Il dreamlike a tinte fluo di Molly Goddard

 

Giallo, rosa, arancio, lime, ma anche le più tenui nuance del blu polvere e del candy pink: un tripudio di colori fluo invade la collezione PE 2017 di Molly Goddard, designer londinese già decretata British Emerging Talent dai Fashion Awards 2016. Parte integrante dell’ allure fiabesca dei look, il suo è un fluo che si ravviva nei contrasti. Prende vita da masse di tulle multistrato o in versione impalpabile, dando vigore ad abiti come futuribili prom dress in cui la linea ad A e gli oblò frontali fanno da leitmotiv. Giocosità, un profuso mood girly e minuzia sartoriale sono le tre declinazioni essenziali della palette al neon firmata Goddard: il tulle è il materiale ideale per alternare trasparenze e giochi di volumi, lasciando ad un fitto insieme di ruches il compito, di volta in volta, di modellare oppure di adornare l’ abito. A metà tra una Alice nel Paese delle Meraviglie e una principessa onirica, la musa di Molly Goddard sfoggia tonalità segnaletiche che rileggono l’ elemento frou-frou in chiave avantgarde. Vaporose gonne rasoterra, eterei abitini indossati sopra ai pantaloni e spettacolari tutù  dalle linee squadrate coniugano la ricercatezza più squisita a dosi massicce di audacia cromatica: è il trionfo di uno stile dreamlike di incredibile potenza visiva.

Molly Goddard è nata a Londra nel 1988. Il suo CV annovera un Bachelor of Arts e un Master of Arts in Fashion Knitwear conseguiti alla Central St Martins, a cui seguono esperienze come stagiaire alle corti di nomi del calibro di John Galliano e Meadham Kirchhoff. Tra gli atout della sua ricerca stilistica risaltano le accuratissime lavorazioni plissè, a punto smock e crochet, oltre che un’estetica innovativa e sognante che utilizza il tulle come suprema materia prima.  Molly ha fondato il brand che prende il suo nome nel 2014, a Londra, nella zona di Ladbroke Grove, e da allora non si contano le installazioni e le mostre che le sono state dedicate. L’ ultima in ordine di tempo, “What I like”, si è tenuta presso gli spazi espositivi della Now Gallery e si è conclusa lo scorso 22 Febbraio. Il 5 Dicembre 2016, inoltre, Molly Goddard è stata nominata “British Emerging Talent” ai prestigiosi Fashion Awards.

“”Quando la moda incontra l’arte”: la collezione Emilio Cavallini PE 2017 nei surreali scatti di Diego Diaz Marin

 

Cosa succede quando la moda incontra l’ arte?  Può capitare che abbia inizio un viaggio “a tinte forti”, provocatorio e surreale. Una divagazione onirica che alterna tonalità vibranti a situazioni giocosamente paradossali, ma dove il senso dello stile rimane intatto. Non stupisce, quando ad imbastirla sono due talenti visionari come Pier Fioraso, Direttore Creativo di  Emilio Cavallini, e Diego Diaz Marin: il prorompente Diaz Marin immortala in scatti d’ impatto le proposte più trendy del guardaroba primaverile griffato Cavallini. Il risultato è una sorprendente photostory visionabile nel website del brand e – nella sua versione integrale – in  quello di Doubleview, il visual book concepito e fondato dal dissacrante fotografo andaluso.

VIVI IN FULL COLOR

“Quando non ho più blu, metto del rosso.” (Pablo Picasso)

Gioca, sperimenta, osa: lasciati coinvolgere dalla potenza delle cromie sature, alterna il blu Klein e il rosso brillante in total look audaci.

Che il tuo bicchiere possa sempre essere mezzo pieno…

STESA AL TAPPETO

“L’ arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo.” (Bansky)

Se l’ arte, cos’ come la moda, mette KO è perchè scuote l’ anima.

NATURA MORTA, 2017

Opta per una femminilità vivida di gradazioni, dalle più romantiche ai netti toni minimal.

METTITI IN POSA

Abbraccia con naturalezza l’ informale, sii te stessa anche nei contesti meno usuali.

RITRATTI DI CONTEMPORANEITA’

Pattern iconici, moduli geometrici si modellano sul corpo con armonia scultorea ed immutabile.

VISIONI SURREALI

“Che cosa è l’arte? Ciò per cui le forme diventano stile. ” (André Malraux)

Tra il bodysuit e la silhouette il dialogo è costante, una conversazione che diviene vera e propria performance artistica.

Per la collezione PE 2017 completa di Emilio Cavallini: https://www.emiliocavallini.com/it/

Per la versione integrale della photostory: doublemagazine.com

“Quando la moda incontra l’arte”: un progetto realizzato da Doubleview in collaborazione con Emilio Cavallini.

Created by: Diego Diaz Marin and Pier Fioraso
Photographer: Diego Diaz Marin
Video: Tommaso Cappelletti
Editor: Silvia Ragni
Hair & Make-up: Rosanna Campisi @RockandRose
Models: Francesca and Ting @ Nur Model Mgt

Glitter People

 

” Mi piace prendere questi personaggi insoliti e quindi renderli il più normale possibile, perchè tutti sappiamo che la tragedia e l’ abnorme si nascondono sempre dietro la normalità.”

Isabelle Huppert

 

 

Photo by nicolas genin from Paris, France (66ème Festival de Venise (Mostra)) [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

“Double Roses”: in arrivo il nuovo album di Karen Elson

 

Mentre presta il volto alla campagna pubblicitaria “corale” Miu Miu PE 2017, Karen Elson si accinge ad affrontare una nuova tappa della propria carriera musicale: è fissata infatti ufficialmente al 7 Aprile l’ uscita di Double Roses, l’ album che, dopo circa 7 anni, darà un seguito al suo esordio su cd. Prosegue così un percorso scaturito da una passione innata della top model e cantante britannica, appena una teen quando iniziò a suonare la chitarra e a comporre (di nascosto) le prime canzoni. Classe ’79, nata a Oldham, per Karen Elson è stata però  la moda l’ elemento di svolta.  Dopo essere stata scoperta per le vie di Manchester, a soli 16 anni ha intrapreso una sfolgorante ascesa nel fashion world: slanciata, diafana, capelli rosso fuoco che sono ormai il suo trademark, la ragazzina che i coetanei soprannominavano “il fantasma che cammina” ha avuto la sua rivincita. Da allora Karen è apparsa nei magazine più autorevoli, ha posato per fotografi prestigiosi, ha sfilato in passerella per brand al top, ma l’ amore per la musica non l’ha mai abbandonata. Le prime esibizioni a New York con il gruppo “politically oriented” The Citizen Band e il matrimonio con Jack White, lead singer dei White Stripes, non hanno fatto altro che rinsaldare la sua inclinazione per l’arte dei suoni.

Il suo primo album – prodotto da Jack White – è uscito nel 2010 con il titolo di The Ghost Who Walks, “il fantasma che cammina”, ironico tributo a un soprannome che si è rivelato di buon auspicio.  Nei sette anni successivi a quel debutto, la Elson ha effettuato incursioni nella musica parallele all’ attività di modella: ha cantato Ashes to Ashes insieme a Michael Stipe al live in onore di David Bowie, ha duettato con Ren Hervieu in The train song, è apparsa tra gli interpreti della soundtrack del film Still Alice ed ha inciso svariate cover. La nuova fatica discografica Double Roses, che prende il nome da una poesia di Sam Shepard, si addentra nei recessi del cuore di Karen in un fluire di emozioni cadenzate da un country sound ipnotico e in versione avantgarde .

(Photo by Heidi Ross)

Registrato a Los Angeles,  il disco è prodotto da Jonathan Wilson e si avvale di una serie di collaboratori d’eccezione. Solo per citarne alcuni: Patrick Carney dei Black Keys, Pat Sansone dei Wilco, Father John Misty, Nate Wolcott dei Bright Eyes, Benmont Tench, Dhani Harrison e Paul Cartwright.  E’ Laura Marling, invece, a prendere parte al sognante singolo Distant Shore,  già disponibile per il download. Le rimanenti 9 tracce vedranno la luce il 7 Aprile via H.O.T. Records Ltd.

Per saperne di più:  http://www.karenelson.com/

Photo: Karen Elson at the Williamsburg Waterfront, Brooklyn, June 20, 2010 by Jason Persse from Brooklyn, USA (Karen Elson 5) [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

Karen Elson x Anna Sui Fw 2010/11: photo by By Masaki-H (ANNASUI_333) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

Sakura

 

Sakura: in giapponese, “fiore di ciliegio”. Che non è soltanto un fiore bensì un emblema, la quintessenza di tutta una filosofia e una cultura. Incantevole quanto delicato e effimero, il fiore di ciliegio muore, soffiato via dal vento, al massimo del suo fulgore. Una condizione che lo associa al Bushido, il codice etico del Samurai: dell’ antico guerriero il Sakura incarna le doti di purezza, lealtà, audacia, l’ ideale di una morte che va ben oltre il concetto di caducità. Il Sakura si stacca dal ramo all’ apice della fioritura così come il Samurai, fedele ai propri valori, è pronto a immolarsi in battaglia. Ma la simbologia esoterica affida ai suoi cinque petali valenze altrettanto ammalianti. Sono cinque i punti cardinali o “orienti” (Nord, Sud, Est e Ovest più il centro) del Buddismo Giapponese, e ancora cinque gli elementi (terra, acqua, aria, fuoco e vuoto) a cui Miyamoto Musashi dedicò il suo Libro dei cinque anelli. Mentre il nesso tra “Sakura” e “guerriero” riappare con Yukio Mishima (“Il fiore per eccellenza è il ciliegio, l’ uomo per eccellenza è il guerriero”) e nel corso della seconda guerra mondiale come emblema di rinascita.  Non va dimenticato, poi, che il rituale dell’ Hanami vede il Sakura protagonista fin dalla notte dei tempi: ogni Primavera,  ammirare e festeggiare la fioritura dei ciliegi rappresenta una delle tradizioni più consolidate del Paese del Sol Levante. Scenografico e potentemente iconico, il Sakura è oggi un supremo leitmotiv di stile. La moda lo celebra negli abiti e negli accessori, l’ interior design lo esalta, i profumi ne catturano l’ avvolgente scia olfattiva, ed è “Sakura fever” anche per l’ hairstyle (basti pensare alle innumerevoli nuance di rosa in voga) ed il make up. Il fascino orientale del Sakura non conosce cedimenti: coinvolge in una poesia antica, rarefatta, suggestiva…Quasi fosse concentrata nei brevi versi di un Haiku.

Fenty X Puma by Rihanna

 

Stella McCartney

 

Fyodor Golan

 

Rebecca Taylor

 

Marc Cain

 

Ted Baker

 

Reem Acra

 

Gucci

 

Gucci

 

Gucci

 

Gucci

 

Gucci

 

Michael Kors

 

Elie Saab

 

Alexander McQueen

 

Delpozo

 

Cherry Blossom Make Up Trio by Tatcha

 

Fendi

 

Fendi

 

Coach 1941

 

Coach – Dinkier bag

 

Coach

 

Fantasy in Bloom Eau de Toilette by Britney Spears

 

Miu Miu

 

Prada

 

Prada

 

Home stickers in stile Sakura

 

Longchamp

 

Longchamp – Roseau Sakura bag

 

iPhone cover in stile Sakura

Il close-up della settimana

Fendi prosegue la sua liason con l’ arte e lo fa in grande stile: due mesi dopo l’ inaugurazione di Matrice, l’esposizione dedicata a Giuseppe Penone ospitata tra i maestosi spazi del Palazzo della Civilità Italiana e largo Goldoni,  la Maison ha annunciato il suo coinvolgimento nella 57a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (in programma dal 13 Maggio al 26 Novembre) in qualità di sponsor del Padiglione Italia e di una mostra, Il mondo magico, curata da Cecilia Alemani. Incentrata sulle opere dei tre artisti italiani Giorgio Andreotta Calò, Roberto CuoghiAdelita Husni-Bey, la rassegna espositiva si avvarrà dei loro codici fortemente radicati nella cultura nazionale ma in costante dialogo, al tempo stesso, con un mood artistico cosmopolita, per rappresentare il nostro Paese.  Pietro Beccari, amministratore delegato e presidente di Fendi, ha salutato con parole entusiaste l’ iniziativa: “Siamo orgogliosi di sostenere il Padiglione Italia alla 57a Biennale di Venezia, che è tra le più importanti e prestigiose rassegne internazionali d’arte contemporanea del mondo”, ha dichiarato, sottolineando successivamente l’ importanza di valorizzare le eccellenze ed i talenti dell’ arte “made in Italy”. Non ci resta che attendere l’ opening del 13 Maggio, dunque, per inoltrarci nel “mondo magico” che Fendi ha eletto ad emblema di una genialità tutta italiana.

(Photo: dallo short movie Fendi “Girl’s Secret” diretto da Rebecca Zlotowski)

Tendenze PE 2017: l’ impalpabile leggerezza del “vedo-non vedo”

Dior

Tulle che svela il corpo in un gioco di “vedo-non vedo”, trasparenze ad alto tasso di raffinatezza anche quando sfiorano il nude look, un underwear che, grazie ai tessuti see-through,  diventa parte integrante dell’ outfit: la Primavera esordisce all’ insegna di una leggerezza in cui stile, preziosismi e seduttività si  fondono a un alito di vento.

Giambattista Valli

Jason Wu

Fendi

Vivetta

Gucci

Simone Rocha

Molly Goddard

Anna Sui

Chanel

Alexander McQueen

Gigi & Bella

La ad campaign Fendi PE 2017 (Photo by Karl Lagerfeld)

Gigi e Bella, Bella e Gigi: citare il cognome sembra quasi superfluo per le due top del momento, quotatissime e super richieste da tutto il fashion world. Gigi bionda, Bella bruna, entrambe di una bellezza sensuale e esotica, le sorelle Hadid spopolano in passerella, in copertina, nelle advertising campaign dei brand più prestigiosi. Due esempi su tutti? Ultimamente le ritroviamo protagoniste, in coppia, della campagna Other rooms – Other voices scattata da Karl Lagerfeld per Fendi e che della ad P/E 2017 di Moschino, dove appaiono assediate dai paparazzi e bombardate dai flash. Un po’ una metafora della loro daily life, insomma, che le vede calamitare l’ attenzione generale sia come modelle che come celebs: un traguardo raggiunto nel giro di pochi anni di carriera. Chiamiamola predisposizione genetica ma Gigi e Bella, classe ’95 e ’96 rispettivamente, figlie dell’ immobiliarista arabo-palestinese Mohamed Hadid e della ex top olandese Yolanda Foster, la moda l’ hanno respirata fin dai primi vagiti. Non a caso anche Anwar, il loro fratello diciassettenne, ha debuttato da oltre un anno nel fashion biz e sembra destinato a replicare il boom delle sorelle maggiori. Intanto l’ ascesa delle due Hadid prosegue indefessa: fresche del titolo di “Modella dell’ Anno” entrambe, non smettono di far parlare di sè. E accanto alle news che ne evidenziano i ruoli di testimonial  (di Maison del calibro di Dior, Bulgari, TAG Heuer per Bella o di Tommy Hilfiger, Max Mara e Reebok per Gigi, naturalmente solo per citarne alcune) e tappe professionali quali la copertina del primo Vogue Arabia (con tanto di velo ricoperto di cristalli) o l’ esordio come angelo di Victoria’s Secret di Gigi, trovano spazio i red carpet “intriganti” (vedi il vertiginoso spacco sfoggiato da Bella a Cannes) e il gossip. Rispetto a quest’ ultimo punto, in particolare, ci è dato sapere che sia Gigi che Bella hanno un debole per i musicisti: fidanzatissima con Zayn Malik (ex One Direction) Gigi, che ha recentemente immortalato per la ad campaign P/E 2017 Versus Versace, Bella ha alle spalle una love story con The Weeknd della quale  i tabloids sono tuttora ghiotti. Tra le due sorelle, comunque, nonostante la carriera comune nessuna rivalità. Semmai – come hanno più volte dichiarato – tanta complicità e intesa. Due tipi di bellezza, due look, due personalità diverse ma unite all’ insegna della complementarietà. Nella gallery che segue, un incalzante “face to face” delle Hadid sisters tratto da alcune delle passerelle su cui hanno sfilato insieme.

Gigi per Fendi PE 2017

Bella per Fendi PE 2017

Gigi per Versace PE 2017

Bella per Versace PE 2017

Gigi per Marc Jacobs PE 2017

Bella per Marc Jacobs PE 2017

Gigi per Anna Sui AI 2017/18

Bella per Anna Sui AI 2017/18

Gigi per Bottega Veneta PE 2017

Bella per Bottega Veneta PE 2017

Gigi per Moschino PE 2017

Bella per Moschino PE 2017

Gigi per Max Mara PE 2017

Bella per Max Mara PE 2017

Glitter People

 

” Credo che ci sia qualcosa da dire sul fatto che, solo perchè sei una modella, tu debba metterti in tiro, essere splendida, andare ad ogni party e sorridere tutto il tempo. “

Edie Campbell

Photo by Alasdair McLellan via Flickr: “Edie Campbell, Vogue Paris September 2014” pubblicata da fervent-adepte-de-la-mode (CC-BY-NC 2.0)

Una principessa dall’ anima rock: la sposa di Vera Wang

Il classico bianco nuziale si tinge di avorio e assume una allure unconventional che mantiene intatta la preziosità: due dettami ormai basic dell’ estetica di Vera Wang, che firma una Bridal Collection SS 2017 vagamente rock e al tempo stesso sontuosa, ammaliante, eterea. L’ abito – battezzato Imogen, nome dalle reminescenze shakesperiane e leggendarie – è un tripudio di tulle accentuato da una gonna vaporosa, gonfia sui fianchi come ad evocare una dama del ‘700 o la principessa di un’ antica fiaba, e ricade lievemente a strascico. Le spalle si rivestono di una nuvola di crine che esalta una femminilità sognante e rarefatta, ma è nel corpetto che si concentra il supremo must della collezione: un bustier con stecche a vista alternate a trasparenze seduttive, un inno al rétro nella sua più pura quintessenza. A valorizzarne lo stile, una cintura tempestata di pietre e di cristalli sfavillanti.

Il leitmotiv del corsetto si traduce in innnumerevoli declinazioni. Nel modello Ludwig – così chiamato quasi a rimandare al genio visionario di Ludovico di Baviera – cinge il busto e si fa strapeless in un trionfo di ricami in pizzo completamente lavorato a mano. La sposa di Vera Wang non cede però mai del tutto alle lusinghe di un luxury d’antan. Alla sua raffinatezza rara contrappone un hairstyle raccolto in sottilissime treccine di decisa ispirazione “urban”: principessa sì, ma con un’ anima rock di rigore.