Sulle tracce del Principe Maurice: 1 anno con VALIUM

 

“Il Principe Maurice, all’ anagrafe Maurizio Agosti Montenaro Durazzo: un sublime performer, un’ icona della notte e del Teatro Notturno, un Casanova del 2000 che celebra le gesta del seduttore veneziano in Italia e oltreconfine. Ma non solo. ” Eh già, non solo: così presentavo il Principe quando lanciai questa rubrica a lui dedicata (rileggi qui l’ intervista del 3 Luglio 2018). Da allora, è passato esattamente un anno. Un anno che i lettori di VALIUM hanno avuto il privilegio di trascorrere con il “guru” del Cocoricò, certo, ma anche con una persona a dir poco squisita. Di mese in mese (o giù di lì) Maurice ci ha addentrato nel suo universo magico, intriso di meraviglia, e al tempo stesso non ha mai risparmiato riflessioni sulla società che ci circonda. In occasione del primo anniversario di “Sulle tracce del Principe Maurice”, queste sfaccettature si fondono in un caleidoscopio degno delle strobolights sparate sulle sfere a specchi di una discoteca: il paragone non poteva essere più pregnante. Dagli eventi veneziani all’ incanto del mare (inteso sia come protagonista di spettacolari kermesse che come agognata vacanza), passando per la chiusura del Cocoricò e per i fasti del Life Ball di Vienna, Maurice si esprime a ruota libera sul mondo della notte, su piaghe del nostro tempo come la droga e l’Aids e su una libertà che, a volte, sembra languire. Un ricordo del Maestro Zeffirelli e l’ inaugurazione di Villa La Superba a Stra, sulla Riviera del Brenta, ci riportano poi nel vivo della sua mirabolante esistenza, che la rievocazione di quel party di fine Giugno tratteggia nella dimensione più fatata, lunare e stratosferica…Mi fermo qui. Non mi resta che augurare Buon Anniversario a noi e a tutti voi che, numerosissimi, già da un anno ci seguite!

L’estate è ormai arrivata, sancita da un’afa incredibile. Vorrei prendere spunto proprio da questo tema: che cosa rappresenta per te la stagione del sole, dell’amore, delle vacanze?          

Io amo l’estate, e da quando ho una “base” a Palma di Maiorca ci vado appena posso, anche solo per 2-3 giorni, per godermi il mare, il sole e i paesaggi incantevoli dell’isola. Per me estate è uguale mare, che amo tantissimo! Adoro le calette che si raggiungono solo in barca e non ti nego che, quando posso, frequento anche spiagge naturiste: è meraviglioso spogliarsi degli indumenti per essere il più possibile a contatto con la natura.

 

Palma di Maiorca, il “buen retiro” di Maurice

Calette incontaminate e natura verdeggiante a Maiorca

Il mese di Giugno ti ha visto più che mai preso in un vortice di appuntamenti veneziani: il Salone Nautico (in programma dal 18 al 23), ma anche i numerosi eventi del Teatro La Fenice. Vuoi parlarcene?

Venezia pullula sempre di eventi. Il Teatro La Fenice ha un calendario che spazia da Gennaio a Dicembre, e di recente sono riuscito ad assistere a due spettacoli importanti: uno è il premio “Una vita nella Musica”, ideato da Bruno Tosi, premio che quest’ anno si è aggiudicato il Maestro Riccardo Chailly, mentre il Quartetto Adorno e la compositrice Clara Iannotta hanno ottenuto il premio “Una vita nella Musica Giovani”, perché da alcuni anni viene dato anche ai giovani artisti. “Una vita nella musica”, quindi, sia nel senso di compimento di una carriera straordinaria che di una carriera in fieri e di un’indiscutibile qualità.

 

Il Maestro Riccardo Chailly

E’ stato veramente emozionante! Quella sera stessa, subito dopo, sono stato tra gli spettatori del “Don Giovanni” di Mozart, molto suggestivo, una delle mie opere preferite. Ma la gran novità è stato indubbiamente lo straordinario Salone Nautico che ho avuto l’onore di preinaugurare con la Miss Italia in carica, Carlotta Maggiorana: c’è stata un’esibizione delle Frecce Tricolori, la presenza istituzionale è stata massiccia e in Laguna è arrivata persino la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Castellati.

 

L’ esibizione delle Frecce Tricolori e (a seguire) alcuni scatti del Salone Nautico

 

Poi ci sono state cene, eventi, visite a yacht meravigliosi! L’Arsenale, cuore pulsante della Serenissima, a Venezia era diventato una zona militare, chiusa, tranne che per alcune parti acquisite dal Comune in tempi recenti – le Tese – dove si svolgevano appuntamenti anche legati al Carnevale. Grazie al Salone Nautico, invece, è stata aperta una buona parte del Presidio della Marina. Era possibile entrare nell’ Arsenale passando per il Museo Navale ed ammirare quindi imbarcazioni antiche, prestigiosissime, come quella che ha sostituito il Bucintoro: qualcosa di estremamente suggestivo! Dopo essere passati negli spazi del Presidio della Marina, dove spiccavano imbarcazioni militari impressionanti, si raggiungeva la parte espositiva e commerciale. Il Salone, insomma, è stato un compendio di tutta quella che è la vita sul mare e da un punto di vista militare e da un punto di vista ludico (gli yacht del Gruppo Ferretti sono pazzeschi) e da un punto di vista prettamente istruttivo, che evidenzia come Venezia sia legata al mare, come la ricerca di energie alternative per alimentare i natanti abbia portato anche alla creazione di motori ibridi. C’era addirittura un’imbarcazione con il motore completamente elettrico! Aver assistito a questa manifestazione è stata un’emozione sotto tutti i punti di vista: culturale, perché si è ripercorsa la storia di Venezia, sociale perché abbiamo potuto vedere da vicino le imbarcazioni che usano la Guardia di Finanza, i Carabinieri, la Croce Rossa…Qui tutto è sull’ acqua e questa città non poteva che essere la testimonial ideale di un evento del genere.

 

 

 

Il Principe, in divisa da ammiraglio, nei giardini del Casinò Ca’ Vendramin Calergi con la conduttrice Chiara Sgarbossa e un magnate indiano ospite d’onore al Salone Nautico

Ti racconto un aneddoto, uno dei più spiritosi della mia carriera: una sera, al Casinò, c’è stata una festa dedicata proprio al Salone Nautico. Ero convinto che le autorità della Marina, compreso il contrammiraglio Romani, venissero in borghese. Nel mio consueto ruolo di Maestro delle Cerimonie, ho deciso quindi che avrei ricevuto gli ospiti vestito da ammiraglio. Ci crederesti che il contrammiraglio è arrivato con la stessa divisa che indossavo? E’ stato divertentissimo! L’ho accolto dicendo “Lei penserà che mi sono montato la testa” (ride a crepapelle, ndr.)…Poi mi sono cambiato d’abito, l’ho fatta passare per una gag e ha funzionato!

 

Il Principe con il contrammiraglio Romani

L’ ultima notte di Giugno mi ha visto in qualità di Maestro di Cerimonie (ormai un mio ruolo principe negli eventi) e co-regista di un evento straordinario di cui ti dò solo un assaggio, perché meriterebbe un’intervista a sé stante… L’inaugurazione a Stra, sulla Riviera del Brenta famosa per le sue eccellenze calzaturiere, di Villa La Superba , una stupenda magione di fine ottocento sede di rappresentanza e “club house” del noto studio di progettazione (calzature, interior design, fashion) RubensLuciano. Questo è stato l’evento privato probabilmente più spettacolare dell’anno e vorrò parlarne in dettaglio. Nella cappella privata ho potuto esprimere un momento di puro Teatro Notturno rappresentando “La Caduta di Lucifero” con i miei performer preferiti: Daniel Didoné e Nina Aprodu fruendo della collaborazione di Laura Giusti, astro nascente della performing art. Semplicemente stratosferiche le proiezioni mappate sulla facciata della villa e sulle fronde degli alberi dell’immenso giardino create da Emanuele Stocco di Circuitozero.

 

 

“La Caduta di Lucifero” a Villa La Superba

L’estate 2019 non è iniziata alla grande, purtroppo, per gli innumerevoli fan della “Piramide” di Riccione: il Cocoricò è stato dichiarato fallito e pare che abbia chiuso definitivamente i battenti. Cosa hai provato ascoltando questa notizia e qual è la tua opinione al riguardo?

Io spero che il Cocoricò possa essere rilevato da imprenditori che vogliano investire per un restauro della struttura ed un rilancio. Certo, è doloroso: finisce un capitolo che è stato il nostro, sarebbe stato meglio non arrivare al fallimento. Indubbiamente c’è stato un atteggiamento, diciamo, un po’ vessatorio nei confronti non solo del Cocoricò ma di tutto il mondo della notte. Il fallimento è stato dichiarato senza giungere ad alcun compromesso, pare quasi che ci sia una volontà istituzionale di cambiare il volto del divertimentificio della Riviera. Vediamo che succederà! Per sdrammatizzare io, intervistato dallo Zoo di Radio 105, ho detto che stavano parlando con una “mummia senza la piramide”! In realtà mi sento un po’ spaesato, perché anche se ho avuto modo di esportare altrove il mio progetto del Teatro Notturno, non ho più una casa madre. Almeno per il momento.

Pensi che sia possibile, un giorno, che il Cocoricò possa rinascere (come l’araba fenice) dalle proprie ceneri?

Lo spero, anche se secondo alcune voci al suo posto vorrebbero costruire dei quartieri residenziali. Mi auguro che non sia così, perché in tal caso non avrebbe senso aver creato un marchio con un grande valore, oltre che evocativo, anche economico per poi distruggere l’essenza del marchio ovvero la location. Sarebbe un grosso danno annientare il Cocoricò. Farlo rinascere, al contrario, sarebbe l’ideale, creando un investimento importante sia in termini di denaro che di creatività per renderlo di nuovo un punto di riferimento internazionale del mondo della notte. Il Cocoricò figurava nella classifica dei primi 10 locali al mondo e come primo locale d’Italia, quello che è successo non me lo sarei mai aspettato…Mi ha molto commosso il pensiero che tutti gli habitué del club hanno rivolto a me considerandomi la sua icona. Se ne avrò l’occasione, farò il possibile per contribuire a far rinascere il Cocoricò a nuova vita, in vesti diverse…Ho tante idee: non penserei solo a rievocare gli anni ‘90, sono già proiettato nel 3000 io! E questo anche grazie al grande amore che mi è stato dimostrato da migliaia e migliaia di fan nella circostanza della sua chiusura.

 

Un fotogramma tratto dal party d’inaugurazione di Villa La Superba

Nel frattempo, la tua vita è stata movimentata dalla miriade di eventi che ormai ne sono diventati parte integrante…Ad esempio, il Life Ball di Vienna. Cosa ci racconti della tua partecipazione a quella che pare sia l’ultima edizione di uno show che ha fatto storia?

Vedi, è un segno dei tempi: anche questo evento, che per 26 anni ha alimentato l’immaginario artistico e creativo dell’ambiente queer a livelli di qualità altissimi, con contributi di artisti persino hollywoodiani …pare che chiuda i battenti. Devo dire che quest’ ultima edizione è stata particolarmente sentita, anche se la mancanza di sponsor istituzionali importanti l’ha un po’ penalizzata. La presenza del famoso Circo Roncalli di Amburgo mi ha spronato a rappresentare uno dei miei personaggi preferiti, il clown bianco, in una versione scenografica e bizzarra indossando un costume raro e prezioso (comparso anche nel film “I Clown” di Fellini) della collezione privata di Antonio Giarola, veronese regista circense e teatrale di fama internazionale.

 

Il Principe al Life Ball di Vienna nei panni del clown bianco

Anche stavolta ho accolto i vip presenti nella reception per la cena di gala e poi mi sono esibito per Redbull insieme a David Morales: è stato un bellissimo finale. Qualcuno dice che il Life Ball andrà avanti comunque…Speriamo! Sta di fatto che la società, in qualche modo, sta implodendo. E bisogna reagire, altrimenti si perde il passo con la libertà, con la libertà di espressione e con il fatto di sentirsi a proprio agio in ogni veste che si decide di indossare. Per me è una grossa preoccupazione: sono segnali brutti. Nei decenni abbiamo cercato di lavorare, anche attraverso il Teatro Notturno e così via, per abbattere limiti e pregiudizi affinché tutti potessero sentirsi bene nella propria pelle; adesso, invece, pare che qualcuno voglia fare dei passi indietro suscitando disagio in persone che cominciavano a vivere la loro dimensione serenamente, senza fare nulla di male agli altri.

 

Ricordi del Life Ball di Vienna. Il Principe con Dave Morales…

…e con il top model Nyle di Marco

Noi andiamo avanti, sperando sempre che si possa recuperare quello che è stato fatto finora. Il Life Ball di quest’ anno è stato bellissimo, molto emozionante, anche un po’ malinconico soprattutto da parte dell’organizzatore Gery Keszler, che ha fatto un discorso molto toccante. Neppure la città di Vienna vuole rinunciare a questo evento che la pone in una vetrina internazionale meravigliosa; tra l’altro, a tutt’oggi il Life Ball (in collaborazione con importanti associazioni internazionali) ha raccolto oltre 30 milioni destinati alla la ricerca sull’ Aids…I risultati si cominciano a vedere. Interrompere questo flusso perché politicamente non si vede più la necessità di organizzare l’evento, secondo me è sbagliato. Bisogna ribadire che l’Aids esiste ancora e che, purtroppo, per l’ignoranza e la mancanza di informazione il contagio sta ritornando alla ribalta. Mettere la parola “fine” sul Life Ball sarebbe quindi sciocco, anche dal punto di vista dello spettacolo e dell’immagine: Vienna in quei giorni è il centro dell’Europa, del mondo, e tra l’altro ricorda il Carnevale di Venezia. Ecco perché amo tanto quell’ evento: perché è un gran Carnevale!

 

Maurice al Life Ball insieme alla Principessa Lilly von Wittgenstein e un amico

Giorni fa è venuta a mancare una figura leggendaria del cinema e del teatro italiano, Franco Zeffirelli. Hai avuto modo di conoscerlo e, in ogni caso, come lo ricorderesti?

E’ stato un grande Maestro. Ho avuto l’onore di collaborare con lui a cavallo tra il 1989 e il 1990 per il “Don Giovanni” di Mozart al Metropolitan – che vedeva il grande Samuel Ramey protagonista – in qualità di assistente (dell’assistente…dell’assistente…) alla produzione, lo conoscevo bene. Ci siamo incontrati a Venezia durante una serata di gala, era il presidente del concorso “Maria Callas, Voci nuove per la lirica” e grazie a Bruno Tosi e Uto Ughi abbiamo fatto amicizia. Dopo la cena a palazzo Malipiero, dove ebbi modo di intrattenere la prestigiosa giuria tra cui c’erano i mitici soprano Renata Scotto e Magda Olivero, Zeffirelli mi invitò a New York, dove, appunto, lavorai con lui per qualche mese. Successivamente ci perdemmo di vista, ma quando capitava di ritrovarsi ci salutavamo e chiacchieravamo molto volentieri… Se Lindsay Kemp è mio indiscusso  mentore, poter vantare una collaborazione con Zeffirelli è per me comunque un onore! Lo porterò sempre nel cuore: era un grande.

 

Ancora un momento immortalato al Life Ball. Qui Maurice è davanti al Municipio di Vienna, sede dell’ evento

Immagino che chiunque, pensando all’estate del Principe Maurice, ti immagini mentre ti esibisci “all night” nei club, la techno martellante come sottofondo. Ma anche il Principe andrà in vacanza, giusto? Vorremmo avere, se possibile, delle anticipazioni…

La mia vacanza è andare a Palma di Maiorca, a casa mia, nel poco tempo libero che mi rimane! Tra l’altro, a Palma ho in previsione un evento molto bello: privato, raffinato…In linea con il mio motto attuale, lo definirei “Meno club, più Kabaret”. In un esclusivo hotel, infatti – il Portals Hills – mi esibirò in uno show di apertura della stagione. O meglio, la stagione è già iniziata ma desiderano che io mi presenti, e a me piace molto l’idea di entrare in questo circolo. Poi ci saranno delle serate in discoteca e lavorerò in Italia in svariate sedi, rifacendomi anche al prodotto techno che mi appartiene…Sebbene ora, come ti accennavo, io sia più orientato verso la dimensione teatrale e nell’organizzazione di happening vari. Le mie esibizioni nelle Baleari mi porteranno sia a Maiorca che a Ibiza: vi aggiornerò di volta in volta! A Venezia, invece, tra gli eventi che attendo con impazienza c’è la Festa del Redentore del 20 luglio, che vi racconterò nel nostro prossimo appuntamento; non vedo l’ora di rivivere questa antica e bellissima tradizione veneziana che viene celebrata fino all’ alba, dapprima sull’ acqua e poi sulla spiaggia.

 

Tramonto a Maiorca

A proposito di club, la società associa non di rado il mondo della notte allo sballo. Che ne pensi e quale sarebbe, in quel caso, la “ricetta alternativa” che il Principe Maurice proporrebbe ai giovani?

Non esiste una ricetta alternativa. L’alternativa è solo informarsi di più, parlare di più di questo problema, perché purtroppo la marcia indietro che hanno fatto le istituzioni a livello di prevenzione ha creato non poco disagio: bisogna imparare a conoscere gli effetti della droga. Non parlandone, drogarsi viene considerato quasi come qualcosa che si può fare tranquillamente. Il vero problema è che non si capisce che cos’è la droga, non il contenitore dove potrebbe succedere una tragedia (ad esempio la discoteca, il bar e così via…). Perché potrebbe succedere ovunque. Anzi, il fatto che non esistano luoghi di aggregazione fa disperdere i giovani e non si ha modo di comunicare direttamente con loro, il che non è l’ideale. Non esiste una forma di divertimento immune, volendo ti puoi drogare anche per andare a messa, oppure a scuola: ci sono ragazzi, per esempio, che si drogano prima delle lezioni pensando di potenziare le proprie prestazioni. Il problema non è che tipo di divertimento proporre affinché i giovani non si droghino, ma informare i giovani sui pericoli della droga e sulla prevenzione, aggiungerei anche dal punto di vista del contagio di svariate malattie (come appunto l’Aids). La società non può abbandonare i giovani a se stessi, deve informarli. Potrebbe essere l’inizio della soluzione di questo grande problema. Non esiste, quindi, una ricetta alternativa dal punto di vista del divertimento ma esiste una ricetta dal punto di vista sociale: cominciamo ad incontrare i giovani ed a spiegare a cosa vanno incontro se vogliono provare l’esperienza della droga.

Concludo con l’anniversario che ti lega a questa rubrica: oggi, infatti, “Sulle tracce del Principe Maurice” compie un anno: qual è il tuo bilancio e come definiresti con un aggettivo il nostro connubio?

Io sono contentissimo di questo appuntamento che mi obbliga un po’ a fare il punto della mia situazione, anche perché mese dopo mese mi rendo conto di quante cose belle faccio! E’ un appuntamento che mi gratifica sotto molti punti di vista. Diventa quasi la cronaca della mia vita: come a corte esistevano gli storiografi del Principe, Silvia Ragni fa la storiografia delle mie avventure notturne, diurne e in giro per il mondo. E’ un bel materiale sul quale posso anticipare che vorrò eventualmente, più avanti, cominciare a scrivere la mia storia. Quindi, grazie a questa rubrica mi è venuta voglia di raccontarmi in maniera ancor più esaustiva prima che manchi la memoria e che io rincoglionisca del tutto (ride, ndr.)…Di raccontare questa vita straordinaria che ho il piacere di vivere! Poi è logico che per VALIUM io evidenzi gli avvenimenti più belli e più intriganti, ma anch’io ho i miei momenti no. Momenti di sofferenza, anche davanti a questa ignoranza che dilaga, a questo rigurgito di omofobia e di xenofobia che non posso condividere, oppure a causa della natura che soffre. Però, nonostante gli inevitabili problemi, grazie alle nostre conversazioni periodiche mi rendo conto che la mia vita è piena di cose che mi rendono felice e delle quali sono fiero. Una definizione per “Sulle tracce del Principe Maurice”? Direi un salotto che, nell’ intimità della nostra amicizia, attraverso VALIUM viene condiviso con tutti i lettori ed è ormai diventato un appuntamento irrinunciabile. Ad Maiora! Adoro portare a tante persone un momento di sorriso, di speranza e di divertimento…

 

Il Principe “clown bianco” con lo sfondo di una scenografia sfarzosa al Life Ball di Vienna

 

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

Sulle tracce del Principe Maurice: il senso del Principe per la meraviglia

Il Principe a Venezia, durante il Gala di The Merchant of Venice

Il contatto, telefonico, avviene mentre il Principe Maurice è in aeroporto: si accinge a partire per Palma di Maiorca, il suo “buen retiro”, per circa una settimana. “Vado alla ricerca di pace interiore, impegni di lavoro a parte. Pasqua è passata da poco e ho già bisogno di un nuovo break!”, mi confessa ridendo. Se c’è qualcosa che il Principe sembra non perdere mai, infatti, è proprio il buonumore. L ‘ ironia con cui affronta una vita frenetica, ma di certo non priva di sorprese. Una vita della quale (come abbiamo già scoperto in svariate occasioni) è sempre pronto a cogliere la meraviglia, le delizie più nascoste e inaspettate. L’ intervista che segue ce lo dimostra una volta ancora, trascinandoci in un racconto ricco di fascino, saggezza e cultura ad ampie dosi. E’ in questo portentoso mix che risiede uno dei punti di forza di Maurice; nel desiderio di apprendere, di lasciarsi stupire da ogni esperienza che si materializza lungo il suo cammino. L’ 8 Maggio ha fatto ritorno a Venezia, per presenziare ai numerosi vernissage organizzati in apertura della Biennale d’Arte. E possiamo star certi che la prossima puntata di questa rubrica pullulerà di aneddoti e di testimonianze sempre più magiche, sempre più avvincenti. Narrate con quel tocco d’ incanto che solo il Principe (e non lo scrivo per piaggeria) è in grado di sprigionare. Ecco cosa ci ha riferito, intanto, degli straordinari eventi che l’hanno coinvolto ultimamente e di quelli, altrettanto sorprendenti, che lo vedranno protagonista a breve…

Ci siamo detti “arrivederci” al Carnevale di Venezia e, rispettando il fil rouge delle ricorrenze, ora dovrai raccontarmi com’è stata la tua Pasqua: sui social hai postato foto di paesaggi di uno splendore da mozzare il fiato!               

Pasqua l’ho trascorsa tra Padova e Vicenza, in campagna, nella pace più assoluta perché ne avevo bisogno. Quelli sono i paesaggi della mia terra: i tramonti, i profumi e i colori del meraviglioso Veneto, dove in compagnia di amici cari, sinceri, con i quali non devi recitare nessun ruolo, ho potuto rilassarmi totalmente. Ho la fortuna di avere amici che vivono in zone e case splendide e devo dire che è un po’ il rovescio buono della medaglia del mio lavoro, a volte abbastanza frenetico e stressante. Grazie a queste belle amicizie e ai luoghi incantati che hanno fatto da cornice alla mia Pasqua mi sono potuto ricaricare. E’ stato proprio un tuffo nella serenità! L’ enorme magnolia che vedete nella foto mi ha regalato tutto l’amore materno della natura che mi era mancato un po’, nel bailamme tra viaggi e impegni vari.

 

 

 

 

I verdeggianti luoghi della Pasqua del Principe

Nella scorsa puntata di questa rubrica, ci anticipavi una tua partecipazione a sorpresa alla Milano Design Week. Da quanto ne so, si è trattato di uno spettacolare anniversario: che ci racconti a tal proposito?

A tal proposito vi racconto che è stato un evento decisamente bello e diverso, di uno spessore artistico straordinario. L’ideazione è stata di Andy dei Bluvertigo con il quale, come sapete, collaboro spesso e volentieri; è venuto fuori un happening stupendo che Visionnaire – un’azienda di arredamento luxury destinato alle abitazioni, agli yacht e così via –   ha voluto regalare ai clienti più fedeli, ai collaboratori internazionali più importanti per i suoi 60 anni di vita e 15 anni di brand. L’ evento era basato sulla pubblicazione di un decalogo di valori che hanno accompagnato l’azienda sin dall’ inizio e che ne hanno determinato il successo. La rappresentazione artistica e visuale di questo decalogo è stata affidata ad una compagnia di danza, EmoX Balletto, con musiche originali scelte ed elaborate da Andy ed artisti che si esibivano negli intervalli tra la presentazione di un valore e l’altro, intervalli che coincidevano anche con l’uscita di una portata creata da Cracco (che ha abbinato 10 piatti ai 10 valori). Erano performance brevi, dalla durata di 1 minuto e mezzo ciascuna ma molto belle, con ballerini e musica dal vivo. Io conducevo lo spettacolo imbastendone il fil rouge narrativo, nel mio stile di Maestro di Cerimonie ma in maniera un po’ più performativa: l’idea era quella di un’iniziazione quasi di tipo “massonico”, perché chi era lì era indubbiamente un privilegiato, e il privilegio vero era non tanto potersi permettere l’acquisto di questi bellissimi e costosissimi elementi di arredo, bensì comprenderne l’origine e lo spirito. E’ stata una celebrazione spettacolare, ricca, che ha portato il concetto di design ad altissimi livelli di rappresentazione (cliccate QUI per ammirare lo splendido video dell’ evento). Nel contesto del Salone del Mobile mi è piaciuta molto anche l’happening di Balich, “Aqua”, incentrata sul ritorno alle vie d’acqua milanesi: un omaggio a colui che le creò, ovvero Leonardo Da Vinci, nel 500mo anniversario della sua morte. Fu lui ad ideare i Navigli. Alcuni, quindi, sono stati riaperti proprio grazie a questa performance: in quel momento Milano, così “acquatica”, era vicina come non mai alla mia Venezia e tutto ciò mi ha divertito molto! Le mie radici, come sapete, sono nell’ acqua. Mi sento un po’ un fiore di loto! (ride, ndr)

 

Il Principe allo show-anniversario di Visionnaire…

…e insieme a Cracco, durante lo stesso evento

Tornando ancora al nostro ultimo incontro, mi soffermo sul percorso “lagunare” dei cinque sensi che hai illustrato ai lettori di VALIUM. Per quanto riguarda l’olfatto, proprio in quel di Venezia, recentemente sei stato coinvolto in un Gala molto speciale…          

The Merchant of Venice ha organizzato un simposio di altissimo livello sulle essenze – a cui hanno partecipato i più prestigiosi esponenti internazionali dell’azienda del profumo – e un gala di presentazione di due sue nuove fragranze: una di queste si chiama Imperial Emerald ed è ispirata all’ Oriente, nello specifico alla Persia, e come ben saprete il pavone è l’emblema dell’Impero Persiano. Questo mi ha stimolato a preparare una performance valorizzata da una scenografia e da un’animazione molto orientaleggianti, durante la quale ho sfoggiato un esotico copricapo a coda di pavone. Al termine c’è stata una cena di gala in pieno stile veneziano nel palazzo di Ca’ Vendramin Calergi, una serata sontuosa sempre all’ insegna dell’iconografia del pavone. L’ evento, nel complesso, è stato splendido! Si è festeggiata anche l’acquisizione della licenza del marchio Scervino da parte di Mavive (uno dei brand di The Merchant of Venice) e quindi il nuovo profumo di Ermanno Scervino. Cena di gala a parte, tutto si è svolto nel San Clemente Palace Kempinski Venice, un Hotel a 5 stelle situato sull’ isola di San Clemente.

 

Casanova sì, ma in chiave orientaleggiante…Il Principe al Gala di The Merchant of Venice

Se ti chiedessi qual è il senso che ti ha “catturato” in questo ultimo mese, cosa risponderesti?           

L’ udito. Io amo la musica, la suono, la ascolto, la canto, quindi l’udito per me è fondamentale. L’arte più suggestiva è indubbiamente la musica, perché è la colonna sonora di quello che ti succede e condiziona moltissimo lo stato d’animo. Facci caso: se guardi una scena comica con il sottofondo di una musica inquietante ti fa paura, se guardi un omicidio con un sottofondo buffo ti fa ridere. Adoro la musica classica, molto antica…Dai Madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa alle pavane elisabettiane, passando per i canti gregoriani. Attraverso le loro melodie, se ho la possibilità di rilassarmi e di chiudere gli occhi, raggiungo una condizione mistica! La musica barocca, invece, mi serve per ricaricarmi… Parlando sempre di musica, mi ricollego anche al concerto che il Duo Bellavista-Soglia ha tenuto il 1 Maggio all’ Autodromo di Imola. Un concerto del quale sono stato spettatore, ma uno spettatore veramente deliziato dal fatto che questi due ragazzi stiano andando avanti con nuove rielaborazioni di musiche, con il concetto del cross over che mi appartiene tantissimo ed è uno dei motivi per cui mi stanno così a cuore. Durante la commemorazione del 25mo anniversario della scomparsa di Ayrton Senna, un evento che li ha visti esibirsi con una performance al mattino ed una in chiusura delle celebrazioni, Raffaello Bellavista e Michele Soglia hanno proposto un’interpretazione lirica di “Heroes” di David Bowie che mi ha fatto venire la pelle d’oca! Sono sempre più bravi, hanno avuto un successo strepitoso: persino gli appassionati di motori tout court hanno apprezzato la poesia e la sincerità dell’omaggio musicale che hanno fatto ad Ayrton. Insieme a loro, il 30 Aprile scorso ho assistito ad un altro evento straordinario. A Casola Valsenio, un paesino romagnolo di 2700 anime, da 120 anni si festeggia l’arrivo della Primavera con una sfilata di carri allegorici. Ma attenzione, sono carri che non hanno nulla di “carnascialesco”! Vengono realizzati con i materiali locali, tra cui il gesso (siamo in zona Vena del Gesso), dai giovani del posto. I carri sfilano nel centro della cittadina lasciando il pubblico senza fiato: sono davvero spettacolari, dei tableaux vivants con figuranti in posa e un’accurata ricerca di luci, costumi, allestimenti… Quest’anno erano dedicati a tre temi chiave: “L’altra metà” (un “j’accuse” sulla condizione della donna), “Colpa di Stato” anziché “colpo di stato” e “L’invisibile rotta dei sogni”. Michele Soglia vive a Casola, quindi è stato un piacere assistere a questa parata insieme al Duo. Pensa che, riconoscendomi, gli organizzatori mi hanno nominato padrino della manifestazione ed ho premiato i vincitori io stesso!

 

Il Duo Bellavista-Soglia, “living soundtrack” dell’ Ayrton Day all’ Autodromo di Imola

Il 28 Aprile si è concluso “AperyShow”, la quattro giorni di charity event che si tiene ogni anno a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova. E che quest’ anno ti ha visto protagonista. A quale causa verranno devoluti gli incassi e su cosa era incentrata la tua performance?         

Non so esattamente quale sia l’obiettivo di questa edizione, ma l’edizione scorsa era finalizzata alla realizzazione di un parco giochi nella cittadina dove è nato tutto, cioè Campo San Piero (non Piazzola). Un parco giochi molto grande e bello, attrezzato anche per bambini diversamente abili, che è stato inaugurato tre giorni prima di AperiShow 2019. Penso comunque che i ricavi siano destinati a un’opera pubblica, fruibile da tutta la popolazione. Per quanto riguarda I’ aspetto musicale, ogni giorno era intitolato a un genere: commerciale, latineggiante e così via…Visti i miei trascorsi, mi sono esibito durante la serata consacrata al tech-house ed ho fatto una performance simile a quelle che al Cocoricò mi vedevano protagonista. Era un omaggio a David Bowie a cui ha assistito un pubblico foltissimo, di ogni età e status.  Data la pioggia battente, dal palco scorgevo una marea di ombrelli colorati. Non potendo applaudire, la gente urlava dalla gioia e muoveva gli ombrelli per farci sentire che c’era! E’ stato molto emozionante. Io ho cantato “Hallo Spaceboy” di David Bowie, tratto dall’ album “Outside”, e ho dedicato “Heroes” a chi ha lavorato allo show e a tutto il pubblico: sono tempi in cui per andare avanti bisogna essere un po’ eroi, per cui sottolineo sempre il valore di questa canzone. La mia performance è stata di puro Teatro Notturno, con luci ed effetti speciali curatissimi. “AperiShow” è un evento ormai entrato nel cuore degli spettatori locali (ma penso che in molti arrivino anche da fuori), è un successo annunciato.  Nonostante il tempo un po’ bizzarro, è stato bellissimo ritrovare tanti personaggi importanti del mondo della musica, del vocalism…Partecipiamo tutti a titolo gratuito per sposare la causa. Questo festival si svolge in un contesto quasi familiare, e poi la location è speciale: siamo di fronte a questa villa meravigliosa, Villa Contarini, un’eccellenza dell’arte e dell’architettura veneta.

 

 

 

Alcuni scatti dell’ AperyShow 2019 a Piazzola sul Brenta

Sempre a proposito di eventi, il 5 Maggio hai preso parte alla giuria del Premio Dino D’Arcangelo, il giornalista di Repubblica commemorato al Music Inside Festival di Rimini. Che puoi dirci, di quella esperienza?

In realtà, essendo sopraggiunti importanti appuntamenti di lavoro nelle Baleari, ho dovuto rinunciare alla mia presenza fisica. Però ho fatto parte della Giuria, alla quale ho inoltrato un mio intervento scritto. Nicoletta Magalotti, la mitica NicoNote del Cocoricò, e Pierfrancesco Pacoda hanno desiderato istituire un Premio in onore e ricordo di Dino D’Arcangelo, che teneva la rubrica musicale “Tenera è la notte” su Repubblica: il Premio, alla prima edizione, ha avuto per nome proprio “Tenera è la notte – Dialoghi trasversali sulla Club Culture” ed è stato dedicato alla sua memoria. Già questa, di per sé, è una cosa emozionante e bellissima! Io ho fatto la mia scelta, non è combaciata con quella del resto della giuria – composta, oltre che dal sottoscritto, da Ernesto Assante di Repubblica, NicoNote, il consulente marketing Pierluigi Pierucci, il dj Claudio Coccoluto e i giornalisti Piefrancesco Pacoda e Damir Ivic – ma è andata bene ugualmente: ha vinto la Baia degli Angeli, così battezzata prima di diventare Baia Imperiale. La premiazione è avvenuta il 5 Maggio, mentre il 6 ero invitato ad un simposio dal titolo “Imprenditoria della notte, tra creatività e mercato”: il mio intervento scritto è stato letto pari pari da NicoNote. (lo trovate in calce all’ intervista)

D’Arcangelo sdoganò la House e la Techno, elevandole a dei veri e propri generi. A tuo parere, oggi, esiste un’avanguardia musicale che meriterebbe di essere legittimata?      

Purtroppo no. Spero che qualcosa venga fuori, perché c’è bisogno di nuovi fermenti. Ho “intercettato” un piccolo germoglio, ma è ancora troppo immaturo per poter essere capito…Mi riferisco al mondo della notte, naturalmente. Niente a che vedere, comunque, con quello che rappresentarono la House e la Techno. Ricordo che Dino D’Arcangelo volle invitare Assante alla LoveParade per fargli capire che non erano una moda, bensì un autentico movimento musicale, e noi del Cocoricò ci andammo tutti insieme. Per amor di sintesi, quindi, direi che di avanguardie artistiche inerenti alla Club Culture non ce ne sono. Non a tutt’oggi, almeno.

 

Rimini: la storica piazza Cavour e la Fontana della Pigna

Se dico “Riccione”, suppongo che per te equivalga a dire “Cocoricò”. Cosa rappresenta, invece, Rimini per il Principe Maurice? Spiegacelo con tre aggettivi.

Il primo nome che associo a Rimini è quello di Fellini, che le conferisce un senso in più del grottesco, del giocoso in confronto a Riccione. Rimini è divertente perché è più “grassa”, se vogliamo. E’ assolutamente felliniana, e lo rimarrà per sempre: è il suo imprinting. Anche se ha perso forse quella magia del Grand Hotel, dell’eleganza. Però è stata senza dubbio una pioniera del turismo di massa, delle meritate vacanze per tutti. Tre aggettivi per descriverla? Simpatica, grassoccia, divertente. Ovvero felliniana!

Non può mancare il consueto aggiornamento sui tuoi progetti “non top secret” e sugli appuntamenti imperdibili a cui ti accingi a presenziare: quali anticipazioni ci dai?             

A breve termine ho in programma alcune serate flash nei locali, ma soprattutto performance associate alla cultura. O meglio, a una visione nuova, più fruibile della cultura attraverso il racconto. Per cui il 19 maggio prenderò parte al Festival del Cardello, di cui il Duo Bellavista-Soglia è organizzatore e direttore artistico. Mi esibirò nel Giardino delle Erbe di Casola, un luogo veramente magico, in questo piccolo anfiteatro che è stato creato proprio all’inizio del giardino. Lì mi vedrete nei panni di attore e interprete del Futurismo virato sul settore culinario: sarà presente anche il Presidente di Casa Artusi, un’esponente di punta della cucina tradizionale, al quale controbatterò in maniera simpatica, un po’ folle e in stile futurista con improbabili ricette, soprattutto con la filosofia della cucina futurista (che rievoca abbastanza certe ossessioni alimentari odierne). Terre come la Romagna hanno sempre coniugato la natura con l’arte, con la rappresentazione…Casola è una cittadina di provincia, ma ha un fascino unico: ho scoperto che è la provincia la vera risorsa d’Italia, sotto tutti i punti di vista. Nelle Baleari sono stato invece per delle belle iniziative che vi racconterò molto presto, ma il mio progetto più imminente mi vedrà protagonista al Festival del Cardello. Nel frattempo, per incuriosirvi ancora di più, posso anticiparvi che – oltre a quello nel film “Ca Moon”–  c’è nell’aria un ruolo in una nuova pellicola: la mia carriera cinematografica sembra predisporsi in maniera continuativa. Mi lancerò…Hollywood mi sta aspettando! (ride)

 

La locandina del Festival del Cardello con relativo programma

L’ INTERVENTO DEL PRINCIPE MAURICE AL SIMPOSIO “IMPRENDITORIA DELLA NOTTE, TRA CREATIVITA’ E MERCATO” DEL MUSIC INSIDE FESTIVAL DI RIMINI

Buongiorno, carissimi.

Innanzitutto voglio scusarmi per non essere presente ma urgenti impegni di lavoro all’estero per un progetto importante cui tengo tantissimo riferito ad una missione culturale della mia città, Venezia, mi tengono lontano dall’Italia per altri tre giorni oltre la data odierna. Mi spiace molto non essere qui di persona perché a questo ambiente devo tantissimo e sono onorato che Nico mi abbia pensato sia come membro della Giuria del neonato premio “Tenera è la Notte” in memoria del compianto Dino D’Arcangelo che come relatore per questo interessantissimo simposio. Grazie, quindi, a lei e a tutti voi. L’argomento che tratterete non è affatto semplice ed ha una valenza che va oltre la mera offerta  di servizi, sempre più regolamentati e in qualche modo limitati da una visione spesso populistica e cieca delle Autorità competenti, per arrivare a “contaminare” attraverso la proposta artistica, strettamente legata la mondo del “loisir”, le mode e i modi di intere generazioni. Non mi intendo della parte “tecnica” e posso solo dare un parere che suona come consiglio: la qualità e la sicurezza devono essere i punti focali per avviare e perseguire un’impresa che fa dell’accoglienza il suo scopo. Ritengo, invece, di poter portare una testimonianza credibile sul fatto che la CREATIVITÀ faccia davvero la differenza, di qualsiasi genere musicale di intrattenimento si parli, come VALORE AGGIUNTO di un “sistema notte” che sta conoscendo una crisi così pertinace e apparentemente insormontabile. La mia esperienza personale è un esempio lampante di come attraverso un prodotto creativo originale, visualmente riconoscibile ed emotivamente coinvolgente, frutto di studio, passione e improvvisazione su un tema variabile,  si riesca a “iconizzare” un artista ma anche un genere al punto, pur nella sperimentazione o forse proprio per quella, da renderli estremamente commerciali. La Baia degli Angeli (poi Imperiale) premiata ieri da una parte e il Cocoricò degli anni ’90 dall’altra ne sono una testimonianza storica. In buona sostanza, se da un lato le ingerenze dei “social” e dei “media” vorrebbero con il loro banale melting pot culturale appiattire se non annientare il valore aggiunto dell’UNICITÀ (di personaggi come di luoghi che per avere successo DEVONO essere riconoscibili), dall’altro si riscontra nelle gestioni,  stressate da mille ingerenze politiche e burocratiche e timorose di non poter attingere nel calderone giovanile l’utenza necessaria per poter mandare avanti l’impresa con i suoi costi fissi impressionanti, una RASSEGNATA PASSIVITÀ. Siamo nell’epoca dei format preconfezionati che hanno cosi tanto successo perché la fondamentale figura del Direttore Artistico dei locali è pressoché stata eliminata. Per un’azienda seria la professionalità di qualcuno che in ESCLUSIVA pensa, crea e realizza una VISIONE artistica del programma musicale, scenografico e d’immagine in generale è FONDAMENTALE. È solo col suo operato, condiviso con la parte amministrativa, che la creatività diventa quel valore aggiunto e necessario al successo di un luogo di divertimento e spettacolo. Sarà sua responsabilità coinvolgere gli interpreti giusti del suo concept per condizionare il mercato e non esserne vittima con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Occorre avere il coraggio di creare situazioni nuove individuando strade che portino a trend coinvolgenti ed “educativi” per quelle masse di giovani (e non) che sicuramente reagiranno alla noia del déjà vu del quale hanno dato prova frequentando sempre meno le discoteche. Attenzione: per déjà vu non intendo gli eventi dedicati alla straordinaria memoria delle rivoluzioni musicali e di costume che a mio avviso sono sempre importanti proprio come testimonianza della potenza, appunto, della creatività ma del fatto che ormai ovunque si propone più o meno lo stesso prodotto non facendo più presa sulla curiosità della novità. Per finire voglio consigliare agli operatori del settore di non adagiarsi su improbabili “certezze” già obsolete ma di cercare nuovi talenti e dare loro fiducia e rispetto magari sotto l’attenta guida di chi ha esperienza da trasmettere. CREATIVITÀ: capacità PRODUTTIVA della ragione e della fantasia (dizionario). Buon lavoro e buona festa a tutti nella speranza di rivederci presto.

Maurice Agosti

 

Photo courtesy of Maurice Agosti e Duo Bellavista-Soglia

 

 

 

 

Il Duo Bellavista-Soglia e il fascino della Romagna: una miriade di nuovi, suggestivi progetti

Raffaello Bellavista e Michele Soglia (foto di Leandro Martino)

Chi segue VALIUM ricorderà di certo la prima intervista (potete rileggerla qui) del Duo Bellavista-Soglia apparsa su questo blog: eravamo a due giorni da Ferragosto, ed addentrarci nel suo mondo è stato come lasciarci incantare dalla magia di un cielo stellato in piena Estate. Raffaello Bellavista al pianoforte, Michele Soglia alla marimba, hanno dato vita ad un ensemble cameristico – il Duo Bellavista-Soglia, appunto –  che, dal 2017, prosegue ininterrotto in un cammino di sempre nuove iniziative ed eclatanti successi. I suoi punti di forza? Una solida preparazione accademica, un talento musicale innato ma anche ampie dosi di eclettismo: il Duo (come avete già avuto modo di apprendere) adora mettersi in gioco, sperimentare, coniugare le più disparate forme di espressione artistica. Il risultato è sorprendente, immancabilmente avvolto nella suggestività che pervade ogni sua performance. Non è un caso che sia anche esibito nel rarefatto scenario dell’ alba o in location mozzafiato come possono esserlo – per fare solo un paio di esempi – l’ Arena delle balle di paglia di Cotignola e la Cava Marana di Brisighella. Otto mesi dopo il nostro primo incontro, Raffaello e Michele sono lanciatissimi. Entusiasti come non mai, hanno in serbo una raffica di progetti: di alto profilo, originali, sbalorditivi. E me ne parlano di persona travolgendomi con una ventata di euforia elettrizzante.

Nella nostra precedente conversazione abbiamo citato Mozart e, casualmente, vi incontro al vostro ritorno dall’ Austria…Che impressioni vi ha lasciato, la patria del grande Amadeus?

Siamo andati in Austria per un concerto in forma privata e per incontrare dal vivo uno dei più grandi marimbisti viventi: Bogdan Bacanu. L’esperienza è stata molto gratificante ed abbiamo avuto modo di toccare con mano la grande sensibilità ed attenzione che questo stato ripone nell’arte. In particolare, il nostro repertorio sta trovando grande attenzione verso il pubblico teutonico, in quanto le sonorità della musica colta occidentale si uniscono con atmosfere latino-americane creando un connubio che risulta molto coinvolgente sia per i neofiti che per gli addetti ai lavori.  Concludiamo affermando che il tema del viaggio è sempre stato un elemento di fondamentale importanza per la crescita di un artista, non a caso un grande compositore come Mozart fu indissolubilmente legato all’Italia.

 

Il Duo in Austria insieme al marimbista Bodgan Bacanu

Musicalmente parlando, trovereste stimolante “emigrare” all’estero o siete più propensi a rimanere in Italia, nota d’altronde come culla del belcanto e di celebri compositori?

 L’Italia è una meta obbligata per chi si voglia approcciare alla musica ed alla cultura in generale. Qui è nato il pianoforte con Bartolomeo Cristofori, è nato il Belcanto e moltissimi sono gli artisti di spicco che, dal passato fino ad oggi, hanno attraversato il nostro territorio. Mi viene in mente Mozart, che studiò con Padre Martini a Bologna, oppure il compositore ungherese Liszt che addirittura compose una raccolta di composizioni dedicate all’Italia. Nonostante quindi vi sia una situazione non sempre semplice, è innegabile che nel Belpaese vi siano delle realtà di eccellenza che continueranno a brillare contando anche su un pubblico che sta diventando sempre più sensibile verso l’arte. Tornando alla tua domanda siamo convinti di restare, consolidando la nostra presenza anche attraverso l’imminente costituzione di un’Accademia di alta cultura. Questo progetto non esclude la possibilità di effettuare tournée in vari periodi dell’anno, al fine di portare la nostra musica a un pubblico diverso e al contempo arricchirci di nuove sensibilità e atmosfere.

Come procede la carriera di baritono di Raffaello? E Michele ha novità da raccontarci riguardo i Mourn in Silence, la band di symphonic metal di cui è il batterista?

Raffaello: E’ stato un anno molto importante dal punto di vista della mia crescita artistica, in quanto ho completato il mio percorso accademico di pianoforte con un prestigioso diploma specialistico post-laurea conseguito con il maestro Roberto Cappello. Per quanto concerne il canto, ho in programma di completare la mia formazione accademica e sto preparando diversi concerti in qualità di baritono che mi vedranno ospite in diversi teatri e festival.

Michele: Per quanto riguarda i Mourn in Silence stiamo lavorando per l’imminente uscita del prossimo cd che sarà presentato a breve.

 

Raffaello nel giorno del diploma

Il Duo “live”

Torniamo ai vostri progetti in “Duo”. Il 1 Maggio coinciderà con una data molto importante, per il Duo Bellavista-Soglia: parteciperete infatti alle celebrazioni per l’Ayrton Day all’ autodromo di Imola, commemorazione del leggendario pilota del quale quest’ anno ricorre il 25mo dalla scomparsa. Cosa potete anticipare della vostra esibizione?

Il 1 maggio sarà per il Duo Bellavista-Soglia un appuntamento cruciale, in quanto siamo stati scelti per un evento di estrema importanza che avrà una ricaduta internazionale. Inoltre, per noi è un onore immenso poter fare un concerto per uno dei più grandi campioni che il mondo abbia mai conosciuto: Ayrton Senna. L’ evento, che si svolgerà nel circuito di Imola, dove il pilota perse la vita in un tragico incidente il 1 maggio di 25 anni fa, vedrà la partecipazione di diverse migliaia di persone e si estenderà per l’intero arco della giornata. La parte musicale sarà interamente affidata a noi e vi saranno due interventi: il primo, attorno alle 10:00, aprirà la conferenza stampa degli ex-piloti portando in sala un’atmosfera carica di suggestioni, mentre il secondo sarà il concerto di chiusura della giornata, intorno alle 18:30, e verrà amplificato per tutto l’autodromo. I brani scelti vedranno una perfetta unione tra aspetti della musica occidentale colta e stilemi della musica latino americana. Inoltre, all’interno del concerto abbiamo scelto di inserire alcuni brani cari al pilota ed ai suoi fan, uno tra tutti il tema “Da Victòria” di Novo ed “Heroes” di David Bowie, che rielaboreremo per il Duo.La scaletta della nostra esibizione sarà ricca di sorprese e di brani legati in maniera sia diretta che simbolica al grande Ayrton Senna.

 

Il Museo Multimediale Checco Costa dell’ Autodromo di Imola

Nel mondo della Formula 1, la componente adrenalinica è fondamentale. Voi come la vivete? Quali emozioni vi animano, mentre siete sul palco?

Le emozioni che proviamo sul palco sono tantissime, la musica scorre veloce nelle vene come un’auto lanciata in pista alla massima velocità. Possiamo dire che è una sensazione quasi indescrivibile, perché racchiude in sé stati sublimi uniti a momenti estatici, sui quali però bisogna mantenere un ferreo controllo emotivo.

 

Raffaello nelle vesti di baritono

Sempre a Maggio – a partire dal 19 – prenderete parte a un altro evento-tributo prestigioso dedicato, stavolta, allo scrittore Alfredo Oriani. Il Festival del Cardello, di cui siete organizzatori e direttori artistici, vi vedrà protagonisti a più riprese. Che ci raccontate, al riguardo?

Dopo il grande successo del festival che si è svolto lo scorso agosto all’interno della Cava Marana, abbiamo scelto di valorizzare un’altra realtà artistica di grande importanza quale la Villa Il Cardello di Alfredo Oriani, creando un festival intitolato: “Oriani, il Cardello, il fascino della Romagna”. La manifestazione sarà composta da quattro simposi ispirati a vari aspetti della Romagna: uno, in particolare, focalizzato sul tema della bicicletta, con un riferimento diretto allo scrittore considerato uno dei primi estimatori del mezzo a due ruote. Riassumendo brevemente, il primo appuntamento si terrà nell’anfiteatro del Giardino delle Erbe gestito in maniera encomiabile dal direttore Sauro Biffi e vedrà una sorta di disputa culinaria moderata dal giornalista Pietro Caruso tra la scienza in cucina di Pellegrino Artusi rappresentato dal Presidente di Casa Artusi Giordano Conti e la cucina futurista di Marinetti decantata dal Principe Maurizio Agosti, grande Maestro delle cerimonie del Carnevale di Venezia. Il secondo appuntamento, che si svolgerà nel suggestivo parco della Villa il Cardello, un luogo di  straordinaria bellezza aperto raramente al pubblico,  vedrà un dialogo sulla Romagna tra il celebre attore Ivano Marescotti ed il poeta Franco Costantini. Al terzo appuntamento, che si svolgerà nella sala Pifferi del Cardello, parteciperà il celebre giornalista sportivo Marino Bartoletti intervistato da Pietro Caruso (uno dei fondatori de Il Corriere di Romagna). Anche qui saranno molto interessanti i temi trattati che verteranno sulla passione per la bicicletta dei Romagnoli, da Alfredo Oriani a Marco Pantani passando per il salace Lorenzo Stecchetti.Il festival si concluderà con una serata incentrata sull’intervista ad Antonio Patuelli, a cura di Pietro Caruso, sul Risorgimento in Romagna. Ovviamente, per ogni appuntamento il Duo Bellavista-Soglia preparerà programmi diversi in relazione ai temi trattati, dando vita a serate estremamente raffinate e coinvolgenti.

 

La Villa Il Cardello

Il Giardino delle Erbe

Il Festival esordirà con una disputa culinaria-avanguardista condotta, tra gli altri, dal Principe Maurice: una nuova tappa nel vostro percorso di collaborazione. Cosa pensate del suo intervento e del contributo che apporterà alla kermesse?

La serata di apertura si terrà nel suggestivo anfiteatro del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio. Il titolo sarà proprio “Dalla scienza in cucina di Pellegrino Artusi alle avanguardie della cucina Futurista”.Avremo il Presidente di casa Artusi Giordano Conti e la partecipazione straordinaria del Principe Maurizio Agosti.Sarà una serata estremamente interessante, dal climax crescente, che culminerà nella visione della cucina Futurista di Marinetti lasciata al provocatorio Maurizio Agosti. Anche la musica svolgerà un ruolo di primaria importanza, dall’opera lirica legata al periodo storico di Pellegrino Artusi alla musica del Novecento di ispirazione futurista. Sicuramente assisteremo a uno spettacolo che stravolgerà il nostro concetto di show cooking.

 

Il Duo insieme al Principe Maurice

La vostra “partnership” con il Principe ci riserverà ulteriori sorprese?

Con il Principe Maurizio Agosti c’è un rapporto di reciproca stima e di comune visione dell’arte considerata nella sua ecletticità. Proprio partendo da questi presupposti, la serata dedicata alla cucina futurista, sottolineo futurista nel senso della grande avanguardia fondata da Filippo Tommaso Marinetti, sarà solo l’inizio di una serie di eventi di alta cultura che ci vedranno in stretta collaborazione. Giusto per dare qualche anticipazione, per il festival della Cava Marana in programma la prossima estate stiamo allestendo un suggestivo simposio che vedrà Maurice nei panni di Goldoni, il celebre commediografo veneziano che fu molto legato al territorio faentino ed alla famiglia Spada, in particolare al Marchese Spada.

 

 

Michele alla marimba

Il Festival, come mi accennavate, avrà per titolo “Oriani, il Cardello, il fascino della Romagna”, che è poi anche la terra di origine del Duo Bellavista-Soglia. Che rapporto avete con i luoghi nativi, con il territorio in cui a tutt’oggi vivete? L’ impressione che ho è quella di un legame profondo. Come descrivereste la “vostra” Romagna?

Si tratta di un rapporto estremamente profondo, quando sei in Romagna puoi respirare aria di casa! Per tante ragioni: il cibo, la cultura, la natura, la vita notturna e…Ovviamente, anche le belle donne! Il legame, quindi, è fondamentale, anche perché nel tempo abbiamo avuto modo di conoscere e di comprendere le eccellenze del nostro territorio. Io e Michele siamo nati in due comuni racchiusi nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola e siamo testimoni della lungimiranza di chi gestisce il parco o di chi amministra “ridenti paesini” come Casola Valsenio, che vede Maurizio Nati come assessore alla cultura e Nicola Iseppi come Sindaco.Tra i grandi innamorati della Romagna figura sicuramente IF Tourism Company, impegnata in prima linea per la promozione del territorio imolese-faentino. Senza poi dimenticare l’attivissima Pro Loco di Casola presieduta da Boni Bruno. La Romagna è un luogo meraviglioso dove ci piace “rifugiarci” dopo le nostre mille avventure in giro per il mondo.

 

Un’ altra foto live del Duo

Dopo il Cardello sarà tempo di vacanze. Mare o montagna? E con quale progetto il Duo tornerà a Settembre?

Dopo il Cardello “dovrebbe” essere tempo di vacanze……..No! Stiamo organizzando concerti che vedranno il Duo Bellavista-Soglia impegnato in un fitto calendario fino al 2020.Tra tutte queste date spiccano alcune situazioni molto particolari, tra cui, il 7 luglio, un concerto che si terrà in un incantevole borgo abbandonato sulle colline Imolesi denominato Brento Sanico. Il 20 luglio Raffaello Bellavista sarà ospite di un prestigioso galà lirico intitolato “Le Voci della Sera” che si terrà in piazza Machiavelli nella suggestiva Castrocaro Terme; da non perdere, il 16 agosto, nella piccola bomboniera medioevale di Palazzuolo Sul Senio, una serata a lume di candela sul letto del fiume Senio, con degustazione di vini accompagnata dalla magia del pianoforte e della marimba. Senza poi dimenticare il festival che si svolgerà, nel mese di agosto, nella suggestiva Cava Marana.

 

Photo courtesy of Duo Bellavista-Soglia

Photo credits: Leandro Martino

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: un Carnevale intriso di magia lunare

Il Principe con il “cosmico” costume del Carnevale di Venezia 2019

“E’ tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti”, dice Otello nel quinto atto della tragedia shakespereana omonima. Un detto latino recita invece: “Semel in anno licet insanire”, “una volta all’ anno è lecito impazzire”, il cui significato, con il passar del tempo, è andato ad associarsi al Carnevale ed alla sua ritualità liberatoria, giocosa, eccentrica. Se il dizionario designa il lunatico come colui che (citando il Treccani) “patisce di accessi di pazzia ricorrenti con le fasi lunari”, viene spontaneo instaurare un legame stretto tra Carnevale, luna e il concetto di “temporanea follia” a cui si riferivano gli antichi popoli. Non sorprende, quindi, che il tema del Carnevale di Venezia 2019 fosse proprio “Blame the Moon”, “Colpa della Luna”. Ed è dal magico  Carnevale della Serenissima che prende spunto questa conversazione con il Principe Maurice: chi meglio di lui, Gran Cerimoniere del Carnevale e icona della notte per antonomasia, avrebbe potuto ripercorrere insieme a noi le “lunari” celebrazioni terminate il 5 Marzo scorso? Avvolto in un alone cosmico accentuato dal costume e dal copricapo creati per lui, rispettivamente, da Pier Luigi Pizzi e da Alessio Aldini, il Principe emana un fascino a dir poco siderale (e mai termine fu più appropriato). Grazie ai suoi racconti ci immergiamo nell’ incantevole kermesse lagunare per poi approdare a Kiev e rifugiarci, infine, nei boschi odorosi di fiori appena sbocciati: un viaggio ammaliante che si addentra anche in uno speciale percorso casanoviano, dove i cinque sensi si coniugano con la storia, l’ arte, il savoir faire, la tradizione… Ma, soprattutto, con la voluttuosità del leggendario seduttore veneziano.

In questa puntata della nostra rubrica avrai molto, anzi moltissimo, da raccontarci…Non si può che iniziare con il Carnevale di Venezia, che ti vede sovrano. Attraverso quali “flash” lo rievocheresti?

Come ogni anno, ho svolto il ruolo di Gran Cerimoniere in apertura e chiusura del Carnevale, ho presieduto al Concorso delle Marie e ai Voli dell’Angelo. “Voli”, al plurale, perché vi avevo anticipato che quest’anno ci sarebbe stato un secondo volo ufficiale: al Volo dell’Angelo effettuato da Erica Chia, la vincitrice del Concorso delle Marie 2018, si è aggiunto quello dell’Angelo Guerriero, la Maria votata dai lettori del Gazzettino, ovvero Micol Rossi. Micol soffre di morbo di Crohn da tantissimi anni, e oltre al disagio e alla paura chi è affetto da questa malattia si trova spesso a sperimentare la discriminazione. Il messaggio che ha voluto dare calandosi dal campanile di San Marco è stato quindi di grande coraggio, un dire “Non vergogniamoci di star male, di essere diversi. Anzi, sosteniamo chi ha problemi come noi, chi è a rischio di emarginazione anche sul lavoro.” E’ stato un bellissimo messaggio. Ho accolto Micol personalmente, ci siamo commossi tutti…E’ stato un Carnevale molto bizzarro e pieno di momenti emozionanti, si è riso ma si è anche pianto. Pianto di gioia, che è la cosa più bella! La gioia di riuscire a fare delle cose straordinarie, perché è stato un Carnevale straordinario: “lunatico” per l’ispirazione alla luna, al primo allunaggio di 50 anni fa, ma anche con riferimenti fantasiosi e un po’ Steam Punk dettati dalla fantascienza. Tutte le sere ho fatto da anfitrione al party “Blame the Moon” che si teneva al casino, Ca’ Vendramin Calergi, ma altrettanto belle sono state le feste dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia e le feste private. Quest’ anno c’è stata una festa in più, “Il Carnevale del Futuro”, curata dalla catena di superlusso Aman. All’ Aman Venice, l’hotel a 7 stelle di Venezia, è stato organizzato un venerdì grasso iper esclusivo che includeva una cena riservata a pochi e privilegiatissimi ospiti, e un dopocena danzante all’ Arsenale con i dj più cool del pianeta. La cena e’ stata un po’ avvolta nel mistero: pare che ci fossero persone molto, molto importanti…Il dopocena all’ Arsenale, invece, era aperto a un pubblico più vasto ed è stata quella la novità mondana. Anche dal punto di vista della piazza, c’è stato un intervento straordinario: dalle 17, 30 fino a dopo cena l’Home Festival di Treviso (un festival di caratura internazionale incentrato sulla musica elettronica e le band di avanguardia) sponsorizzato da Red Bull ha portato in Piazza San Marco musica di qualità, nuova, bella, per i giovani, che dopo si trasferivano all’ Arsenale a fare discoteca.

 

Il Principe con le Marie

Il Volo dell’ “Angelo Guerriero” Micol Rossi

Quale è stato, per te, l’episodio più magico in assoluto di questa edizione “sotto il segno della luna”?           

Ho fortissimamente voluto l’artista russa Sasha Frolova come ospite di questo Carnevale. E’ un’esponente del filone dell’Inflatable Art, l’”Arte Gonfiabile”: ci sono artisti che creano enormi strutture gonfiabili in varie forme, e Sasha è una di questi. Le sue sculture sono state ospitate alla Biennale di Venezia, è un’artista famosa in tutto il mondo, ma realizza anche cose che puoi indossare. E per il Carnevale ha creato un costume composto da parti gonfiabili che banalmente potrebbero essere chiamati palloncini, ma non lo sono. Sasha taglia delle forme, le incolla con una colla particolare, le gonfia in un certo modo e diventano figure aliene, che hanno un non so che di extraterreno. La sua creazione veneziana si chiamava “Baroque” ed era interamente in lattice bianco, con una maschera dal sapore fetish, un copricapo che somigliava a una parrucca e abiti che rievocavano dei costumi settecenteschi. Abbiamo interpretato insieme una coppia. Io ho annullato la mia identità per diventare una sua opera d’arte, ho voluto omaggiarla cosi. E’ stato un momento meraviglioso e magico!

 

L’ “entrée” in Piazza San Marco del Principe insieme all’artista russa Sasha Frolova

Eravamo una visione aliena della tradizione veneziana. Nel momento in cui abbiamo fatto il nostro ingresso con il sottofondo di una suite di Monteverdi rivisitata in stile elettronico da Wendy Carlos (che ha composto anche le musiche di “Arancia Meccanica”), in Piazza San Marco c’è stato un boato! Incarnavamo la sintesi assoluta del tema del Carnevale, “Blame the Moon”: perché d’ accordo la celebrazione della luna, d’accordo lo Steam Punk, ma il Carnevale di Venezia deve offrire qualcosa di nuovo, di diverso, di unico. Indossando l’ opera d’arte “Baroque” ho cantato “Starman” di David Bowie insieme a Andy dei Bluvertigo, il tutto rigorosamente live, durante un gran finale affollato di maschere spettacolari. Il Carnevale di Venezia è bello proprio perché la gente gira con quelle maschere lì, che sono magiche e diverse. Noi non abbiamo i carri, il nostro è un Carnevale “ad personam”: tu, turista, l’essenza del Carnevale te la trovi davanti, non la guardi con gli occhi rivolti verso l’alto. Puoi sfiorarla, puoi parlarci!

 

 

Il Principe,  opera d’arte vivente grazie all’ inflatable costume “Baroque” di Sasha Frolova, mentre si esibisce in “Starman” con Andy dei Bluvertigo

A tuo parere, prestigio e tradizione a parte, su quale atout si concentra l’irresistibile fascino che il Carnevale di Venezia esercita a livello planetario? 

Il fatto che sia un sogno ad occhi aperti. Vorrei che il Carnevale di Venezia avesse come sottotitolo “Un sogno ad occhi aperti”, perché questo è sempre stato e sempre sarà. Il sogno di cambiare condizione sociale, il sogno di sentirsi liberi…Un sogno che sembra limitato, perché dura solo in quel periodo, ma che rimane nel cuore perché lo puoi vivere di persona, non in un letto e poi dimenticarlo. Se vivi un sogno ad occhi aperti, lo ricorderai per tutta la vita.

 

 

Flash notturni e prestigiosamente “festaioli” dal Carnevale veneziano

Che ci dici del percorso casanoviano dei 5 sensi? Quali sono le tappe veneziane da cui, a tuo parere, non si può prescindere? Mi riferisco sia al Carnevale, che a una vita quotidiana “sulle tue tracce”…

Il mio percorso dei sensi, per quanto riguarda il gusto, fa tappa in un ristorantino sulla Riva del Vin, a Rialto: si chiama proprio Riva del Vin. Lì riesco a mangiare dei piatti veneziani a base di pesce freschissimi e deliziosi a prezzi più che onesti. Un altro ristorante di qualità a cui sono affezionato è il Colombo di Domenico Stanziani di fianco al Teatro Goldoni: cucina superiore! In piazza San Marco segnalo invece Quadri, il ristorante stellato dei fratelli Alajmo, meraviglioso e di superlusso. Offrono prelibatezze da sballo preparate dagli chef più celebri al mondo! Passando alla vista, tornerei senz’ altro a Rialto e mi soffermerei sul suo antichissimo mercato di pesce e di verdure: da visitare assolutamente perché la mercanzia viene messa in mostra con un amore, con un gusto cromatico incredibile. Per gli occhi è uno spettacolo, perché è un autentico quadro vivente!

 

Riva del Vin by night

E poi, vi consiglio di visitare i Musei Veneziani. Suggerirei Palazzo Fortuny, dove l’artista catalano Mariano Fortuny y Madrazo andò a vivere trasformandolo in un atelier enorme che ospitava i suoi tessuti ed i suoi quadri. A Palazzo Fortuny sono spesso organizzate delle mostre tematiche; una, famosissima, fu dedicata anche alla Marchesa Casati. E’ un museo dal sapore un po’ dannunziano, molto decadente e raffinato. Per l’olfatto, raccomando assolutamente il percorso creato da The Merchant of Venice al Museo Mocenigo: una collezione di boccette di profumo di tutte le epoche, dalla Mesopotamia ai giorni nostri, alambicchi particolari….Il curatore di questo iter olfattivo è Domenico Moramarco, che dà anche lezioni sulla storia del profumo (in Europa è iniziata proprio a Venezia, grazie a una principessa bizantina che sposò un doge e portò la sua corte di profumieri, gioiellieri e sarti nella Serenissima). Lo sponsor del percorso, The Merchant of Venice, è un marchio della famiglia Vidal (quella del famoso bagnoschiuma): il giovane imprenditore Marco Vidal ha creato una linea di profumi boutique che si chiama appunto The Merchant of Venice e ha un flagship store veneziano (ma punti vendita anche a Milano, Roma, Verona, Dubai etc…) in Campo San Fantin. Quindi, chi desidera soddisfare l’olfatto va prima al Museo Mocenigo a vivere questa esperienza olfattiva storica, sofisticata e bellissima, e poi può comprarsi il profumo che più gli piace nella boutique di The Merchant of Venice in Campo San Fantin. Lì troverà un’infinità di fragranze una più meravigliosa dell’altra!

 

Palazzo Mocenigo, sede del Museo omonimo

Passando all’ udito, propongo anche in questo caso due opzioni. Passeggiare nella zona del Conservatorio ed ascoltare le melodie di chi sta studiando, di chi sta preparando un concerto, oppure addentrarsi nelle calli nei paraggi del Teatro La Fenice, dove può capitare di ascoltare i gorgheggi di una cantante lirica o le prove, magari, di un pianista o di un flautista….Venezia è una città musicale di per sé, è musica anche solo lo sciacquio dei rii quando passano le gondole o le imbarcazioni! Se volete ascoltare la musica sovrana avete a disposizione uno dei teatri più belli del mondo, il Gran Teatro La Fenice, appunto, che ha una programmazione straordinaria. Siamo arrivati al tatto. Quando è arrivata da me, Sasha Frolova mi ha chiesto di poter toccare la parte più antica della casa. Si è quindi issata su una sedia e ha iniziato a “tastare” le travi quattrocentesche. Ecco, per me il tatto è questo: qualcosa che ti trasmette una storia, un’emozione. Il mio consiglio, quando girate per Venezia, è quello di accarezzare le pareti, i marmi, ma anche la vostra partner! Il tatto è il senso più… sensuale! Per cui toccare la città e chi si ama è un must. Oppure, andate da Bevilacqua o da Rubelli e accarezzate quelle sete, quei velluti meravigliosi. Se vogliamo aggiungere il sesto senso, la seduzione, possiamo metterci sulle tracce di Casanova in persona nella zona di Cannaregio: al Museo Casanova c’è una meravigliosa installazione audio-video che racconta la sua storia. Altrimenti, seguite il Principe Maurice nelle sue performance al Casino Venier, uno dei piccoli palazzi privati dove i nobili veneziani ricevevano sia per libertinaggio che per affari. La mia prossima esibizione si terrà il 2 aprile, giorno del compleanno di Casanova. Casino Venier, che oggi è gestito dall’ Alliance Française, è l’ultimo esempio rimasto di quei luoghi di delizia, perdizione e trattative…E’ un vero e proprio palazzo di cultura. Potete visitarlo su appuntamento. E vi assicuro che avrete la sensazione di conoscere meglio il grande Giacomo.

 

Il Principe nelle settecentesche vesti di Giacomo Casanova

Nel film “Ca Moon” – di cui sarai il protagonista – saranno presenti anche scene girate durante la kermesse veneziana?               

E’ ancora top secret! Il progetto del film è tutto un work in progress pieno di sorprese e di colpi di scena. E’ probabile che immagini di repertorio come quelle girate quest’ anno vengano utilizzate, anche visto il tema coincidente del Carnevale e del titolo della pellicola, ma non posso confermarlo per ragioni di segretezza. Ti terrò aggiornata!

 

Maschere a Venezia

Ancora il Principe in versione notturna durante il Carnevale: mistero e fascino lunare

So che sei volato di nuovo all’ estero, e anche in questo caso l’argomento “Carnevale di Venezia” ha giocato un ruolo predominante…Che puoi raccontarci, al riguardo?

Sono stato in missione con poche ma valide persone, tra cui la mia coordinatrice Oksana Kuzmenko e il fido Daniel Didonè, per portare a Kiev la testimonianza di Casanova sul Carnevale di Venezia. E’ stato un evento molto prestigioso dedicato, ovviamente, al trionfo dei sensi a cui hanno preso parte due sponsor veneziani importanti: The Merchant of Venice per l’olfatto e l’Atelier Pietro Longhi per la vista e per il tatto. Io, Casanova, avevo un piccolo laboratorio dove ho creato un profumo per la mia dama. Ho portato quindi questo set più altre cose di The Merchant of Venice e poi i costumi, sia per me che per gli altri artisti reclutati in loco, dell’Atelier Pietro Longhi, un atelier raffinato e “filologico” di Venezia che segue gli artisti del Carnevale ai quali sono particolarmente affezionato. Era previsto, per il gusto, un menu a tema su Casanova e Venezia; per l’udito era stato ingaggiato un quartetto d’archi al femminile di chiara fama. La location? Un ristorante di primissima categoria, il Fabius, che ha capienza massima per 150 persone ed era appena fuori Kiev: si è trattato di un evento molto privato, tutto su invito. Erano presenti personaggi importanti dell’imprenditoria, dello spettacolo e della politica.

 

Kiev

Una situazione abbastanza “blindata”, insomma, probabilmente foriera di future collaborazioni più ufficiali. Sono stato in Ucraina nelle vesti di Maestro di Cerimonie, ma mi piacerebbe portare una numerosa compagnia di maschere per organizzare anche un Carnevale pubblico destinato agli abitanti di Kiev, una città bellissima con gente bellissima che sicuramente potrà apprezzare. Vedremo se prima o poi ci riuscirò!

 

Kiev

L’ organizzatrice di eventi internazionali Oksana Kuzmenko

Ci sono altri progetti in vista di cui vuoi parlarci?

Ho in ballo progetti per il Salone del Mobile e del Design di Milano, kermesse tra le più importanti al mondo ricca di eventi collaterali, feste, happening veramente molto belli e addirittura più interessanti, a mio parere, della Fashion Week. La cosa più intrigante è che la città meneghina celebra il 500mo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci: il genio è nell’ aria! Per me Leonardo da Vinci è la genialità assoluta, una figura quasi aliena per la moltitudine di talenti che possedeva, una mente spropositata. Quel che andrò a fare io a Milano non avrà a che fare con Leonardo come figura storica, ma con il suo spirito. Per scaramanzia, però, non dico di più! Il 5 e il 6 Maggio, poi, sarò al Music Festival di Rimini. Mi ha chiamato Nicoletta Magalotti (la celebre Nico Note del Morphine del Cocoricò) per propormi di far parte della giuria di un premio speciale dedicato ai nomi più significativi della club culture italiana, e di partecipare come relatore ad un convegno a Rimini. Sarà la prima edizione di un premio alla memoria di Dino D’Arcangelo, il giornalista che portò il Cocoricò alla Love Parade sdoganando la musica techno. Prima di allora, l’house music e la techno non venivano considerate neppure un genere musicale. Lo divennero per merito di Dino D’Arcangelo che insistette nel dire, riferendosi al Cocoricò in particolare, che da noi si faceva cultura…Così come erano cultura, appunto, la house music e la techno. D’ Arcangelo aveva una rubrica intitolata “Tenera è la notte” su Repubblica, era una persona brillantissima…E’ venuto a mancare poco tempo fa. Tutti i critici musicali che all’inizio snobbavano la EDM (electronic dance music), grazie a lui dovettero rivedere le loro posizioni.

 

Il Principe con il copricapo stellare firmato da Alessio Aldini

L’ Equinozio, due giorni fa,  ha sancito l’arrivo della Primavera. Qual è il “rituale” che il Principe Maurice consiglia ai suoi fan per onorare il risveglio della natura?

Vi dò due suggerimenti: il primo poetico, il secondo dionisiaco. Il primo è di andare in un bosco, da soli o in compagnia di persona intima, ed ascoltare il silenzio. Sdraiarsi, ascoltare, osservare, guardare cosa succede tra l’erba, avvicinarsi ai fiori. Più che un rito è la presa di coscienza di questa cosa meravigliosa che è il risveglio della natura…Il consiglio più “dionisiaco”, invece, è quello di abbandonarsi a un rito orgiastico nel bosco di notte, sulla falsariga delle Baccanti di Dioniso!

 

“La giovinezza di Bacco” (1884), dipinto di William-Adolphe Bouguerau

Lo vedo come un momento euforico che invita a godere della natura, ad abbandonarsi veramente ai sensi, alla gioia e al risveglio anche del corpo grazie alla mitezza del clima, a tutta l’energia, ai ferormoni degli animali che vanno in calore per riprodursi. La magia primaverile ogni anno si rinnova ed è qualcosa di veramente fantastico. Vi suggerisco, quindi, di prendere parte a questo risveglio attraverso i sensi. Se andate nel bosco da soli, camminate a piedi nudi sull’ erba, sulle foglie…Non abbiate paura. Non bisogna avere paura della natura, la natura è amica. Annusate i profumi nell’aria, abbracciate gli alberi, accarezzate i petali…Non strappate i fiori, non importunate gli insetti. Neanche le farfalle, che come sai se vengono toccate sulle ali non volano più. Ripristinate un rapporto alla pari, rispettoso e romantico con la natura. Se poi avete voglia di giocare, e siete con le persone giuste, fate un rito dionisiaco tutti insieme abbandonandovi alla voluttuosità più sfrenata. Reinnamoratevi della natura attraverso un contatto bello e diretto. E’ possibile farlo anche in città: persino nelle metropoli ci sono dei parchi stupendi dove poter mettere in pratica questo rituale!

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

Riva del Vin: photo by Zairon [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]

Palazzo Mocenigo: photo by Didier Descouens [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: tra Bowie e seduzioni di San Valentino…Aspettando il Carnevale

Il Principe con Morgan e Andy in occasione dello show tributo a Bowie

La sua ultima apparizione su VALIUM risale al Natale scorso, quando ci ha inoltrato i suoi Auguri. Rincontro il Principe Maurice nel cuore dell’ Inverno. I “giorni della merla”, gelidi e nevosi come da tradizione, sono ormai agli sgoccioli. Tra una manciata di ore sarà Febbraio, che potremmo definire il mese del Principe per antonomasia: il suo alter ego casanoviano raggiungerà l’apice del fascino a San Valentino, il Carnevale di Venezia (di cui sarà ancora una volta il Maestro di Cerimonie) lo eleverà a protagonista supremo. Che questa conversazione esordisca con temi “carnascialeschi”, quindi, non è un caso. Maurice, intento nella degustazione di chiacchiere, rievoca lo sfarzoso Carnevale veneziano del XVIII secolo, quando i festeggiamenti duravano mesi e mettersi in maschera era consentito nelle ricorrenze più disparate:   “Vorrei essere nato nel ‘700!”, conclude scherzosamente. Eh già, scherzosamente. Perchè non c’è dubbio che oggi, nel terzo millennio, il Carnevale del Principe sia tutto un susseguirsi di eventi irripetibili incastonati in magiche, sbalorditive atmosfere. Ce lo racconta nel corso di una chiacchierata con cui ci aggiorna sulle news che lo riguardano e parla a ruota libera di ricordi, personaggi, argomenti che ammalieranno – per l’ ennesima volta – tutti i lettori di VALIUM.

Innanzitutto, i più cari e sentiti Auguri di Buon Anno da parte mia e di tutti i tuoi innumerevoli fan. A proposito di Auguri, eravamo rimasti a quelli che ci hai inviato dalla tua Venezia…Cos’è successo, da allora, nella tua rocambolesca esistenza?

Vi aggiorno subito sul mio Capodanno con l’unicorno! Il 31 Dicembre ho fatto uno show bellissimo grazie a una domatrice di cavalli meravigliosa, Silvia Elena Resta: uno dei suoi cavalli era malato, aveva dei problemi ad una zampa. Silvia Elena l’ha curato e adesso è in grado di danzare con lei! Che storia meravigliosa…Questa ragazza stupenda è una principessa che discende da un’antica famiglia russa. La mia performance di Capodanno si è svolta all’ Odissea Fun City di Treviso, è stato uno spettacolo impostato su una fiaba d’amore. E un leitmotiv del mio 2019 sarà proprio la fiaba, che utilizzerò per ribadire il mio messaggio: l’amore per se stessi, per gli altri, per la natura, impreziosito da un tocco magico che lo rende didattico anche per gli adulti. Celebrerò valori importanti come i sogni, l’amore, la libertà e la dignità in maniera un po’ teatrale ma anche leggera, simpatica…Fiabesca, appunto. Il 9 Gennaio scorso, poi, ho preso parte all’ omaggio a David Bowie di Andrea Fumagalli (Andy Fluon) con i “White Dukes” e special guest il vulcanico Morgan (ex Bluvertigo) al Teatro Goldoni di Venezia.

 

Il Capodanno con l’ unicorno del Principe (sullo sfondo), qui insieme a Silvia Elena Resta

Vorrei soffermarmi proprio sul tributo a Bowie, dove ti sei esibito nelle vesti di narratore. Che ci racconti di quell’ esperienza?     

A fine anno, Andy mi ha chiesto di partecipare come presentatore/narratore ad un tributo a Bowie che lui e Morgan avrebbero messo in scena nel più antico teatro di Venezia, il Teatro Goldoni, e io ho acconsentito. Quindi, dopo le feste natalizie, ci siamo ritrovati a Monza – dove hanno il quartier generale sia Andy che Morgan – e durante una bellissima riunione abbiamo concordato la regia dello show. Quella sera ho avuto la certezza della stima che anche Morgan – una persona di livello culturale e musicale eccelso – ha nei miei confronti. Mi ha detto, “Sai che vorrei fare? Mi piacerebbe uscire prima dello spettacolo, a sipario chiuso, proporre un breve excursus sulla carriera artistica di David Bowie e poi presentarti.” Cioè: io che dovevo essere un accompagnatore discreto e nascosto, alla fine sono stato presentato da Morgan! Questa cosa mi ha gratificato incredibilmente…La mia scelta è stata quindi non più quella di raccontare David Bowie, perché  l’avrebbe fatto Morgan più che bene, ma di parlare a nome di Bowie citando frasi sue. All’inizio di ognuna delle tre fasi dello spettacolo ho interpretato a modo mio una frase di David Bowie cambiando look ogni volta. Più che di una narrazione, si è trattato quasi di un’evocazione: da narratore sono diventato espressione dello spirito di David! Il successo è stato strepitoso, già sold out molto tempo prima della data. Lo spettacolo è andato stupendamente bene e per me è stato molto importante per presentarmi in questa città che amo e mi ama in un ruolo diverso da quello ormai conclamato di Maestro di Cerimonie del Carnevale. ho ricevuto molte congratulazioni… Oltre ad essere un palcoscenico divertente, utile, emozionante, questo show ha sdoganato la mia figura al di là della consueta (e sempre meravigliosa) esperienza carnascialesca, per cui sono molto soddisfatto.

 

La riunione di Andy, Morgan e il Principe in quel di Monza

Il tributo a David Bowie al Teatro Goldoni di Venezia

Abbiamo parlato spesso di Lindsay Kemp, meno di David Bowie. Che cosa pensi di lui e del suo legame con Kemp?

Ho avuto l’onore e il piacere di ospitare David Bowie a casa mia, a Venezia, quando la mia love story con Grace Jones era in corso. E’ stata Grace il mio passaporto, il trait d’union tra me e lui. Nei dieci giorni in cui David è stato mio ospite ho potuto apprezzare la sua grazia, la sua tranquillità al di fuori del palcoscenico. Pur essendo un grande businessman di se stesso, nel privato era una figura delicata, semplice e generosa dal punto di vista umano. Generosa di afflato, di simpatia…Ecco, di lui io ho questa immagine. E poi c’è il suo alter ego, il Bowie rockstar: un mostro da palcoscenico che mi ha insegnato e mi ha aperto la strada – a me come a tanti altri – per poter essere libero di sentirmi quello che voglio essere, di esprimermi artisticamente come desidero. Ammiro questa grande forza che ha saputo dare a tutti attraverso il suo percorso artistico. A casa mia è venuto nel febbraio del ’91 insieme a Iman, allora erano fidanzati…Dopo il soggiorno veneziano, Bowie le chiese di sposarlo. Io e Grace, evidentemente, abbiamo fatto un po’ da Cupidi! L’ultima volta che l’ho visto è stato sempre a Venezia: era lì per le riprese di uno spot di Louis Vuitton con una versione al clavicembalo di “I’d rather be high” in sottofondo. Lo spot, tra l’altro, era girato in un palazzo dove frequentemente faccio feste. E’ stato come il chiudersi di un cerchio, da Venezia e su Venezia, del mio incontro con Bowie. Una chicca: quando l’ho ospitato eravamo in pieno Carnevale, e io – vestito in abiti settecenteschi con tanto di parrucca e cipria sul viso – intrattenevo i miei ospiti cantando i duetti dell’opera. Siccome avevo la voce in falsetto, interpretavo sia il protagonista maschile che quello femminile. Tutto questo divertiva moltissimo Bowie, che mi ha fatto una miriade di complimenti! E’ un ricordo davvero splendido…Della sua relazione con Lindsay Kemp l’ho saputo dallo stesso Kemp. E’ stato molto bello perché David era già abbastanza famoso, però aveva l’esigenza di arricchirsi artisticamente ed imparare come gestirsi anche dal punto dell’immagine, teatrale diciamo. E’ nato quindi questo spettacolo, “Pierrot in Turquoise”, dove Lindsay era il protagonista ma il coprotagonista era proprio David.

 

Il Principe con Andy, Morgan e i White Dukes

Con Bowie hai condiviso gli insegnamenti di un Maestro come Lindsay Kemp. C’ è ancora posto per i mentori, nell’ era digital?

Purtroppo sembrerebbe di no… pare che esistano soltanto questi fenomeni da Instagram che hanno milioni di followers e quindi per la società odierna sono potenti: in realtà non ci sono basi. Non ci sono le qualità per essere dei veri mentori, ci sono solo apparenze, esibizionismi, provocazioni fine a se stesse. Le nuove generazioni, sotto questo punto di vista, sono piuttosto sfortunate. Perché se non riconosci o non hai dei buoni Maestri, come puoi poi crescere e crearti una strada per essere te stesso? I social hanno anche lati positivi, però sono diventati quasi uno strumento di ricatto mentale nei confronti dei giovani. Lanciano messaggi impliciti – “se non sei cosi non sei nessuno, devi uniformarti”…- e in pochi hanno il coraggio di uscire dal coro. Per costoro deve essere piuttosto frustrante dover cercare mentori nel passato… perché oggi come oggi non ce n’è. C’è un vuoto –anzi, un “sottovuoto”-  spinto, mentale e culturale, che fa paura! Bisognerebbe riuscire a ribellarsi un po’ a questo sistema. La figura del mentore è stata sostituita da quella dell’influencer, e questo ti dà un’idea di quanto questa società sia allo sbaraglio: dovremmo recuperare gli strumenti antichi per trasmettere valori, come ad esempio l’arte, la filosofia, persino il racconto delle fiabe o, in età più adulta, la rieducazione al vero  piacere dei sensi. Non è che io vedo uno spaghetto allo scoglio fotografato su Instagram e mi vien voglia di mangiarlo perché chi ha postato quella foto ha 100.000 followers! Io voglio lo spaghetto in tavola e voglio annusarlo, gustarlo fino a leccarmi le dita, alla Alberto Sordi!!! Ahahahah! Bisogna recuperare la fisicità dei rapporti. Speriamo che ci sia una bella reazione e che da questa crisi (che non è una brutta parola, perché la sua etimologia deriva da “crescita”) vengano fuori nuovi personaggi di spessore che possano fungere da mentori. Io, nel mio piccolo, cerco di esserlo con umiltà, veicolando i valori di libertà, dignità e amore. Il supporto dei social sarebbe importante per diffonderlo, ma io voglio che chi mi segue lo faccia davvero per amore. Avere tanti followers è un mero status symbol!

Parliamo di cinema: come procede il progetto “Ca’ Moon”?

“Ca’ moon” c’è! Però ci sono anche alcuni inceppi burocratici, ma dobbiamo fare le cose per bene. Siccome andremo a girare scene in preziose location del Veneto, come ad esempio le ville, tutto l’iter di richieste e di permessi ha ritardato il nostro primo ciak. Dovremo cominciare intorno all’ inizio di Marzo. “Ca’ moon” è una commedia che farà sorridere, che farà pensare, ma che intende anche valorizzare il territorio con la sua storia e con le sue eccellenze.

 

Il Principe all’ AERA Club and Place di Fabriano (photo courtesy of AERA Club)

Esattamente un anno fa (o giù di lì) ti sei esibito in un noto club della mia città, Fabriano. Come ricordi quella spettacolare serata?

La ricordo con molta simpatia perché fu un successo, e fu tra l’altro una delle rare serate in cui io e i Datura siamo ufficialmente usciti con il marchio ReMemo, la trasmissione che su m2o dedichiamo alla musica techno degli anni ‘90. La serata a Fabriano fu stupenda, estremamente divertente. Tra l’altro, l’avrai notato perché c’eri anche tu, c’era gente di svariate fasce di età. Ed è qualcosa di molto bello perché vuol dire che la techno, un po’ sottovalutata all’ epoca, è in grado di riunire le persone così come succede con il rock, la musica classica ed altri generi. Quella sera abbiamo avuto la conferma della valenza emotiva della techno rappresentata degnamente dai Datura e interpretata a livello teatrale da me, con la solita passione. Ho un bellissimo ricordo del locale, l’Aera Club and Place, e la cosa che mi fece ancora più piacere è che fu ordinata anche la proiezione del mio docufilm: Principe Maurice # Tribute. un bel momento autonarrativo, di grande soddisfazione personale, che mi piacerebbe ripetere!

 

Il Principe al Carnevale di Venezia

San Valentino è vicino (c’è anche la rima!). Sarai ancora Casanova in quel di Ancona, dove hai insegnato tecniche di seduzione per due 14 Febbraio di seguito, o hai altro in calendario?

Ho altro in calendario: farò innanzitutto una cena spettacolo dedicata agli innamorati dove sarò solo una voce narrante, molto delicata e dolce. Coccolerò con le più belle canzoni d’amore i fidanzati che il 13 Febbraio parteciperanno a questa cena. La vigilia di San Valentino mi vedrà quindi, dal punto di vista performativo, nei panni di chansonnier d’amour. A San Valentino, invece, sarò Casanova ma a Venezia per un evento intimo ed esclusivo, una sorta di private love lesson… Per il momento è top secret, “salterà fuori” al momento giusto! Il 15 Febbraio, infine, mi esibirò in una serata per i single e cercherò di coinvolgerli: tanti giovani oggi rimangono single perché i social li hanno disabituati ai rapporti veri. La cena spettacolo e questa serata si terranno entrambi nell’”Atelier fashion restaurant”  dell’Odissea Fun City di Spresiano, vicino Treviso. Stiamo incrementando la formula del dinner show a modo mio, avvolgendola di un mood un po’ rétro. Ti dico una sola cosa: alcuni sabati fa ho fatto un concerto di canzoni napoletane tradizionali e antiche: un successone! Per i single darò lezioni di seduzione e organizzeremo anche una gara a tema. Sarà una cosa abbastanza comica, divertente, però tra il serio e il faceto si possono trasmettere nozioni ed emozioni, si devono rieducare le persone a sedursi. I vincitori della “competizione” potranno fare un viaggio insieme: insomma, una ne invento e cento ne fo!

 

Il Principe in piazza San Marco durante il Carnevale

Sempre a Febbraio ha inizio un evento che ti vede solennemente coinvolto, il Carnevale di Venezia. Che puoi anticiparci della tua presenza all’ edizione 2019 della kermesse?

Posso anticiparvi che farò, anche quest’ anno, il Maestro di Cerimonie dell’apertura e della chiusura del Carnevale oltre che della famosa rievocazione delle Marie, le dodici fanciulle che rappresenteranno la dolce bellezza veneziana. E poi, tutte le sere, mi troverete – sempre nei panni di Maestro di Cerimonie – al gala ufficiale che si terrà a Ca’ Vendramin Calergi, la splendida sede del Casinò di Venezia dove visse anche Wagner. Sarà un evento grandioso, che includerà una cena di Gala, uno spettacolo e il Ballo. Come direttore artistico del Carnevale è stato riconfermato Marco Maccapani, una figura più che qualificata, e siamo contentissimi. Il tema sarà invece legato alla Luna, in occasione dei 50 anni dal primo allunaggio. Lo esploreremo proiettandolo verso quel sogno di fine ‘800, un po’ alla Giulio Verne, quando ci si interrogava sul vero aspetto della luna e si fantasticava di poter andare nello spazio… Visto che il mio film “Ca’ Moon” è pure dedicato alla Luna, se riusciremo a montarlo e a presentarlo entro il 2019 per me sarà un anno totalmente “lunatico”!

 

Una preview del costume di Maurice per l’edizione 2019 del Carnevale di Venezia.

Il mio costume ufficiale per il Carnevale è molto particolare, un abito barocco color blu notte con ricami in argento che raffigurano astri stilizzati…Lo abbinerò a una parrucca settecentesca impreziosita da gioielli a forma di luna e astri che esplodono verso l’esterno realizzata dal Maestro Alessio Aldini, un grande amico che lavora nel mondo della moda e del cinema ed è come me appassionatissimo del Carnevale veneziano. Chi è, invece, l’autore del costume? Ti verranno i brividi: è il pluripremiato Pier Luigi Pizzi! Il 24 Febbraio, poi, in calendario c’è un evento bellissimo. La prima domenica di Carnevale, il Volo dell’Angelo, interpretato dalla vincitrice 2018 del concorso delle Marie Erika Chia,  verrà arricchito da una novità: un’altra delle Marie del 2018, Micol Rossi, la ragazza scelta dai lettori de “Il Gazzettino” di Venezia, una ragazza che lotta da tempo contro il morbo di Crohn, sarà il secondo angelo che scenderà dal Campanile. L’aveva espresso come desiderio e abbiamo accolto la proposta di testimoniare il suo coraggio per rimarcare che esistono persone che lottano, e meritano di essere conosciute e viste perché diffondono dei bei messaggi di forza e di speranza. Avremo quindi un doppio Volo dell’Angelo. Non potete mancare!

 

 

Altri scatti tratti dal Carnevale veneziano del Principe

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

 

 

Andy, Morgan & The White Dukes: tributo veneziano a David Bowie insieme al Principe Maurice

 

Chi segue la rubrica “Sulle tracce del Principe Maurice” avrà già preso nota di questo straordinario evento anticipato dal Principe in occasione dei suoi Auguri di Buone Feste ai lettori. Oggi, il countdown è agli sgoccioli e VALIUM ritiene imprescindibile dedicare un approfondimento extra alla serata Andy, Morgan & The White Dukes eseguono David Bowie” in programma il 9 Gennaio presso il Teatro Goldoni di Venezia. Si tratta di un tributo d’eccezione a David Bowie che vedrà protagonisti Andy e Morgan, entrambi ex Bluvertigo, insieme alla band dei White Dukes e con la presenza speciale del Principe Maurice nelle vesti di narratore: uno show imperdibile, un autentico must per iniziare il nuovo anno all’ insegna della suggestività pura. A partire dalla location – il più antico teatro tuttora attivo dell’ incantevole Venezia – proseguendo con i prestigiosi nomi degli artisti coinvolti, infatti, il tributo a Bowie si configura come un evento spettacolare ed impregnato di magia. Per conferirgli  la solennità che merita riporto quindi il comunicato stampa ufficiale, dove le info relative allo show si intrecciano ad un’ affascinante descrizione del concept da cui prende vita.

 

Il Teatro Goldoni, inaugurato a Venezia nel 1622

Eseguire la musica di David Bowie a Venezia ha un senso, è quasi dovuto. Li accomunano la bellezza immortale, la “creatività libera ed estrema”, la teatralità intrinseca e quell’essenza tra Eros e Thanatos che li mitizza. Lo sanno bene Andy e Morgan, sin dai tempi dei Bluvertigo, che con i White Dukes mercoledì 9 gennaio interpreteranno al Teatro Carlo Goldoni il repertorio tratto dal periodo più fecondo e poliedrico: 1971 – 1997. Bowie amava questa città così surreale e unica, potente eppure fragile, decadente e sperimentale; la capiva, la godeva, la assorbiva. L’esibizione di Andy, Morgan e i White Dukes vuole essere un suo ritorno, una condivisione da parte di due artisti che si riconoscono con lui in una forma d’arte contaminata che si può definire “teatro del rock”. A sottolineare questa visione particolare, Il Principe Maurice, visionario e qualificato narratore, accompagnerà il viaggio musicale attraverso le tante anime di uno degli artisti più iconici, controversi e affascinanti degli ultimi 50 anni: David (Jones) Bowie.

“Andy, Morgan & The White Dukes eseguono David Bowie” –  9 Gennaio ore 21 al Teatro Goldoni (San Marco, 4650/B) di Venezia

Per ulteriori informazioni, potete far riferimento al sito web del Teatro Stabile del Veneto: www.teatrostabileveneto.it

 

 

 

Immagini del Teatro Goldoni, dall’ alto:

Foto di giomodica [CC BY 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/3.0)] via Wikimedia Commons

Foto di Andrzej Otrębski [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], da Wikimedia Commons

 

Sulle tracce del Principe Maurice: gli Auguri di Buon Natale del Principe

Un particolare del presepe di Maurice

In questo weekend pre-natalizio, seguiamo il Principe Maurice nella città più romantica del mondo: siamo nella “sua” Venezia, dove l’ atmosfera festiva si amplifica e moltiplica. E’ in questa suggestiva, magica cornice che il Principe porge i suoi Auguri di Buon Natale ai lettori di VALIUM. Miriadi di luminarie accendono i canali di scintillanti riflessi, la nebbia si insinua tra le calli evocando uno scenario onirico. Quale miglior location per respirare l’ aria fiabesca tipica delle feste di fine anno? Proprio a Venezia, il 19 Dicembre scorso, Maurice ha presentato una serata dedicata ai giovani affetti dalla sindrome di Asperger. Organizzato dall’ Associazione Veneziana Albergatori ed allestito nell’ Auditorium Santa Margherita dell’ Università Ca’ Foscari,  il Venice Christmas Charity Festival (questo il nome dell’ evento) è stato arricchito dalla partecipazione dell’ affascinante performer Florence Aseult, dal coro polifonico Voci Amiche di Treviso e dalla Banda Vittoria di Venezia.

 

L’albero di Natale al Venice Christmas Charity Festival

Toccato nel profondo, il Principe Maurice l’ ha definita “un’ esperienza emozionale incredibile” che custodirà per sempre nel suo cuore. E con il cuore – una costante della sua vita e della sua arte – il Principe augura un Buon Natale e delle Buone Feste a tutti voi. Do a lui la parola:

Il mio augurio è quello – che faccio anche a me stesso – di riuscire a passare la vigilia, il giorno di Natale in maniera serena e circondati dagli affetti familiari. Io mi impongo ogni anno, nonostante la mia vita sia sempre più frenetica, di trascorrere il Natale in un’ atmosfera intima, con le persone più care. Vado volentieri anche alla messa della vigilia, perchè il momento della nascita, della luce, mi piace molto: a toccarmi è il fatto che si ricordi Qualcuno che ha fatto Qualcosa per l’ umanità, si creda o meno che fosse il Figlio di Dio. Anni fa ho passato un Natale a Betlemme e quel viaggio ha donato un imprinting più spirituale al mio modo di vivere questa ricorrenza. Stavolta, invece, starò con mia sorella e con la sua famiglia fino al giorno di Santo Stefano: sarà un Natale tradizionalissimo, che mi vedrà seduto davanti al camino in vestaglia e con il libro delle fiabe in mano! Ho una pronipotina di due anni…Il Natale diventa ancora più simpatico, leggero, giocoso, con i bimbi intorno; la mancanza degli affetti che non ci sono più viene compensata dalle nuove generazioni. Nei miei cari mi auguro di trovare serenità, conforto. Di amici ne ho visti molti, negli ultimi giorni: quando Grace Jones mi ha telefonato dicendomi che era a Londra, ho preso il primo aereo per raggiungerla e farle gli auguri di persona. Dopo che la nostra love story è finita, io e Grace siamo sempre rimasti legati da un affetto fraterno molto forte. A Londra ho passato dei momenti bellissimi insieme a lei, a Philip Treacy e ad altre persone. Gli amici, però, è bello incontrarli prima di Natale: dalla vigilia in poi, adoro stare in casa e godermi l’ intimità della vita familiare. Auguro quindi a tutti di trovare un momento da dedicare ai propri fratelli, genitori, nonni…Alla famiglia. Vi auguro un Natale in stile “Casa Cupiello”, insomma! Ah ah ah! Tra l’ altro ho fatto anch’io il presepe, che è minimal e al tempo stesso estremamente ricco: ho messo solo Gesù Bambino, la Madonna e San Giuseppe, ma in una versione barocca tutta mia.

 

Il presepe minimal-barocco

Il Principe con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e alcuni amici

Quali sono i buoni propositi per l’ anno nuovo del Principe Maurice e quale sarà il suo progetto “clou” del 2019?

Il mio progetto clou del 2019 è sicuramente il film “Ca’ Moon”, la mia prima prova d’attore! Per me sarà una grande sfida, un mettermi alla prova: ma sono coadiuvato da un cast importante e da un bravo regista, quindi vado sul sicuro. Seguiteci sulla pagina Facebook “Ca’ Moon” per rimanere aggiornati sul nostro “work in progress”! Ho altri progetti legati al cinema e alla TV, ma non posso ancora svelare dettagli. A Febbraio, poi, mi ritroverete all’ immancabile appuntamento con il Carnevale di Venezia...Ne parleremo nella prossima puntata di questa rubrica. Per quanto riguarda i buoni propositi, vorrei riuscire a stare con i miei affetti più cari anche durante l’ anno, perche ce n’è bisogno. E poi, sviluppare i progetti professionali di cui sopra! Sempre a proposito di progetti: ce n’è uno, stupendo, che vorrei anticiparvi. Al Teatro Goldoni di Venezia, il 9 Gennaio prossimo, Andy e Morgan dei Bluvertigo faranno un omaggio a David Bowie insieme alla band dei White Dukes e sarò io a condurre lo show. A mia volta, racconterò la relazione di Bowie con Lindsay Kemp e renderò quindi omaggio al mio grande mentore. Sono felicissimo che Andy e Morgan mi abbiano chiesto di partecipare a questa loro “esecuzione” (mi piace molto la definizione che hanno scelto: “eseguono” David Bowie come si potrebbero “eseguire” Mozart o Beethoven) nel più importante teatro – dopo La Fenice – di Venezia. Sarà un evento magnifico e prestigioso a cui prenderò parte subito dopo le vacanze di Natale!

 

Maurice e l’ amica artista Florence Aseult al Fondaco dei Tedeschi per lo shopping natalizio

 

La locandina del tributo a David Bowie di Andy e Morgan insieme ai White Dukes

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: ritorno al Cocoricò e magia pre-natalizia

Il Principe al Memorabilia del Numa Club (Bologna)

Al Natale manca qualche settimana, ma per il Principe Maurice l’ aria è già carica di magia. Dal giorno del suo compleanno, il 15 Novembre, è come se i festeggiamenti non fossero mai finiti: colpi di scena, eventi inediti, progetti mozzafiato sono i leitmotiv che lo accompagnano in questo Autunno inoltrato.  Ci ha sorpreso con una news spettacolare, quella del suo ritorno al Cocoricò dopo quattro mesi di crisi, e venerdì scorso è riapparso alla grande insieme a Cirillo, ai Datura e a Ricci Jr in occasione del Memorabilia in programma al Numa Club di Bologna (leggi qui l’ annuncio dell’ evento). Impossibile dimenticare una simile rentrée:   sfoggiando robe-manteaux strepitosi, gonfi come mongolfiere ad ogni alito di vento, il Principe ha dato ancora una volta prova del suo incredibile carisma scenico. I fan che da sempre lo seguono, smaniosi di assistere ad un riavvicinamento tra la Piramide e la sua leggendaria icona, sono stati accontentati. A loro, Maurice ha anticipato il più bel regalo natalizio. E non è finita qui: l’ 8 Dicembre potremo riammirarlo proprio nel tempio riccionese della techno grazie ad un Memorabilia che si terrà in loco! L’ ultimo mese dell’ anno, insomma, sancisce il ruolo mitico del Principe Maurice prima di un 2019 all’ insegna di una grande svolta. Quale? E’ lui stesso a raccontarcelo nella conversazione che segue.

Iniziamo con la notizia clou di questo incontro: la tua “riconciliazione” con il Cocoricò. Più che di un ritorno di fiamma, si può parlare di un amore mai finito. Con quale stato d’animo hai affrontato il Memorabilia al Numa di Bologna?

Effettivamente non si può parlare di ritorno di fiamma in quanto non si era mai spenta… Sono sempre stato e sempre sarò innamorato del Cocoricò e di tutte le sue emanazioni, Memorabilia in testa. C’era stato un malinteso con la gestione che è stato chiarito e appianato quindi nulla ostacolava la ripresa dei rapporti artistici e di lavoro, tanto più che pare foriera di interessanti sviluppi. Molto emozionante poter nuovamente proclamare al pubblico del Numa la fatidica frase: “Ieri, oggi e domani: Memorabilia”. La serata è stata bellissima perché tra di noi si è ricreata quella sintonia che rende speciale il lavorare insieme sotto l’egida del Cocoricò.

 

 

Avremo quindi il piacere, oltre che la grande opportunità, di riammirare il tuo Teatro Notturno nel mitico luogo che l’ha visto nascere. Dell’ evento bolognese mi hanno colpito molto anche i tuoi costumi, decisamente spettacolari. Chi firma le creazioni mozzafiato che sei solito sfoggiare durante le performance?

Sì e sono estremamente felice di tornare nella Casa Madre, la grande Piramide. Ti ringrazio di darmi l’opportunità, tu che sei appassionata e specialista di moda, costume e society, di rimarcare che i cosiddetti “travestimenti” sono frutto in realtà della professionalità di intere equipe di artisti ed artigiani al servizio della spettacolarità ma anche dei contenuti delle mie performances. Quelli di venerdì erano eseguiti da Placido Balzano del Dok Show il quale ha la particolarità, ispirandosi a collezioni iconiche di Haute Couture, di rendere quei concept ancor più teatrali rimarcando quanto effettivamente la Moda sia Teatro. In questo caso i bellissimi “robe-manteaux”,  che si gonfiavano al minimo soffio di vento in versione nero, rosso e bianco, riprendevano una celeberrima collezione di Alexander McQueen utilizzata anche da Grace Jones (tuttora) on stage. Una eccezionale costumista che in maniera ancor più continuativa collabora con me da 25 anni è Flavia Cavalcanti, brasiliana trapiantata a Milano. Le dico sempre scherzando (ma non troppo) che verrà schiacciata dal peso del suo incredibile curriculum (ahahaha!)… Basta cercarla sul web per capire l’importanza e l’innovazione anche tecnica del suo incredibile lavoro, frutto di ricerca continua e genialità vera e propria. Un altro artigiano/artista che considero un po’ una mia scoperta e che ha più recentemente cominciato a collaborare ai miei costumi è Sascha Sgualdini “FreeFoolery”, lui è anche il mio assistente di scena. Attingo spesso anche da Sartorie Teatrali prestigiose (Nicolao e Atelier Pietro Longhi a Venezia, Francesca Serafini Antico Atelier a Padova, Arrigo e Lo Bosco a Milano, Tirelli a Roma e Cerratelli a Firenze, per esempio), ma sempre contaminando con accessori e acconciature create ad hoc. Credo tu sappia, comunque, che ho una discreta collezione personale con pezzi unici sia antichi che vintage che provenienti da sfilate di alta moda (soprattutto di Miyake, Gaultier, Westwood, Mugler, Margiela..). Effettivamente la Couture e la Culture sono mie grandi passioni approfondite e implementate dalla condivisione con il mio compagno di una vita, stilista e costumista di grandissimo talento e autore dei primi mitici look del Principe MauricePierluigi Voltolina, prematuramente scomparso dieci anni fa.

 

 

Il Principe con Cirillo al Numa Club di Bologna

L’ 8 Dicembre il tuo ritorno al “cocco” sarà effettivo, sancito dal Memorabilia in programma a Riccione…Cos’hai in programma per quella serata speciale? Potresti anticiparci qualche dettaglio in esclusiva?

Una mia caratteristica è quella, quando possibile, di decidere all’ultimo momento ed improvvisare. Diciamo che in questo periodo sono affascinato dalla potenza dei quattro elementi: Aria, Fuoco, Terra, Acqua…più, ovviamente, il quinto: l’Amore! Vedremo….

 

 

Il 15 Novembre scorso è stato il tuo compleanno. Non ti chiedo quanti anni hai compiuto perché il Principe Maurice, in quanto leggenda, è per definizione senza età e immortale, però ti chiedo: qual è il tuo bilancio di vita? Guardandoti indietro, c’è qualcosa che non rifaresti o che faresti in modo diverso?

Ahahah! Non ho difficoltà a fomentare il “mito” dichiarando un’età di circa 3725 anni… Credo di potermi definire una persona “realizzata” non tanto per il successo ottenuto attraverso il mio lavoro, che è anche la mia passione, ma proprio perché posso con cuore sereno ammettere di non avere rimpianti di sorta. Ho avuto l’istinto di anteporre a qualsiasi altra cosa nella vita l’Amore ed è stata la scelta più giusta. Nulla è più importante dell’Amore in ogni sua espressione e per ogni forma di vita. Ciò che predico con convinzione è ciò che ho sempre vissuto sulla mia pelle: Libertà, Dignità e Amore… Ora voglio aggiungere: Condivisione. In un’epoca di sempre più stridenti differenze sociali e di torpore emozionale credo sia importante condividere.

Come ti poni nei confronti dei ricordi? Preferisci il conforto del passato, il “qui e ora” rassicurante del presente o le sfide del futuro?

Per me la vita e il tempo sono un flusso senza soluzione di continuità e ricordi, presente e aspettative per il futuro si fondono in un’unica grandiosa esperienza emozionale. Non avendo rimpianti il passato è una dolce (a volte melanconica, come per tutti) culla nella quale si conforta il presente e si confronterà il futuro. Un crogiolo di sensazioni ed aspirazioni che si fondono tutte in quel meraviglioso gioiello che è la Vita in sé.

 

La locandina del Memorabilia dell’ 8 Dicembre al Cocoricò di Riccione

Mi giunge voce che ti sei recentemente esibito in un travolgente “dinner show” – una delle tue forme di intrattenimento preferite – all’ Odissea Fun City di Spresiano, vicino Treviso…Confermi?

Certo! E’ un progetto che stiamo condividendo, sponsorizzati dal patron del locale Giannino Venerandi, al ristorante “Atelier” uno degli spazi dell’Odissea Fun City di Spresiano (Treviso). Dico stiamo perché al mio fianco c’è Simone Fucci (Simon the Prince) che è garanzia di eleganza e professionalità per ciò che riguarda il Varietà e il Burlesque venendo da esperienze quale il Salone Margherita di Roma (sede pure del Bagaglino) e di respiro anche internazionale come me. Se ne vedranno e sentiranno delle belle. Ogni sabato ci alterniamo con altre Guest Star per intrattenere il pubblico a cena lì.

 

Il Principe durante il dinner show all’ Odissea Fun City

Facciamo un passo indietro: nella puntata scorsa di “Sulle tracce del Principe Maurice” hai accennato ad un progetto cinematografico ancora top secret. Cosa ci racconti, oggi, dei suoi sviluppi?

Finalmente possiamo in modo intrigante e graduale spiegare la trama, il cast e il work in progress di questo importante progetto. Bisogna andare sulla pagina Facebook Ca’ Moon per addentrarsi in questo magico mistero che riguarda un principe squinternato… Io! Ahahahah!

 

 

 

Ci avviciniamo al Natale. Che troverà sotto l’albero il Principe Maurice, e come concluderà in bellezza il 2018?

Il regalo più bello che mi faccio ogni anno è di passarlo in famiglia, in particolare mia sorella cui tengo particolarmente. Vigilia e pranzo con loro e poi la sera del 25 dicembre una edizione on tour del Memorabilia by Cocoricò all’ANIMA, sala discoteca sempre dell’Odissea Fun City. Una soddisfazione essere riusciti a portare anche lì questo progetto importante per me! Con immenso piacere ho accettato pure l’invito nella splendida casa di Milano della contessa Pinina Garavaglia  – un salotto prezioso per livello intellettuale e mondano – per la sua tradizionale ed esclusivissima festa prenatalizia che quest’anno avrà un titolo per me intrigante: “Rococò Folie”, a cui parteciperò ovviamente in costume a tema. Per ciò che riguarda la fine dell’anno, più che l’inizio, la mia iniziativa più particolare sarà una cena spettacolo l’ultimo sabato del 2018, il 29 dicembre, questa volta a Venezia in collaborazione con l’artista francese Florence Aseult presso il bellissimo Palazzetto Pisani sul Canal Grande.Titolo, SENSO, una notte veneziana. Per saperne di più basta andare sempre su Facebook e seguire gli sviluppi dell’evento dallo stesso titolo… Ma ci sentiremo prima delle Feste per gli auguri, promesso!

 

L’ immagine associatata al party natalizio “Rococò Folie” della contessa Pinina Garavaglia

 

 

La locandina di “Senso”, cena spettacolo in programma a Venezia

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Speciale Memorabilia on Tour: il ritorno del Principe

 

Il 23 Novembre sarà una data memorabile per tutti i fan del Principe Maurice e del Cocoricò: tra i due è pace fatta, e l’ icona della Piramide tornerà in grande stile in occasione del Memorabilia in programma al Numa di Bologna. Per chi volesse ripercorrere la genesi del divorzio, rimando alla seconda puntata della rubrica “Sulle tracce del Principe Maurice” che trovate qui. In breve, il Principe Maurice disse addio al Cocoricò quattro mesi fa, all’ indomani del trentennale del club di culto della riviera romagnola: un periodo di “crisi”, come lo definisce il Principe stesso, ormai giunto al termine. “La parola “crisi” non deve avere un’ accezione necessariamente negativa.”, ha spiegato a VALIUM. ” In realtà, etimologicamente è legata al concetto di crescita. Una crescita magari a volte un po’ dolorosa, ma pur sempre una crescita.”  La prima tappa di questo riavvicinamento sarà quindi sancita dal “Memorabilia on tour” che si terrà domani sera al Numa Club, locale trendy e dalle atmosfere fashion situato nella periferia bolognese. Lo show itinerante che celebra il Cocoricò e la sua leggenda vedrà protagonisti sul main stage Cirillo, i Datura, Ricci Jr., oltre che naturalmente il Principe Maurice con le sue “scenic performance”: tutti nomi che hanno fatto la storia del tempio della techno.

 

Ricci Jr Dj, il Principe Maurice e Cirillo

“Ritorno nella grande casa musicale ed emotiva del Memorabilia by Cocoricò. Sarà per me una gioia condividere col mio pubblico le mie visioni e il mio Teatro Notturno con la colonna sonora di Cirillo, Datura, Ricci Jr…Non vedo l’ora”, ha scritto il Principe Maurice su Instagram riguardo il grande evento del 23 Novembre. Per sapere quello che ha detto a VALIUM sul Memorabilia e su molto, molto altro ancora, non vi resta che attendere la prossima puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice”: la rubrica dedicata alla star del Teatro Notturno. Stay tuned!

 

Il Principe durante una delle sue performance

 

MEMORABILIA COCORICO’ @ NUMA club
c/o: NUMA club – Via Maserati 9 – Bologna
Opening doors: 23:30

Per info: numaclub.com

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: suggestioni di viaggio e note d’incanto tra Kiev e il Bel Paese

 

Dal nostro ultimo incontro (rivivilo qui), lo scenario è mutato radicalmente: alla Rotonda a Mare di Senigallia si sostituiscono le cromie rosso-oro del foliage, ma nel Principe non c’è certo traccia di spleen autunnale. Rinvigorito da affascinanti trasferte all’estero, deliziato dalle scoperte che gli riserva una quotidianità colta nel suo lato magico, racconta a ruota libera episodi, progetti e aneddoti trascinandoti in un vortice di energia. L’ estate si è conclusa con una nota di tristezza: la morte del suo mentore Lindsay Kemp ha toccato profondamente il Principe. Eppure, questa malinconia è stata presto sublimata da accenti di creatività pura. Il tributo a Kemp che ha organizzato a Venezia, durante la Biennale del Cinema, ha letteralmente ipnotizzato il pubblico. Ma soprattutto, ha evidenziato ancora una volta la potenza incredibile di un’ Arte che scaturisce dal cuore: è qui che confluiscono il genio, la verve istrionica e il travolgente carisma del Principe Maurice.

Lascio a te la parola affinché possa descriverci questa splendida esperienza veneziana.

Alla 75ma Mostra del Cinema ho fatto un red carpet con la mia amica Guia Zapponi, bravissima attrice. E’ stato divertente, ma la cosa più importante per me è stato l’esser riuscito a organizzare un “flash mob” in omaggio a Lindsay Kemp. Da solo non avrei mai potuto farlo, ero troppo coinvolto emozionalmente. Ho quindi chiesto aiuto a Andy dei Bluvertigo. Ci siamo detti, “Perché non ripercorriamo l’incontro tra Kemp e David Bowie?”, dove io avrei interpretato Lindsay e Andy, David. A lui l’idea è piaciuta tantissimo e l’abbiamo messa in atto. Senza invito esclusivo, senza pass, senza registrazione…L’abbiamo messa in atto e basta, sulla Terrazza della Biennale che ha cominciato subito ad affollarsi: la gente sentiva che stava succedendo qualcosa. Ho esordito con un djset, poi mi sono trasformato in Lindsay Kemp ed intonando insieme a Andy “The man who sold the world” è partito questo set glam rock. E’ stato un successo, non mi aspettavo che arrivasse così tanta gente! Poter ricordare Lindsay e David, per me, è stata una grande consolazione. Non abbiamo fatto tanta pubblicità, il che ha richiamato il pubblico giusto: a quanti realmente interessa essere toccati nell’ anima, quanti partecipano solo per esibirsi? Il nostro è stato un anti-red carpet party fatto col cuore.

 

 

 

Il Principe con Andy Fluon in “Stardust – Tribute to Lindsay Kemp and David Bowie” alla Biennale del Cinema

Abbandonate le atmosfere vacanziere, ci ritroviamo in un Autunno già inoltrato. Come hai inaugurato la nuova stagione?            

Andando verso est, e la prima tappa è stata Kiev in compagnia della mia amica e manager Oksana Kuzmenko. A Kiev sono andato per relazioni pubbliche, più che per lavoro, e ho avuto modo di incontrare Aleksandr Lobortas: un gioielliere straordinario entrato nel Guinness dei Primati. Con Oksana, nel suo atelier bunker, abbiamo ammirato dei gioielli stupendi per un pomeriggio intero. E’ stato un incontro stupefacente, per la preziosità e la bellezza di quel che ho visto! Sono riuscito ad ispirare, a mia volta, Lobortas, che presto creerà una serie di stilografiche gioiello “forgiate” sul mio personaggio. Quei momenti sono stati da sogno: mi hanno impressionato la passione, l’entusiasmo, la creatività. I monili che ho ammirato rievocavano Fabergé, gli zar, sono creazioni stratosferiche valorizzate da un’accurata ricerca sulla sfaccettatura delle pietre. In quei giorni, poi, a Kiev ricorreva San Michele e abbiamo visitato un luogo sacro ed incredibile. Pecherska Lavra è un monumentale complesso di monasteri in stile ortodosso (quindi architettonicamente molto ricco), uno dei quali è costruito su una rete di catacombe e di cunicoli.

 

Pecherska Lavra, a Kiev

L’ atmosfera di grande spiritualità al suo interno viene esternata da una solennità che incarna il senso della devozione. Ho vissuto una sorta di estasi mistica scaturita dalle sonorità, da ciò che vedevo, dai rituali monastici…Rimango sempre molto colpito da queste espressioni. Di Kiev mi porto dentro, quindi, due episodi speciali. Quello con Lobortas è stato un incontro di anime, ma la preziosità che ci circondava era tale da renderlo surreale. A Pecherska Lavra, invece, la spiritualità era talmente intensa da risultare struggente. Dall’ Ucraina ci siamo poi diretti verso Baku, dove avevo in programma una performance in un importante locale.

 

Il Principe insieme a Oksana Kuzmenko e al grande gioielliere Aleksandr Lobortas

Approfitto di questo suggestivo spunto per chiederti: che rapporto hai con il divino?

Non posso non credere in un’entità superiore che potrei definire con la natura stessa: l’espressione massima della divinità per me è già visibile nell’ erba che cresce, nel fiore che sboccia, perché è tutto grande e meraviglioso. Questa energia potente, che crea la vita e la distrugge, è sicuramente identificabile con un senso del divino che mi porto dentro. Mi affascinano le storie, i messaggi, le filosofie orientali, però sostanzialmente credo che Dio sia in ognuno di noi e in ogni cosa bella o drammatica che vediamo quotidianamente. Mi affascinano i riti: anche quello che compivamo noi nelle discoteche, in fondo, era una sorta di rituale. Naturalmente, nel rito religioso il livello filosofico e spirituale è molto diverso. Più alto e radicato nelle tradizioni.

 

Una delle cupole dorate di Pecherska Lavra

Baku è famosissima per il suo circuito di Formula 1. Come la trovi a livello di “movida” e di pubblico della notte?

Ho preferito Baku al di fuori del circuito della Formula 1 perché l’ho trovata molto più gradevole, meno caotica. Questa volta me la sono goduta perfettamente e ho notato che c’è gente bella, elegante, che ad ogni età ama vivere la città. Per il compleanno del Jack Daniel’s mi sono esibito in una sorta di area “dei docks”, piena di movida: un locale attaccato all’ altro e tutti ispirati a diverse nazioni. La mia performance si è tenuta al Madrid Bar, che in realtà è un bellissimo locale all’aperto. A Baku adorano il dinner show, mangiare e poi ballare è una formula che funziona! Quindi, ho cantato durante una cena spettacolo: è stata una serata un po’ in stile America anni ’20 del proibizionismo, dato che inneggiava al whiskey, ed io mi sono esibito con gran divertimento in uno dei personaggi che ogni tanto mi saltan fuori. Il successo è stato enorme, ma la cosa più bella è stata aver potuto godere della città. A Baku la gente, di sera, esce anche solo per passeggiare. C’è voglia di incontrarsi, di girare, molta vivacità. Nei parchi trovi chi chiacchiera sulle panchine fino a tardi…C’è voglia di comunicare e di sedursi. Questo mi è piaciuto proprio tanto!

 

Il compleanno del Jack Daniel’s al Madrid Bar di Baku

Tornato in Italia, poi, sono stato coinvolto nelle celebrazioni del 50nario di un’azienda di tecnologia molto importante del senese. E’ nata dall’ intuizione di due meccanici che hanno elaborato una teoria per la lavorazione del legno ora esportata in tutto il mondo: una di quelle belle realtà che danno lustro alla nostra creatività anche nel campo della tecnologia. E’ stato bello festeggiare in questa azienda familiare, con il suo patriarca, tutta riunita attorno a quel successo. Nel senese ho anche scoperto una tenuta, “La Fratta”, che dal 1208 appartiene alla stessa casata. E’ un mondo incantato, un’ oasi d’eccellenza da godere con tutti i cinque sensi. Il mio ritorno in Toscana mi ha fatto riscoprire come il senso della famiglia sia ancora fondamentale, nella società italiana, per creare delle cose belle. E per “famiglia”, bada bene, io intendo anche il gruppo di amici e collaboratori storici che diventano tali. “Famiglia” come confidenza, stima, fiducia reciproca…Questo legame fatto di sogni e di speranze condivise è ciò che mi è più rimasto impresso nel mio vagare tra Kiev e il Bel Paese.

 

 

Stai diventando sempre più internazionale, a livello di performance. Qual è l’atout del tuo successo oltreconfine?

Il mio è il linguaggio universale dell’arte vera, quella vissuta con il cuore, dove la magia e la fantasia sono importanti ma lo è soprattutto un animo sincero. Io non fingo, le mie emozioni sono autentiche. Mi piace l’idea di riuscire ad arrivare con uno sguardo dentro qualcuno e di rapirlo, di portarlo nel mio mondo: con la grande convinzione di essere esattamente quello che desideravo essere in quel momento lì per quella persona.

Torniamo in Italia, e più precisamente alla Villa delle Rose di Riccione. Dove so che ti sei esibito, il 15 Settembre scorso, insieme alla Contessa Pinina Garavaglia…Che ci racconti di quella serata?

In realtà ho fatto semplicemente da chevalier a Pinina, la nostra è un’amicizia che risale addirittura agli anni ‘80. Quella serata è stata un’occasione per rivedere vecchi amici fuori dall’ ambiente del Cocoricò, fuori dall’ ambiente della techno ma più orientati verso l’house. Durante la cena mi sono esibito a livello canoro: il dinner show è un mio must, ultimamente!

 

 

Tu e Pinina Garavaglia: cosa pensi del suo look e del suo lifestyle iper flamboyant?

Ho conosciuto Pinina Garavaglia nella “Milano da bere” degli anni ‘80, quando lei lavorava come PR di locali importanti come l’Amnesie e la Belle Epoque. Pinina intuì subito le mie potenzialità nel mondo della notte, nonostante all’ epoca lavorassi in banca: cominciò a “utilizzarmi” nelle sue serate in maniera simpatica, non certo per lavoro ma più per divertimento. E’ stata lei a darmi un imprinting. Il suo motto “Audace ci piace” è senza dubbio la sintesi di come siamo entrambi, anche se poi io ho virato su una teatralità più dark, più riferita al mondo di Lindsay Kemp. Adoro Pinina, la stimo moltissimo: ha un’immensa cultura, una grande ironia e soprattutto una potente inventiva. E’ appassionata di antiquariato, musica, letteratura…Con lei, insomma, non posso che andare d’accordo sotto tutti i punti di vista. Il suo look è sempre “esagerato”, ma curato, quindi ci sta! Ed è tutt’altro che effimera: l’effimero è un concentrato di emozioni fugaci che resta nelle retrovie dell’anima, se intriso di preparazione e di eleganza.

 

Il Principe Maurice e la Contessa Pinina Garavaglia

Due personaggi come voi, accomunati dal gusto barocco e dall’ amore per la notte, ne avranno vissuti, insieme, di aneddoti! Puoi raccontarcene uno?

Sicuramente lo straordinario incontro con Andy Warhol, che nell’ ’87 Pinina ospitò a Milano dopo il vernissage dell’esposizione del suo Cenacolo. Famosa in tutto il mondo come “contessa rock”, Pinina diede un ricevimento a casa sua: ricordo questo bellissimo divano di velluto rosa di fronte a un camino barocco. Andy Warhol se ne stava seduto lì da solo, silenzioso, quasi imbambolato. Chiesi a Pinina se potevo avvicinarlo, mi disse che potevo. Così andai e mi sedetti accanto a Warhol: lo ringraziai di essere venuto a Milano, gli espressi la mia gioia per incontrarlo di persona…Lui non rispose nulla, girò la testa lentamente e mi guardò. La sua espressione era un po’ infastidita, del tipo “Che vuoi? Lasciami nel mio torpore!”, però per me fu un grande onore. Il suo sguardo era sempre nel vuoto, ma a me guardò negli occhi e io fui felice! Mi sembrò anche di percepire una leggera curva sul suo labbro, come a dire “Guarda questo, che faccia tosta!”…Credo che avesse apprezzato il mio coraggio. Quell’ impercettibile confidenza nei miei confronti mi diede potere, mi diede lustro quella sera: fu proprio divertente!

 

 

Per concludere, una domanda sui tuoi progetti non può mancare…

Il 13 Ottobre è in programma un evento dedicato alla presentazione di un progetto cinematografico di cui parlerò più avanti. Il mio autunno sarà incentrato sugli sviluppi di questa pellicola, che mi vedrà protagonista per la prima volta nonché coautore della sceneggiatura. Vi darò tutti i dettagli al momento giusto: è un progetto a cui tengo tantissimo, che darà una svolta alla mia carriera. Sarà una bella prova! E io ci sto dentro, ho voglia…Il film verrà realizzato completamente in Veneto – con sottotitoli in italiano ma anche in inglese, perché la produzione sarà internazionale – e questo valorizzerà il territorio, la storia, le tradizioni, addirittura l’enogastronomia della regione straordinaria nella quale vivo e che tanto amo.

 

Photo courtesy of Maurice Agosti