Cioccolata calda

 

Quanti ricordi, davanti a una tazza di cioccolata calda! La cioccolata calda era la ‘merenda’ della tappa:di quando cioè, anzichè essere a scuola, noi bighellone ci organizzavamo una giornata offdutynella più assoluta (o quasi) clandestinità. Ma era anche la bevanda post-sciopero, quando manifestare si concludeva con una bella tazza di cacao in crema fumante…Il baretto alla fine del corso, quello all’angolo, era il prescelto: tanti tavolinetti ‘imboscati’, una latitanza favorita e protetta dalle luci soffuse del locale, quasi buio persino a mezzogiorno…E poi, quelle giornate di neve: fantastico, rifugiarsi al baretto quando la neve abbondante diventava una geniale scusa per saltare le lezioni! La nostra cioccolata calda, allora, accompagnava le nostre ciacole mentre era splendido vedere, attraverso le vetrine, scendere una miriade di fiocchi di neve…Gli argomenti? La scuola, le proteste, i pettegolezzi sui prof ma soprattutto gli amorazzi, ovvio. Disquisizioni su’ amore e sesso di adolescenti talune ‘imberbi’, talune più ‘scafate’, ma quasi tutte confuse da comportamenti e modi di fare, soprattutto dalla (mal) esternazione dei sentimenti di coetanei indecifrabili e brufolosi…E poi c’erano i divi: tutte a pendere dalle labbra dei New Romantic ‘sbroccando’ per Simon Le Bon, John Taylor, Adam Ant sostituiti poi da Axel Rose, Bon Jovi e una scia interminabile di rockers, divi del cinema (vedi alla voce Mickey Rourke), calciatori i cui nomi sono finiti in un calderone confuso nel tempo. Ovviamente, la moda era un altro degli argomenti al top: le bibbie erano 100 COSE, LEI, divorate facendo l’orecchietta alla pagina da contrassegnare: pantaloni alla caviglia in pied-de-poule, miniabiti in lana, scaldamuscoli come se piovesse, giacchine in panno di lana corte in vita indossate con temperature sottozero erano le nostre armi di battaglia, e lo scambio di vestiti lo ‘sport più praticato’. Giornate spensierate e senza problemi, quelle della scuola, vissute in un ‘allegra caciaroneria inconsapevole…Flashback che immortalano colori fluo, capelli alla garçonne obbligatori, sorrisi a tutti denti. E andando più indietro nel tempo? Sorrido ancora ripensando alla famigerata ora di lettere delle medie, quando essere chiamate a leggere un brano dell’antologia suscitava brividi e mani sudate a freddo: gli improvvisi scoppi di ‘ridolite acuta’,  incontrollabili e senza motivo, erano il terrore della lettrice. Che quasi sempre doveva interromere a metà il brano assegnato affetta da un’ insopprimibile risarella, incubo irrisolto finanche per gli insegnanti. Torneremmo volentieri ai tempi della scuola, giusto per desponsabilizzarci un po’: ma sarebbe solo un viaggio a ritroso nel tempo con biglietto di ritorno…che avrebbe i minuti contati e gli spazi onirici, quasi surreali… tipici di un sogno dal sapore déjà-vu.