Halloween Time

 

” Malocchio e gatti neri, malefici misteri. Il grido di un bambino, bruciato nel camino. Nell’ occhio della strega il Diavolo s’ annega, e spunta fuori l’ ombra, l’ ombra della strega. La vigilia di Ognissanti han paura tutti quanti. E’ la notte delle streghe: chi non paga, presto piange. “

Da  “Halloween – La notte delle streghe”

(John Carpenter, 1978)


Cammino verso Oz

Saint Laurent

 

C’è voglia di glitter, in giro…Voglia di uno scintillio, di oro, di arabeschi,  di perline ornamentali che seguono la scia di un mood tipicamente halloweeniano fino a condurci ai magici bagliori natalizi. Un luccichio profuso nelle scarpe oltre che negli outfit, all’ insegna degli input di  Dorothy de Il mago di Oz : siete pronte, a incamminarvi lungo il sentiero dei mattoni gialli?

 

 

 

 

 

 

Saint Laurent

 

Dolce & Gabbana

 

Alexander McQueen

 

 

 

 

Betsey Johnson

 

 

Genny

 

 

 

 

Il close-up della settimana

 

Tutto ha inizio l’ antivigilia di Natale. Sophia Loren, alle prese con l’ impasto degli struffoli, interrompe la sua attività risucchiata dall” allegro caos che precede i giorni di festa: il fioraio che consegna una stella di Natale, il trambusto dei nipotini appena arrivati dall’ America, i pensieri rivolti alla tavola da imbandire l’ indomani. Poi, al calar della notte, l’eccitazione sfocia in un’ insonnia irrequieta che il silenzio riesce solo ad amplificare. E’ allora che Sophia, come guidata da una calamita invisibile, si alza ed inizia a frugare nello scaffale dello studio: la scatola di legno scuro che intravede le provoca un tuffo al cuore. Aprirla equivarrà a sprigionare tutto un mondo in un magico fluire di ricordi, sensazioni, emozioni associati alle fotografie, alle lettere, ai telegrammi, ai biglietti che quello scrigno prezioso contiene. E’ il suo baule dei segreti, testimonianza di una vita-favola priva di scarpette incantate, dove l’incontro con il principe avviene dopo un percorso di sacrifici e di duro lavoro. Una vita che Sophia Loren ha deciso di raccontare, per la prima volta, nell’ autobiografia Ieri, oggi, domani. La mia vita (pp. 336, Rizzoli) : un modo per affrontare una data importante come quella del suo ottantesimo compleanno, ma anche per divulgare quelle verità che solo una narrazione in prima persona è grado di svelare. “Se penso alla mia vita, mi sorprendo che sia tutto vero.”, scrive Sophia. ” Una mattina mi sveglierò e capirò di aver solo sognato. Intendiamoci, non è stato facile. Di certo è stato bello, è stato duro, ne è valsa la pena. Il successo ha un peso, che bisogna imparare a gestire. Nessuno te lo insegna; la risposta, come sempre, sta dentro di te.” Parole che tratteggiano una saggezza, una determinazione, una passione – quella per il cinema e la recitazione, ma anche per l’esistenza in sè – che pervadono ogni pagina del libro come un filo conduttore. La diva italiana più internazionale, nata a Roma nel 1934, scrive di sè con schiettezza e sincerità. L’ infanzia a Pozzuoli, il rapporto difficile con un padre assente, il soprannome di Stuzzicadenti che la contrappone ad una madre talmente bella da risultare quasi “ingombrante”, gli anni della guerra e della fame ed infine il periodo “romano”, durante il quale Sophia – fresca di vittoria come Miss Eleganza ad un concorso di bellezza – si destreggia tra l’ attività di attrice di fotoromanzi (con l’ alias di Sofia Lazzaro) e svariate comparsate a Cinecittà. E’ proprio a Roma che incontra casualmente due personaggi chiave della sua vita: Carlo Ponti e Vittorio De Sica. Entrambi geniali, di grande carisma, intuiscono in lei grandi potenzialità e scommettono sul suo talento rendendola in pochi anni una star. Rimarranno nella sua vita fino alla fine, perni saldi e sempre presenti, figure in un certo qual modo “paterne”. Con Ponti Sophia (non più Sofia grazie a un’ intuizione del produttore Goffredo Lombardo, che le suggerisce anche il cognome Loren) instaura un rapporto sentimentale talmente solido e complice da aiutarla a sopportare l’ odissea a cui i benpensanti dell’ Italia pre-divorzio costrinsero la coppia, tacciata di volta in volta di adulterio e bigamia: una sorta di “esilio” risoltosi solo con il matrimonio a Parigi nel 1966. Ma la vita dell’ ex Sofia Villani Scicolone è ricca di incontri, di relazioni professionali e di amicizia con figure indimenticabili del cinema di tutti i tempi. L’ autrice le descrive con il cuore, citando aneddoti significativi e tracciando ricordi che li ritraggono a tutto tondo: da Cary Grant (che la chiese in moglie) a Marcello Mastroianni, ironico e sornione amico-collega di una vita, passando per Marlon Brando che fece infuriare Chaplin per i suoi ritardi sul set , il racconto di Sophia delinea una galassia stellare frammista di genio e passioni umane. Memorabile la sua descrizione della celeberrima scena dello strip in Ieri, oggi e domani, con un Marcello Mastroianni che gongola tra ululati di gioia: per eseguire lo spogliarello a regola d’arte, la Loren prese lezioni nientemeno che da un coreografo del Crazy Horse: con ottimi risultati, data l’iconicità di sequenze rimaste nella storia.

 

 

Oggi, sofisticata ottantenne con un gusto tutto napoletano per la convivialità e per la buona cucina (negli anni ’70 diede alle stampe anche un libro di ricette) Sophia Loren non  abbandona per un istante la propositività, la passione per il proprio lavoro, la sete di progetti. E considera – lei, diva da Oscar e pluripremiata – la sua famiglia uno dei più grandi successi che abbia mai ottenuto. “Se oggi l’ età non mi spaventa, devo ringraziare i miei figli. Da quando sono diventata mamma ho vissuto proiettata in avanti, e continuo a farlo anche ora, seguendo le mie e le loro passioni. Non si smette mai di imparare. Tutto sta a conoscersi e volersi bene.”, scrive. Parole preziose che trovano conferma nello straordinario regalo di compleanno che il figlio Edoardo le ha portato in dono: il ruolo della donna abbandonata ne La voce umana di Jean Cocteau, una prova d’attrice che già vide coinvolta una star del calibro di Anna Magnani. Il baule dei ricordi è, quindi, un bagaglio inestimabile pronto ad accogliere esperienze sempre nuove ed entusiasmanti. Non a caso, a chi le chiede qual’è il segreto della sua forma smagliante, la Sophia nazionale risponde: “Il vero elisir di giovinezza si nasconde nella fantasia con cui si affrontano le sfide di ogni giorno, nella passione per ciò che si fa e si è, nell’ intelligenza con cui si sfruttano le proprie capacità e si accettano i propri limiti. ” Loren docet.

Racconti di cappa, poncho e spada

Blugirl

Mantelle, poncho, larghe sciarpe avvolgenti: per la stagione fredda il classico cappotto lascia spazio a capi antifreddo dal sapore folk, bohemien e vagamente d’antan. E’ il boom dei capispalla ampi, declinati in infinite soluzioni stilistiche, che donano immediatamente una allure composta dallo speciale mix tra glamour e originalità: dedicati a chi desidera sconfiggere le temperature polari con stile.

 

Valentino

 

Barbara Bui

 

Roberto Cavalli

 

Emilio Pucci

 

Garret Pugh

 

Dolce & Gabbana

 

Delpozo


Saint Laurent

 

Elie Saab

 

Dsquared2

 

Burberry Prorsum

 

Etro

 

Tommy Hilfiger

 

Chloe

 

Yohji Yamamoto

 

Ann Demeulemeester

 

L’accessorio che ci piace

 

Il cappello è da sempre un must imprescindibile in quasi tutte le collezioni Saint Laurent, e per l’attuale stagione fredda una nuova proposta a tema di Hedi Slimane non poteva mancare: nero e a tesa larga, la cupola circondata da un alto nastro che culmina in un fiocco frontale, il cappello che ha straordinariamente caratterizzato la passerella Autunno/Inverno Saint Laurent ricorda lo stile della Swinging London e delle sue memorabili icone. Non per nulla, abbinato a cappe e mantelle dà il meglio di sè. Al 100% in feltro di lapin e leggermente rigido, si porta con la tesa appena reclinata sugli occhi per potenziarne il look boho-chic. Il risultato? Una allure sofisticata ma décontracté, che versatilmente si adatta sia a un diurno che a un notturno metropolitan style.

 

 

Ci piace perchè enfatizza una personalità non convenzionale, dona un valore aggiunto a qualsiasi look e rappresenta un atout irrinunciabile per colei che cerca, nello stile, l’unicità e quel quid in più che la renda inconfondibile. Avremmo potuto vedere questo cappello indossato da Anita Pallenberg, Marianne Faithfull e da un vastissimo numero di muse del rock, it girl e icone che hanno fatto la storia del decennio più swinging e rivoluzionario del secolo scorso: ci sembra un ulteriore, ottimo motivo per includerlo subito nella nostra wish list!

 

 

 

Femme: la lady in pink del pop

 

E’ sufficiente la sua apparizione per inondare il campo visivo di un tripudio di rosa, in una nuance confetto come quella dello zucchero filato e delle candy più golose: Femme, inglese di Rugby, classe 1989, non ha scelto il proprio nome – nè tantomeno il proprio colore – a caso. Il total pink che sfoggia è l’ emblema del suo sound immediato, più volte definito “zuccheroso”, che coniuga le sonorità elettroniche del pop avanguardista con testi diretti e strong. Ma non solo. Figurano gruppi anni ’80 tutti ‘al femminile’ come le Spice Girls nella formazione di questa singer post-moderna, neodiplomata in Arte e grande estimatrice della Pop Art: una passione confermata dal look che strizza l’occhio ad Edie Sedgwick, riprendendone dettagli come gli orecchini enormi e il make up a base di folte sopracciglia ed abbondante eyeliner. L’ avventura musicale di Laura Bettinson – il suo nome di battesimo – inizia nel 2008, con il nome di Dimbleby & Capper. E’ allora che viene notata dal produttore dei Radiohead Nigel Godrich, grazie al quale prende parte alla band Ultraista insieme al batterista Joey Waronker; ma è la dimensione solista quella più congeniale a Miss Bettinson, che torna alla carica in tal senso nel 2013 con lo pseudonimo Femme. Educated/Double Trouble, il suo primo singolo, esce nel luglio dello stesso anno  ed è subito boom. Riconoscimenti come la nomina di Artista della Settimana – attribuitole da Vogue – piovono a raffica, The Guardian la tiene d’occhio ed il suo pop in pink viene notato anche da Stella McCartney, che lo sceglie come soundtrack dei suoi fashion show. E’ il novembre 2013 quando Fever boy, superhit nel Regno Unito, in Spagna e negli USA, vede la luce: l’ ascesa inarrestabile della “pink lady” made in England viaggia ormai a pieno ritmo, accendendo i riflettori su un talento poliedrico. Femme, novella filmmaker, è infatti regista e produttrice dei suoi video e ne dà prova anche nel recentissimo High, uscito il 6 ottobre e già in vetta alle charts. Possiamo scommettere che il ciclone rosa del pop non tarderà molto ad attraversare la Manica giungendo fino al Bel Paese: intanto, la vulcanica Femme diluisce ulteriori stille di pink dichiarando la propria predilezione per interpreti rigorosamente femminili quali  Katy Perry, Nicki Minaj, Miley Cyrus e per gruppi all girls anni ’60 come le Chrystal e le Ronettes, predica la “sorellanza” tra le donne del music business ed esprime il suo entusiasmo per la prossima tournée americana insieme ad Elliphant e Charli XCX. Dalle Spice Girls ad una nuvola di zucchero a velo rosa il passo è breve: specialmente se viene sancito da un nome – Femme – che sembra un inno alla solidarietà femminile.

Fendi presenta Furiosa, un inno alla wild beauty

 

La advertising campaign la definisce “essenza della femminilità selvaggia”: non esistono parole più appropriate per esprimere il mood che anima la nuova fragranza lanciata da Fendi, Furiosa, Il jus, intenso e sensuale, viene “interpretato” da una Kasia Smutniak magnetica e ferina, che nello spot avanza indomita ad ampie falcate lasciando la scia della sua impronta animalesca ovunque. La dimora che la ospita è immensa, solenne, un antico palazzo patrizio romano, così come maestosa è la luce irradiata dal profumo nel momento in cui  la Smutniak ne stringe al cuore il flacone. E’ un istante carico di pura energia, in cui la forza ammaliante della fragranza sferza la protagonista come una tramontana che le scompiglia i capelli e libera completamente il suo cotè wild. Furiosa Fendi, creata da François Demachy e Patty Hidalgo,  è una eau de parfum in cui predominano note legnose, floreali e ambrate: esordisce con accordi speziati di pepe rosa per poi esaltare, attraverso il bergamotto, un prezioso bouquet floreale composto da gardenie, gelsomino e dal fiore di violaciocca. Il fondo, olfattivamente avvolgente, impregna il jus di sensualità grazie alle persistenti note del legno di gaiac e all’ elegante corposità dell’ ambra, sentore di passionalità selvaggia. Il risultato è una magica alchimia di carnalità pura.

 

 

Il flacone del profumo, di un giallo intenso, è una creazione di Delfina Delettrez-Fendi: evocando la traccia ferina di un immaginario animale, si avvale di un design mosaico che lo avvicina ad un prezioso gioiello. Non poteva mancare la doppia F del logo Fendi, che va ad incidere l’estremità del tappo. Degna espressione della forza e della determinazione insite nel DNA della Maison, Furiosa vanta dunque anche il contributo di Delfina, figlia di Silvia Venturini Fendi e quarta generazione della celebre dinastia di stiliste romane.

Il close-up della settimana

 

In questi giorni si era parlato moltissimo di lui: l’ abito con cui Amal Alamuddin in Clooney ha convolato a nozze, una sua creazione, ne aveva amplificato la fama in ogni angolo del globo. Ma chiunque, ormai, aveva imparato a conoscere quel suo nome spagnoleggiante, vagamente “esotico”. Citato in film ed in  serie TV dal successo planetario come Il diavolo veste Prada e Sex & The City, Oscar de la Renta – nato a Santo Domingo, classe 1932 – era ritenuto un couturier di risonanza  mondiale persino da chi non aveva mai visto un suo abito. Risale a ieri la data della sua morte, avvenuta probabilmente a seguito di un male incurabile diagnosticatogli nel 2006: una notizia shock per tutti coloro che erano abituati a vederlo sorridere costantemente dalle pagine delle riviste. L’ allure raffinata e cordiale aveva contribuito a renderlo un personaggio inconfondibile e molto amato. Negli Stati UnitiOscar de la Renta aveva edificato il suo personale American Dream: trasferitosi a soli diciotto anni dalla Repubblica Domenicana a Madrid per studiare arte, si appassionò alla moda. In quel periodo eseguì un apprendistato presso la Maison Balenciaga, approdando successivamente a Parigi alla corte di Lanvin. Di ritorno nel Nuovo Continente, a New York, sollecitato da Diana Vreeland divenne stilista per Elizabeth Arden prima di lanciare, nel 1965, il proprio brand e la sua prima collezione. De la Renta raggiunse il top della notorietà per aver vestito Jackie Kennedy, la prima di una serie di First Lady per le quali creò abiti splendidi: all’ iconica vedova del Presidente americano succedettero – in ordine di tempo – Nancy Reagan, Hillary Clinton e Laura Bush, oltre a molteplici socialites e ad acclamate dive dello star system. Qualche nome? Nicole Kidman, Penelope Cruz, Oprah Winfrey, Jessica Chastain, Cameron Diaz e Kristen Stewart lo adoravano, e in svariate occasioni hanno sfoggiato sul red carpet le sue fiabesche creazioni. Dopo la morte della moglie Françoise de Langlade – ex Direttore di Vogue Francia – nel 1983, Oscar de la Renta viveva con Annette Reed, che sposò in seconde nozze. A condividere la vita della coppia, otto cani adottati dal canile divenuti ormai parte della loro quotidianità familiare.  Moltissimi, i riconoscimenti ricevuti dallo stilista: nel 1967 e 1968 vinse il Coty American Fashion Critics Award e divenne in seguito Presidente del Council of Fashion Designers of America, ma anche la terra natia lo insignì di svariate onorificenze per il suo impegno umanitario e nel sociale: grazie al suo sostegno, la Repubblica Domenicana si è potuta infatti avvalere di scuole ed orfanatrofi come La Casa del Nino. Con Oscar de la Renta il mondo della moda perde una delle sue più sofisticate icone, ma anche un uomo dall’ eleganza innata: e non solo esteriore.

 

Il nuovo knitwear: variazioni sul tema del glam

Yohji Yamamoto

 

La stagione fredda prende il via all’ insegna di una vera e propria esplosione di knitwear: caldo, soffice, stilisticamente rielaborato secondo i dettami di un’ inventiva del tutto contemporanea, strizza l’occhio al glamour dando vita ad outfit inediti e caratterizzati da un tocco speciale. Una dichiarazione di chiara indipendenza da una certa visione del knitwear “d’annata”, che lo relegava al ruolo di protezione dal freddo tout court senza troppe implicazioni fashion. Oggi, declinato in una serie di capi che esplorano i più svariati stili, il knitwear presenta un nuovo volto di sè stesso: dedicato a  tutte le wool-addicted che non amano rinunciare al glam neppure quando il termometro scende sotto zero.

 

Antonio Marras

 

Christopher Kane

 

Barbara Bui

 

Chanel

 

3.1 Philip Lim

 

Balmain

 

Stella McCartney

 

Calvin Klein Collection

 

Alexander Wang

 

Alberta Ferretti

 

Comme des Garçons

 

Kenzo

 

Glitter People

 

” Il mio motore è il desiderio. Mi sento audace come quando avevo 20 anni. Ho sempre cercato di andare fino in fondo a tutte le cose, non per provocazione ma per curiosità. “

Catherine Deneuve