“La massa ondeggiava”: l’ Estate arriva sulle note di “Disco Dreams”, re-edit della mitica hit della Contessa Pinina Garavaglia

” La massa ondeggiava, la pista brulicava…Un’ enorme forza propellente muoveva tutta quella gente”: un’ immagine d’ altri tempi? Forse, a causa dell’ incubo pandemia, ma che rimane ben impressa nella mente (oltre che nel cuore) “di chi c’era e di chi c’è ancora”. Cito la Contessa Pinina Garavaglia, e non a caso. I suoi fan avranno certamente riconosciuto le lyrics (o meglio, i versi) con cui ho aperto questo articolo: “Disco Dreams”, anche nota come “La massa ondeggiava”, è una leggendaria hit della Contessa e ha la capacità di catapultarti sul dancefloor sin dalle prime note. Oggi, l’ iconico e ritmatissimo brano ritorna grazie a Gasoldo, l’ eclettico producer di TempiNversi Records, che ha deciso di far vibrare l’Estate con il suo sound esplosivo. E’ un regalo a dir poco straordinario, quello che riceviamo da TempiNversi. Basti pensare che, uscito il 5 Giugno scorso, “Disco Dreams” ha già ottenuto un boom di ascolti sulle piattaforme (come YouTube e Spotify) che lo ospitano. Il tipico beat in stile ’90s del pezzo accende la voglia di ricominciare a vivere la notte,  di immergersi in un vortice di ebbrezza fino al sorgere del sole. E’ un desiderio che avvampa in chiunque, senza distinzioni: nei nostalgici, in chi l’ epoca d’oro dei club e della techno se la porta dentro, ma anche in tutti coloro che si imbattono per la prima volta nei versi che la Contessa declama su un travolgente sottofondo musicale. “Forever Young”, come recita Pinina Garavaglia nel brano “Magic Moments”: la Contessa Rock e il suo sound sono senza età e senza tempo, irresistibili sine die. Correvano gli anni Novanta quando “Disco Dreams” vide la luce sotto forma di poesia. Pinina Garavaglia la scrisse di getto dopo una serata allo storico Cellophane Club di Rimini, dove si era esibita come special guest, dedicandola all’ art director argentino Lucas Carrieri (tuttora attivo nel clubbing con i suoi stratosferici party organizzati in “templi” del calibro del “Peter Pan” e della “Villa delle Rose”).

 

 

Da allora, la Contessa iniziò a declamarla nel corso di tutte le sue performance fino a renderla mitica all’ After e all’ One Night Exogroove: “La massa ondeggiava, la pista brulicava”…la gente impazziva letteralmente mentre Pinina Garavaglia, sacerdotessa della notte, scandiva i suoi ipnotici versi in rima. Non è un caso che, nel tempo, “Disco Dreams” sia stata utilizzata dal dj Joe T Vannelli come live intro di raccolte quali “Exogroove Compilation” e “Exogroove volume due” con Francesco Zappalà, riscuotendo – va da sè – un successo smisurato. L’ immenso carisma della Contessa, il suo fascino e le sue doti di trascinatrice di folle tornano quindi ad essere protagonisti in questa Estate 2021. E non importa se la riapertura delle discoteche è ancora incerta, se dovremo limitarci a ballare “Disco Dreams” in giardino, in terrazza oppure in spiaggia, di fronte al mare: quei versi iniziali sono un potente mantra da scandire tutti insieme con gioia, a titolo beneaugurale. Potete star certi che il magnetismo sprigionato dalle liriche della Contessa Garavaglia, la loro magia, risulteranno di buon auspicio…così come erano di buon auspicio allora, durante l’ apogeo della nightlife, e come sempre lo saranno. Nonostante qualsiasi avversità.

 

 

 

Il Gucci Garden, uno scrigno fatato nel cuore di Firenze

 

Il suo logo – il Gucci Eye – ricorda l’ “l’occhio che tutto vede”, un elemento che rimanda alla simbologia esoterica di cui sono intrise le collezioni di Alessandro Michele. Perchè a partire dall’ uroboros fino al sole, passando per il quadrupede nero e il serpente con tre teste, Michele ha sempre attinto all’ iconografia alchemica e il Gucci Garden, il multispazio appena inaugurato all’ interno del Palazzo della Mercanzia a Firenze, non poteva non evidenziare un leitmotiv ispirativo che è ormai parte integrante della sua estetica. Lo storico edificio fiorentino è lo location ideale per ospitare l’ universo Gucci in ogni sua sfaccettatura: concepito da Alessandro Michele stesso, distribuisce su tre piani una galleria espositiva, un ristorante e una boutique che traducono la nuova visione della Maison in puro incanto.

 

 

Moda, ispirazione, arte, ricordi, reperti d’archivio, gusto e savoir faire artigianale si fondono in un magico mix che prende il nome da una costante delle creazioni del designer, il giardino, ennesimo emblema dalla forte valenza mistica. L’ iter ha inizio con la Gucci Garden Galleria e più precisamente con una sala, Guccification, interamente all’ insegna della doppia G. Vi trovano spazio espressioni artistiche recenti, come il GucciGhost di Trouble Andrew o i  lavori di Coco Capitain e Jayde Fish.  Gli “hashtag” Guccy, Guccify e Guccification concentrano la quintessenza del brand: Gucci come un’ attitude, che spazia dal look a un modo di porsi di fronte al reale.

 

Guccification

A seguire, un approfondimento dedicato all’ heritage è suddiviso tra le sale Paraphernalia e Cosmorama, che rispettivamente rievocano i codici del marchio, i suoi celebri clienti del jet set e gli elementi araldici presenti nel suo logo. Al di là di spesse tende di velluto rosso, poi, l’ auditorium Cinema da Camera del Gucci Garden è adibito alla proiezione di film e corti sperimentali.

 

Paraphernalia

Cosmorama

L’ avventura prosegue al secondo piano con De Rerum Natura, una panoramica che sviscera in modo museale, quasi “scientifico”, l’ amore di Alessandro Michele per i giardini e gli animali. Ephemera è la sala conclusiva: qui, in un tripudio di video, di oggetti e di ricordi, la storia della Maison Gucci regna sovrana.

 

De Rerum Natura

Cinema da Camera

Ephemera

Il percorso è a dir poco spettacolare, un viaggio tra l’ onirico e il reale che fissa al 1921 il suo anno di partenza. Negli spazi del Gucci Garden si interfacciano passato e presente, vintage e pezzi cult, le più leggendarie creazioni del brand dialogano con gli stili iconici di Tom Ford, Frida Giannini e Alessandro Michele. A curare questa ipnotica galleria è il critico e fashion curator Maria Luisa Frisa, direttore del corso di Laurea in Design della Moda e Arti Multimediali all’ Università IUAV di Venezia.

 

Gucci Osteria di Massimo Bottura

Gucci Boutique

Ma nello scrigno fatato ideato da Alessandro Michele sono racchiuse due ulteriori chicche: la Gucci Osteria di Massimo Bottura, chef tre stelle Michelin, omaggia la Firenze crocevia di scambi culturali del Rinascimento con un menù che spazia dalle delizie locali a quelle internazionali, mentre la Gucci Boutique è un’ oasi delle meraviglie vera e propria. Collocata al piano terra, le pareti dipinte di giallo, al suo interno è possibile rintracciare pezzi unici, tutti assolutamente originali e contrassegnati dall’ esclusivo logo Gucci Garden. Il Bookstore, infine, affianca ai libri un’ ampia scelta di oggettistica rara, memorabilia, pubblicazioni d’antan e d’avanguardia, preziosi paraventi, arredi e prodotti di cartoleria sui generis. Visitare il Gucci Garden si configura come un’ esperienza intrisa di fascino: è penetrare a fondo nell’ immaginario della Maison, lasciarsi contagiare dalla sua creatività, calarsi in magnetiche atmosfere. Senza sottovalutare che la metà del costo del biglietto d’ingresso (8 euro) verrà devoluta agli interventi di restauro nel capoluogo toscano.

Per info: https://www.gucci.com/it/it/

Photo: Gucci