Il surreale Natale di ROD Almayate

 

Potreste pensare ad un colore migliore del giallo per rappresentare ROD Almayate? Emblema deIla vitalità, dell’ immaginazione, della conoscenza, riflette i codici del marchio alla perfezione. Ma c’è un valore aggiunto nel connubio tra il giallo e la label di gioielli disegnata da Roberto Ferlito: il rimando al sole dell’ Andalusia, quel sole lucente e infuocato che risplende su un mare azzurrissimo. E’ proprio  a pochi passi da Malaga che ROD Almayate ha stabilito i suoi headquarter, laddove i cardini della tradizione spagnola sono prepotentemente confluiti (rivisitati e corretti) nell’ iconografia del brand fondato a Firenze nel 2012 con il nome di Schield. I lettori di VALIUM hanno già avuto modo di imbattersi nel duo composto da Roberto Ferlito e Diego Diaz Marin, rispettivamente direttore creativo e art director di ROD: ospitati in svariate occasioni, Diego e Roberto sono due amici di lunga data di questo blog (rileggi qui l’ intervista relativa al lancio di ROD Almayate). La loro cifra è l’irriverenza, l’ironia surreale, un’ inventiva a briglia sciolta che non conosce limiti. E se a Natale siamo tutti più buoni, i due decidono di rincarare l’audacia venandola di sfrontatezza e di mordacità, ma senza tralasciare i toni giocosi. Ecco allora una campagna, scattata dal sempre esplosivo Diego Diaz Marin,   che elegge il giallo di ROD a colore natalizio per eccellenza e lo esalta in ogni scatto.

 

 

Gialle sono le palline appese all’ albero di Natale, gialli sono i pacchi accumulati ai suoi piedi, giallo è il logo del brand: la luminosità prevale al pari del sole che brilla su Almayate, uno spirito playful la fa da padrone. La modella assaggia le sfere dell’ albero scambiandole per dei frutti succosi, Paco – il bulldog francese di Diego e Roberto – assiste a un suo spuntino a base di biscotti pan di zenzero prima che si faccia immortalare, inginocchiata quasi religiosamente e con le forme curvy fasciate da un abito sfrangiato come un “mantòn de Manila” (il tipico scialle andaluso), mentre regge tra le mani una montagna di pacchi.

 

 

Negli altri scatti, tra stelle, palline e fiocchi ornamentali, campeggiano gioielli  tratti dalle collezioni più iconiche create da Roberto Ferlito. Ritroviamo gli orecchini della serie Guillermina Flower (il cui nome è un omaggio alla madre di Diego), grandi fiori in palladio e ottone placcato oro tempestati di cristalli Swarovski, così come quelli a forma di cerotto della Pharmacy Collection e le due gambe femminili appartenenti alla linea Body Lovers; oppure, ancora, i gamberetti in versione “tapas” inseriti nella collezione Tapeo (dove l’ ispirazione attinge ad uno dei riti più amati dagli spagnoli, quello delle “tapas” serali). Tra le collane risaltano il girocollo Teeth, composto da molari in ottone placcato oro impreziositi da Swarovski multicolor, ma anche lo sfavillante choker Puri Lace che, con la sua foggia a laccio di scarpa, fa da leitmotiv all’ omonima collezione. Ma è la linea Body Lovers a oltrepassare il confine tra creatività e irriverenza, sfoggiando l’ ironia che permea l’universo di ROD a 360°: denominatore comune, un sesso femminile inciso sui ciondoli dei collier, sugli anelli e sui bracciali. Come a ribadire che, partendo da Schield fino ad approdare a ROD Almayate, un humor provocatorio e dissacrante resta il fil rouge di ogni progetto di Diego Diaz Marin e Roberto Ferlito.

 

GUILLERMINA FLOWER

PHARMACY

BODY LOVERS

 

TAPEO

TEETH

PURI LACE

Pendant Pussy Gold, dalla collezione BODY LOVERS

 

All Photos by Diego Diaz Marin

 

Sulle tracce del Principe Maurice: ciak, si gira! Alla Biennale del Cinema il lancio di una nuova carriera

Il Principe all’ evento “Reaction” di Kiev

L’ incontro tra me e il Principe, complici anche l’ Estate e le vacanze, è avvenuto a Riccione. Nella “perla verde dell’ Adriatico“,  seduti a un tavolino del Victor Bistrot, tra un calice di bollicine e l’altro abbiamo conversato del più e del meno, degli eventi a cui Maurice aveva preso parte e di quelli con cui avrebbe inaugurato la nuova stagione. Gli aggiornamenti, d’obbligo vista la portata delle ultimissime notizie, sono però avvenuti via telefono e pochi giorni dopo l’ apertura della Biennale del Cinema di Venezia. Non è un caso che il cinema, come potrete leggere in questa intervista, sia il nucleo attorno al quale ruota un’ importante iniziativa che vede il Principe Maurice direttamente coinvolto: rappresenterà un’ autentica svolta per la sua già di per sè eclettica carriera. Ma non voglio spoilerarvi altro, rovinandovi il piacere della sorpresa…Qualche anticipazione sui personaggi, sulle location e sugli eventi citati qui di seguito dall’ icona del Teatro Notturno? Vi dò solo alcuni indizi, sicura che (come sempre) ne rimarrete intrigati: in ordine rigorosamente di apparizione, Riccione, la Reunion al Peter Pan, Palma di Maiorca e Ibiza Global Radio, Grace Jones e il Brighton Pride Festival, Kiev e la serata Reaction, la 76ma Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, l’ appuntamento seral-notturno alla Terrazza Biennale insieme al dj Francesco Trizza e via dicendo. Dulcis in fundo, viene presentato proprio oggi, alle 11, nello Spazio Veneto dell’ Hotel Excelsior di Venezia, il progetto che darà il via “col botto” alla carriera cinematografica di Maurizio Agosti Montenaro Durazzo alias il Principe Maurice. Come vedete, il mio spirito giornalistico ha prevalso e ho ceduto inesorabilmente alla succosità della notizia. Per saperne di più, tuttavia, non vi resta che continuare a leggere.

“L’Estate sta finendo”, come cantavano i Righeira tempo fa. Ma quella del Principe Maurice credo che sia stata un’Estate a dir poco rutilante: Riccione, Brighton, Palma di Maiorca, Kiev sono state solo alcune delle tue tappe. Immagino che avrai molto, anzi moltissimo da raccontarci…

Direi proprio di sì! Cominciamo con Riccione che, orfana del Cocoricò, è ancora molto viva grazie alle sue spiagge che sono diventate i nuovi contenitori del divertimento. A partire dal Samsara Beach, che ha funzionato alla grande avvalendosi di dj di prestigio e soprattutto della formula di fare discoteca durante il giorno, per tutto il pomeriggio fino all’ora dell’aperitivo – eccetto alcuni eventi che, comunque, non terminano mai oltre la mezzanotte. Ecco, diciamo che l’aver spostato il club sulla spiaggia ha anche anticipato i tempi di chiusura e di apertura del divertimentificio riccionese. Sempre in spiaggia si è tenuta una grossa produzione curata dall’ Altro Mondo Studios, la Rimini Beach Arena, ricca di eventi stratosferici come il Circoloco che da Ibiza è arrivato in pompa magna fin lì. La novità importante, quindi, è che Riccione attira ancora i giovani grazie al suo litorale, però questo fa del divertimento una realtà prettamente stagionale. Tra gli show a cui ho preso parte c’è stata una serata molto bella, una reunion dei dj più importanti sia legati al Cocoricò che ad altri circuiti del movimento techno anni ’90: si è tenuta al Peter Pan. E’ stato fantastico ritrovarci tutti a questa grande festa dove il 90 % del pubblico danzante sfoggiava le t- shirt del Cocoricò e memorabilia varia! E soprattutto è stato molto emozionante vedere come la Piramide, seppur chiusa, rimane nel cuore e nella memoria non solamente della “old school”, ma anche dei giovani che l’avevano cominciata a conoscere di recente. Passiamo a Brighton e al Brighton Pride Festival, bellissimo, dislocato in tutta la città ma più che altro nei suoi parchi. Ospite d’eccezione di questo straordinario evento è stata Grace Jones, protagonista di un live pazzesco. Io, invitato da Grace in persona, ho avuto il piacere di frequentarla per tre giorni e per tre notti. Mi ha voluto sul palco con lei, quindi ho adattato la mia mise alla sua dipingendomi anch’io io il volto con dei graffiti tribali alla Keith Haring. E’ stato molto divertente: Grace è sempre una grande, grande, grande artista nonostante sia alla soglia dei 70 anni. Per cui, ragazzi, sappiate che esistono dei personaggi che non hanno età! Il concerto di Brighton – con 25.000 persone partecipanti e sold out già da due mesi – è stato per me un’autentica botta di vita, perché l’energia che ti arriva da un’artista così e dal suo pubblico è qualcosa di meraviglioso…A Palma di Maiorca ho preso parte invece ad un evento molto chic, il White Party dell’Hotel a cinque stelle Portals Hills, di cui ho curato la parte lounge a bordo piscina. Il pubblico, ultra raffinato, ha gradito tantissimo; anche perché per me è stata la prima collaborazione con Ibiza Global Radio, dalla quale provenivano i tre dj che, rispettivamente, hanno seguito la parte pre-serata, curato la diretta radiofonica dell’evento e la discoteca. Non erano abituati ad avere un executive, un vocalist, un animatore, chiamatemi come volete, e sono rimasti stupefatti! Quello con Ibiza Global Radio è un nuovo, bellissimo canale che per me si è aperto e chissà che non porti a sviluppi radiofonici nelle Baleari… Arriviamo infine a Kiev, dove la Kuzmenko PR & Events ha organizzato una splendida serata Reaction. Il format, che avevo creato per il Plastic, era piaciuto e avevano voluto prenderlo a scatola chiusa per presentarlo non in una situazione di grande club, ma di club esclusivo: all’ evento erano presenti solo 100 persone in tutto, tra cui personaggi talmente importanti che non sono autorizzato a citare. La location era davvero deliziosa, il suo nome è Fregat…si tratta di uno yacht club esclusivo sul fiume Dnepr: lì hanno voluto provare il mio format in attesa di adottarlo, e poi replicarlo, in club più grandi. E’ stata una sorta di preview di lusso dove ho potuto esprimermi liberamente e, devo dire, con un ottimo successo. Ero accompagnato da una ballerina del Teatro dell’Opera di Kiev, Margot Gozalyan, che si è esibita ne “La morte del cigno” sulle note di un sound elettronico, ma era presente anche il mio fido Daniel Didonè che ha letteralmente ammaliato le signore dell’alta società ucraina. La parte dance, invece, è stata curata dal dj veneziano Joe Frattin, che ha dato vita a un set estremamente coinvolgente. Prima della serata Reaction, però, sono stato invitato al vernissage del pittore lussemburghese di origine italiana Claudio Rosati, un mio amico. La sua mostra occupava un piano intero del Museo di Storia di Kiev e non c’è bisogno di dire che ha riscosso un successo enorme. E’ in quell’occasione che ho reincontrato il dj Francesco Trizza, occupato nel dj set dell’opening: ci eravamo conosciuti a Milano, al Bar Martini di Dolce & Gabbana dove si esibisce in pianta stabile. Trizza è un “luxury dj” e ha creato un nuovo filone musicale, elegantissimo ma molto coinvolgente, che accompagna gli eventi di lusso. Sono rimasto entusiasta della sua musica al punto tale che abbiamo pensato di creare insieme una situazione easy e prestigiosa al tempo stesso alla Mostra del Cinema di Venezia sulla Terrazza Biennale del Masterchef Tino Vettorello, da dove passano (e rimangono a mangiare, bere e divertirsi) tutte le star e gli operatori del mondo del cinema oltre agli appassionati.

 

Durante la Reunion al Peter Pan con Cirillo Dj

Insieme a Margot Gozalyan, che danza “La morte del cigno” all’ esclusiva serata tenutasi al Fregat Yacht Club di Kiev 

Vorrei soffermarmi sulla figura di Grace Jones: l’hai definita “uno dei due più grandi amori della tua vita”. Cosa provi, oggi, quando la incontri? Qual è il rapporto che vi lega?

C’è lo stesso grande amore, una grande affinità dell’anima. Dai tempi della nostra relazione sono maturato artisticamente, per cui riusciamo ad essere – anche se non mi metto certo al suo livello! –  un po’ più alla pari, a scambiarci degli spunti. E poi, devo dire che c’è ancora molta attrazione. Grace è per sempre nel mio cuore. Anche se le nostre vite si sono separate, quando ci rivediamo è come se ci fossimo lasciati il momento prima: è uno di quei rapporti che non hanno né tempo né spazio. Certo, il rammarico è che, vivendo lei molto di più in Giamaica, ora ci incontriamo meno frequentemente; ma tutte le volte che arriva in Europa io faccio il possibile per raggiungerla, perché insieme stiamo veramente bene. E’ un punto di riferimento assoluto della mia vita: tra noi c’è intesa, alchimia…Il nostro rapporto è veramente ad altissimi livelli sia umani, che artistici. E vederci è sempre una gioia reciproca!

 

On stage al Brighton Pride Festival

Venezia in questi giorni è di nuovo sotto i riflettori, grazie alla Mostra del Cinema e ai suoi fasti. Corre voce che anche il Principe, quest’ anno, lì stia presentando un progetto speciale. Che ci dici al riguardo?

Esatto: si tratta di un progetto cinematografico. Ha il patrocinio della Film Commission e, siccome la burocrazia è abbastanza lenta, questo un po’ ha rallentato i tempi di esecuzione, ma a Venezia verrà presentato un film di cui sono il protagonista. Non sto parlando di “Ca’ Moon” bensì di una nuova sceneggiatura, molto brillante, molto dinamica, molto bella, che ha trovato una via preferenziale perché sviluppa un tema di attualità come quello dell’immigrazione. Il film verrà sicuramente girato entro la fine dell’anno e lo presenteremo ufficialmente il 5 Settembre, alle 11.00, nello spazio Regione Veneto all’ Hotel Excelsior. Una volta che un progetto viene annunciato in queste sedi significa che è assolutamente conclamato, quindi posso dirti che comincerò una nuova carriera nel cinema! Avevo già fatto dei camei, poi c’era stato il mio #Tribute, che però era un docufilm…Stavolta, invece, farò proprio l’attore e reciterò un ruolo importante. Non posso dirvi nulla della progettazione, è ancora work in progress…Ma è importante dire che, dato che la pellicola è parzialmente finanziata dalla Film Commission ma consistentemente finanziata da privati, la sera del 5 Settembre il nostro produttore riceverà un Leone di Vetro per il suo impegno nell’ industria cinematografica. Recitare mi intriga tantissimo, mi sento pronto per farlo come mi sento pronto per fare televisione…Vi metto una pulce nell’ orecchio, perché anche in quel senso c’è qualcosa che bolle in pentola!

 

Red carpet in black and white alla Biennale del Cinema di Venezia

A proposito di cinema: cosa rappresenta e cosa ha rappresentato, il cinema, nella tua vita?

Il cinema è un’arte assoluta, per me: è l’arte dei sogni, delle suggestioni, ma anche della realtà. E’ un racconto diretto, un potente mezzo di comunicazione che veicola tutto, dalla fantasia più sfrenata (non a caso io adoro i film Fantasy) fino alla realtà più cruda. A me il cinema ha sempre suggestionato tantissimo. Sono un amante dei film d’antan, a partire da quelli del cinema muto – il mio Nosferatu si riferisce proprio a quello di Murnau del 1922 – per arrivare al cinema degli anni ‘30, ‘40, ‘50 con le grandi star hollywoodiane, indimenticabili e meravigliose icone. Anche il cinema attuale mi piace, non tutto ma ci sono cose che mi intrigano. Infatti sono alla Mostra del Cinema anche per vedere che c’è di nuovo, pur non disdegnando la celebrazione di registi e di attori conclamati. Insomma il cinema lo amo, è un’arte che amo sin da quando ero bambino e sono felice di poter finalmente entrare a far parte di questo universo, in punta di piedi e con grande rispetto, come interprete.

Con il direttore della Biennale del Cinema Alberto Barbera

Se avessi la chance di diventare un attore a tempo pieno ma dovessi abbandonare il Teatro Notturno e le tue performance, pensi che lo faresti?

Non abbandonerò mai il Teatro Notturno! Potrebbe diventare, anzi, una mia forma di interpretazione anche cinematografica. Il Teatro Notturno è dentro di me, nelle mie fibre…Qualsiasi cosa succeda io cercherò sempre e comunque di comunicare in maniera diretta con il pubblico, non solo attraverso lo schermo cinematografico o televisivo: trovo che sia molto importante. Per cui non preoccupatevi, anche se dovessi diventare una star di Hollywood farò il Teatro Notturno a Hollywood!

 

Al White Party dell’ Hotel Portals Hills di Palma di Maiorca

Daniel Didoné al White Party. A destra, la postazione di Ibiza Global Radio

Siccome sono molto curiosa, ti chiedo di citarmi tre nomi: il regista, l’attore e l’attrice che preferisci e perché!

E’ una scelta molto difficile, perché ogni attore, ogni regista che mi ha colpito aveva un suo stile, un suo modo di comunicare e un suo argomento da sviluppare. Posso dirti che un regista che mi intriga moltissimo indubbiamente è Kubrick, perché pur avendo usato tecniche completamente dissimili da un film all’ altro tanto da sembrare ogni volta un regista diverso, ha mantenuto quello che è il suo leitmotiv, la disfatta dell’uomo: dell’uomo che arriva a raggiungere il massimo della soddisfazione in tutto, ma non riesce a mantenere questo status e in qualche modo desidera distruggerlo. Se ci fate caso, in qualsiasi film di Kubrick c’è questa inquietudine dell’uomo nei confronti della tecnologia, del successo, anche dell’amore. Guardate il suo ultimo film, per dire. “Eyes wide shut” è una meravigliosa storia d’amore che viene rovinata da una voglia di ricerca che diventa morbosa, e quando i protagonisti ritornano sui propri passi qualcosa è inesorabilmente cambiato. Io che sono un grande sperimentatore, un curioso delle tecniche di espressione, amo soprattutto il fatto che ogni film di Kubrick differisca dall’ altro. Anche nella fotografia…Ad esempio, negli interni di “Barry Lindon” usa solo la luce delle candele: un dettaglio che a me ha suggestionato tantissimo. Con i mezzi dell’epoca, che non erano certo quelli di oggi, è riuscito a fare un excursus di tutti i modi di vedere la realtà e la fantasia che lo rende un unicum assoluto. Per quanto riguarda l’attore, resto in Italia e ti rispondo Mastroianni. Mi piaceva moltissimo, lo trovavo di una bellezza, di una raffinatezza che lo mettevano al pari delle grandi star hollywoodiane e di una bravura incredibile nell’ interpretare tanti tipi di personaggi. Come attrice, e c’è un motivo personale, scelgo Silvana Mangano. Silvana Mangano perché mia madre le somigliava come una goccia d’acqua: pensa che la costringevo tutte le estati ad andare all’ Hotel Des Bains al Lido per fare “Morte a Venezia” con me, e lei si prestava a fare la contessa! Ero molto fiero di questa somiglianza, ma devo dire che a parte questo lato un po’ simpatico, bizzarro e malinconico nei confronti della mia straordinaria madre, effettivamente Silvana Mangano, che esordì come pin up, poi diventò un’attrice di un’intensità pazzesca. Anche il suo penultimo ruolo, quello della Reverenda Madre Ramallo in “Dune” di David Lynch, lo interpretò in modo eccelso pur essendo già molto malata.

 

A Palazzo Labia insieme alla performer Florence Aseult

Parlando ancora di Mostra del Cinema, hai qualche progetto inerente all’ edizione in corso?

Certo. Oggi è il 31 Agosto (data dell’intervista, ndr.) e mi accingo a far vivere un affresco di Tiepolo a Palazzo Labia, sede della RAI, per un gala ufficiale dedicato alla delegazione cinese e giapponese del Ministero della Cultura sezione Cinema: esalteremo la magia veneziana donando vita, in modo tridimensionale e performativo, al famoso affresco di Antonio e Cleopatra che si trova nel Salone delle Feste. Amo molto contaminare le arti e grazie al contributo di Stefano Nicolao, che è un grandissimo costumista e ha riprodotto esattamente i costumi della composizione pittorica, faremo una performance che lascerà a bocca aperta i nostri ospiti orientali. Io parteciperò nelle vesti di Maestro di Cerimonie, sarò un Casanova fuori dal tempo e dallo spazio, mentre il tableau vivant è di carattere rinascimentale ed è stupendo come d’altronde lo stesso affresco, che riproduce un pranzo tra Antonio e Cleopatra: lei scioglie una perla nell’ aceto per dimostrare quanto sia ricca e prestigiosa e mostra il seno quasi con arroganza, consapevole della propria bellezza.

 

Cleopatra nell’ affresco del Tiepolo

Stasera ci sarà anche il party in black and white di Vanity Fair, al quale accompagnerò la mia amica carissima Yvonne Sciò che ha una straordinaria carriera di attrice a Los Angeles. C’è tanta mondanità, a Venezia, durante la Mostra del Cinema! Ma l’unica mondanità inerente al Lido è quella, come vi ho già accennato, della Terrazza Biennale. Apro una parentesi: a me piace che si diano molte feste, ma mi dispiace che vengano organizzate in città e non al Lido, perché questi 10 giorni di festival dovrebbero essere il suo trionfo. Quindi il nostro tributo al Lido io e il luxury dj Francesco Trizza lo realizziamo alla Terrazza Biennale, che ormai da anni è gestita dallo chef Tino Vettorello: è un connubio tra il buon bere, il buon mangiare, la buona musica e l’allegria che io cerco sempre di portare, mondana ma anche simpatica e accessibile a tutti. La Terrazza infatti non è blindata, può venire chiunque. La selezione è naturale, perché può piacere o non piacere quello che facciamo, ma devo dire che stiamo avendo un enorme successo e andremo avanti fino alla fine della Mostra. Sono molto soddisfatto di questo nostro appuntamento serale, sta andando davvero alla grande. Francesco Trizza è un dj simpaticissimo e Tino Vettorello, oltre ad essere un ottimo chef, è un ottimo padrone di casa: l’atmosfera che si è creata, quindi, è quella di una festa tra amici, tra gente di tutto il mondo che parla qualsiasi lingua e si ritrova alla Terrazza dopo un film, prima di un film, dopo cena, per l’aperitivo…Siamo presenti ogni sera dalle 18 a mezzanotte, ma ormai si sfora tranquillamente fino alle 2. E’ un party continuo, bello, spontaneo, che nasce in amicizia e dove le amicizie si creano. Io mi esibisco nel ruolo di entertainer, canto live su delle basi, ogni tanto mi metto anche alla consolle, ma la musica è appositamente curata da Francesco Trizza.

 

Un particolare del costume creato da Stefano Nicolao per Nina Aprodu, interprete di Cleopatra nel tableau vivant di Palazzo Labia

Cambiamo argomento, ed affrontiamone uno completamente diverso. Cosa consigli ai tuoi fan per riprendersi dallo shock del rientro?

In realtà non saprei cosa risponderti, perché per me non esiste lo shock da rientro: quando vado in vacanza e poi torno a lavorare, sono contento perché il mio lavoro mi piace! Sicuramente, però, potrei consigliarvi di organizzare una serata tra amici e di raccontarvi i vostri aneddoti dell’estate, così in simpatia, un po’ per rievocarli e un po’ per riviverli nel racconto reciproco. Trovatevi tutti insieme a una cena, a un aperitivo, a un dopocena, e condividete i momenti più belli delle vostre vacanze. Penso che possa essere molto divertente, prima di chiudere il capitolo definitivamente e ricominciare a lavorare.

 

L’artista Claudio Rosati al vernissage della sua mostra al Museo di Storia di Kiev

E come affronterà Settembre, invece, il Principe?

Il mese di Settembre sarà un mese di preparazione. Ho in programma degli importanti eventi di lavoro, però dal punto di vista concettuale sarà un mese di puntualizzazione di quel che andrò a sviluppare concretamente durante l’Inverno e dei nuovi impegni che mi accingo ad affrontare: il cinema, la televisione, ma anche il mio progetto di creare una struttura, una Academy, per trasmettere le mie competenze a chi volesse approfondirle e portarle avanti. Tutto quello che prima dell’Estate era stato solo un abbozzo, a Settembre si deve chiudere ed organizzare. Sostanzialmente, quindi, per me è un mese di organizzazione. Bello pesantino ma senza dubbio intrigante, soprattutto viste le novità che ci sono all’orizzonte!

 

L’ invito all’ evento Reaction di Kiev

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

ROD Almayate: dalla Spagna con creatività e irriverenza

 

Chi segue VALIUM conosce bene Schield, il brand di luxury jewellery fondato nel 2012 a Firenze da Roberto Ferlito. Sono innumerevoli gli articoli che questo blog ha dedicato al marchio che ha sancito la collaborazione tra Roberto e il fashion photographer Diego Diaz Marin, ideatore dell’ identità visiva del progetto oltre che autore delle surreali campagne che l’ hanno raccontato: il duo creativo rientra tra i “VALIUM‘s friends” di lunga data. Adesso, provate per un attimo a chiudere gli occhi e a sognare. Davanti a voi c’è il mare, il gelo invernale viene sostituito da un clima tiepido. Lo sciabordio delle onde, con il suo ritmo soave e ipnotico, contrasta con le travolgenti melodie di una chitarra flamenca. Sullo sfondo, in cima a un promontorio, troneggia la sagoma dell’ iconico toro di Osborne. Ebbene sì, siamo in Spagna, e più precisamente in Andalusia: è proprio qui che, ad Almayate, Schield rinasce a nuova vita. Trasferitosi a pochi passi da Torre del Mar (città natale di Diego Diaz Marin), il brand fiorentino cambia nome e si tramuta in un progetto che ingloba moda, design e fotografia. Oggi si chiama ROD come un’ antichissima divinità slava, il creatore per antonomasia. E se da ROD si originò il Creato, Roberto Ferlito e Diego Diaz Marin danno vita ad un concept inedito basato su una serie di principi: l’ originalità, la passione e la libertà sono i suoi pilastri, la creazione il suo atto supremo. Nessuna censura, nessun asservimento al marketing o alle logiche di mercato, nessuno stereotipo di bellezza da seguire; ROD restituisce priorità all’arte e mantiene l’ imprinting Made in Italy avvalendosi del savoir faire minuzioso degli artigiani italiani. Ferlito, con oltre 20 anni di esperienza nel design di alta moda, e Diaz Marin, con la sua fotografia dissacrante, inaugurano un progetto che coniuga “Haute Joaillerie” e irriverenza. Così come è avvenuto per Schield, non è difficile prevedere che un folto stuolo di celeb, influencer e teste coronate si innamorerà di ROD all’istante. Ho incontrato Diego Diaz Marin per saperne di più sul brand e per approfondire,  insieme a Roberto Ferlito, questa ennesima, elettrizzante avventura che li vede protagonisti.

Da due mesi vi siete trasferiti in Spagna, dove avete appena dato il via ad un nuovo capitolo della vostra vita privata e professionale. Come avete maturato questa decisione?

Da più di un anno stavamo valutando l’idea di ricominciare tutto da capo, ma lo vedevamo come un sogno molto lontano: come se lavorare nella moda al di fuori delle sue capitali fosse qualcosa di impossibile…Però, negli ultimi anni, ogni volta che andavamo alle Fashion Week ci rendevamo conto che c’era sempre meno bisogno di essere lì. Perché con una personalità decisa e Internet, potevamo realizzare il nostro sogno in qualsiasi parte del mondo.

 

Roberto Ferlito e Diego Diaz Marin

 

Rispetto all’ Italia, a vostro parere, la Spagna ha una marcia in più? E quali sono i suoi punti di forza?

Non penso che abbia una marcia in più, ma nemmeno nessuna marcia in meno…. Però sì, lo vedo come un posto dove si può creare in modo più libero, indipendente. E senza stare tutto il tempo a guardare cosa fa tendenza, ma ascoltando semplicemente il proprio istinto: qualcosa che per noi è sempre stato un gran bisogno.

Nuova vita, nuovo nome: Schield è diventato ROD, un progetto che poggia le sue basi su una filosofia ben precisa. Cosa raccontate, al riguardo, ai lettori di VALIUM?

Per noi ROD, che significa bastonata, è un movimento che pensiamo sia necessario nella moda dei nostri giorni: significa fare una “pulizia” e tornare un po’ alle basi, laddove “moda” è sinonimo di qualità, creatività, arte e singolarità.

 

 

Nella mitologia slava ROD è una divinità, il creatore del mondo. La scelta di questo nome ha a che fare con la “rinascita” del vostro brand?

Certo! Noi volevamo dar vita a un mondo contraddistinto da un’onestà molto forte con noi stessi, dove poter creare senza l’influenza o le imposizioni del mercato. Un luogo in cui viene promosso il diritto di ogni donna e di ogni uomo a fare o ad essere quello che vuole, senza mai perdere l’eleganza e la dignità.

 

 

 

Diego, la Spagna per te è un rimpatrio. Abbiamo parlato spesso del color turchese che, come un trademark della tua fotografia, rimanda alle tonalità e ai paesaggi di Torre del Mar. Come vivi questo ritorno alle radici?

Lo sto vivendo in un modo incredibile! Soprattutto perchè ogni angolo che vedo per strada mi ispira, sembra parte di una mia scenografia…

A Roberto vorrei invece chiedere quali input ispirativi evoca in lui questa paradisiaca location. Come descriveresti le suggestioni che sprigiona il nuovo contesto in cui ti trovi a creare?

Per me evoca degli input molto forti e intensi, associati a tutte le nuove cose che sto scoprendo in questo nuovo ambiente.

 

 

ROD è fondato sui valore-base della creatività e dell’ irriverenza. Come tradurrà questi principi in stile?

Questo dovrete scoprirlo piano piano insieme a noi, seguendo l’evoluzione del brand!

 

 

 

Nel vostro comunicato, affermate di volervi distanziare da un sistema moda ormai asservito al marketing. Qual è la vostra ricetta per restituire priorità alla creazione?

Eliminare gli intermediari e tornare agli inizi dell’Alta Moda parigina, dove c’era un rapporto diretto tra lo stilista e la cliente finale.

 

 

La prima campagna di ROD, Diego, porta la tua firma. A quali motivi ti sei ispirato e come ce la racconteresti?

Mi inspiro a tutto il DNA che la mia terra mi ha trasmesso con il passare del tempo.

 

Il toro di Osborne, iconico emblema del promontorio di Almayate

 

ROD Almayate  www.rodalmayate.com

Photo by Diego Diaz Marin

 

 

 

 

 

“”Quando la moda incontra l’arte”: la collezione Emilio Cavallini PE 2017 nei surreali scatti di Diego Diaz Marin

 

Cosa succede quando la moda incontra l’ arte?  Può capitare che abbia inizio un viaggio “a tinte forti”, provocatorio e surreale. Una divagazione onirica che alterna tonalità vibranti a situazioni giocosamente paradossali, ma dove il senso dello stile rimane intatto. Non stupisce, quando ad imbastirla sono due talenti visionari come Pier Fioraso, Direttore Creativo di  Emilio Cavallini, e Diego Diaz Marin: il prorompente Diaz Marin immortala in scatti d’ impatto le proposte più trendy del guardaroba primaverile griffato Cavallini. Il risultato è una sorprendente photostory visionabile nel website del brand e – nella sua versione integrale – in  quello di Doubleview, il visual book concepito e fondato dal dissacrante fotografo andaluso.

VIVI IN FULL COLOR

“Quando non ho più blu, metto del rosso.” (Pablo Picasso)

Gioca, sperimenta, osa: lasciati coinvolgere dalla potenza delle cromie sature, alterna il blu Klein e il rosso brillante in total look audaci.

Che il tuo bicchiere possa sempre essere mezzo pieno…

STESA AL TAPPETO

“L’ arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo.” (Bansky)

Se l’ arte, cos’ come la moda, mette KO è perchè scuote l’ anima.

NATURA MORTA, 2017

Opta per una femminilità vivida di gradazioni, dalle più romantiche ai netti toni minimal.

METTITI IN POSA

Abbraccia con naturalezza l’ informale, sii te stessa anche nei contesti meno usuali.

RITRATTI DI CONTEMPORANEITA’

Pattern iconici, moduli geometrici si modellano sul corpo con armonia scultorea ed immutabile.

VISIONI SURREALI

“Che cosa è l’arte? Ciò per cui le forme diventano stile. ” (André Malraux)

Tra il bodysuit e la silhouette il dialogo è costante, una conversazione che diviene vera e propria performance artistica.

Per la collezione PE 2017 completa di Emilio Cavallini: https://www.emiliocavallini.com/it/

Per la versione integrale della photostory: doublemagazine.com

“Quando la moda incontra l’arte”: un progetto realizzato da Doubleview in collaborazione con Emilio Cavallini.

Created by: Diego Diaz Marin and Pier Fioraso
Photographer: Diego Diaz Marin
Video: Tommaso Cappelletti
Editor: Silvia Ragni
Hair & Make-up: Rosanna Campisi @RockandRose
Models: Francesca and Ting @ Nur Model Mgt