Sposa d’Inverno

 

Sposarsi in Inverno: un periodo insolito, ma non meno meraviglioso. Il candore dell’abito e degli accessori, perfettamente in linea con quello dei paesaggi imbiancati, permette di sfoggiare look da autentica “regina delle nevi”. La preziosità fa da leitmotiv, l’Inverno non favorisce connubi armonici con il minimalismo. Il bianco si declina in tutte le sue sfumature – neve, ghiaccio, avorio, madreperla, panna – per dar vita a giochi cromatici ton sur ton con l’ambiente circostante. Pizzo, tulle e chiffon sono i tessuti ricorrenti, eterei e impalpabili al punto giusto; il luccichio argentato o perlescente è una costante: un rimando a suggestioni lunari, ai bagliori del ghiaccio, alla neve e ai suoi cristalli. Dedico la nuova photostory di VALIUM alla sposa d’Inverno, una stagione che impregna qualunque cosa di magia.

 

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Uno sguardo ai beauty look della Primavera Estate 2024

ANTONIO MARRAS: ciglia à la Twiggy e un’ombra di turchese intorno agli occhi

 

Quali sono i beauty look della Primavera Estate 2024 che ci piacciono? In questa gallery, una selezione di alcuni tra i più cool apparsi in passerella.

 

GIAMBATTISTA VALLI: dosi massicce di matita bianca all’ interno della rima inferiore per un effetto etereo e fiabesco

ANN DEMEULEMEESTER: focus sullo sguardo e chioma selvaggia disseminata di treccine

PRADA: ode ai toni del pesca e sopracciglia folte per un make up incorniciato da una fascia simile a una cuffia da nuoto

ETRO: azzurrità grafiche per il contorno occhi e labbra illuminate da un tocco di avorio

EMPORIO ARMANI: ode ai colori pastello, foulard-turbante e sorriso stampato in volto

LUISA SPAGNOLI: smokey eyes profondo, sopracciglia selvagge e mono orecchino a cerchioni dorati per un accento di preziosità aggiuntiva

JUNYA WATANABE: asimmetrie geometriche e divagazioni sul tema total black

STELLA MCCARTNEY: disinvoltura e naturalezza per un make up che sprigiona una luminosità extra

LEONARD PARIS: ciglia da bambola e guance ravvivate da un poetico alone di blush rosa

MAITREPIERRE: volto effetto nude su cui risaltano ciglia in vivacissimi colori pop

MOSCHINO: make up carico, gioielli e tirabaci

CHRISTIAN COWAN: ciuffetti di ciglia finte e sopracciglia folte ma frammentate

GIVENCHY: sguardo intenso, sopracciglia selvagge e capelli tirati indietro ciocca dopo ciocca

 

La colazione di oggi: il mandarino, la star dell’Inverno

 

Quando arriva l’Inverno, il mandarino è il frutto onnipresente sulla nostra tavola. Il suo nome si ispira a quello dei notabili della Cina imperiale, che erano soliti indossare un mantello color arancio; la pianta del mandarino, infatti, proviene dalla Cina del Sud. In Europa, nel XV secolo, la sua coltivazione si è estesa a partire da paesi dal clima mite quali la Spagna e il Portogallo. Oggi, i frutteti di mandarini sono diffusissimi anche in Italia: in regioni come la Sicilia, la Campania, la Calabria e la Liguria abbondano. Questo frutto della famiglia delle Rutacee, contraddistinto da una forma sferica leggermente appiattita, si declina in varietà molteplici; la Citrus Reticulata,  la Citrus Nobilis e la Citrus Clementina rappresentano le più note. In Sicilia spicca il mandarino tardivo di Ciaculli, un Presidio Slow Food, utilizzatissimo per la preparazione di gelatine, marmellate, liquori, gelati e granite. Il mandarino è un frutto tipico dei mesi freddi, si degusta da Dicembre a Marzo. Il suo colore è identico a quello del mantello sfoggiato dai notabili dell’ Impero Cinese; la buccia, porosa, racchiude un tripudio di spicchi succosi e ricchi di semi. Il gusto è dolcissimo: il mandarino è l’agrume che contiene la maggiore quantità di zuccheri. Non risulta eccessivamente calorico, ma la presenza di fruttosio in dosi massicce richiede che venga consumato con moderazione. C’è da dire, però, che il mandarino è estremamente ricco di proprietà e benefici. Scopriamoli insieme.

 

 

Il mandarino abbonda di vitamine, acqua, sali minerali, acqua e zuccheri solubili. Predomina la vitamina C (o acido ascorbico), di cui è una vera e propria miniera, affiancata dalle vitamine del gruppo B, A e P e dall’acido folico; tra i minerali presenti in grandi quantità figurano il potassio (benefico per i muscoli),  il magnesio, il ferro e il calcio. Il bromo, particolarmente copioso nel mandarino, svolge un’azione rilassante nei confronti del sistema nervoso centrale e concilia il sonno. La vitamina C, un potente antiossidante e micronutriente, neutralizza i radicali liberi mantenendo in salute i tessuti e le cellule; inoltre, rafforza il sistema immunitario e previene i malanni da raffreddamento. Il fruttosio garantisce un notevole apporto energetico, mentre le fibre, di cui il mandarino è ricco, dotano il frutto di un’alta digeribilità e regolarizzano l’intestino. Anche la buccia del mandarino contiene un antiossidante dalle molte proprietà, il suo nome è limonene: oltre ad essere un valido disintossicante per il fegato, favorisce la produzione di serotonina e dopamina svolgendo un’azione ansiolitica e antidepressiva. Dalla buccia del mandarino viene estratto l’olio essenziale di mandarino, molto utilizzato in aromaterapia ma anche per favorire il rilassamento e la digestione.

 

 

A colazione, i mandarini possono essere consumati sotto forma di frutta, anche candita, e deliziose marmellate. Ma a base di mandarino è possibile preparare un numero illimitato di torte, dolci e biscotti ad alto tasso di golosità: cercate le ricette in rete, non avrete che l’imbarazzo della scelta.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Il luogo: Bergen, la città delle sette montagne, tra cultura, pan di zenzero e fiordi norvegesi

 

Ricordate quando nell’articolo dedicato alla casetta al pan di zenzero ho citato la “gingerbread town” più grande del mondo? Bene: Pepperkakebyen (questo il suo nome) è una delle principali attrattive natalizie di Bergen, la seconda città più popolosa della Norvegia, e oggi voleremo proprio lì. Bergen è un centro abitato ricco di fascino a partire dall’area in cui sorge: situata sulla penisola che porta il suo stesso nome, a nord si affaccia sul fiordo di Byfjorden e le montagne circondano il resto della città (soprannominata, in virtù di ciò, “città delle sette montagne”). Molti quartieri sono situati sulle isole circostanti, il che accresce la particolarità del territorio bergense. Ma perchè andare a Bergen, dato che Pepperkakebyen ha chiuso i battenti lo scorso 31 Dicembre? La risposta è semplice: è una città vivace, culturalmente stimolante. Non è un caso che nel 2000 sia stata eletta Capitale Europea della Cultura, nè che la presenza di numerosissimi studenti, molti approdati a Bergen grazie al progetto Erasmus, la renda estremamente frizzante. L’Università di Bergen, infatti, è circondata da un’aura di prestigio e la Norges Handelshøyskole, Scuola Norvegese di Economia, è una delle più rinomate della Norvegia. Il quartiere di Bryggen, inoltre, nel 1979 è stato decretato Patrimonio dell’ Umanità UNESCO. Si tratta, tanto per intenderci, dell’area che include le iconiche e coloratissime casette di legno situate sul lungomare. Ma l’appeal di Bergen non si esaurisce qui: è dal porto cittadino che si possono raggiungere i fiordi di Hardangerfjord  e Sognefjord, due meraviglie norvegesi, collocati a poca distanza. La suggestività di quest’antica città anseatica fondata dal re Olaf Kyrre nel 1070 è del tutto unica. Capitale della Norvegia fino al 1300, quando Oslo prese il suo posto sotto il regno di Haakon V, verso la metà del XIV  secolo divenne la sede di uno dei fondachi della Lega Anseatica ed entrò ufficialmente a farne parte. Da allora, Bergen si tramutò nel centro commerciale più rilevante del paese e tuttora lo rimane.

 

 

Naturalmente, un viaggio a Bergen non può prescindere da una visita al quartiere di Bryggen. Affacciato sulla baia di Vågen, Bryggen è contraddistinto da una serie di casette di legno dai colori vivaci e disposte a schiera che l’hanno reso inconfondibile. Nel 1360, quando Bergen entrò a far parte della Lega Anseatica, Bryggen divenne il quartier generale dei mercanti tedeschi in città: dal porto si esportavano grandi quantità di stoccafisso e si importavano i cereali che provenivano dal centro Europa. In passato Bryggen fu devastato da ben due incendi, ma dopo ogni ricostruzione le casette apparivano più belle di prima. Lì i mercanti collocavano i loro uffici e magazzini, talvolta delle mense, non di rado vi alloggiavano. Oggi, nel quartiere – Patrimonio dell’Umanità UNESCO – proliferano bar, caffetterie, ristoranti, boutique, e le sue viuzze medievali sono disseminate di gallerie e studi d’arte. A proposito di arte: tra i molti musei presenti a Bergen vi segnalo il Bergen Kunsthall, dove potrete ammirare opere di artisti contemporanei nazionali e internazionali, l’Hanseatiske Museum, ricco di reperti e testimonianze risalenti all’epoca in cui Bergen faceva parte della Lega Anseatica, e il Bryggens Museum, situato proprio a Bryggen: qui, nell’antica area portuale cittadina, vengono conservati i più importanti cimeli della Bergen medievale. Assolutamente imperdibile, poi, è il KODE Art Museums and Composer Homes, composto da sette edifici dislocati nel cuore della città. E’ maestoso e focalizzato sull’arte, la musica, l’artigianato e il design scandinavi. Include quattro musei, KODE 1, 2, 3 e 4, e le dimore di tre celeberrimi compositori norvegesi: Ole Bull, Harald Sæverud e Edvard Grieg. Tra i fiori all’ occhiello del KODE risalta la collezione permanente di Edvard Munch; le collezioni Rasmus Meyer e Silver Treasure sono da visitare tassativamente, così come le incredibili mostre di arte contemporanea e design organizzate dal museo.

 

 

A pochi passi da Bryggen troverete la fortezza di Bergenhus, che comprende il Castello Reale, la Håkonshallen e la Torre di Rosenkrantz. Sono tre edifici risalenti all’epoca medievale che vennero edificati su richiesta dei sovrani di Norvegia: nel Castello i re avevano stabilito la loro dimora, mentre la Håkonshallen, un monumentale salone di pietra con travi di legno sottostanti al soffitto a volta, era destinata agli eventi più importanti; qui furono celebrati, tra l’altro, diversi matrimoni reali. La Torre di Rosenkrantz, duecentesca, veniva utilizzata sia a scopo difensivo che residenziale.

 

 

Dato che Bergen ha basato sul commercio del pesce quasi tutta la sua storia, soprattutto durante l’ appartenenza alla Lega Anseatica, visitare il mercato del pesce della Torget è d’obbligo. Al mercato potrete ammirare innumerevoli varietà di pescato, proveniente rigorosamente dal Mare del Nord e mantenuto fresco grazie agli innovativi banconi in legno dotati di un flusso d’acqua continuo. E’possibile anche pranzare: un’occasione unica per gustare “dal vivo” le prelibatezze marine di Bergen.

 

 

Si dice che nel fiordo di Byfjorden si rifletta una luce speciale, impossibile da vedere altrove. Niente di meglio, dunque, che ammirarla dall’ alto in tutto il suo splendore. Fatelo raggiungendo la cima della collina Fløyen in funicolare: lì, a 320 metri sopra il livello del mare, potrete godere di un panorama mozzafiato della città di Bergen e del suo mare. Vale decisamente la pena, anche perchè la funicolare impiega solo cinque minuti per inerpicarsi sull’altura.

 

 

Se invece preferite visitare i fiordi e perdervi nella meraviglia selvaggia della loro natura, sappiate che dal porto di Bergen partono traghetti che li raggiungono quotidianamente. Il Sognefjord è una meta must: vanta una lunghezza di ben 203 chilometri che lo piazza al secondo posto a livello mondiale, mentre è il più profondo in assoluto di tutta la Norvegia. Lo costeggiano montagne imponenti, dalle pareti scoscese, che svettano sul mare ad oltre 1000 metri di altezza, ma proseguendo nel tragitto il paesaggio si fa più a misura d’uomo e rivela una vegetazione rigogliosa, villaggi inaspettati ed aree coltivate con cura.

 

 

Gamle Bergen è un museo open air a 4 chilometri da Bergen dove potrete addentrarvi nelle viuzze acciottolate della città vecchia, minuziosamente riprodotta in cinquanta case di legno corredate di negozi e di antiche botteghe. Alle abitazioni si accede solo tramite un tour guidato, mentre l’accesso alla Gamle Bergen è assolutamente gratuito. All’interno delle case vengono fedelmente replicati l’arredamento e lo stile di vita norvegesi a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo.

 

 

E veniamo alla Pepperkakebyen, la città di pan di zenzero più grande del mondo. Pepperkakebyen, composta da casette ed edifici rigorosamente al pan di zenzero, è una miniatura di Bergen splendidamente illuminata: si possono ammirare le vie, le piazzette, le case, i palazzi storici, l’antico porto, le navi, le auto, persino le ruote panoramiche e le giostre di Natale, ma non solo…sono incluse le persone, gli animali, e un trenino percorre un itinerario ininterrotto. L’intera città, golosissima, è ricoperta di glassa, caramelle e canditi. Un vero e proprio incanto, insomma, alla cui realizzazione contribuiscono ogni anno anche i bambini delle scuole elementari e degli asili cittadini.  Purtroppo è troppo tardi per vederla ora, la Pepperkakebyen è un’attrazione tipicamente natalizia; potreste però decidere di visitarla il prossimo Dicembre. Pare che la città al pan di zenzero tornerà attiva dal 23 Novembre fino al 31 Dicembre 2024, ma le date sono ancora da confermare. Consultatele nel sito https://en.visitbergen.com/

 

 

Foto del Sognefjord di Zairon, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Foto via Unsplash, Pexels, Piqsels

 

Quando si spengono (realmente) le luci del Natale

 

Avete già smontato l’albero di Natale, il presepe e le decorazioni natalizie? La maggior parte di noi credo che l’abbia fatto: dopo l’Epifania, quando riaprono le scuole e si ritorna al lavoro, le festività sono considerate concluse. Eppure, c’è chi non ha nessuna voglia di privarsi delle luci e degli addobbi che ammantano la casa di un alone di magia, che immergono in una perenne atmosfera natalizia. Se è il vostro caso, sappiate che siete pienamente autorizzati a farlo: le ricorrenze associate alla Natività, infatti, terminano solo il 2 Febbraio. Il percorso ha inizio il 24 Dicembre, la notte di Vigilia, e prosegue il 25, a Natale, quando si celebra la nascita di Gesù. Il 6 Gennaio, Epifania, è il giorno dell’arrivo dei Re Magi e della manifestazione del Bambino al mondo; la prima domenica dopo l’Epifania coincide con il battesimo di Cristo, che il 2 Febbraio, Festa della Candelora, viene presentato al Tempio di Gerusalemme. Il 2 Febbraio si commemora anche la purificazione di Maria: la legge di Mosè, un cardine dell’ebraismo, prevedeva che un primogenito maschio dovesse essere simbolicamente offerto al Signore 40 giorni dopo la sua nascita, e nella stessa data terminava il periodo di impurità della donna che lo aveva partorito. La Festa della Candelora, che cade esattamente 40 giorni dopo il Natale, è di cruciale importanza per la Chiesa Cattolica. Il termine “Candelora” deriva dal suggestivo rito della benedizione delle candele che ha luogo durante la celebrazione eucaristica: un emblema della luce che Cristo è venuto a portare nel mondo, di Gesù che è “luce per illuminare le genti”, come lo definisce Simeone quando, nel Tempio, realizza di avere davanti a sè il Messia. E’ con la Festa della Candelora, dunque, che viene decretato il termine della stagione natalizia e delle solennità che ad essa si ricollegano.  Ecco perchè l’albero, il presepe e le luci ornamentali fino al 2 Febbraio hanno la loro ragion d’essere.

 

8 bevande calde per un gelido Inverno

 

L’Inverno è una stagione dedicata al tepore, all’intimità della casa, alla riscoperta di riti che rendono unica la nostra giornata. Cosa c’è di meglio, quando fuori nevica e il freddo diventa polare, che assaporare una bevanda fumante davanti al focolare? Ne esistono di deliziose, tipiche di questo periodo, in grado di regalarci incomparabili momenti di benessere e di relax. Eh già, perchè oltre ad essere buonissime sono anche salutari: facilitano la digestione e svolgono un’azione benefica in caso di malattie da raffreddamento. Su VALIUM ho parlato di alcune di loro tempo fa, ma le includo nuovamente in questo breve excursus. Vi presento quindi otto bevande calde da degustare nelle serate invernali.

 

La Cioccolata Calda

E’ la bevanda calda più comune e più golosa dell’Inverno. Si prepara in versione sia densa che liquida, a seconda dei gusti; gli americani, di solito, la arricchiscono di marshmallows e di abbondante panna montata, mentre in Italia predomina una variante più minimal ma altrettanto ghiotta. E se la panna montata rappresenta anche per noi un must imprescindibile, possiamo alternare la cannella di rito ai pistacchi o al peperoncino per esaltare il delizioso sapore della cioccolata calda.

 

L’Irish Coffee

Bevanda tradizionale irlandese, è uno squisito connubio di caffè caldo con zucchero, whisky dell’isola di smeraldo e panna montata che troneggia sulla sua superficie. In certi casi, per accentuare il sapore del composto, si aggiunge un po’ di cannella o di noce moscata. La sofficità della panna la fa da padrone, riuscendo a cammuffare la percentuale alcolica del whisky: in ogni caso, non va dimenticato che si aggira intorno al 35-40%.

 

Il Vin Brulé

Nasce nelle zone più fredde dell’Europa (Alpi comprese) con l’intento di riscaldare il corpo e l’anima quando arrivano i rigori invernali. I suoi ingredienti di base includono il vino rosso, agrumi come le arance e i limoni, le spezie: cannella, anice stellato, zenzero, cardamomo e noce moscata sono le più utilizzate. Per rendere il suo sapore ancora più invitante si possono aggiungere del miele e frutti di bosco rossi dal gusto irresistibile.

 

Il Sidro di Mele

In Inghilterra e in Francia è una bevanda conosciutissima, in Italia un po’ meno: il sidro di mele si ottiene tramite la fermentazione delle mele non commestibili per i motivi più svariati; si beve molto caldo dopo aver aggiunto alcune spezie, solitamente lo zenzero, la cannella e i chiodi di garofano. Alcuni adorano mescolarlo con il tè, altri, orientati verso sapori più forti, non disdegnano l’abbinamento con il whisky o con il brandy.

 

Il Punch

Pare che il suo nome derivi dal persiano “panj”, ovvero cinque: il numero degli ingredienti di cui il punch si compone. Per prepararlo vengono utilizzati infatti l’acqua, il tè, qualche fetta di arancia e/o di limone, lo zucchero e l’alcol, che può essere acquavite o rum. Non è raro che si aggiungano delle erbe aromatiche e le bucce, anzichè le fette, degli agrumi; il risultato è una bevanda irresistibile dalla potente azione digestiva.

 

Il Grog

Anticamente composto da un mix di acqua, agrumi e rum, la sua ricetta è evoluta nel cosiddetto “grog dei pirati”, preparato mescolando dell’acqua bollente con il rum scuro giamaicano, il succo di limone e lo zucchero di canna. Esiste anche un grog analcolico, declinato in moltissime varianti. La più nota si ottiene combinando il succo d’uva con la scorza del lime e dell’arancia, il miele e un’amalgama di spezie quali lo zenzero, la cannella, il pepe in grani e i chiodi di garofano.

 

Il Glögg

I loro nomi sono simili, ma il glögg non ha niente a che vedere con il grog. Certo, in entrambi i casi si tratta di bevande da bere calde, però il glögg si avvale di un portentoso connubio di alcolici, frutta, spezie e acqua bollente che lo rende perfetto per affrontare i gelidi inverni scandinavi. In tempi remoti era consumato soprattutto dai corrieri, costretti a percorrere lunghi tragitti sotto la neve, ma a partire dalla seconda metà del 1900 si è imposto come la bevanda invernale e natalizia più diffusa nei paesi del Grande Nord. Il glögg si realizza preparando un composto di acqua bollente e spezie come la cannella, lo zenzero, il cardamomo e i chiodi di garofano, a cui subito dopo viene aggiunta una vigorosa miscela di alcolici: vodka, vin dolce, vino bianco, rum, cognac e via dicendo. Completano il tutto spremute di frutta, mandorle, uvetta e scorze di arance e di limoni.

 

Il Bombardino

E’ la bevanda che si degusta sulle alte vette, nelle baite delle località sciistiche, e non sorprende: il bombardino, “nato” a Livigno nel 1972, è una bomba di energia. Si beve caldissimo, tutto d’un sorso; la sua gradazione alcolica raggiunge i 30°. Ne esistono varie versioni. L’ingrediente base è costituito dallo zabaione, a cui si aggiungono di volta in volta il whisky, il rum e il caffè espresso, ma anche la grappa e il brandy. Dosi massicce di panna concludono in golosità la sua preparazione.

 

“Gennaio”, una poesia di Rainer Maria Rilke

 

Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intense.
Rintoccano l’ore. Ne viene
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto di un ciocco
che in lampi e faville , rovina.
In niveo brillar di lustrini
il candido giorno là fuori s’accresce,
diviene sempiterno, infinito.

(Rainer Maria Rilke)

 

 

Tendenze AI 2023/24 – L’eco pelliccia, una scelta all’insegna del cruelty-free

Andreadamo

Inverno, è tempo di pelliccia. E grazie al cielo, la quasi totalità dei fashion brand propone ormai esclusivamente pellicce eco: una scelta che, oltre a denotare rispetto nei confronti degli animali, si rivela un perfetto espediente stilistico. La faux fur permette infatti di spaziare tra innumerevoli materiali incrementando la sperimentazione ed esaltando l’impatto visivo dei capi. Il risultato, immancabilmente scenografico, ha il valore aggiunto che contraddistingue ogni creazione  all’insegna del cruelty-free.

 

Philosophy di Lorenzo Serafini

Sportmax

Alberta Ferretti

Vivetta

Bottega Veneta

Gucci

Sacai

MSGM

Stella McCartney

Shiatzy Chen

Palm Angels

Missoni

Luisa Spagnoli

 

Neve in città

 

Quante lezioni di fede e bellezza perderemmo, se non ci fosse l’inverno nel nostro anno.
(Thomas Wentworth Higginson)

 

In Scandinavia il nuovo anno ha portato un’ondata di gelo senza pari: le temperature sono scese al di sotto dei – 40° centigradi, neve e ghiaccio imperano, il vento soffia forte. E a cominciare proprio da oggi, sembra che il freddo artico raggiungerà anche l’Italia. Niente a che vedere con i rigori del Nord Europa, naturalmente, ma le nevicate non dovrebbero mancare. In sintesi: l’Inverno è davvero arrivato. Chi come me lo ama, però, ne accetta anche i lati più estremi. Coglie la magia della neve, rimane incantato davanti ai riflessi dei cristalli di ghiaccio…adora l’aspetto che assumono le lande, le foreste, le città imbiancate, perchè cambiano completamente volto e sembrano uscite da una fiaba. E’ da questo spunto che nasce la photostory di stamattina: la neve che ammanta i centri abitati. Gli scatti immortalano tutte città europee, per compiere un immaginario viaggio all’interno del nostro continente. Avete mai visitato qualcuno dei luoghi che includo nella gallery? E quale tra i tanti siete in grado di riconoscere? Fatemelo sapere nei commenti.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash