Il fascino surreale dell’ antitesi: la advertising campaign AI 2017/18 di Gia Couture

 

” Non è davanti al film o a causa del film che si sogna; inconsapevolmente, si sogna prima ancora di diventare spettatori.”

Roland Barthes, da “Uscendo dal cinema”

 

Un cinema, una donna, un pulcino: tre elementi della quotidianità che, mixati tra loro, danno vita ad un connubio a dir poco insolito. E’ proprio questo mix il soggetto degli scatti intensi, vibranti e d’ effetto della prima ad campaign di Gia Couture, il brand di calzature fondato a Firenze da Barbara Borghini. Che succede in quel cinema completamente vuoto, con le poltrone che cambiano colore esaltando le cromie di ogni singolo fotogramma? Ce lo racconta l’ ormai collaudato tandem creativo formato da Diego Diaz Marin e Valentina Guidi Ottobri, che rispettivamente firmano le foto e il concept della campagna. Il focus è sulla collezione Gia Couture AI 2017/18, il mood surreale nel più puro stile Diaz Marin: disinvoltamente accomodata in poltrona la donna usa le gambe, inguainate in stilosi collant firmati Emilio Cavallini, come un’ arma seduttiva mentre il pulcino la affianca placido, inconsapevole testimone delle sue scorribande oniriche. Immortalata in posizioni di volta in volta acrobatiche, conturbanti o pudiche, la protagonista sembra pervasa da un’ energia travolgente. Il piccolo bipede si aggira intanto tra le poltrone, becca popcorn in un vasetto, esplora le scarpe che la sua padrona – una delle tipiche nevrotiche di Diaz Marin, su questo non ci piove – lascia incustodite. E’ un duo singolare il loro, dove all’ audacia della donna si contrappone la purezza virgiliana del pulcino. L’ intero nucleo della photostory è incentrato su quest’ antitesi. La figura femminile che ne emerge è intraprendente, sfrontata, adora essere al centro dell’ attenzione…Con o senza audience. Potrei concludere con una frase di Jean Cocteau: ” Tutti a Parigi vorrebbero essere attori e nessuno spettatore”. Togliete “Parigi” ed otterrete una realtà più o meno universale.

La direzione artistica di Valentina Guidi Ottobri punta i riflettori sul gioco di contrasti e sorprendenti accostamenti: le Gia Bow’s Ballerina sottolineano il loro mood bon ton nell’ atmosfera intrigante del cinema vuoto, mentre i Gia Boom Boots, dei cuissardes sensuali e provocanti, risaltano con impatto ancor maggiore accanto al candore del pulcino. E’ sempre la mascotte della campagna ad apparire negli scatti che ritraggono  le iconiche Gia Sleep, ma affiancandosi a un altro emblema. I popcorn, infatti, incarnano alla perfezione lo spirito pop del brand che Barbara Borghini ha lanciato nel 2016 con l’ intento di coniugare la contemporaneità fashion alla più squisita tradizione artigianale dell’ handmade fiorentino.

“Franca: chaos and creation”: a Venezia il docufilm che racconta il direttore di Vogue Italia

E’ la “Signora della Moda” per eccellenza: Franca Sozzani, dal 1988 al timone di VOGUE Italia,  ricopre anche i prestigiosi incarichi di direttore di L’ Uomo Vogue e direttore editoriale della Casa Editrice Condé Nast. Ma al di là delle vette professionali raggiunte (che la vedono, inoltre, alla guida di tutte le testate italiane “griffate” VOGUE), il suo ruolo di influencer si è affermato grazie ad un intuito sopraffino, al coinvolgimento in importanti topic sociali, ad una straordinaria  visionarietà. La rimessa in discussione dei canoni di bellezza, la lotta contro i disturbi alimentari, i celeberrimi Plastic Surgery e Black Issue hanno rivelato le doti pioneristiche ed il talento sovversivo di colei che ha saputo imporsi, a titolo definitivo, come la figura più iconica ed autorevole del fashion system. A “raccontarla”, oggi, è un docufilm d’eccezione: diretto dal figlio Francesco Carrozzini, in 78 minuti delinea un ritratto di Franca Sozzani accurato e disinvolto al tempo stesso. Frammenti di girato, superotto che immortalano squarci della sua infanzia e adolescenza, il tributo delle celebrities intervistate – tra cui appaiono Karl Lagerfeld, Baz Luhrmann, Naomi Campbell, Courtney Love e Bruce Weber solo per citarne alcune – compongono i tasselli di un puzzle che descrive a tutto tondo il direttore di VOGUE Italia. Nella pellicola, che sarà presentata in anteprima stasera, alla Mostra del Cinema di Venezia,  il fotografo e regista Francesco Carrozzini traccia un excursus che, oltre a rivelare Franca Sozzani come business woman e donna,  si addentra nella relazione madre-figlio evidenziandone la quintessenza. Il “Sozzani-pensiero” appare in tutto il suo fulgore: volitiva e votata al controllo, ma non per questo priva di una leggerezza che sdrammatizza la vita con rinfrescante ironia, Franca crede fermamente nella potenza dei sogni e attende un Principe Azzurro non ancora pervenuto. Anche se – con ogni probabilità – al suo arrivo sarà già proiettata verso nuove idee e nuovi lidi, incontro a quel futuro che persegue costantemente, capace di stravolgere, con la sua ingegnosità creativa, persino il fluir del tempo. Sempre intenta a creare, a scoprire, a lanciare, in perenne movimento: se come diceva Nietzsche “Bisogna avere un caos dentro di sè, per generare una stella danzante”, non poteva esistere titolo migliore (Franca. Chaos and creation) per descriverla in un docufilm che rappresenta, simultaneamente, un omaggio e un lascito. La dichiarazione d’amore da parte di un figlio che ha voluto regalare a sua madre il dono più bello: una testimonianza che celebra l’ audacia, l’ estro, la marcia in più di una “Signora della Moda” davvero speciale.

Photo by Studio NYC (Opera propria) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso Wikimedia Commons