Sulle tracce del Principe Maurice: Halloween con il Principe della Notte

 

Per tutti voi, lettori, fan e amici di VALIUM, si preannuncia un Halloween davvero…da brividi! Avete infatti il privilegio di viverlo insieme all’ Icona della Notte per antonomasia, il Principe Maurice. Chi meglio di lui, dark nel profondo dell’ anima, potrebbe condurvi nei meandri più stregati di questa magica ricorrenza? La sua filosofia di vita stessa, il “memento mori” di latiniana memoria, invita a godere l’attimo esorcizzando l’ ineluttabilità della morte. E la morte, come racconterà più avanti, è stata una presenza costante nell’esistenza del Principe. Il fato, però, pochi giorni fa gli ha fornito una splendida occasione per sconfiggere quelle ombre: la nascita di Thomas, figlio di sua nipote Gloria, lo ha riempito di tutta la gioia che dona l’ arrivo di una nuova vita. Quando lo incontro è euforico, commosso, non riesce a contenere la felicità; la nostra conversazione ha inizio proprio con la notizia del lieto evento, che vuole condividere con gli habitué di “Sulle tracce del Principe Maurice”. Lascio a lui la parola: “In questa intervista parleremo di magia. Bene: nei giorni scorsi sono stato testimone della magia più grande che ci sia, la nascita di una nuova vita. Mia nipote Gloria ha dato alla luce un bambino, Thomas, io non ero presente in sala parto ma ho assistito al travaglio. E’ stata un’emozione fortissima capire che stava succedendo qualcosa nel corpo di Gloria, e poco dopo vedere questa bellissima creatura! Mi sono commosso…Io non ho figli (forse!), però ho potuto prender parte a una magia che da una grande sofferenza fisica origina una gioia immensa! Quando mia nipote è entrata in sala parto, ero accanto a lei con il cuore. Ho percepito tutte le sue vibrazioni, tutte le sue energie, sentivo che soffriva…che tremava dal dolore. Ha già avuto una bambina, Asia, ma il parto è sempre un’esperienza tosta. E l’ho capito proprio grazie a Gloria. Ecco, vedi? La magia è attorno a noi in ogni istante. Mi fa molto piacere rendere tutti voi partecipi tutti della mia felicità. La nascita di Thomas, per me, è stato uno degli eventi più importanti in assoluto non solo dell’ anno in corso, ma della mia vita di prozio! ” Forse è proprio questa la chiave per celebrare Halloween e la sua iconografia “mortifera”: addentrarsi nelle tenebre per riscoprire la pienezza della vita, prendere coscienza dell’ eterno ciclo che alterna vita e morte. E la venuta al mondo del piccolo Thomas, in tal senso, sembra quasi emblematica. Benvenuto al delizioso nipotino di Maurice, tantissimi auguri al suo prozio ed alla mamma Gloria e, naturalmente…Felice Halloween a tutti!

 

Maurice insieme al piccolo Thomas

Giorni fa VALIUM ha annunciato  l’avvio del tuo nuovo progetto, “The Origins” (rileggete qui l’articolo), un’evoluzione di Memorabilia che porterai in tour nei club insieme ai dj guru del Cocoricò. Il debutto era fissato per il 19 Ottobre, ma l’evento è stato annullato: cos’è successo? Avremo modo di vedervi a breve?

Le dinamiche dell’annullamento, a tutt’oggi, sono piuttosto misteriose. Pare che ci sia stato un cambio di proprietà e di gestione del locale….C’è molto fermento in collina, a Riccione: il Cocoricò è stato rilevato da un gruppo capitanato da Enrico Galli dell’ Altromondo Studios, mentre il Prince è entrato a far parte del  gruppo Cipriani con la direzione artistica di Tito Pinton, un notissimo operatore del mondo della notte veneto. Da tutto questo “movimento”, forse, è scaturita la cancellazione di una data super pompata, super promossa, super costruita, pronta per il debutto. Sinceramente, non riesco a capacitarmi di cosa sia successo e devo dire che ci sono rimasto davvero male. In ogni caso il format c’è e sicuramente troveremo altri luoghi dove realizzarlo. Chissà, magari proprio al Cocoricò, dato che “The Origins” è un po’ la matrice di Memorabilia: questo nuovo progetto mi piace molto perché è nato dal cuore, dal desiderio di tutti coloro che, come Cirillo, Saccoman, Ricci, i Datura, Rexanthony, hanno tenuto a battesimo la techno italiana rendendola protagonista a livello internazionale; in più, si fonde con il Teatro Notturno dando vita ad un evento unico nel suo genere. Siamo rimasti tutti esterrefatti dal suo annullamento, ma adesso, magari, avremo anche più tempo per perfezionarlo. “The Origins” va oltre l’essenza di Memorabilia catapultandosi, come vi ho già raccontato, alle sue origini e al tempo stesso proiettandosi nel futuro in un movimento circolare dove passato, presente e futuro si rincorrono continuamente. Il concept è proprio quello: non vogliamo fossilizzarci sulla memoria musicale. La musica con “The Origins” sarà nuova, sempre elettronica ma nuova.

 

Una foto che Maurice ha immortalato nel reparto maternità dell’ Ospedale di Lecco, dove Gloria ha partorito: sembra un po’ un “compendio” visivo dei temi di questa intervista

Che puoi dirci, invece, rispetto al Cocoricò e alle novità che lo riguardano?  

Il Cocoricò va in mani esperte. Ancora non si sa chi si occuperà della direzione artistica, è un po’ prematuro dirlo. Indubbiamente dovrebbe diventare non solo una discoteca, bensì un luogo di incontro, di cultura, di informazione, uno spazio dedicato alle nuove generazioni che hanno bisogno di umanizzarsi. Perché c’è bisogno di Umanesimo, oggi. Io credo che la rinascita del mondo della notte e del mondo in generale debbano cominciare dall’ allontanamento dalla virtualità “non virtuosa” dei social, che sono “pseudo” social perché rendono fasulli, anziché autentici, i rapporti. I giovani devono incontrarsi davvero, dal vivo: al Cocoricò gli spazi ci sono e io mi auguro, credo e spero che venga aperto anche di giorno in funzione di questa socialità e di una cultura che va sviluppata, implementata e incoraggiata. Sono molto felice che il Cocoricò abbia finalmente ritrovato una dimensione affine a quella dei suoi esordi. Enrico Galli ha dichiarato pubblicamente che sarà votato alla musica elettronica, il che mi piace e mi interessa! E il fatto di poterlo elevare a luogo di rinascita e di incontro, di socialità e di cultura, è quello di cui a mio avviso ha più bisogno. Alla nuova gestione lancio la proposta di utilizzarlo, di giorno, come laboratorio di idee e di cultura. Non dovrebbe avere una funzione solo ludica, ma diventare la fucina di una visione inedita che si rifà però ai vecchi valori. Penso che il futuro della società odierna sia sì quello di lasciarsi intrigare dalla tecnologia, sempre affascinante, ma soprattutto di tornare ai valori di comunicazione e di incontro, di uno scambio autentico.

 

 

L’ Autunno è ormai “esploso” alla grande anche grazie ad uno dei suoi appuntamenti più attesi, Halloween. Tu come lo festeggi?

Il mio Halloween è sempre stratosferico, perché è una delle feste che mi piacciono di più! E’ quella versione dark del Carnevale che vorrei esistesse anche nel Carnevale tradizionale come “memento mori”: bisogna godere l’attimo, perché la morte ci aspetta tutti. Il “memento mori” è la mia filosofia e Halloween, sostanzialmente, la rispecchia in pieno. Lo stile dark, poi, è nelle mie corde in maniera assoluta. Quindi per me Halloween è una festa importante, che comincio a celebrare qualche giorno prima. Il 26 Ottobre, per esempio, sono stato ospite di un evento privato, blindatissimo e molto esclusivo, dove ho interpretato il Maître des Cérémonies di un “Cabaret Infernale” nello stile di Toulouse-Lautrec. Il mio Halloween è cominciato con questa festa, un Moulin Rouge in versione dark, in una villa antica meravigliosa, una delle più belle della Lombardia: c’erano dei personaggi fantastici, che come tutti i Vip preferiscono celebrare le ricorrenze in anticipo, o magari dopo un po’ di tempo, in modo da evitare la ressa e non essere scontati. La Villa, a posteriori posso rivelartelo, era Villa Borromeo a Cassano d’Adda. Una location pazzesca! Invece stasera ho un doppio appuntamento: prima al “Monsterland Halloween Festival”, che ha un format commerciale se vogliamo…C’è anche J-Ax, sarà un pot-pourri sia artistico che musicale, ma la cosa straordinaria è che sai dove si organizza? Nel Castello Estense di Ferrara. E’ stupendo! Sono felicissimo di festeggiare lì il mio Halloween, è uno dei castelli più belli che io conosca…L’amministrazione comunale di Ferrara lo ha messo a disposizione per questo Festival che comincia alle 4 del pomeriggio e termina alle 2 del mattino. Ma come se non bastasse, siccome finirò presto rispetto ai miei soliti orari notturni, dopo andrò a fare il testimonial dei 25 anni di una delle feste di Halloween più belle d’ Italia, “Spiritika” al TNTKamasutra di Portogruaro, che mi ha ospitato sin dagli esordi. E’ proprio una figata, non pensi?

 

La locandina del “Monsterland Halloween Festival”

Ferrara: un dettaglio notturno del Castello Estense

Sono assolutamente d’accordo! Cosa rappresenta, per l’icona del Teatro Notturno, la festa della Notte per eccellenza?

Per me Halloween è la notte in cui le fantasie, le angosce, gli spiriti, in maniera anche goliardica e giocosa, si esprimono liberamente. In questo momento mi trovo a Milano da Torriani-La bottega del Carnevale, uno dei negozi più importanti di effetti speciali e di costumi, dove sono alla ricerca di qualche spunto per arricchire ulteriormente il mio oufit halloweeniano. E’ veramente fantastico…Mentre nei paesi anglosassoni trovi negozi così a bizzeffe, in Italia è difficile trovarne con la stessa qualità e varietà di prodotti. Devo dire che è quasi diventata più importante la “notte degli spiriti” che non il Carnevale! Lo trovo bellissimo, perché se il Carnevale è una festa che tutti, senza distinzioni, possono vivere in maniera entusiasmante, Halloween lo è altrettanto, però con quel gusto notturno in più che mi appartiene. Lindsay Kemp mi definì la sua versione dark, e devo dire che aveva perfettamente ragione. In me il lato dark è innato, fa parte delle mie esperienze di vita: la morte è stata una presenza costante che ho voluto esorcizzare anche rappresentandola in modo dissacrante, ironico, un po’ come una sfida. Il Teatro Notturno è tutto questo, tant’è vero che comincio a festeggiare Halloween il 26 Ottobre e proseguirò fino al 2, al 3 Novembre. Perché lavoro, ma senza rubar spazio al mio divertimento. Voglio assaporare a pieno questa atmosfera straordinaria!

 

La locandina di “Spiritika”

Un Principe molto, molto dark

Propendi più per Samhain, l’antico Capodanno celtico, oppure per Halloween, spiccatamente associata alla tradizione americana?

Halloween, avendo radici in Irlanda e in Inghilterra, è stata poi esportata negli Stati Uniti. Ma noi in Europa la festeggiamo meglio e in Italia, da qualche tempo a questa parte, è diventata una delle ricorrenze top. Come Capodanno. Anzi, a dirla tutta…è il mio Capodanno! Ecco: siccome il Principe Maurice è dark, vive il suo Capodanno in questa notte davvero magica! (ride, ndr.) Guarda, non è sbagliato. Anche perché da quel momento in poi – ad Halloween, intendo – si comincia a pensare in maniera più definita e definitiva al Carnevale, che è un altro evento per me molto importante. Quindi la mia stagione, il mio anno artistico, iniziano proprio con l’antico Capodanno celtico!

 

Milano, zona Brera: un dettaglio delle vetrine di Torriani-La Bottega del Carnevale

Maurice insieme al titolare del negozio

Halloween è detta anche “la notte delle Streghe”. Tu che rapporto hai con l’esoterismo?

Ho un grande rispetto per quella che consideriamo “magia”, ma non è nient’ altro che la verità della natura. La natura è da sempre stata magica, il potere delle erbe veniva tramandato da persone che avevano la capacità di guarire proprio attraverso risorse naturali. Magari anche rendendo più suggestive le terapie con dei cerimoniali, ispirati alla cultura celtica, che furono poi demonizzati…In realtà, la magia la viviamo tutti i giorni. La viviamo su noi stessi, la viviamo nella natura, che va avanti ad oltranza nonostante noi continuiamo a violentarla…La magia di Halloween è un’ occasione in più per sottolineare l’esoterismo. Io ce l’ho nel sangue, perché se pensi che ho perso un fratello gemello e quindi una metà di me è nell’ aldilà, è evidente che io abbia una sensibilità particolare. Non ne ho affatto paura. A volte è inquietante, ma se riesci a volgere in positivo questa sensibilità puoi fare del bene agli altri e farlo anche a te stesso. Credo nella magia, credo nell’esoterismo, ne sono affascinato. Non lo coltivo, non è nelle mie corde fare il mago, però quando faccio uno spettacolo e faccio divertire e star bene qualcuno, una piccola magia l’ho fatta anch’io. Quindi un po’ mago lo sono, dai!

 

 

Gli interni di Villa Borromeo, a Cassano d’Adda

Torniamo al mondo diurno. Come procedono i tuoi progetti cinematografici?

Cominceremo a girare alcune scene del film presentato alla Biennale (non ha ancora un titolo definitivo) agli inizi di Dicembre, quindi la prossima puntata di questa rubrica sarà ricca di foto del backstage! Chissà che non riusciremo a lanciarlo l’anno prossimo, alla Mostra del Cinema di Venezia…Un altro progetto che poi si è palesato e che diventa sempre più concreto è la mia partecipazione ad alcuni format televisivi: non è detto che il 2020 non sia foriero di qualcosa di originale da portare nella TV digitale. Sono davvero molto, molto contento!

 

 

A proposito di cinema, non posso fare a meno di chiederti un parere sul film di cui in questi giorni tutti, ma proprio tutti parlano: “Joker”, che è stato premiato, tra l’altro, con il Leone d’Oro della 76ma Mostra del Cinema di Venezia. Sono curiosissima di sapere cosa pensa il Principe Maurice del Joker descritto da Todd Phillips e dell’interpretazione di Joaquin Phoenix…

“Joker” è un film straordinario, perché si focalizza sulla psicologia e non sulla spettacolarità del personaggio. E’ un pazzo, Joker, è una persona che impazzisce perché non “si incastra” con questa società. La pellicola affronta la sua figura con un’intensità tale da meritare tutto il successo che ha. L’unica cosa che mi dispiace è che il 90% delle feste di Halloween sia ispirato a Joker: secondo me un po’ lo svilisce, perché non è un Horror. E’ un film molto intimo, molto interiore. E’ bello addentrarsi nella psiche del protagonista e questo viene fatto in maniera davvero originale, così come originale è l’interpretazione di Joaquin Phoenix. Lo sai che “Roma” di Cuaròn, la pellicola che si aggiudicata il Leone d’Oro l’anno scorso, ha vinto l’Oscar? Chissà che Venezia non porti bene anche stavolta ad un progetto tanto coraggioso. Perché “Joker” non è uno di quei polpettoni hollywoodiani pieni di effetti speciali, ma vero cinema d’autore! Lo definirei tale sia rispetto al contenuto che all’ interpretazione straordinaria di Joaquin Phoenix. Tra l’altro, alla Terrazza Biennale, ho avuto il piacere – oltre che l’onore – di stringere la mano e di offrire uno Spritz proprio allo stesso Phoenix, per cui “Joker” è una pellicola che mi vede particolarmente coinvolto!

 

Torriani-La Bottega del Carnevale e alcune delle sue maschere

Da qui a Natale, immagino che miriadi di eventi ti vedranno protagonista. Ti va di darci qualche anticipazione?

Dopo lo shock ricevuto dal mondo della notte mi sono buttato sulle feste private, quindi ho in programma svariati eventi veneziani molto prestigiosi e belli dove è stata richiesta la mia presenza. A breve, poi, festeggerò il mio compleanno (il 15 Novembre) con una doppietta di serate, il 15 e il 16, insieme al mio amico Giannino Venerandi che è il titolare di due splendidi locali a Mantova e a Treviso. Ricordi quando l’anno scorso ti ho parlato del dinner show in cui mi esibivo all’ Atelier? Lì, il mio amico Venerandi ha implementato la sala della cena destinandola ad un vero e proprio show, per cui avrò molto spazio in più per le mie performance. La discoteca in questione è l’Odissea Fun City di Spresiano, in provincia di Treviso, mentre il nome per intero della sala è Atelier Curiosité. Porterò anche altrove la formula del dinner show, ma all’ Atelier mi sento a casa e libero di sperimentare: tu sai che gli spettacoli debuttano sempre in un teatro, spesso di provincia, dove si possono testare le reazioni del pubblico. Ecco, io all’ Atelier posso provare, posso fare quel tipo di gavetta perché per me sarà una cosa comunque diversa e nuova che si rivelerà efficace nel caso volessi andarmene poi a Las Vegas, chi lo sa? (ride, ndr.)

 

Il manifesto del “VIVID Grand Show” di Berlino: Philip Treacy ha firmato i copricapi di scena

Sai qual è invece la metropoli che in questo momento mi intriga molto e che visiterò sicuramente? Berlino. E’ probabile che io faccia un salto lì a breve, forse a Novembre…Vorrei andare a vedere uno spettacolo di varietà a cui ha collaborato Philip Treacy, il “VIVID Grand Show”, e poi è una città che adoro. C’è un gran fermento a tutti i livelli, è persino più vivace di Londra. Non sono mai rimasto immune al suo fascino: il periodo della Repubblica di Weimar è una mia fonte di ispirazione da tempo, per non parlare di Marlene Dietrich…Inoltre, si respirano nuove atmosfere anche rispetto alla musica techno. Locali come il Berghain e il Trésor, solo per fare un esempio, sono sempre rimasti fedeli a questo genere musicale, mentre in Italia la techno è passata attraverso fasi molto difficili soprattutto dopo l’avvento del reggaeton, che io detesto.  Dunque vado a rifugiarmi e a prendere spunti nei luoghi in cui è viva e vegeta: basti pensare che Sven Väth ha festeggiato il suo compleanno con due meravigliose notti techno! Lui, da Berlino, mi manda l’anteprima delle sue produzioni che trovo stupende, veramente sperimentali…La techno non è morta. Bisogna però recuperarla e presentarla nel modo dovuto anche in Italia, dove ha tanti proseliti che in questo momento sono depressi e nascosti. Senza dubbio la Pasqua dell’anno prossimo coinciderà con una rinascita, una vera e propria resurrezione, perché pare che il Cocoricò riaprirà i battenti in quella data – parliamo del 12 e del 13 Aprile. E’ nell’aria…Speriamo che ce la faccia! Riguardo a “VIVID”, invece, posso dirti che è uno spettacolo davvero surreale. Philip Treacy ha ideato i copricapi ed è bellissimo che un designer come lui si sia messo in gioco per questo genere di show. In Italia abbiamo avuto, e abbiamo ancora, stilisti che creano costumi di scena per l’opera e per il balletto. Sarebbe fantastico, persino più fruibile se vuoi, se lo facessero anche per il varietà: un libero sfogo alla fantasia e alla creatività.

 

Esorcizzare la morte per celebrare la vita, la filosofia che sottostà ad Halloween: un primo piano del piccolo Thomas, che ha reso il Principe prozio per la seconda volta

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

Foto del Castello Estense di Ferrara by L’Orso Sul Monociclo via Flickr, CC BY 2.0

Foto di Villa Borromeo by visitadda.com via Flickr,  CC-BY-NC-ND-2.0

 

 

Nox, noctis, noctem: una trilogia. Parte 3 – Viktor & Rolf

 

“Glamour”: un vocabolo che deriva dallo scozzese “gramarye”,  ovvero “magia”, “incantesimo”. Probabilmente è una variante di “grammar”, “grammatica” in inglese, in quanto già nel Medioevo questo termine designava la “dottrina” in senso lato. E che cos’è l’esoterismo, se non una dottrina? Originariamente, quindi, dire “glamour” equivaleva a dire “sortilegio”. Ed è proprio al “glamour” nella sua accezione più antica che si ispirano Viktor & Rolf per rappresentare la notte: sono le ore oscure delle streghe, dell’ occulto, del mistero, quelle in cui  a Samhain – oggi più noto come Halloween – il mondo visibile ed invisibile si fondono inesorabilmente. “Spiritual Glamour”, questo il nome della collezione di Haute Couture Autunno Inverno 2019/20 del duo, ripristina l’antico connubio tra esoterismo e natura. Perchè se le erbe, un tempo, erano l’ingrediente base di qualsiasi pozione, il sortilegio di Viktor & Rolf stimola una visione positiva dell’ ambiente riportandolo al suo splendore ancestrale. La magnificenza della natura e i poteri delle piante tornano ad unirsi in un’ alleanza indissolubile, che i due design traducono concretamente. La notte a cui pensano è nera, profonda, duttile nell’esplorare tutte le varianti del color pece; che sono molteplici, al di là delle convinzioni comuni. Ma Viktor & Rolf vanno anche oltre: si avventurano alla ricerca del nero assoluto, il Burgundian Black,  un nero “archetipo” ricavato da ricette antichissime e da un mix di ingredienti naturali. Per ottenerlo, l’artista tessile olandese Claudy Jongstra si adopera come se stesse creando un elisir. Utilizza dei pigmenti vegetali e li fa bollire in un calderone, sperimenta, mescola, fino ad originare il nero più prezioso e secolare. Questa eco-tinta diventa il leitmotiv di look a tema “notte” davvero spettacolari. I volumi sono extra, le silhouette svasate, le sfoffe increspate e rigide sembrano rimandare ad una notte remota. Le piume rievocano i volatili notturni, grandi ali applicate sugli outfit ricordano quelle delle falene. Predominano le mantelle, i capispalla, gli abiti lunghi, tutti rigorosamente adornati con un’ iconografia che inneggia alla notte ed ai suoi emblemi: risaltano la luna, le stelle, i gufi e gli occhi esoterici, incastonati in un cielo buio che la tintura mai uniforme rende ancor più ricco e intenso. E’ una notte che ci incanta, quella di Viktor & Rolf; una notte che ci avviluppa nelle maglie di un potente incantesimo. O di un potente “glamour”, se preferite.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nox, noctis, noctem: una trilogia. Parte 2 – Giorgio Armani

 

Quante sfumature ha la notte? Molte, moltissime…più di quante noi potremmo immaginare. Basta osservarla: dal Blu Reale del crepuscolo vira al Blu di Persia, al Blu Oltremare, sfumando in gradazioni via via sempre più scure fino ad arrivare al nero. E’ il nero della notte fonda, cupo ma illuminato da un tripudio di stelle che ne accentuano il fascino a dismisura. Al cielo notturno Giorgio Armani ha dedicato una collezione che, sin dal nome, “Rapsodia in Blu”, cattura tutta la sua suggestività: le nuance del blu si mescolano al nero negli abbinamenti, nei dettagli, nelle tinture tie-dye, originando combinazioni cromatiche profuse di mistero. E così come la notte è cangiante nelle sue infinite sfumature, Armani alterna le linee minimal ad una fluidità che nel velluto trova la sua massima espressione, avvalendosi di volta in volta di un colore soave o decisamente saturo, grafico, incarnato da bordature geometriche sulle giacche sempre più essenziali. A fare da fil rouge alla collezione – oltre alle tonalità – sono i pantaloni alla cavallerizza, che donano una raffinata sinuosità ai volumi. Questa incantevole ode alla notte si addentra, sfumatura dopo sfumatura, in un buio profondo: il nero trionfa, pastoso e vellutato, disseminato di paillettes che rievocano tutta la meraviglia di un cielo stellato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nox, noctis, noctem: una trilogia. Parte 1 – Comme des Garçons

 

A pochi giorni da Halloween, debutta la trilogia che VALIUM dedica alla notte: un viaggio nel buio in omaggio alla festa più notturna e stregata dell’ anno. E non c’è bisogno che, per compierlo, saliate a cavalcioni di una scopa come Margherita Nicolaevna ne “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov. E’ sufficiente che vi addentriate nei meandri ispirativi esplorati da tre designer (o sarebbe meglio dire quattro, come scoprirete nel terzo post)  che hanno consacrato proprio alla notte ed alle sue cromie, alle sue ombre, alla sua magia, le collezioni Autunno Inverno 2019/20. E’una notte rappresentata nelle più diverse accezioni, colta nei più disparati aspetti: spazia dal buio metaforico ai colori dell’ oscurità, dalle atmosfere rarefatte del chiar di luna al loro fascino spirituale. Iniziamo questa trilogia con Comme des Garçons. La notte di Rei Kawakubo è cupa, apocalittica, simbolica. Si serve del nero e del grigio antracite per descrivere streghe che potrebbero essere uscite da un incubo: cappucci a punta, volumi maestosi, una profusione di tessuto a rete si coniugano con look “scolpiti” su enormi armature, però mai privi di una femminilità dark. Ogni outfit è simile a una visionaria, avveniristica scultura che fiocchi, ruches e maniche a sbuffo profondono di accenti gotici. Il nero pece, dal canto suo, assume una potente valenza evocativa. Ci sono abiti increspatissimi e sbilenchi che fanno pensare a una sofisticata ragnatela e pantaloni rigonfi, rigidi, da combattimento: il buio di Comme des Garçons è quello di una contemporaneità travagliata dalla violenza, dai conflitti, dai bombardamenti, come dimostrano creazioni che sembrano originate da un’esplosione. A tutto questo, tuttavia, c’è un rimedio: le streghe di Rei Kawakubo, guerriere notturne del terzo millennio, si riuniscono in una grande adunata per esorcizzare ogni male. Il loro è un “Raduno delle Ombre”dai toni foschi, ma salvifico, dal quale prende il nome – non a caso – l’ intera collezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poesia into the dark: il backstage beauty & hair AI 2019/20 della Haute Couture di Dior

 

Sarà che Halloween è dietro l’angolo, ma l’ atmosfera si fa sempre più oscura. Il nero regna sovrano e coinvolge in toto il look: è un nero raffinatissimo, quasi d’altri tempi, vagamente gotico. Il make up se ne appropria per donare intensi accenti al volto, sfoggiando zone d’ombra ad alto tasso di suggestività e di mistero. In passerella, il beauty look della sfilata AI 2019/20 di Dior Haute Couture ha evidenziato questi input attraverso un maquillage che difficilmente si farà dimenticare. L’autore è Peter Phillips, il Creative and Image Director di Dior Make Up: ispirato dalla tenebrosa palette della collezione, Phillips ha optato per un focus dark sugli occhi, uno smoky eye talmente scuro e denso da risaltare persino dietro le fitte trame a rete delle velette indossate dalle modelle. Per realizzarlo ha utilizzato il profondo nero della Diorshow Tri(o)blique 035 Smoky Canvas Palette sulla palpebra superiore e su tutto il contorno dell’ occhio, ma ha evitato il mascara per scongiurare un effetto troppo seduttivo a discapito del coté poetico del make up. Allo scopo di intensificare l’ alone scuro dello sguardo, poi, ha steso una riga di khol e ha rimarcato le sopracciglia con Diorshow Brow Styler e Diorshow Pump’n’Brow. La pelle del viso è rimasta quasi al naturale. Phillips ha voluto uniformarla e illuminarla, rendola traslucida: i prodotti di cui si è servito sono il Dior Backstage Face & Body Primer e il Dior Backstage Face & Body Foundation, che ha applicato in un velo sottile prima di fissare con la cipria in polvere Dior Forever & Ever Control Invisible Loose Powder. Nessun contouring nè punto di luce, solo una pelle puramente luminosa. Anche le labbra hanno esibito un look nude, sottolineate da pochi tocchi di Dior Addict Lip Maximizer Plumping Gloss.

 

 

A curare l’ hairstyle è stato un altro guru del settore: Guido Palau, Global Creative Director di Redken, che ha pensato ad una crocchia circondata da miriadi di treccine. Per donare un aspetto “satinato” allo chignon si è avvalso della lozione Satinwear 04 Heat Protectant Blow Dry di Redken, mentre le trecce sono state create con l’ausilio della Redken Rough Paste 12, una pasta ad hoc per plasmare e definire  qualsiasi tipo di acconciatura. In questo caso, il prodotto ha garantito la texture ruvida ideale su cui imbastire l’ intreccio. Il look, nel suo complesso, è apparso stupefacente: valorizzato da grandi mono orecchini pendenti, choker raffinatissimi e collier con preziosi ciondoli (tutti con perle opalescenti a fare da leitmotiv), hanno arricchito di iconicità pura le riflessioni sulla funzione degli abiti che Maria Grazia Chiuri ha elaborato ispirandosi all’ architetto Bernard Rudofsky.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il doppio volto del bianco

ANDREAS KRONTHALER X VIVIENNE WESTWOOD

Bianco uguale a puro, spirituale, divino…Non a caso, nel mondo occidentale è il colore dell’ abito che si indossa quando si ricevono i sacramenti e quando ci si sposa. L’ appeal del bianco è senza tempo, non conosce cedimenti o momenti “out”: prova ne è il fatto che lo ritroviamo puntuale in passerella. Le collezioni AI 2019/20 non sfuggono alla regola e propongono un gran numero di look in total white. Colpiscono abiti lunghi, accurati nelle forme e nei volumi,  che per svariati dettagli potrebbero essere confusi con – oppure utilizzati come – abiti da sposa. Qualche esempio? Una nuvola di volant in tulle, veli che ricoprono il volto, silhouette Rinascimentali, decori di piume…In questo post trovate cinque look rappresentativi griffati da altrettanti brand. Se non ad una mise nuziale, sembrano rimandare all’ immacolata veste dell’ “incantatrice bianca”, Ginevra (il suo nome, in gallese, ha quel significato): la loro allure, di volta in volta eterea o sobria, rievoca il fascino eterno ed immutabile della regina di Camelot.

 

ANN DEMEULEMEESTER

MARNI

VALENTINO

GENNY

 

 

Valentino Born in Roma, la fragranza che racchiude l’anima eclettica della Città Eterna

 

Se la Città Eterna avesse un profumo, sarebbe Born in Roma di Valentino: lo vaporizzi e sembrano avvolgerti il voluttuoso spirito e la maestosa bellezza che, sin dalla notte dei tempi, sono un tutt’uno con l’Urbe. E’ la solennità della storia a riaffiorare in ogni angolo di questo museo a cielo aperto; una solennità che ricorda le creazioni Haute Couture di Valentino, la loro sontuosa sartorialità, l’ amore per il bello. E quando si parla di amore, a Roma, non si può fare a meno di parlarne nella sua accezione più ampia: scorci romantici e tramonti spettacolari sono i proverbiali fondali di una città il cui anagramma, non a caso, è “amor” (e vorrà pur dire qualcosa). La sensualità si respira nell’aria, veicolata da un’ esuberanza che nel gioco della seduzione trova una delle sue espressioni massime, i colori sono vividi ma eleganti, in linea con l’antico splendore della Città Eterna, la magnificenza abbraccia la mente e il cuore. Born in Roma Donna, la nuova fragranza femminile di Valentino, traduce tutto questo in un’ affascinante alchimia olfattiva:  gelsomino, vaniglia Bourbon e pepe rosa sono i suoi ingredienti base, coadiuvati da note di testa di bergamotto e ribes Nero e da un fondo che esalta l’ esotismo del cashmeran e del legno di Guaiaco.

 

 

Il flacone è altrettanto intrigante, un omaggio “in rosa” alle borchie della linea Rockstud, e il colore non è scelto a caso. Dell’ identica nuance di rosa, infatti, è lo splendido abito di Haute Couture indossato dalla top Adut Akech nello spot della fragranza. Ecco, lo spot (guardatelo a questo link): proprio nelle scene magistralmente dirette da Harmony Corine emerge la filosofia di Born in Roma. I due protagonisti, Adut Akech e Amwar Hadid (fratello di Bella e Gigi), si incontrano nel cuore della città per poi dirigersi, in moto, a un party nella fiabesca Villa Aldobrandini di Frascati. Notiamo innanzitutto che è Adut a mettersi alla guida, noncurante dell’ evening dress e delle scarpe con tacco alto che indossa. Successivamente, in Villa, la coppia si scatena nelle danze prima di essere coinvolta in una “foto di gruppo” in esterni di tutti gli ospiti della festa: con il sontuoso Teatro delle Acque sullo sfondo, si conclude un corto che incastona la contemporaneità in una scenografia stupendamente antica. E quell’ amore di cui parlavamo prima, l’amore che – nella finzione scenica – lega  la sudanese Adut Akech a Amwar Hadid, è il simbolo stesso dell’ inclusività che Pierpaolo Piccioli annovera tra i suoi valori cardine. La love story del duo si inserisce perfettamente nel nuovo scenario cosmopolita della capitale, che celebra l’ unione delle differenze e di individualità ben definite. E’ così che un mood fresco, moderno e gioiosamente irriverente va a fondersi con la riverenza ispirata dalla Città Eterna e dal suo maestoso patrimonio.

Born in Roma è disponibile in versione eau de parfum nei formati da 30, 50 e 100 ml.

 

Adut Akech e Anwar Hadid nello spot della fragranza

 

 

 

 

L’ accessorio che ci piace

 

Sono il must have di stagione: adorate dalle star, gettonatissime, le Bulla Babies stanno facendo furore. Impossibile che tra noi e questa futuribile rivisitazione delle Baby Jane non scocchi il colpo di fulmine. Intanto perchè esibiscono il tacco cult dell’ Autunno/Inverno, svasato e massiccio (in passerella è stato proposto, tra gli altri, anche da Chloè e da Maison Margiela), e poi perchè la loro linea, minimal ma deliziosamente arrotondata, possiede un appeal incredibile. Il plateau aggiunge un tocco di femminilità a delle calzature già sold out nell’ e-shop di Nodaleto, il brand che le produce: un savoir faire tutto italiano, squisitamente Made in Venice, fatto di materiali DOC e qualità pregiata. Ma l’autentico punto di forza delle Bulla Babies è il colore, un Tangerine che la vernice rende ancora più vibrante, lucente e intenso. Ed è proprio il Tangerine la nuance-emblema di Nodaleto, una tonalità energetica associata alla creatività e alla self-confidence che scaturisce dall’ armonia interiore; lo ritroviamo negli ankle boots, nelle mules, tramutato in un vero e proprio filo conduttore. In effetti, questa esuberante shade di arancio riflette alla perfezione l’universo di Julia Toledano e Olivier Leone, i fondatori del marchio: il nome “Nodaleto”, fateci caso, è esattamente l’anagramma di “Toledano”.

 

Le Bulla Babies: un cult

Con base sia a Los Angeles che a Parigi, Nodaleto è nato di recente, nel Febbraio 2019, ed ha unito in uno splendido connubio l’estro audace di Julia Toledano e la visione “architettonica”, di design e vagamente pop di Olivier Leone. Le calzature a cui il duo dà vita combinano suggestioni anni ’70 con un sex appeal di volta in volta sfrontato o maliziosamente naïf, il tutto espresso nelle forme di un accattivante minimalismo. Sfoggiano linee essenziali, ma mai fredde, ammorbidite dalla forma arrotondata e da dettagli pop, come il tacco che si svasa nel fondo: un signature style già inconfondibile, pensato apposta per le “Nodalegirls” e per tutte coloro che amano uno chic dagli accenti onirici, potentemente unconventional. Dalla collezione del marchio abbiamo selezionato due modelli iconici: le Bulla Babies e i Bulla Corta Tangerine, gli ankle boots che ne riprendono l’estetica. Entrambi in vera pelle al 100%, vantano un tacco di 8,5 cm e un alto plateau, ma soprattutto sfoggiano una verniciatura color Tangerine che, oltre a simbolizzare l’ identity del brand, è stata eletta nuance ottobrina per eccellenza. Non è un caso che rimandi al foliage autunnale ed alle zucche: niente di meglio, con Halloween alle porte.

 

 

Una foto tratta dalla ad campaign di Nodaleto

 

I Bulla Corta Tangerine, ankle boots ad alto tasso di iconicità

 

 

 

 

 

Glitter People

 

” Sento che sto diventando la persona impavida che ho sognato di essere. Sono arrivata? No. Ma sono in continua evoluzione e sto sfidando me stessa a non aver paura di sbagliare. “

Janelle Monàe

 

 

 

Photo by Myles Kalus Anak Jihem [CC BY-SA 4.0(https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)] via Wikimedia Commons

 

 

Tendenze AI 2019/20 – La mantella, un cult intramontabile

DOLCE & GABBANA

Dire “mantella” equivale a ripercorrere una storia lontana nei secoli: da prototipi come la toga romana e l’ himation greco, è evoluta fino a diventare uno dei capi più iconici del terzo millennio. Questo Autunno coincide con la sua trionfale rentrée. Le collezioni AI 2019/20 la decretano un cult, declinandola in versioni svariate: mai come oggi, infatti, la mantella ha raggiunto un eclettismo tale da rivelarsi perfetta per ogni stile, per il giorno come per la sera.  Si preannuncia quindi un nuovo boom del capospalla senza tempo per eccellenza. I suoi punti di forza? L’ allure fascinosa, la sofisticatezza, il trasformismo che l’ha visto attraversare le epoche rispecchiandone il mood e gli scenari.

 

MARC JACOBS

MIU MIU

CHLOE’

JW ANDERSON

MAX MARA

VIVIENNE WESTWOOD

VALENTINO

CELINE

ERMANNO SCERVINO