
Tutto ha inizio l’ antivigilia di Natale. Sophia Loren, alle prese con l’ impasto degli struffoli, interrompe la sua attività risucchiata dall” allegro caos che precede i giorni di festa: il fioraio che consegna una stella di Natale, il trambusto dei nipotini appena arrivati dall’ America, i pensieri rivolti alla tavola da imbandire l’ indomani. Poi, al calar della notte, l’eccitazione sfocia in un’ insonnia irrequieta che il silenzio riesce solo ad amplificare. E’ allora che Sophia, come guidata da una calamita invisibile, si alza ed inizia a frugare nello scaffale dello studio: la scatola di legno scuro che intravede le provoca un tuffo al cuore. Aprirla equivarrà a sprigionare tutto un mondo in un magico fluire di ricordi, sensazioni, emozioni associati alle fotografie, alle lettere, ai telegrammi, ai biglietti che quello scrigno prezioso contiene. E’ il suo baule dei segreti, testimonianza di una vita-favola priva di scarpette incantate, dove l’incontro con il principe avviene dopo un percorso di sacrifici e di duro lavoro. Una vita che Sophia Loren ha deciso di raccontare, per la prima volta, nell’ autobiografia Ieri, oggi, domani. La mia vita (pp. 336, Rizzoli) : un modo per affrontare una data importante come quella del suo ottantesimo compleanno, ma anche per divulgare quelle verità che solo una narrazione in prima persona è grado di svelare. “Se penso alla mia vita, mi sorprendo che sia tutto vero.”, scrive Sophia. ” Una mattina mi sveglierò e capirò di aver solo sognato. Intendiamoci, non è stato facile. Di certo è stato bello, è stato duro, ne è valsa la pena. Il successo ha un peso, che bisogna imparare a gestire. Nessuno te lo insegna; la risposta, come sempre, sta dentro di te.” Parole che tratteggiano una saggezza, una determinazione, una passione – quella per il cinema e la recitazione, ma anche per l’esistenza in sè – che pervadono ogni pagina del libro come un filo conduttore. La diva italiana più internazionale, nata a Roma nel 1934, scrive di sè con schiettezza e sincerità. L’ infanzia a Pozzuoli, il rapporto difficile con un padre assente, il soprannome di Stuzzicadenti che la contrappone ad una madre talmente bella da risultare quasi “ingombrante”, gli anni della guerra e della fame ed infine il periodo “romano”, durante il quale Sophia – fresca di vittoria come Miss Eleganza ad un concorso di bellezza – si destreggia tra l’ attività di attrice di fotoromanzi (con l’ alias di Sofia Lazzaro) e svariate comparsate a Cinecittà. E’ proprio a Roma che incontra casualmente due personaggi chiave della sua vita: Carlo Ponti e Vittorio De Sica. Entrambi geniali, di grande carisma, intuiscono in lei grandi potenzialità e scommettono sul suo talento rendendola in pochi anni una star. Rimarranno nella sua vita fino alla fine, perni saldi e sempre presenti, figure in un certo qual modo “paterne”. Con Ponti Sophia (non più Sofia grazie a un’ intuizione del produttore Goffredo Lombardo, che le suggerisce anche il cognome Loren) instaura un rapporto sentimentale talmente solido e complice da aiutarla a sopportare l’ odissea a cui i benpensanti dell’ Italia pre-divorzio costrinsero la coppia, tacciata di volta in volta di adulterio e bigamia: una sorta di “esilio” risoltosi solo con il matrimonio a Parigi nel 1966. Ma la vita dell’ ex Sofia Villani Scicolone è ricca di incontri, di relazioni professionali e di amicizia con figure indimenticabili del cinema di tutti i tempi. L’ autrice le descrive con il cuore, citando aneddoti significativi e tracciando ricordi che li ritraggono a tutto tondo: da Cary Grant (che la chiese in moglie) a Marcello Mastroianni, ironico e sornione amico-collega di una vita, passando per Marlon Brando che fece infuriare Chaplin per i suoi ritardi sul set , il racconto di Sophia delinea una galassia stellare frammista di genio e passioni umane. Memorabile la sua descrizione della celeberrima scena dello strip in Ieri, oggi e domani, con un Marcello Mastroianni che gongola tra ululati di gioia: per eseguire lo spogliarello a regola d’arte, la Loren prese lezioni nientemeno che da un coreografo del Crazy Horse: con ottimi risultati, data l’iconicità di sequenze rimaste nella storia.

Oggi, sofisticata ottantenne con un gusto tutto napoletano per la convivialità e per la buona cucina (negli anni ’70 diede alle stampe anche un libro di ricette) Sophia Loren non abbandona per un istante la propositività, la passione per il proprio lavoro, la sete di progetti. E considera – lei, diva da Oscar e pluripremiata – la sua famiglia uno dei più grandi successi che abbia mai ottenuto. “Se oggi l’ età non mi spaventa, devo ringraziare i miei figli. Da quando sono diventata mamma ho vissuto proiettata in avanti, e continuo a farlo anche ora, seguendo le mie e le loro passioni. Non si smette mai di imparare. Tutto sta a conoscersi e volersi bene.”, scrive. Parole preziose che trovano conferma nello straordinario regalo di compleanno che il figlio Edoardo le ha portato in dono: il ruolo della donna abbandonata ne La voce umana di Jean Cocteau, una prova d’attrice che già vide coinvolta una star del calibro di Anna Magnani. Il baule dei ricordi è, quindi, un bagaglio inestimabile pronto ad accogliere esperienze sempre nuove ed entusiasmanti. Non a caso, a chi le chiede qual’è il segreto della sua forma smagliante, la Sophia nazionale risponde: “Il vero elisir di giovinezza si nasconde nella fantasia con cui si affrontano le sfide di ogni giorno, nella passione per ciò che si fa e si è, nell’ intelligenza con cui si sfruttano le proprie capacità e si accettano i propri limiti. ” Loren docet.