglio con la polenta e si va per funghi. Noialtri andavamo per funghi là intorno; Irene e Silvia combinarono con le loro amiche di Canelli e i giovanotti di andarci in biroccino fino a Agliano. Partirono una mattina che sui prati c’era ancora la nebbia; gli attaccai io il cavallo, dovevano trovarsi con gli altri sulla piazza di Canelli. (…) Quel giorno venne un grosso temporale, lampi e fulmini come d’agosto. Cirino e la Serafina dicevano ch’era meglio la grandine adesso sui funghi e su chi li cercava che non sul raccolto quindici giorni prima. Non smise di piovere a diluvio neanche nella notte. Il sor Matteo venne a svegliarci con la lanterna e il mantello sulla faccia, ci disse di stare attenti se sentivamo il biroccio arrivare, non era tranquillo. Le finestre di sopra erano accese; l’Emilia corse su e giù a fare il caffè; la piccola strillava perché non l’avevano portata a funghi anche lei.”

 

Cesare Pavese, da “La luna e i falò”