L’ Ora Blu

 

Il giorno e la notte si incontrano, stringendosi in un abbraccio. Il silenzio fluttua nell’ atmosfera sospesa. L’aria si impregna di magia, il cosmo emana vibrazioni di armonia potente: è l’ora blu, il momento immediatamente successivo al tramonto e antecedente all’ alba. Ora blu perchè, in quegli istanti, il cielo si tinge di un blu azzurrognolo inconfondibile e molto intenso. E’ un blu che esalta la penombra, che avvolge il paesaggio in un alone onirico dove gli unici bagliori distinguibili provengono dalla luce artificiale. In italiano, la fase del giorno a cui corrisponde si definisce “crepuscolo”; il termine “ora blu” è però più suggestivo e denso di evocatività. Basti pensare che, nel 1912, Guerlain ha dedicato una suo leggendaria Eau de Parfum proprio al “tempo sospeso” che precede la notte e l’alba. Il nome? Heure Bleue, naturalmente. Ed è un omaggio all’ ora blu anche la photostory che oggi vi propongo: per godere appieno di quei momenti inebrianti e mistici che rigenerano l’anima.

 

La collezione di sabbia

 

” C’è una persona che fa collezione di sabbia. Viaggia per il mondo, e quando arriva a una spiaggia marina, alle rive d’un fiume o d’un lago, a un deserto, a una landa, raccoglie una manciata d’arena e se la porta con sé. Al ritorno, l’attendono allineati in lunghi scaffali centinaia di flaconi di vetro entro i quali la fine sabbia grigia del Balaton, quella bianchissima del Golfo del Siam, quella rossa che il corso del Gambia deposita giù per il Senegal, dispiegano la loro non vasta gamma di colori sfumati, rivelano un’uniformità da superficie lunare, pur attraverso le differenze di granulosità e consistenza, dal ghiaino bianco e nero del Caspio che sembra ancora inzuppato d’acqua salata, ai minutissimi sassolini di Maratea, bianchi e neri anch’essi, alla sottile farina bianca punteggiata di chiocciole viola di Turtle Bay, vicino a Malindi nel Kenia. (…) Passando in rivista questo florilegio di sabbie, l’occhio dapprima coglie soltanto i campioni che fanno più spicco, il color ruggine d’ un letto secco di fiume del Marocco, il bianco e nero carbonifero delle isole Aran, o una mescolanza cangiante di rosso bianco nero grigio che sull’ etichetta porta un nome ancor più policromo: isola dei Pappagalli, Messico. Poi le differenze minime tra sabbia e sabbia obbligano a un’ attenzione sempre più assorta, e così a poco a poco s’entra in un’ altra dimensione, in un mondo che non ha altri orizzonti che queste dune in miniatura, dove una spiaggia di sassolini rosa non è mai uguale a un’altra spiaggia di sassolini rosa (mescolati coi bianchi in Sardegna e nelle isole Grenadine dei Caraibi; mescolati coi grigi a Solenzara in Corsica), e una distesa di minuscola ghiaia nera a Port Antonio in Giamaica non è uguale a una dell’ isola Lanzarote nelle Canarie, nè a un’altra che viene dall’ Algeria, forse in mezzo al deserto. Si ha l’ impressione che questo campionario della Waste Land universale stia per rivelarci qualcosa d’importante: una descrizione del mondo? un diario segreto del collezionista? o un responso su di me che sto scrutando in queste clessidre immobili l’ora a cui sono giunto? Tutto questo insieme, forse. “

Italo Calvino, da “Collezione di sabbia”

La colazione di oggi: con i Tuareg per la cerimonia del tè

 

La colazione di oggi è avvolta in un fascino intenso, esotico e misterioso: prenderemo un tè con i Tuareg, i leggendari “uomini blu” del deserto del Sahara. Sicuramente, di loro avete sentito parlare: sono un antichissimo popolo nomade, di origini berbere, che si sposta tra l’ Algeria, la Libia, il Mali, la Nigeria, il Ciad e il Burkina Faso. Allestiscono le proprie tende tra le dune e la sera si riuniscono sotto un tetto di stelle. Se chiedete ai Tuareg di definirsi, vi risponderanno di essere “Kel Tamahaq”, ossia dei parlanti della lingua Tamahaq. Per trasferirsi da un luogo all’altro si servono di cammelli o dromedari. Il turbante è un autentico segno distintivo di questo popolo; il suo nome è tagelmust e copre il capo e il viso, lasciando intravedere solo gli occhi. Turbante e velo al tempo stesso, viene realizzato arrotolando dai tre ai dieci metri di stoffa. I Tuareg usano tingere la tagelmust immergendola nella polvere d’indaco. Non è raro, di conseguenza, che la colorazione si fissi permanentemente sulla loro pelle: da qui l’ appellativo di “uomini blu”. Per alcuni il soprannome deriva invece dal burnus, un ampio abito tra il blu e l’azzurro che, al pari della tagelmust, li protegge dal sole, dalle tempeste di sabbia e dal freddo notturno. Le donne indossano il velo, ma lasciano il viso scoperto. Tengono molto al loro aspetto; si ornano copiosamente di bracciali, orecchini e collane. La caratteristica principale che identifica una donna Tuareg, tuttavia, sono le decorazioni all’ henné: danno vita a dei magnifici arabeschi sul volto e sulle mani, mentre gli occhi appaiono straordinariamente intensi grazie al kajal. La polvere di kohl viene utilizzata anche dagli uomini, che affidano alla barba il compito di rivelare la propria età; i giovani hanno la testa rasata e una barba voluminosa priva di baffi, gli adulti ne sfoggiano una lunghissima abbinata a una chioma fluente.

 

 

Passiamo ora al tradizionale rito del tè nel deserto. Per i Tuareg ha una valenza conviviale, è un modo di ritrovarsi e rilassarsi dopo il lavoro quotidiano (la sussistenza degli “uomini blu” è essenzialmente legata alla pastorizia, al commercio delle spezie e di materie prime quali l’ avorio e il sale), ma non solo: bevendo tè si cementano amicizie, si dà il benvenuto agli ospiti, si inaugurano alleanze, si instaura un trait d’union tra la cultura nomade e le altre culture. Il rituale del tè, insomma, è una vera e propria cerimonia che si celebra al tramonto o nelle notti stellate. La teiera e il Tuareg sono un tutt’uno: l’ “uomo blu” la porta con sè ovunque. Una leggenda vuole che, quando il tè gorgoglia nel barad (la teiera, appunto), la mente si distenda e il cuore sintonizzi i propri battiti con il borbottio della bollitura. Il particolare più suggestivo del cerimoniale del tè è che non ne viene servito uno, bensì tre. Se ne bevono tre tazze, ognuna delle quali riveste un significato ben preciso. Il primo tè, un tè verde contraddistinto da un aroma pungente e assai amaro, viene chiamato “tè della morte”; il secondo, molto più dolce ma leggermente aspro, è il “tè della vita”; il terzo, dal gusto delizioso ed estasiante, è il “té dell’amore”. A quest’ ultimo solitamente si aggiungono foglie di menta nanah, una menta selvatica diffusa nei paesi del Maghreb.

 

 

Il denominatore comune dei tre tè del cerimoniale è la schiuma che galleggia sulla bevanda. Per i Tuareg, che il tè sia spumoso è estremamente importante. Sono soliti versarlo con un gesto deciso, mantenendo alta la teiera, proprio per ottenere molta schiuma: come recita un antico proverbio Tuareg, infatti, “un tè senza schiuma è come un Tuareg senza turbante”. Finora vi ho parlato di “tazze” di tè per convenzione, in realtà si tratta di bicchieri di vetro di dimensioni medio-piccole. Il tè va sorseggiato lentamente, assaporato con calma, in segno di gratitudine e stima nei confronti di chi l’ha appena offerto.

 

 

Ma come si prepara, il tè dei Tuareg? Ecco – in sintesi – il procedimento. Il primo tè è un tè verde. L’acqua e le foglie di tè vanno fatte ebollire rapidamente; una volta tolto dal fuoco, l’ infuso viene zuccherato in abbondanza. Per areare la bevanda, bisogna travasarla a più riprese. Infine, il tè si versa nei bicchieri con il caratteristico gesto che lo rende spumoso. Il secondo tè va preparato nella stessa teiera, e con le stesse foglie di tè, del primo. Si aggiunge l’acqua, che tuttavia deve raggiungere l’ ebollizione molto più lentamente. Il tè viene lasciato bollire sul fuoco per almeno quattro minuti, dopodichè si zucchera e si travasa varie volte. La preparazione del terzo bicchiere avviene sulla falsariga del secondo, con un paio di differenze: durante la bollitura si aggiungono foglie di menta nanah e, per dolcificare il tè, va utilizzata una minore quantità di zucchero (pari all’incirca a un cucchiaino). La bevanda dei Tuareg ha un gusto particolarissimo, del tutto speciale. Si beve calda e zuccherata, ma il suo aroma è molto fresco. Disseta, riduce la sensibilità al calore, reidrata e reintegra le energie perse a causa delle alte temperature. Last but not least, il suo profumo risulta inebriante e irresistibile.

 

 

Per concludere, un cenno alle proprietà innumerevoli delle foglie di tè verde e della menta nanah. Il tè verde è un potente antiossidante che combatte i nefasti effetti dei radicali liberi; in più, diminuisce i livelli di colesterolo LDL e dei trigliceridi prevenendo le patologie cardiovascolari. Altre virtù associate al tè verde: favorisce la perdita di peso, aumenta il metabolismo, contrasta la ritenzione idrica e contiene circa il 50% di caffeina in meno rispetto al tè nero. La menta nanah, una menta di origini egiziane, è utilizzatissima in tutti i paesi arabi per la preparazione del tè verde alla menta. E’ un toccasana per la digestione, un efficace antibatterico e antinfiammatorio. Svolge un’azione rilassante, rigenerante e energizzante in caso di ansia e stress. Ha inoltre la preziosa facoltà di abbassare la temperatura corporea, rinfrescando tutto l’organismo.

 

Il trionfo delle afro braids

Mia Vesper

L’ ultima a sfoggiarle in ordine di tempo è stata Madonna, avvistata con un hairstyle a base di platinate treccine afro nella Fiat 1100 del 1957 che la trasportava per le vie di Noto durante il suo festeggiatissimo compleanno siciliano. Ma non è l’unica celebrity ad aver scelto l’acconciatura più gettonata dell’ estate: qui in Italia le “afro braids” sono già state adottate, volendo fare solo un paio di esempi, da Elodie e Nina Moric. Alle passerelle delle collezioni Primavera Estate 2022, comunque, va attribuito il merito di aver sancito il trionfo delle treccine lunghe e sottili originarie del Continente Nero; un numero incalcolabile di brand le ha proposte in occasione dei fashion show. Qualche nome? Valentino, Proenza Schouler, Louis Vuitton, Miu Miu, Chanel, Roberto Cavalli e Ermanno Scervino (tanto per citarne alcuni) hanno fatto sfilare modelle che esibivano l’hairstyle in questione o pettinature tipicamente tribali. Il lookbook del marchio newyorchese Mia Vesper, poi, è un vero e proprio inno alle treccine afro, che celebra in un tripudio di suggestioni vintage, nuance oniriche e dettagli boho. Non va dimenticato, tuttavia, che lo street style ha sempre avuto un ruolo di spicco nella diffusione di questo trend: una triade, quella composta da moda, celebrities e street style, capace di lanciare tendenze destinate a tramutarsi in cardini del pianeta stile.

 

Mia Vesper

Proenza Schouler

Theophilio

Miu Miu

Louis Vuitton

Roberto Cavalli

Chanel

Valentino

Ermanno Scervino

Studio 189

Brogger

Tanya Taylor

Le Frasi

 

” L’insegnamento giunge solo a indicare la via e il viaggio; ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere. “

(Plotino)

Sposarsi d’estate

 

Saremo felici o saremo tristi, che importa? Saremo l’uno accanto all’altra. E questo deve essere, questo è l’essenziale.”
(Gabriele D’Annunzio)

 

Sposarsi d’estate, un ottimo spunto. Approfittare del caldo per godere di splendide location all’ aperto, realizzando allestimenti insoliti – magari fronte mare – e indossando abiti che la magia degli scenari esalta e amplifica meravigliosamente. Sposarsi d’estate significa anche consolidare l’intimità casalinga con il proprio partner nel periodo che più si presta a questa condizione: le serate autunnali, davanti a un piatto di caldarroste e a un calice di vino da gustare con il caminetto acceso. Il matrimonio estivo, innanzitutto, richiede un adeguato abito da sposa. Sceglietelo tra quelli che vi propongo: creazioni vaporose o fascianti, sensuali o eteree, preziosamente perlescenti o discretamente scintillanti. Una serie di modelli da sogno dove a trionfare è il tulle, ornato di pizzi, cristalli, ricami e declinato in svariate versioni, mai scontate nè convenzionali.

 

Luisa Beccaria (foto di Felipe Cordeiro)

Berta

Gali Karten

Monique Lhuillier

Pronovias

Eisen Stein

Agnieszka Swiatly

Giambattista Valli

Blumarine

Jolie Bridal

Ines Di Santo

Gali Karten

Summer Unrated di NARS: una make up collection irresistibilmente esotica

 

Non è mai troppo tardi per parlare di make up collection estive. Quest’anno, l’ afa sembra non avere fine e pare che ci accompagnerà per molto tempo ancora. Le palette cromatiche dell’ estate 2022, inoltre, potrebbero essere considerate seasonless: i toni caldi della terra, dell’ oro e del bronzo sono perfetti ad Agosto così come a Settembre. Detto ciò, comincio con il presentarvi la Summer Unrated Collection di NARS. La compongono quattro prodotti, tutti ad alto tasso di iconicità: una palette di ombretti, una maschera per labbra, un body oil e un blush/terra abbronzante. Le nuance spaziano dal marrone declinato in svariate sfumature ai matte neutri, dal bronzo avvolgente alla luminosità dell’ oro e dell’arancio, dai rosa esotici al pesca dei tramonti tropicali. Andiamo subito a esplorare questa irresistibile limited edition.

 

 

La Summer Unrated Eyeshadow Palette è un’ autentica chicca: contiene 16 tonalità che alternano finish glitter, luminosi e matte. Dosi massicce di pigmenti accentuano l’ intensità dei colori e favoriscono la lunga tenuta degli ombretti. Alle tre nuance più celebri di NARS, Orgasm (rosa pesca con riflessi oro), Laguna (marrone con riflessi oro) e Taj Mahal (arancione scuro con riflessi oro) si affiancano shade che fanno pensare a un tramonto su un’isola dei Tropici. Ve le elenco una per una:  Isla (un biscotto chiaro matte), Crete (un oro rosa tenue), Spiaggia Rosa (un rosa pesca matte), Satisfy (un lucente champagne), Palmetto (un oro metal luccicante), Komodo Island (un cioccolato intriso di glitter oro), Palmas (un marrone matte che vira al rosso), Bird of Paradise (un oro rosa luccicante), Love on Fire (un rame glitter), Tikehau (un moka matte), Summer Moon (un rosa ghiaccio scintillante), Bad Intentions (un lampone ultra luminoso) e Fetish (un luccicante color caffè).

 

 

Orgasm Lip Mask è una maschera dedicata alle labbra. Le nutre, le idrata, e può essere applicata sia durante il giorno che di notte, prima di andare a dormire. I suoi benefici, innumerevoli, provengono da tre ingredienti di origine rigorosamente vegetale: l’ olio di Echium abbonda di acidi grassi e nutre le labbra non stop, rendendole soffici e levigate; la Balloon Vine, una pianta rampicante tropicale, è un potente lenitivo oltre che un antidoto contro la secchezza delle labbra; l’ olio di girasole (che in questo caso si ottiene spremendolo dai semi) contribuisce a mantenere la cute integra. Orgasm Lip Mask può anche essere utilizzata come maschera pre-make up, per ammorbidire le labbra e renderle più ricettive al trucco. Il colore del prodotto è un omaggio a Orgasm, la nuance signature di NARS.

 

 

La collezione include un olio secco per il corpo: Orgasm Dry Body Oil, super nutriente, idrata, ammorbidisce e leviga la pelle dotandola di una splendida setosità. La nuance dell’ olio, che inneggia ad Orgasm, impreziosisce il corpo di un luccichio rosa oro squisitamente luxury. Il prodotto si avvale di una formula a base di squalene e vitamina E; il primo possiede spiccate proprietà emollienti e idratanti, la seconda è un efficace antiossidante che contrasta lo stress ambientale. Orgasm Dry Body Oil va applicato su tutto il corpo o sulle aree che si desidera enfatizzare con un accento luminoso.

 

 

Completa la collezione un meraviglioso kit “due in uno”: Summer Unrated Blush/Bronzer Duo è metà blush e metà terra abbronzante. Il Blush è contraddistinto da un colore pieno, puro, vibrante, ottenuto grazie ai pigmenti micronizzati finissimi contenuti nella sua formula; gli stessi pigmenti permettono una stesura modulare del prodotto, accentuando – o attenuando – a piacimento l’ intensità della cromia . Il Bronzer dona un seducente look “baciato dal sole”, ma può essere utilizzato anche per il contouring o per esaltare l’ abbronzatura naturale. Le micro polveri di cui è composto favoriscono un’ applicazione super uniforme. La pelle risulta levigata, il colore omogeneo: l’effetto “tintarella artificiale” è scongiurato su tutti i fronti. Summer Unrated Blush/Bronzer Duo si declina in tre doppie cromie. Orgasm/Laguna abbina il rosa ghiaccio a un color biscotto tenue, Orgasm X/Casino il fucsia a un color biscotto medio-scuro, Dominate/Cyprus il malva scuro a un color biscotto molto intenso.

 

Vacanze in moto

 

” Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente. E’ incredibile quel cemento che sibila a dieci centimetri dal tuo piede, lo stesso su cui cammini, ed è proprio lì, così sfuocato eppure così vicino che col piede puoi toccarlo quando vuoi – un’ esperienza che non si allontana mai dalla coscienza immediata. Chris e io stiamo andando nel Montana con due amici; forse ci spingeremo ancora più lontano. I programmi sono volutamente vaghi, abbiamo più voglia di viaggiare che non di arrivare in un posto prestabilito. Siamo in vacanza. Diamo la preferenza alle strade secondarie: il meglio sono le strade provinciali asfaltate, poi le statali, e ultime le autostrade. Ci preoccupiamo più di come passiamo il tempo che non di quanto ne impieghiamo per arrivare: l’ approccio cambia completamente. (…) Le strade con poco traffico sono più gradevoli, oltre che più sicure, e anche quelle senza autogrill e cartelloni, strade dove boschetti e pascoli e frutteti si possono quasi toccare, dove i bambini ti fanno ciao con la mano e la gente guarda dalla veranda per vedere chi arriva; quando ti fermi per chiedere informazioni la risposta tende ad essere più lunga del dovuto invece che più corta, e tutti ti domandano da dove vieni e da quanto tempo sei in viaggio. “

 

Robert M. Pirsig, da “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”

Golden Hour

 

Avete presente l’ incredibile colore che il cielo assume poco prima del tramonto e dell’ alba? E’ una luce fuori dal comune, il paesaggio viene invaso da bagliori giallo-arancio: non è un caso che il momento in cui si verifica questo fenomeno sia chiamato “golden hour”, ora d’oro. La sua luminosità soffusa la rende l’ideale per scattare foto memorabili, straordinariamente affascinanti e suggestive. Quando il sole è basso all’ orizzonte, i raggi filtrano attraverso una coltre atmosferica più densa; ecco il perchè di quella luce avvolgente, quasi ipnotica. La golden hour tinge lo scenario di calde nuance che mozzano il fiato; ciò avviene perchè gli spessi strati di atmosfera tendono a disperdere le radiazioni solari che virano al blu e al viola, accentuando invece tonalità come il rosso. “Magic hour” è un altro appellativo attribuito agli istanti di cui vi sto parlando: il lasso di tempo che ha inizio cinque minuti prima dell’ alba e del tramonto e si prolunga, successivamente, per un’ ora intera. Ma al di là dei calcoli, la golden (o magic) hour va goduta appieno. Anche senza una macchina fotografica. La nuova photostory di VALIUM nasce proprio con questo intento. Addentratevi nei suoi paesaggi inondati d’oro, lasciatevi lambire dal fulgore emanato dalla particolare condizione del sole. Sono attimi magici, sospesi, che vanno ammirati con lo sguardo e vissuti con il cuore.

 

 

Foto via Unsplash, Pexels e Pixabay

Le “good vibes” di Boteh, tra l’Australia e Ibiza

 

Di Boteh, brand di swimwear e resort wear fondato nel 2019 a Sydney da Amelia Mather, VALIUM ha già parlato diverse volte. Per saperne di più, ho deciso di dedicargli un approfondimento: è un marchio che nasce e cresce “sotto il sole”, con i piedi sprofondati nella sabbia o a contatto con la terra arsa dal calore estivo.  Il suo stile è inconfondibile, boho-hippie al punto tale da essere definito “nostalgico”; senza dubbio è evocativo, ricco di riferimenti che riportano a una cinquantina di anni orsono, ma risulta squisitamente contemporaneo. Il nome stesso della griffe rimanda a tutto un mondo e a tutta un’era: “boteh” è la traduzione in persiano di “Paisley”, il celebre motivo a goccia che spopolava tra i figli dei fiori. Non è un caso che le stampe e i pattern che ad esso si ispirano siano uno dei tratti distintivi del brand. Lo affiancano i valori dell’ artigianalità, della sostenibilità e dell’ attenzione per l’ambiente. Qualche esempio? Tessuti cellulosici al 100 per cento e naturali come il lino, il cotone, la viscosa e il cotone certificati, filati da ricamo riciclati o provenienti da merce invenduta, stampe digitali a ridotto impatto ambientale. E poi ci sono i colori, sempre vibranti, le forme danzanti e fluide, il mood che coniuga la vocazione tipicamente australiana per la beach life con la libertà, le good vibes, le suggestioni hippie che si respirano a Ibiza. Questo connubio si traduce in un mix di ampie maniche a sbuffo, bikini a triangolo, micro crop top, pantaloni palazzo, lunghe gonne cinte in vita da un elastico, abiti impalpabili e ricamati, slip culotte, bluse morbide, costumi monopezzo ornati di fitte stampe…Su tutto aleggia un gusto ethno-esotico, decorazioni e linee intrise di un profondo sapore orientale. Proprio come all’ epoca del Flower Power. Il motto di Boteh, in tal senso, è significativo: riverire il passato, assaporare il presente e cercare il futuro. Un concetto che sulla sua rielaborazione del tempo fonda un’estetica che lo trascende, va oltre le tendenze e si fa imperitura.