Rita Hayworth: il beachwear esplosivo de “L’Atomica”

 

Passata alla storia come “Gilda”, il personaggio che interpretò nell’ omonimo film di Charles Vidor del 1946, Rita Hayworth annovera una serie ricca e cospicua di scatti in beachwear. Il ruolo di pin up, infatti, la ancorò all’ immaginario collettivo con una  potenza di gran lunga maggiore rispetto a quello di femme fatale che Gilda le aveva cucito addosso: la leggendaria chioma folta, lunga e ondulata che gli studios tramutarono da corvina in rosso rame, insieme al sorriso perennemente stampato sul volto che univa la grazia alla seduttività, la resero una perfetta incarnazione della donna dei sogni di ogni uomo a cavallo tra gli anni ’40 e ’50.  Rita sfoggia un variegato swimwear che include sgargianti costumi monopezzo sia dalla scollatura a cuore che con le classiche spalline, bikini tipicamente rétro dalla mutandina alta e castigata e con reggiseno a fascia,  condendo il tutto con i caratteristici accessori di una provetta pin up: fiori tra i capelli, sandali con zeppa, enormi cappelli di paglia rappresentano per lei dei must da abbinare rigorosamente all’ immancabile rossetto rosso, del quale non fa a meno neanche in spiaggia.  Per le torride giornate di sole californiano il suo guardaroba non è mai privo di shorts, bluse leggere, top e minigonne svolazzanti o di vezzose camicette in colori pastello, all’ insegna di un’ eleganza profusa di glamour ma informale. Ma se dovessimo rilevare una tonalità che funge da leit motiv alla sua moda mare, sarebbe il bianco. Chic e luminoso, irradia il suo candore sulla carnagione imprescindibilmente mantenuta al riparo dei raggi solari senza risultare minimamente scialbo. L'”Atomica” – come fu soprannominata – anzi, quando indossa  swimwear bianco emana un glamour e una radiosità del tutto particolari: un “effetto speciale” scaturito dal fascino innato e dal temperamento vibrante di colei che, da pin up, seppe tramutarsi in indimenticabile icona e supremo simbolo di seduzione in un mix esplosivo di sorriso e sensualità abbagliante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il beachwear di Claudia Cardinale: una Diva e i suoi must

 

Mora, occhi castani, forme generose quel tanto che basta, Claudia Cardinale è l’ emblema della donna mediterranea. Di origine siciliana, il suo inaspettato accento francese è il tocco esotico che rivela un’ infanzia trascorsa a Tunisi, dove Claudia peraltro è nata. L’apogeo del suo beachwear style lo raggiunge negli anni ’60, quando a swimsuit preferibilmente a pezzo intero alterna top aderenti, miniabiti a trapezio, super à la page sandali alla schiava ma, soprattutto, la fascia per capelli: un accessorio imprescindibile che abbina ad ogni outfit e che sceglie anche per la spiaggia. In svariati colori, sempre brillanti, la fascia si lega indissolubilmente alla figura di Claudia Cardinale: è uno sfizioso must che enfatizza mirabilmente la lunga e folta chioma di capelli scuri. Per il resto, le sue curve inguainate in costumi interi riconfermano l’assioma secondo il quale, per le dive d’antan, “less is more” dovrebbe tradursi più o meno con l’ equazione “più fascino = meno cm di pelle in mostra”, convalidando la teoria che identifca la sensualità con lo spazio lasciato all’ immaginazione. E Miss Cardinale è la prova vivente di quanto un costume ad hoc possa enfatizzare e rendere sommamente seducente anche il corpo più voluttuoso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il beachwear di Sophia Loren: tutto il fascino dell’ Italianità

 

Sophia Loren, un “monumento” all’ italianità. Il suo beachwear è un continuo omaggio alle forme generose, alla silhouette curvy – ma con vitino di vespa di rigore – che rappresentava il modello femminile dell’ epoca. Siamo nel secondo dopoguerra: la voglia di “rinascita”, di ricominciare è fortissima. Nell’ aria serpeggia un entusiasmo contagioso, e il cinema italiano raggiunge l’ apice con i suoi  capolavori. La donna – per reazione al periodo delle privazioni e degli stenti, ma anche sulla falsariga delle pin up americane –  piace prosperosa, curvilinea, avvenente. “Donna” Sophia, oltre a un indubbio grande talento recitativo, possiede queste caratteristiche e nell’ immaginario collettivo internazionale si tramuta, per eccellenza, nell’ emblema della donna italiana. Il suo beachwear risalta una prevalenza del costume intero (spesso con scollatura a cuore), la passione per gli shorts e per i top senza maniche, per gli attillatissimi bustier rosso fuoco che mettono in risalto il seno. Anche in spiaggia, la Loren sembra prediligere la vestibilità dei capi che indossa: “vestirsi”, anzichè “scoprirsi”, per l’ occasione. E nella pole position delle sue tenute estive troviamo, in puro stile anni ’50, abiti a pois, pantaloni Capri, t-shirt a righe, frequentemente abbinati ad accessori come cappelli e borse di paglia o a comode espadrillas. In ogni caso, sia in versione sensuale che ironica o scanzonata, la diva cresciuta a Pozzuoli non scalfisce di un millimetro il suo potente fascino, mantenendo alta la bandiera dell’ italianità sul grande schermo come in riva al mare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lauren Bacall: un’ icona e il suo stile

 

Il suo sguardo azzurro e magnetico, inconfondibile, le valse il soprannome di  The Look: e lei, sapientemente, lo valorizzava in pose con il capo reclinato mentre fissava l’ obiettivo dal basso verso l’alto. Furono proprio quegli occhi color acquamarina a stregare il regista Howard Hawks, che la scritturò per il primo ruolo cinetografico della sua vita. Debuttò come protagonista, Lauren Bacall – al secolo Betty Joan Perske – un solido background teatrale e di studi all’ Accademia Americana di Arti Drammatiche alle spalle che alternava alla carriera di modella: grazie a quel film, Acque del Sud (1944), conquistò l’ appellativo di star e il cuore del co-protagonista, il mitico Humphrey Bogart detto Bogey, che sposò e dal quale ebbe due figli. Coppia vincente nella vita e sullo schermo, i Bogart recitarono insieme in altre tre pellicole: Il grande sonno (1946), La fuga (1947) e L’ isola di corallo (1949), prima che Lauren brillasse nella memorabile commedia Come sposare un milionario (1953) e in La donna del destino (1957). All’ epoca, il fascino potente di The Look la tramutò immediatamente in suprema icona di stile.  Una allure da dark lady, l’ elegante mistero che emanava dalla sua figura,  la sensualità riflessa nello sguardo magnetico definirono la sua unicità enfatizzata da atout ben precisi e da un look a metà tra il glamour e lo chic: un risultato raggiunto –  oltre che grazie alla classe innata della star -tramite lo strategico contributo di Howard Hawks, che le consigliò di adottare un tono di voce bassa e leggermente roca per accentuare la propria seduttività. A quattro giorni dalla morte di Lauren Bacall, stroncata da un ictus all’età di 89 anni, tutto il materiale fotografico diffuso sulla leggendaria attrice colpisce per l’ immenso stile evidenziato dai suoi ritratti: preziosi abiti in lamè, baschetti sbarazzini, l’eleganza essenziale del black and white, le ricercate collane girocollo, i pantaloni androgini alternati agli evening dress drappeggiati sul corpo, alle fantasie floreali ed ai ricami di perline. Dagli anni ’60 in poi, Lauren Bacall diversificò sempre più la sua carriera tra cinema, teatro e TV apparendo sul grande schermo in pellicole come Assassinio sull’ Orient Express (1974), L’ amore ha due facce (1996) , Dogville (2003) e Manderlay (2005), solo per citarne alcune. L’Oscar alla Carriera ricevuto nel 2009 ha rappresentato l’ apice di una serie di riconoscimenti che hanno contribuito a consacrarla sublime e talentuosa interprete del cinema di tutti i tempi. Dal 12 agosto in poi, una nuova stella brilla nel firmamento delle star che Hollywood ha reso immortali: icona senza tempo,  Bacall rimarrà perennemente ancorata nell’ immaginario collettivo includendo il glamour come prezioso valore aggiunto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il close-up della settimana

 

 

Il Summer Jamboree Festival di Senigallia si è appena concluso ma la passione per il rétro non cessa di rappresentare una costante,  internazionalmente declinata in una molteplicità di  eventi e manifestazioni. Su tutti, la mostra Les Années 50: la mode en France (1947-1957) ospitata presso il Palais Musée Galliera di Parigi, offre un’ affascinante testimonianza di un periodo chiave della moda francese: a partire da quando, cioè, nell’ immediato dopoguerra, un giovane sarto di nome Christian Dior diede il via all’ era dell’ Haute Couture creando i suoi abiti della Linea Corolla. E’ il cosiddetto New Look a tracciare l’ excursus di stile che culminerà con un capo iconico, emblematico e senza tempo come il tailleur Chanel. I ’50 sono un decennio decisivo per la moda francese e per Parigi, che all’ epoca della moda è capitale indiscussa: daranno luogo ad una delle più significative trasformazioni del concetto stesso del “vestire”. Sono anni di rinascita in cui è potente il desiderio di lasciarsi la guerra alle spalle, di divertirsi, di conceder spazio alla frivolezza: la crisi del 1929 ed il conflitto bellico hanno segnato un periodo di ristrettezze e privazioni che – nel ’47 – la prima collezione di Christian Dior fa subito dimenticare, incarnando una importante svolta. Ribattezzata New Look da Carmel Snow. caporedattrice di Harper’s Bazaar, la linea è un inno alla femminilità esaltata da abiti sofisticati, con gonna scampanata ma stretti in vita ed adornati da un ampio decolletè. La donna ritrova il gusto di vestire, di abbigliarsi. Il modello a cui guardano i couturier è quello hollywoodiano, ricco di glamour, che estende l’ abito in lunghezza rimandando al look di provocanti dive quali Rita Hayworth. Negli anni ’50 il guardaroba femminile è alquanto differenziato. Esistono abiti da giorno, abiti da sera che rispettano una serie di dogmi, tenute specifiche per ogni occasione: dalle vacanze al mare alla gita in campagna, passando per i celebri abiti da cocktail. La preziosa traiettoria evidenziata dalla mostra ha inizio con il noto robe bon-bon incluso da Dior nella propria collezione AI 1947/’48: in lana color rosa, ha una vaporosa gonna a corolla ed è stretto in vita da una cintura. E’ un abito da pomeriggio che ridisegna la silhouette seguendo le innovative linee del New Look, tramite le quali il corpo torna ad essere protagonista dopo uno stile anni ’30 immolato quasi esclusivamente ad una funzionalità “informe”.  Di seguito, l’ esposizione presenta le divagazioni a tema di Maison divenute storiche: il neoromanticismo di Balenciaga – frutto di un mix tra chic squisitamente francese e audacia spagnola – il colore, le fantasie floreali, le gonne a vita alta, gli abiti aderenti come guaine, gli evening dress sfarzosi e i corsetti impreziositi da raffinati ricami che contraddistinguono le creazioni di Jacques Fath e Hubert de Givenchy delineano, senza ecceziioni, le coordinate di quel sogno d’incanto originato dal boom economico che è l’ Haute Couture. A corredarne  lo stile all’ insegna di una seduttività preziosa, cappellini, guanti, sensuali décolletè e borsette fungono da complementi di un’eleganza che enfatizza le femminilità avvalendosi anche della biancheria intima come imprescindibile strumento di seduzione. Una rivoluzione dalla quale, in parallelo, si sviluppa un’ ulteriore evoluzione nel gusto della quale Coco Chanel si rende progenitrice: i suoi tailleur in jersey lunghi al ginocchio,i mannish cardigan, le borse a tracolla sono consacrati alla praticità e dedicati a un nuovo tipo di donna che coniuga la vestibilità con la funzionalità. Affiancati allo stile futurista di Pierre Cardin, alle citazioni surrealiste di Elsa Schiaparelli e alla sobrietà di Jacques Heim, concludono una traiettoria creativa costellata dal lusso e dall’ innovazione evidenziando le prime avvisaglie che , dal 1957 in poi, costituiranno l’ irrinunciabile trait d’union con il prèt-à-porter.

 

“Les années 50: la mode en France (1947-1957)”

Dal 14 Luglio al 2 Novembre 1914

Palais Galliera, Musée de la Mode de la Ville de Paris

10, Avenue Pier  1er de Serbie, Rue de Galliera, 75116 Paris

Sito web: http://www.palaisgalliera.paris.fr/fr/expositions/les-annees-50

 

 

Grace Kelly e il beachwear: un binomio di classe

 

Classe e stile sono due atout che possono essere decisamente applicati anche al suo beachwear: Grace Kelly, neppure in spiaggia perse mai la sua allure. Di lei rimane famoso il castigato ma sensualissimo bikini bianco immortalato nel 1955 da Howell Conant nella serie di foto che le scattò in Giamaica: alte culotte, reggiseno a fascia e un cappello di paglia a falda larga hanno reso iconico il suo fascino di bionda “algida” convertita all’ appeal dei Tropici senza mai perdere la sua innata eleganza. Memorabili, inoltre, le sequenze di Caccia al ladro girate insieme a Cary Grant sulla Costa Azzurra: costume intero e mise monocolor sottolineano ed esaltano il cotè bon chic bon genre della futura Principessa di Monaco culminando con un beachwear a metà tra il preppy, il sensuale e il disinvolto: molte le camicie casual chic abbinate agli shorts, leggendario il prendisole black & white adornato da un enorme cappello bianco tramutatosi in  look cult. Anche al mare, insomma, Grace Kelly ribadisce il suo status di assoluta icona di stile. Con il valore aggiunto di una luminosità incomparabile e radiosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Passioni contemporanee: la chioma rétro di Paloma Faith

 

Victory Rolls, Pompadour, French Twist, chignon, Peek-a-boo bang, toupet e boccoli declinati nel più vivido rosso fuoco – che talvolta si fa arancio, talmente intenso da risultare quasi fluo – o biondo cenere. No, quella con cui esordisce il post non  è una frase in codice: sono semplicemente i nomi, rigorosamente English style, delle acconciature che di norma sfoggia la soul singer Paloma Faith, nuova icona del total look rétro con un pizzico di avanguardismo. Con un Summer Jamboree Festival già arrivato al  suo quarto giorno di immersione nell’ effervescente scenario dell’ America anni ’50, è d’ obbligo accendere i riflettori sull’ hairstyle di un personaggio che ha fatto dell’ estro e della più fervida fantasia i leit motiv costanti della sua straordinaria immagine. Tra colori vibranti, eccentrici copricapo  e un make up rigorosamente ispirato a quello di una pin up, Paloma Faith gioca con il look variandolo senza tregua. Un’ unico connotato resta invariato: il rétro. Le sue pettinature, dunque – dall’ elaborato raccolto alla chioma sciolta sulle spalle – non prescindono mai dal proporsi come contemporanee varianti dei più disparati hairstyle d’ antan, tramutandosi in veri e propri cult. Ne tracciamo una esplosiva carrellata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un cheek to cheek a tutto jazz per Lady Gaga e Tony Bennett

 

Un primo incontro nel 2011 ad un Gala di New York li ha visti talmente in sintonia da cementare un feeling artistico-musicale sfociato in The Lady is a Tramp, duetto incluso nell’ album Duets II di Tony Bennett. Oggi, Lady Gaga e il notissimo crooner, duo (all’ apparenza) improbabile della scena swing/jazz della Grande Mela, unisce nuovamente le forze e si ricompone con un obiettivo importante: l’uscita di un disco completamente incentrato su classici standard jazz. Cheek to cheek – questo il titolo – uscirà il 23 settembre dopo una gestazione durata un anno abbondante che ha rafforzato, parallelamente, il rapporto di amicizia tra Bennett e l’ eccentrica regina del pop. ” Ho cantato musica jazz da quando ero bambina e volevo davvero dimostrare questo mio lato. Abbiamo fatto un album di standard jazz ma con un twist moderno”, ha dichiarato Lady Gaga al riguardo. Tony Bennett parla in termini entusiastici della collaborazione: “Produrre questo disco con Lady Gaga è stata un’ esperienza bellissima, lei è una cantante fantastica e spero che tutti i suoi fan abbracceranno questa musica e si lasceranno andare allo swing. ” L’ album, che verrà lanciato dal singolo Anything goes di Cole Porter, si avvale di una equipe di musicisti di prim’ordine: Gray Sargent, Mike Renzi, Marshall Wood e Harold Jones – membri del quartetto del crooner – parteciperanno in toto con l’ aggiunta del pianista Tom Lanier. Dal canto suo, Lady Germanotta ha trascinato in questa nuova avventura  il suo amico di vecchia data Brian Newman, trombettista jazz, che prende parte al disco insieme al suo quintetto. Guest stars dell’ operazione che si accinge a mettere in luce l’ ennesima sfaccettatura dell’ eclettica interprete di Art Pop, top names quali il sax tenore Joe Lovano e il flautista John Horn (scomparso di recente).  Abbracciando totalmente le sonorità jazz tanto care a Tony Bennett, Cheek to cheek non contiene neppure l’ ombra di accordi pop: il che fa presupporre, da parte di Lady Gaga,  la volontà di sperimentarsi in un nuovo percorso, il desiderio di lasciarsi (almeno momentaneamente) alle spalle mise “rutilanti” e ardite extravaganze per rinascere a nuova vita musicale. Che il recentissimo hairstyle afro l’ abbia incitata alla riscoperta di melodie più prettamente di derivazione “black”? Mentre elucubriamo sull’ amletico quesito, il singolo Anything goes – apripista dell’ album – è già ascoltabile su iTunes.

Marilyn on the beach

 

“Marilyn Monroe, the hottest thing in Hollywood after Jean Harlow”, recitava il titolo di un servizio che la vedeva, in costume da bagno, protagonista di uno shooting scattato su una spiaggia assolata. Della Harlow, in effetti, Marilyn si disse sempre fan sfegatata: la imitò tingendosi i capelli della sua identica nuance di biondo richiedendo persino che la decolorazione fosse effettuata dalla parrucchiera della platinata diva.  Ma il potente fascino di Marilyn, che inziò come pin up, andava ben oltre l’ allure “fatale“: emanava luminosità, aveva il sorriso come fedele alleato ed era espressione di una solarità ora ingenua, ora maliziosa che forgiava le molteplici sfaccettature del suo sex appeal. In moltissime foto, la star si fece ritrarre in costume da bagno o bikini. Alcune risalgono alla fine degli anni ’40 e vengono considerate chicche da collezione. In spiaggia o a bordo piscina, Marilyn non mancava mai – con una grazia tutta speciale – di mettere in risalto le sue forme nelle tipiche pose di una pin up provetta. Oggi, mentre il beachwear volge il suo sguardo al rétro, ogni costume che la diva indossa in questi scatti si tramuta in suprema fonte di ispirazione: culottes, mutandine a vita alta, reggiseni corazzati o maliziosamente decorati da frange e perline, costituiscono la materia prima di un glamour che mixa modelli castigati e forme prorompenti senza perdere minimamente in seduttività. La perfetta dimostrazione che la sensualità, declinata al rétro,  può solo arricchirsi di connotati deliziosamente speciali.