Beauty look della Paris Couture Week Primavera Estate 2024: il trionfo dell’eyeliner

Georges Hobeika

Quali tendenze make up ha evidenziato la Paris Couture Week? Le sfilate di Alta Moda Primavera Estate 2024 hanno coniugato un ricercato savoir faire sartoriale con beauty look altrettanto impeccabili. Per l’eyeliner è stato un vero e proprio trionfo: lo hanno proposto svariate Maison, tra cui Georges Hobeika, RVDK Ronald van der Kemp, Rami Al Ali e Alexis Mabille, donando potenti suggestioni rétro allo sguardo. Georges Hobeika, in particolare, ha portato in scena un cat eye perfettamente in linea con il glamour anni ’60 e arabeggiante della sua collezione. Lo sguardo è rimasto il focus del make up nella quasi totalità dei beauty look: sottolineato da colori pastello o da nuance più decise (Giorgio Armani Privé, ad esempio, ha scelto il blu cobalto per il mascara e per l’ombretto), è stato invariabilmente accompagnato a un rossetto nei toni del nude. Ma c’è anche chi, come Homolog, ha presentato un trucco occhi a dir poco sui generis, circondandoli con un tripudio di glitter aurei a mò di mascherina scintillante; in tempo di Carnevale, un make up ricco di rimandi e reminiscenze.

 

Georges Chakra

Elie Saab

Juana Martin

RVDK Ronald Van Der Kemp

Rami Al Ali

Homolog

Alexis Mabille

Zuhair Murad

 

Paris Haute Couture Week SS 2024: una selezione di look

 

A Parigi, dal 22 al 25 Gennaio, è andato in scena il sogno dell’ Haute Couture. Le collezioni Primavera Estate 2024 hanno sedotto il parterre con un tripudio di creazioni fiabesche, impalpabili e iper raffinate: in passerella hanno sfilato complessivamente 30 Maison, un numero che ha incluso nomi già affermati e affermatisi di recente. Qualche esempio? Schiaparelli, Giambattista Valli, Dior, Chanel, Elie Saab, Valentino, Yuima Nakazato, Fendi, Giorgio Armani Privé, Jean-Paul Gaultier (che ha scelto Simone Rocha come guest designer del progetto di rilettura dei suoi codici estetici), Juana Martìn, Maison Sara Chraibi e Imane Ayissi. Tra i grandi ritorni risaltano quelli di Maison Margiela Artisanal e Robert Wun, nato a Hong Kong ma londinese d’adozione; assenti, invece, Iris Van Herpen (omaggiata con una retrospettiva al Musée des Arts Décoratifs visitabile fino al 28 Aprile), Mugler, Balenciaga, Thom Browne e Charles de Vilmorin. Non è passato inosservato il debutto di Peet Dullaert, la cui cifra stilistica si basa interamente sul concetto di “fatto a mano”, e parlando di debutti è d’obbligo citare anche quello dei 20 studenti delle scuole di moda parigine che Stéphane Rolland ha invitato a sfilare, attraverso le rispettive creazioni, insieme alla sua collezione. In questa gallery vi propongo una selezione di look della Haute Couture Week PE 2024 che ho amato particolarmente: fatemi sapere nei commenti che cosa ne pensate.

 

Georges Hobeika

Giambattista Valli

Chanel

Alexis Mabille

Julien Fournié

Giorgio Armani Privé

Elie Saab

Ashi Studio

Gaurav Gupta

Fendi

Robert Wun

Georges Chakra

Maison Margiela Artisanal

Dior

 

Una Couture fiabesca per un Natale da fiaba

Yuima Nakazato

Natale è fiaba, e gli abiti più fiabeschi dell’Haute Couture tornano anche quest’anno a farci sognare. Sono creazioni sontuose, evocative, vagamente surreali, che ho scelto per la loro capacità di riecheggiare le narrazioni dell’antica tradizione popolare. Lascio a voi il compito di collocarle in una fiaba ben precisa, e di inserirle, foss’anche solo con l’immaginazione, nel vostro personale racconto di vita.

 

Viktor & Rolf

Stéphane Rolland

Armani Privé

Aelis

Raul Mishra

Celia Kritharioti

Giambattista Valli

Schiaparelli

Zuhair Murad

Georges Chakra

Iris Van Herpen

Tony Ward

 

Haute Couture PE 2023: flash dalle sfilate di Parigi

 

Anche se con qualche giorno di ritardo, un flash sulle sfilate Primavera Estate 2023 di Haute Couture non può mancare. Dal 23 al 26 Gennaio scorso, a Parigi, 31 Maison hanno riportato in scena l’ Alta Moda: creazioni che inneggiano alla maestosità, alla genialità creativa, all’eccellenza sartoriale. Ripristinato il format in presenza dopo la lunga pausa dovuta al Covid, i fashion show sono tornati a stupire e a sbalordire. I top names della Couture c’erano tutti: da Schiaparelli a Iris Van Arpen, da Fendi a Dior, da Chanel a Giorgio Armani Privè. Valentino è riapprodato nella Ville Lumière, che aveva abbandonato temporaneamente per Roma. Jean-Paul Gaultier, proseguendo nel progetto che invita altri designer a reinterpretare il suo stile, si è avvalso stavolta del talento di Haider Ackermann. Tra i prestigiosi nomi in calendario anche Raul Mishra, Georges Hobeika, Julien Fournié, Elie Saab, Viktor & Rolf, RVDK Ronald Van Der Kemp, Yuima Nakazato e Zuhair Murad. E se l’assenza di Balenciaga e Maison Margiela non è passata inosservata, in molti hanno atteso il ritorno di Mugler con Casey Cadwallader alla Direzione Creativa. A lasciare senza fiato il parterre sono state, inoltre, le collezioni dei new talents: l’indiano Gaurav Gupta, la Maison Sara Chraibi dell’omonima stilista marocchina e Robert Wun, originario di Hong Kong, hanno presentato creazioni strutturalmente ricercate e di forte impatto. Nella gallery che segue, una selezione di 10 look estrapolati da altrettante collezioni.

 

Schiaparelli

Daniel Roseberry si ispira all’ “Inferno” della “Divina Commedia” di Dante per proporre spettacolari creazioni realizzate con materiali inediti: perline di legno, lastre di latta rivestite di pelle, pigmenti applicati sugli abiti manualmente, plastron di madreperla, busti di rame che sembrano gigantesche conchiglie. Le minuziosissime riproduzioni delle teste del leone, del leopardo e della lupa integrate nei look, ottenute modellando a mano un mix di resina, materiali sintetici e schiuma, sono subito diventati gli iconici emblemi della collezione.

Christian Dior

Maria Grazia Chiuri rende omaggio a Joséphine Baker, cantante e ballerina ma anche attivista e benefattrice: lottò, in particolare, contro il razzismo e a favore dei diritti civili dei neri. La collezione è un’ode allo stile di un periodo che abbraccia gli anni ’20, ’30, ’40 e ’50 del ‘900. Tailleur sagomati, lunghezze alla caviglia, pantaloni ampi, suggestioni Decò, frange, paillettes e sinuosi long dress argentati, tutti rigorosamente abbinati a sandali con un alto plateau, fanno da leitmotiv a look concepiti per accompagnare l’icona del varietà francese dal camerino fino al palcoscenico.

Rahul Mishra

Ad ispirare Rahul Mishra è Atlantide, la leggendaria città sommersa, luccicante d’oro ed adagiata su una stupefacente barriera corallina. La sovrastano le enormi masse d’acqua, i paesaggi terrestri, il cosmo (“Cosmos” è anche il titolo della collezione) con le sue galassie e i suoi pianeti: il couturier “racconta” tutto questo servendosi di uno sfarzoso tripudio di piume, paillettes e ruches. Il color turchese, presente in dosi massicce, rievoca la maestosità del mare e delle divinità marine.

Giorgio Armani Privé

Armani omaggia Arlecchino e la Commedia dell’ Arte Veneziana: le classiche losanghe colorate si declinano in tutte le varianti possibili, ma il risultato è immancabilmente ultra chic. Anche le nuance tipicamente arlecchinesche vengono rivisitate, includendo nella palette il malva, il verde acqua, il rosa pallido, l’oro e il bluette. Il caratteristico motivo a rombi si accompagna non di rado alla gorgiera e dà il meglio di sè sui lunghi abiti di volta in volta sinuosi o fluttanti, sui pantaloni svolazzanti e sui giacchini, dove si ammanta di cristalli.

Zuhair Murad

Zuhair Murad guarda ai tempi d’oro della Costa Azzurra: quel periodo mitico, intriso di glamour e popolato di feste, che va dagli anni Venti agli anni Sessanta del ‘900. La collezione è un’ esplosione di sfarzo. Abiti hollywoodiani si impreziosiscono di piume e di cascate di cristalli, drappeggi e stole in stile “Il Grande Gatsby”. La palette è altrettanto ricca, esplora un range di nuance mozzafiato in cui risaltano il giallo oro, il lime, l’acquamarina, il fucsia carico e l’arancio.

Jean-Paul Gaultier

Haider Ackermann reinterpreta Gaultier e lo fa in un modo assolutamente personale, glorificando il concetto di “Couture” allo stato puro. L’ accuratezza sartoriale raggiunge l’apice, le modelle sfilano con l’eleganza di gazzelle e assumono pose ricercate davanti all’ obiettivo dei fotografi. I pantaloni a vita alta drappeggiati in vita sono il capo iconico della collezione. Si abbinano a corsetti che rielaborano i “coni” di Gaultier, a top di piume, bralette scultoree e giacche marsina con coda di rondine.

Valentino

L’ Haute Couture è fantasia, libertà, creazione a ruota libera. E’ la possibilità di osare, di sperimentare, di dare vita a sempre nuove e immaginifiche identità. Ispirandosi ai Club più innovativi e iconici del ‘900, Pierpaolo Piccioli rivisita l’ heritage di Valentino Garavani coniugandolo con l’estetica gender fluid e una potente audacia. Il womenswear sbalordisce con lunghezze micro, grandi fiocchi neri applicati in aree strategiche del corpo, slip tempestati di cristalli abbinati a spesse calze fluo; abiti avvolti in un vortice di ruches svelano squarci e trasparenze inaspettati. Le cromie, impattanti, spaziano dal Pink PP al verde acqua passando per il rosa baby, il corallo, l’oro e  il lilla.

Gaurav Gupta

Shunya, questo il nome della collezione, in Sanscrito significa “zero”. Una cifra che si associa al primordiale, all’archetipo, e permette a Gupta di esplorare i concetti di spazio e di tempo. Gli abiti sono sculture in movimento, combinano riferimenti mitologici con suggestioni surrealiste: forme ondulate e drappeggiatissime si congelano in un alito di vento, ricami scintillanti rievocano la lava di un vulcano o le onde di un oceano, decori forgiati come sinuosi serpenti avvolgono il corpo in omaggio alla dea Kundalini.

Maison Sara Chraibi

La collezione, intitolata “The Fabric of Dreams”, rivela un preciso impianto strutturale: non a caso, la designer marocchina Sara Chraibi è un architetto che ha scelto di intraprendere l’avventura della Haute Couture. Gli abiti sono plasmati da un’ “impalcatura” in cui miriadi di fili di sabra (una seta ricavata dall’ aloe vera) si intrecciano sapientemente, originando anche cascate di frange, sontuosi decori e lunghi mantelli. Ornamenti in oro, gioielli e un tripudio di perle donano una preziosità quasi sacrale ai look, accentuata da un copioso utilizzo del velluto.

Robert Wun

Adorato dalle celebrities, Wun è celebre per i suoi abiti ultra plissettati simili a straordinarie sculture. La collezione “Fear”, che ha presentato a Parigi, l’ha progettata ispirandosi ai piccoli incidenti della vita quotidiana; il designer li prende come spunto per tramutarli in un’ode al bello. Drappeggi, plissè, forme ricercate e scultoree predominano in ogni look. Le piume ricorrono, i ricami e le perline rappresentano in modo sublime gli “incidenti”: macchie di vino rosso su un outfit in total white, orli bruciacchiati, gocce di pioggia sparse su un mantello diventano virtuosismi di stile.

 

 

Haute Couture AI 2022/23: flash dalle sfilate di Parigi (parte 2)

 

Seconda tranche dell’articolo dedicato alle sfilate parigine di Haute Couture. Con la selezione delle collezioni Autunno Inverno 2022/23 che commento qui di seguito, si conclude il mio breve excursus. Continuate a leggere per scoprire quali sono le Maison che oggi approfondiremo insieme.

 

GIAMBATTISTA VALLI

 

Apre la sfilata un tripudio di abiti da sera in total white con rifiniture argento. L’ eleganza rievoca quella del cigno, sofisticatissima e aggraziata: fiocchi, ruches, piume e cristalli ornamentali si alternano a un tessuto a rete che forgia intriganti “vedo non vedo”. Sullo sfondo, palloncini a miriadi celebrano la gioiosità dell’ istante. Ricomincia la festa, la voglia di esibire look ultra chic, ma di grande effetto; non è un caso che l’ ispirazione della collezione, battezzata “L’Instant” da Giambattista Valli, attinga allo Studio 54 e ai suoi aficionados. I look inneggiano a una femminilità “lunare”. Il bianco e l’argento la esaltano anche tramite un gran numero di spacchi, trasparenze, maniche a sbuffo e filamenti di cristalli che vanno a formare abiti e top. Poi irrompe il colore: il verde mela dà vita a uno straordinario coat di piume; il menta e il rosa, l’arancio e il giallo fluo risaltano su lunghi abiti a sirena in tulle o con gonna svasatissima. Il rosa, una tonalità signature della Maison, trionfa in ogni sua sfumatura, declinandosi in ensemble monocromo che abbinano i minidress a capispalla ammantati da un’esplosione di rose in tulle. Sempre a proposito di tulle, non mancano gli iconici, maestosi abiti-nuvola con uno smisurato strascico di ruches. Colpisce un modello composto da una lunga gonna bianca e da un corpetto interamente rivestito di fiori nei toni del viola.

 

JEAN-PAUL GAULTIER

 

II progetto che prevede la rilettura dello stile Gaultier da parte di un designer diverso ogni stagione, vede stavolta protagonista Olivier Rousteing. Il direttore creativo di Balmain ha concepito una collezione co-ed semplicemente spettacolare: esordisce con una serie di mise maschili che mixano suggestioni tribali, righe marinare e riferimenti ai tattoo della collezione del 1994 dell’ “enfant terrible”, proseguendo con un womenswear ad alto tasso di iconicità. Si ispira ai famosi barattoli di latta dei profumi Gaultier proponendo look che li riproducono, rivisita il bustino con seni conici di Madonna in un tripudio esagerato di lacci da corsetto, manda in scena guepière sagomate sul corpo (un torso d’ uomo e la pancia di una donna in gravidanza, per fare solo un paio di esempi) e abiti ornati da mammelle trompe-l’oeil. Il denim viene movimentato da piume sparate in verticale e da guanti ascellari con ditali sulla punta delle dita, le spalline si appuntiscono diventando aliene, i drappeggi e le frange trionfano. Un look è composto da un top “puntaspilli” a forma di cuore e da una gonna-metro da sarta che si avvolge attorno alle gambe, un altro sfoggia una raggiera frontale in simil-paglia con un cuore annerito al centro. Ed è sempre un cuore ad adornare una mise in total white, dove delinea una struttura che lo confonde con le ali di un angelo. La collezione, un tributo impregnato di amore e genialità creativa, ha lasciato senza fiato Jean-Paul Gaultier.

 

MAISON MARGIELA

 

La sfilata di Artisanal è una vera e propria performance artistica multidisciplinare. “Cinema Inferno”, questo il suo titolo, è un connubio di forme espressive quali il cinema, il teatro, la moda. Non a caso, viene rappresentata al Palais de Chaillot sia sul palco che su grandi schermi cinematografici. John Galliano si è ispirato al “Dracula” della compagnia teatrale itinerante britannica Imitating the Dog ed ha mandato in scena uno psicodramma ambientato nel deserto dell’ Arizona. La trama? Una giovane coppia è costantemente in fuga dai “cowboy spettrali”, personaggi che incarnano i mali della società (ma anche i demoni interiori) secondo Galliano. Il gruppo di persecutori, ossessionato dai due ragazzi, ogni volta che li raggiunge punta loro le armi addosso. Ma questa storia tragica, a metà tra l’incubo e la fiaba horror, è ricca di incredibili tesori: gli abiti sono in stile anni ’50, strutturati su silhouette svasate e preziosamente sartoriali. Non è raro che si tratti di look ricavati da più abiti, in linea con la filosofia del riciclo creativo che John Galliano abbraccia da tempo. Il womenswear privilegia il tulle, impreziosendolo di balze, ruches e straordinarie lavorazioni. Il riferimento è il prom dress nelle più disparate versioni, ma immancabilmente abbinato a cuffie da nuoto colorate. Risaltano poi i cappotti, ampi, a trapezio, sempre di pura matrice anni ’50, e se la palette cromatica contiene una discreta quantità di rosso sangue, la maggioranza dei colori alterna le tonalità pastello a nuance vibranti; predominano il verde menta, il giallo ocra, l’azzurro, il fucsia, il rosa, il blu polvere, il petrolio. Senza dimenticare il bianco e il nero: nella pièce appare persino un Pierrot.

 

FENDI COUTURE

 

Una collezione, quella ideata da Kim Jones, preziosa nel suo minimalismo, intrisa di materiali pregiati e riferimenti esotici. Le linee sono essenziali, fluide, la sartorialità rigorosa. La palette cromatica sancisce il predominio del cipria, del tortora, del blu polvere, affiancati alle tonalità ricorrenti in una serie di look monocromo: marrone, giallo, verde menta, blu, panna, rosa pastello. Abiti e soprabiti scivolano sul corpo, sottolineano i fianchi grazie a una sorta di fusciacca annodata lateralmente. Finissimi ricami floreali si alternano a grafismi Déco, arabeschi e ghirigori impreziosicono dei tailleur-pigiama, l’argento viene squarciato da un intrico di ruches colorate. Tra i materiali risaltano la vigogna, la pelle, la seta patchwork dei sinuosi vestiti in stile Oriente realizzata appositamente a Kyoto. Le trasparenze la fanno da padrona: uno chiffon impalpabile plasma long dress disseminati di fiori da indossare sopra al body, ma a trionfare è un audacissimo tessuto a rete tempestato di perline; completamente see-through, fa da leitmotiv ad abiti a canotta dalle cromie oniriche che il luccichio rende cangianti. Ne scaturisce un nude look raffinatissimo e decisamente mozzafiato, da sovrapporre solo a un paio di culotte. Potremmo definirlo il tocco glamour di una collezione che combina il comfort con la linearità e l’eleganza pura.

 

Haute Couture AI 2022/23: flash dalle sfilate di Parigi (parte 1)

 

Dal 4 al 7 Luglio, a Parigi sono andate in scena le sfilate delle collezioni Autunno Inverno 2022/23 di Haute Couture. Dopo il proliferare del digital e dei défilé a porte chiuse dovuti all’ emergenza Covid, si è tornati alla piena normalità: fashion show in presenza, celebrities a profusione e creazioni – come sempre – spettacolari sono stati il filo conduttore della kermesse. Grande assente, Valentino. Ma con una giustificazione più che valida: “The Beginning”, questo il nome della collezione della Maison, è stata presentata a Roma l’8 Luglio e sta facendo parlare ampiamente di sè grazie alla meraviglia degli abiti e alla splendida Piazza di Spagna che ha fatto da cornice alla sfilata. Per raccontarvi gli show parigini, una selezione si è resa d’obbligo. Ho scelto complessivamente otto collezioni, che dividerò in due tranche accompagnate da sintetici commenti. Godetevi subito la prima!

 

SCHIAPARELLI

 

Tre colori predominanti, nero, panna e oro, declinati in creazioni mozzafiato in quanto a splendore e sartorialità. Il ripristino del valore del bello, d’altronde, è uno degli obiettivi che persegue Daniel Roseberry. L’ ispirazione di “Born Again” guarda a Christian Lacroix e alla sua collezione di debutto del 1987. Irrompono dunque echi delle corride di Arles (città natale del designer), che affascinarono persino Picasso:  i ricami barocchi, il velluto nero a profusione, i cappelli a cupola piatta e tesa larga ricordano quelli indossati dai toreri e dai matadores. La silhouette viene risaltata da bustini incollati al corpo, scollature che raggiungono l’inguine e un nude look costante, contrapposti agli smisurati volumi dei drappeggi e delle maniche a gigot. Il Surrealismo tanto amato da “Schiap” si insinua, tra l’altro, nei dettagli trompe-l’oeil, in preziosi grappoli d’uva ornamentali e nei maxi cappelli (ideati da Stephen Jones) che rimandano a delle oniriche distese di grano. Straordinari decori floreali in seta dipinta a mano sbocciano su svariati look, mentre l’iconica colomba della Maison si accompagna all’ innocenza primordiale di un seno nudo dissimulato da una manciata di polvere argentea.

 

DIOR

 

Il principale motivo ispiratore è l’albero della vita, rivisitato in un’opera dell’artista ucraina Olesia Trofymenko: una figura simbolica che fa da trait d’union tra cielo e terra, collega ogni elemento della creazione ed accomuna innumerevoli filosofie, culture e religioni. Attraverso un tripudio di ricami finissimi, Maria Grazia Chiuri decide di esplorare il substrato folkloristico che crea una connessione tra i saperi e le tradizioni di diversi terrritori. Si serve del filo di seta, di corda e di cotone quasi a evidenziare il retaggio primordiale che pervade la sua ricerca stilistica, accompagnandolo a una palette di cromie naturali come il bianco, il nero, il beige, il tortora. Nella collezione predomina una serie di long dress fluttuanti, a vita alta, con lunghe maniche a sbuffo o a tre quarti. Il focus è sulle preziose lavorazioni in pizzo, sui ricami, sul sapiente utilizzo del punto smock e del plissè. Trench-vestaglia morbidi, mantelle e capispalla in patchwork di stampo mediorientale accentuano la ricercatezza degli abiti. Per Maria Grazia Chiuri, tracciare un fil rouge tra stili, patrimoni folkloristici e tradizioni rappresenta il tentativo di restituire un equilibrio alla contemporanea realtà sociale.

 

ARMANI PRIVE’

 

La collezione si intitola “Pétillant”: un nome che è tutto un programma. C’è voglia di scintillare da Armani Privé, di ricominciare a vivere la notte con eleganza e sprigionando bagliori. Luccicano le giacche, i top, gli abiti, tempestati di paillettes o di perline. Luccicano i tessuti, dal raso al jacquard di seta. A fare da denominatore comune è uno chic impeccabile. Motivi art déco, trasparenze e un’estrema fluidità delle linee la fanno da padroni. Le nuance sono quelle signature di Armani Privé: tutti i toni del blu, dal navy al bluette passando per il polvere, e poi il lilla, il rosa, il fucsia…Il il nero, il bianco e il “greige” sono presenti, ma in netta minoranza in questa collezione. “Femminilità” è la parola d’ordine di look che alternano ensemble di giacche e pantaloni stretti alla caviglia, bustier dalle scollature audaci, abiti sinuosi con corpetto a cuore, cascate di frange ornamentali, gonne in chiffon vaporose e cosparse di ruches, boa in tulle che si avvolgono attorno ad abiti da sirena. Il blu predomina senza ombra di dubbio: i cristalli argentati che impreziosiscono un tailleur pantalone e un abito fasciante risplendono come stelle nel cielo notturno.

 

BALENCIAGA

 

La sfilata inizia con un’ esplosione di total black: quella di look-seconda pelle in neoprene indossati da “alieni” con il volto celato da maschere ovali nere. Gvasalia si interroga sul futuro e sul futuro del “gazar” (la stoffa utilizzata da Cristobal Balenciaga per creare i suoi caratteristici abiti iper voluminosi), che per il designer si tramuta, appunto, in un avveniristico neoprene sostenibile. Dai look in black, una glorificazione del corpo e delle sue forme, la sfilata evolve in una fase intermedia in cui prevalgono tute con frange paillettate all over, long dress in rete e uno streetwear a base di bomber, parka, pantaloni in denim e felpe con cappuccio. Dopo una parata di capispalla dal taglio sartoriale, le maschere dei “manichini futuribili” lasciano il posto ai volti di star del calibro di Nicole Kidman, Naomi Campbell e Kim Kardashian. Questa fase si associa a creazioni in puro stile Balenciaga: long dress fascianti con dettagli spigolosi, miniabiti drappeggiatissimi muniti di mantella-strascico, giacche da smoking con orlo rasoterra, abiti a corolla dai volumi smisurati. Il percorso, come ha spiegato Demna Gvasalia, va a ritroso: dal futuro verso il passato. Concludendosi con un maestoso bridal dress tempestato di fiori argentei che ha sbalordito il parterre.

 

Haute Couture PE 2022: flash dalle sfilate di Parigi (parte 2)

 

Seconda parte dedicata alle sfilate parigine di Haute Couture. In questo articolo, le collezioni Primavera Estate 2022 di Jean-Paul Gaultier, Rahul Mishra, Charles de Vilmorin e Yanina Couture. Quest’ ultimo brand, fondato da Yulia Yanina, ha partecipato alla kermesse in qualità di membro invitato ed ha concluso la serie di fashion show in calendario. Grande interesse hanno suscitato la collezione di Jean-Paul Gaultier, realizzata da Glenn Martens (direttore creativo di Y/Project e di Diesel) in virtù del progetto di collaborazione lanciato dall’ “enfant terrible de la mode”, e il corto di Charles de Vilmorin, dal Febbraio del 2021 anche al timone creativo di Rochas. Grande assente di questa edizione, invece, è stato Armani Privè: Giorgio Armani ha preferito annullare la sua sfilata a causa della recente esplosione di contagi. Neppure la mancata partecipazione di habitué del calibro di Balenciaga, Maison Margiela e Pyer Moss, che probabilmente ci stupiranno con fashion show fuori calendario, è passata inosservata. Adesso mettetevi pure comodi e godetevi i miei focus!

 

JEAN-PAUL GAULTIER 

 

 

In linea con il progetto promosso da Jean-Paul Gaultier, che ormai da due stagioni invita un giovane designer a reinterpretare i codici del suo brand, questa collezione è stata firmata dal direttore creativo di Y/Projects e di Diesel Glenn Martens. Il lavoro realizzato da Martens è spettacolare: dello stile Gaultier esalta i temi ricorrenti e ne amplifica l’ iconicità a dismisura. Il suo, più che una rilettura, è un vero e proprio omaggio. Predomina la silhouette a clessidra, accentuata all’ ennesima potenza: i long dress fasciano la vita e vengono tagliati ad Y sul pube evidenziando i fianchi al massimo. La maggior parte di questi abiti esibisce la tipica stampa zebrata di Gaultier, senza disdegnare le fantasie optical o il knitwear a costine. I dettagli del leggendario corsetto, soprattutto i suoi lacci intrecciati, si ingigantiscono e diventano parte integrante dei look riprendendone anche la nuance rosa cipria. La sera è spettacolare: creazioni seducenti esibiscono spacchi e trasparenze in chiffon, che svela la figura e per contrasto ricopre, increspandosi, il capo e il volto; coralli in 3D fanno la loro comparsa sui top e su abiti sinuosi. Denominatore comune è il tessuto che si avvolge interamente attorno al corpo, sia che si tratti di velluto, di chiffon see-through o di un tripudio di stringhe. I long dress composti da un bustier aderentissimo e gonne che “sbocciano” come enormi rose lasciano senza fiato. Deliziosamente unconventional risulta il look che abbina il corsetto plasmato su stringhe color cipria ai jeans palazzo.

 

 

RAHUL MISHRA

 

 

Il titolo del video con cui il designer indiano Rahul Mishra presenta la sua collezione, “Enchanted”, non potrebbe essere più appropriato. I look sono altrettanto “incantati” del giardino in cui vengono presentati: gli abiti sono cosparsi di applicazioni di fiori esotici e di farfalle, si fanno essi stessi voluminose corolle dilatando a sbuffo gonne e maniche. Il capo delle modelle diventa un bocciolo ricoprendosi di cuffie in tulle con finissimi ricami floreali, albe evanescenti e paesaggi fiabeschi vengono minuziosamente dipinti su cappotti corredati di puff sleeves. Trionfano tessuti impalpabili come appunto il tulle, ma anche lo chiffon perlescente. Ruches fittissime impreziosiscono corpetti ed abiti rievocando dei tappeti fioriti; su un incorporeo long dress a ruota, sovrapposto a pantaloni di paillettes, si posa un autentico tripudio di farfalle. Ogni look è magico, squisitamente lavorato, spettacolare. La palette cromatica esalta l’ incanto della collezione puntando su cromie quali il rosa, il lilla, il giallo oro, l’ azzurro polvere e il viola.

 

 

CHARLES DE VILMORIN

 

 

Anche Charles de Vilmorin ha optato per una presentazione in formato digitale: il video “La Danse Macabre”, diretto da The Quiffs x Zite & Leo, rivisita il concetto del “Memento Mori” ispirandosi vagamente al cinema di Tim Burton. Nel corto, un giovanissimo Charles de Vilmorin si trova nella sua cameretta; è notte inoltrata, ma nonostante le esortazioni dei genitori (che entrano nella stanza abbagliandoci con abiti pervasi di piume e di paillettes) non si decide ad andare a letto. Continua ad armeggiare con delle provette finchè non scopre un baule che trabocca di preziose stoffe. Con una macchina da cucire, quindi, inizia a creare dei capi altamente scenografici. Come manichini utilizza alcuni scheletri presenti nella camera/laboratorio, e a un certo punto è proprio uno scheletro a bussare alla sua porta. Costui conduce il bambino in un luogo buio, dove arde un falò enorme. Nei dintorni danzano personaggi che sfoggiano i look della collezione Primavera Estate 2022 di de Vilmorin: sono preziosi, teatrali, scintillanti, arricchiti di piume e grandi balze. Le maniche, lunghe e svasate, accentuano la loro ampiezza. Tra i decori risaltano scheletri applicati sul tessuto, disegni infantili, pattern geometrici in 3D. La sontuosità di queste creazioni è tale da ispirare una risposta entusiasticamente affermativa all’ interrogativo con cui si conclude il video. Il suo alter ego adulto, infatti, spiega al giovanissimo Charles de Vilmorin che negli istanti finali dell’esistenza è fondamentale rispondere a un’unica domanda: “Did you enjoy the show?”.

 

 

YANINA COUTURE

 

 

Yanina Couture, il brand fondato a Mosca da Yulia Yanina, manda in scena una collezione multicolor, briosa e dal glamour potente. Un inno alla libertà e alla spensieratezza in antitesi con il il grigiore pandemico e le opprimenti restrizioni a quest’ ultimo associate. Ad aprire la sfilata è una serie mozzafiato di look arcobaleno; miriadi di rushes in chiffon policromo forgiano abiti e capispalla, mini-volant fittissimi definiscono una femminilità vibrante. L’ ispirazione, da quel momento in poi, inizia a evidenziare un retrogusto anni ’60: tessuti incorporei, paillettes, trasparenze, un tripudio di colori coniugato con motivi ondeggianti valorizzano look ariosi che avrebbero potuto indossare Brigitte Bardot, Veruschka o Marisa Berenson, le muse della collezione. E se le nuance si rifanno all’ arte della pittrice ucraina Sonia Delaunay, dosi massicce di piume, pietre preziose e ricami eseguiti a mano accentuano l’ allure glamourous delle creazioni. La mantella, lussuosissima e composta da multistrati di stoffa impalpabile, è un capo clou che “dona ali” ad ogni look invitando a volare con la fantasia. Una magia profusa si insinua ovunque, a partire dalle lavorazioni: la moltitudine di piume e di cristalli scintillanti è il risultato di un accuratissimo savoir faire artigianale. Abiti in full color “grafico” che alternano maniche a campana e sbuffanti precedono l’ applauditissimo abito da sposa di Yanina Couture, un candido tailleur pantalone con bolerino tempestato di paillettes e bralette in cristalli argentati. Lo impreziosice una mantella spettacolare: una nuvola di chiffon increspato, immacolato come il tailleur.

 

 

 

 

Haute Couture PE 2022: flash dalle sfilate di Parigi (parte 1)

 

VALIUM non si è certo dimenticato delle sfilate parigine di Haute Couture. In programma dal 24 al 27 Gennaio, le collezioni di Alta Moda Primavera Estate 2022 sono andate in scena sia in presenza che in formato digitale. Nell’ impossibilità di esaminarle tutte, come ogni anno ne posterò una selezione. In ordine rigorosamente cronologico (ossia in base al calendario delle sfilate), qui di seguito troverete alcune foto ed un commento delle collezioni firmate Schiaparelli, Ulyana Sergeenko, Valentino e Christian Dior. Nella seconda parte di questo articolo, in uscita a brevissimo, appariranno invece i look di Jean-Paul Gaultier, Rahul Mishra, Charles de Vilmorin e Yanina Couture. Cominciate a sognare, e….enjoy the shows!

 

SCHIAPARELLI

 

 

Nero, bianco e oro per ritornare alla quintessenza, ad uno stile che “minimalizza” i volumi coniugandoli con accenti di sontuosità sacrale. La musa della collezione “An age of discipline” è una dea/sacerdotessa che indossa abiti dalle forme fascianti e spigolose al tempo stesso e mixa il Surrealismo all’ Empireo. I look sono arricchiti da vere e proprie sculture in oro, che non di rado li plasmano in toto. In foglia d’oro 24k, si tratta di un oro dalla tonalità creata specificamente per la Maison. E’ un componente basilare della collezione: forgia accessori, si inerpica sul corpo declinandosi in elaboratissimi arabeschi, “sgorga” a cascata dai long dress, modella bustini adornati da vistosi virtuosismi plastici. Tra i decori a cui dà vita risaltano elementi signature di Schiaparelli quali i lucchetti, l’occhio, le parti del corpo, l’aragosta. Colpisce un abito completamente realizzato in ghirigori oro e tempestato di pietre preziose: a prima vista sembra un tripudio di raggi di sole, in realtà è un maestoso mix di colombe, mani, radici arboree e particolari che si rifanno al mondo naturale.  .

 

 

ULYANA SERGEENKO

 

Anni ’20, sport e arte costruttivista: Ulyana Sergeenko imposta la sua collezione su questi tre cardini ispirativi. Abiti longuette fascianti, corsetti in pizzo stile lingerie e miniabiti simili a divise da tennis si alternano a cappotti svasati ricoperti di paillettes e a tailleur pantalone ampi e squadrati, ma adornati di ricami; a fare da leitmotiv, il fiore dell’ ortensia (che trionfa su cuffie da nuoto dal sapore d’antan) e le opere della pittrice sovietica Lyubov Popova, riprodotte parzialmente sui capi. Così come il Costruttivismo rifiutava il concetto di “arte per l’arte” finalizzandola a scopi funzionali, i look coniugano la femminilità e la bellezza, dei topoi della Maison, con un gusto sporty che guarda ai Roaring Twenties: la pochette diamantata che riproduce una racchetta da tennis, i preziosi orecchini a forma di fischietto e le scarpe che rievocano gli stivaletti per il pattinaggio su ghiaccio non passano inosservati. A regnare su tutto è uno scintillio raffinatissimo e costante; spazia dall’ headpiece in fili di strass di ispirazione “flapper” alle lavorazioni esclusive che, affiancando pregiati cristalli e sottili nastri di seta, pervadono le mise di lucentezza. Con la stagione Primavera Estate 2022, debutta la collezione di Ulyana Sergeenko dedicata all’ Uomo.

 

 

VALENTINO

 

Pierpaolo Piccioli approfondisce ulteriormente il suo concetto di inclusività, di bellezza nella diversità, e manda in passerella modelle di taglie, età, etnie molteplici. La Couture di Valentino abbraccia la varietà e abbandona la silhouette canonica a cui le sartorie fanno riferimento: la collezione diventa un lavoro corale, il risultato di un’ accurata ricerca sulla vestibilità rivolta a tipi fisici e a generazioni differenti. Ciò, naturalmente, non implica un decremento del “bello”, bensì ne moltiplica le accezioni. Va da sè che i look presentati siano variegati ed eterogenei. Tra i motivi predominanti risalta l’ introduzione delle minilunghezze: abitini perlescenti, look monocromi che sono un mix di geometrie e di plissè, blouson barocchi ornati di dorate fantasie floreali si accompagnano immancabilmente a delle calze nere autoreggenti. Non mancano le iconiche mantelle, voluminose ed iper increspate; i tailleur pantalone sono ampi, scintillanti di cristalli; gli abiti da sera alternano modelli monospalla in materiali impalpabili e fluttuanti a creazioni più strutturate, con gonna svasata in tessuto rigido o tempestate di piume. I colori, sempre vividi, spaziano dal fucsia al viola, dal rosa confetto al cobalto, dal verde pistacchio al giallo limone.

 

DIOR

 

 

La Couture come sperimentazione, come ricerca, come scambio di saperi: è così che la concepisce Maria Grazia Chiuri. Il linguaggio della Couture è vivo, magico e in continua evoluzione; il savoir faire artigianale è lo strumento con cui l’arte del “fatto a mano” prende vita attraverso il corpo. La collezione viene incentrata sul valore del ricamo, un valore che esula dalle sue virtù decorative per privilegiare quelle materiche, di interazione con l’ ambiente circostante. Le calze ricamate, un leitmotiv della linea, simbolizzano questo concetto e si abbinano a look dalle forme pure e lineari. Solo quattro colori, per esaltare l’ essenza delle creazioni: bianco, nero, nude e un grigio che si fa anche argento. I materiali flirtano con l’aria e con il corpo, fluttuando nella prima e assecondando la silhouette del secondo. Cappotti e giacche sono a doppiopetto ed esibiscono linee nette, ma che accarezzano la vita. Le mantelle sono color nero pece o di un bianco abbagliante, gli abiti hanno la fluidità dei pepli, il plissé forgia ensemble “danzanti”. I trouser suit sfoggiano pantaloni con la piega, corti alla caviglia, mentre i tailleur si accompagnano a gonne corte, che sfiorano il ginocchio, evidenziando una allure vagamente anni ’60. La sera è incantata: ai ricami e ai cristalli che donano corposità ad impalpabili tessuti a rete si alternano jacquard metallici e argentati che ondeggiano a ogni passo.

 

 

 

 

Fairy Tale Couture

Giambattista Valli

Come ogni anno, torna l’ appuntamento natalizio con i favolosi abiti della Haute Couture. Nel periodo in cui più ci piace sognare e immergerci nei racconti a lieto fine di Principi e Principesse, ammirare creazioni che inneggiano alla pura bellezza è rigenerante. La magia del Natale si riversa persino nella moda, dove long dress scenografici e preziosissimi sembrano impregnarsi totalmente del suo spirito. Dalla “Fata Confetto”di Giambattista Valli alla “dea dell’ Orbe” di Iris Van Herpen, il percorso si snoda in un tripudio di suggestioni fiabesche. Dimenticate per un attimo il minimalismo e lasciatevi trascinare in un vortice di opulenta eleganza: la neve cade abbondante, ma ci permette di inoltrarci in un bosco fatato che ad ogni passo ci meraviglia con il suo incanto. Perchè le feste di fine anno, parafrasando una nota frase di Mary Ellen Chase, sono stati d’animo e non mere ricorrenze.

Rami Al Ali

Atelier Versace

Elie Saab

Viktor & Rolf

Iris Van Herpen

Ashi Studio

Fendi

Dolce & Gabbana

Ziad Nakad

Valentino

Haute Couture AI 2021/22: flash dalle sfilate di Parigi (parte 2)

DIOR

Dopo le presentazioni realizzate attraverso la settima arte, Dior torna a sfilare in presenza: il tessuto e la lavorazione degli abiti diventano, quindi, protagonisti principali. La ricerca tessile è una priorità che coinvolge materiali eterogenei oltre che svariati tipi di trame e di ordito. Il ricamo acquista centralità, non tanto in virtù di ornamento quanto di “tattilità”, di una sensorialità che coinvolge tatto e vista a un tempo. La scenografia della sfilata, non a caso, è un’ opera intitolata “Chambre de Soie“, galleria di 40 metri di lunghezza sulle cui pareti l’ artista francese Eva Jospin ha riprodotto una serie di ricami ispirati agli affreschi della Sala dei Ricami di Palazzo Colonna. I look della collezione alternano le forme sobrie dei capispalla in tweed (“spezzato” da inserti a colori) a fluttuanti silhouette, a tunica o svasate, che inneggiano al plissè. Risalta la lavorazione a rete, un elemento decorativo che diventa parte integrante dell’abito. Per quanto riguarda i colori, Maria Grazia Chiuri privilegia il nude, il tortora, il grigio, il nero, il blu notte e l’azzurro polvere.

 

VIKTOR & ROLF

 

“The New Royals” di Viktor & Rolf è una collezione regale, ma non in termini di maestosità. Può essere considerata una riflessione sulla dicotomia tra realtà e apparenza, tra umano e istituzionale. Il soggetto principale riguarda i Reali di nuova generazione e l’ evoluzione del concetto di regalità: dietro al protocollo c’è un’umanità che non va trascurata. E che, con il passar del tempo, si fa un tutt’uno con la facciata istituzionale. La gente è sempre più intrigata da questo coté “da comuni mortali” dei Reali, si nutre di news e avvenimenti che lo evidenziano. Il risultato? La fusione tra pubblico e privato si tramuta in una spettacolarità ad uso e consumo della massa. Ecco dunque abiti tempestati di pietre (preziose o false? Propenderei per la seconda ipotesi), perle e ricami king size (è il caso di dirlo!), corone, lunghi mantelli con strascico ed ampie cappe svasate, piume a miriadi che ci illudono di essere pelliccia, fasce onorifiche su cui sono impressi slogan (un trademark di Viktor & Rolf) irriverenti: “Always wear your invisible crown”, “Size Queen”, “Build castles in the air”, “Don’t be a Drag just be a Queen”, tanto per citarne qualcuno. Cromaticamente, “The New Royals” esalta squarci vividi di arancio, rosso, giallo e verde su una palette in cui prevalgono l’argento e il nude.

 

BALENCIAGA

 

Modelli e modelle sfilano in silenzio, da Balenciaga. Si odono distintamente il loro tacchettio e il fruscio delle stoffe che lo accompagna. E’ un silenzio che è un omaggio a Cristòbal Balenciaga e che fa da sfondo, al tempo stesso, alla meditazione di Demna Gvsalia. La collezione che scaturisce da queste riflessioni è un connubio mozzafiato di heritage e suggestioni street, eleganza e underground puro. Colpiscono gli smoking dalle ampie spalline squadrate, i coat con strascico in taffetà, i preziosi ricami floreali, le scollature a V “rovesciate” sulla schiena, le silhouette fascianti alternate a quelle svasate o ad anfora, i volumi oversize che ricordano il decostruttivismo Jap degli anni ’80. Ma risalta, soprattutto, l’immensa abilità di Gvsalia nel tramutare classici dello street style come i jeans, le lunghe camicie comode, i parka, in perfetti capi couture. Un enorme cappello nero che cela lo sguardo esalta uno chic potente dal sapore d’antan. La palette cromatica evidenzia il predominio del nero seguito da colori vibranti come il turchese, il verde mela, il bluette, il rosso e il rosa confetto.

 

GEORGES HOBEIKA

 

Per l’ immaginario collettivo, l’ Haute Couture è tutto ciò che caratterizza le creazioni di Georges Hobeika: sfarzo, metri e metri di chiffon, strascichi, gonne danzanti, cristalli e ruches a profusione. Hobeika rimane fedele a questo trademark dotandolo di un vibrante imprinting anni ’60; battezza la sua collezione “Mod” e si ispira alla preziosa, gioiosa eleganza dell’ omonimo movimento giovanile nato a Londra. Gli abiti sono iper femminili, la quintessenza dello chic, ma rifuggono dagli orpelli e dall’ opulenza. Cristalli, strass e piume in abbondanza adornano look ricchi di trasparenze e di sofisticatissime lavorazioni, come le ruches “in verticale” che danno vita a ondulature sorprendenti. La raffinatezza di “Mod” è impeccabile, eppure briosa e fresca. La collezione alterna vertiginosi spacchi ad orli maxi e mini e sfoggia un tripudio di ricercati ricami. Inaspettatamente, poi, appare un decoro inedito: le lunghe, fitte frange che spuntano a sorpresa sui polsini e sulle bordature di un abito. I colori chiave della palette? Celeste, giallo, rosso, pesca, rosa, bianco, menta e lavanda affiancati a un argento sfavillante.