La Luna Piena del Lupo, il primo plenilunio dell’ anno

 

” Luna. Astro supremo del sogno e del mistero, fiaccola destinata a illuminare le notti terrestri, ebbe sempre il fascino di attrarre gli sguardi e i pensieri. “

(Camille Flammarion)

 

Stanotte, esattamente alle 00.47, la Luna Piena del Lupo è tornata a risplendere nel cielo di Gennaio. Al primo plenilunio dell’ anno sono sempre stati assegnati nomi affascinanti: Luna Piena del Lupo è solo uno di questi, e fu scelto dai nativi americani. Durante l’ inverno, infatti, gli ululati dei lupi diventavano un “sottofondo” abituale per le tribù degli Indiani d’America. L’ etnia dei Seneca riteneva addirittura che i lupi, con i loro ululati, avessero dato origine al bagliore lunare. Altri nomi che identificano la prima luna piena di Gennaio sono Luna dei Ghiacci, Luna Fredda, Luna dello Spirito, Luna Centrale, Luna Gelata che esplode, e via dicendo: li accomuna il riferimento alla stagione del gelo e la matrice pellerossa. Un anno fa ho dedicato un articolo approfondito alla Luna Piena del Lupo, che potrete leggere qui. Oggi, nel caso vi foste persi il suggestivo spettacolo di stanotte, mi preme dirvi che avete un’ altra chance per ammirare il plenilunio. La NASA ha comunicato infatti che la prima luna piena del 2022 sarà visibile fino a mercoledì mattina: un evento assolutamente irrinunciabile, una straordinaria occasione per estasiarsi davanti al magico, ammaliante e misterioso cielo invernale.  

 

Felice Anno Nuovo

 

 

” Anche la neve contribuisce all’idea

che ci si debba decidere.

Ma appena entrati nell’aria di gennaio,

che è come sempre forzare una porta

o sospingere un vetro con delicatezza,

non è più imbarazzante enumerare i sintomi

di quelle forme bianche rigorosamente

irregolari, contingenti, malgrado

la straordinaria chiarezza della luce, sul fondo,

che ci vediamo costretti a interpretare.

In questo senso la neve ci identifica: segno

del movimento, incessante, compiuto

cominciamento. “

 

“Aria”, poesia di Roberto Sanesi

I “giorni della merla”: i giorni più freddi dell’ anno e le loro leggende

 

Siamo nel pieno dell’ Inverno, nel pieno dei giorni più freddi nell’ anno: i “giorni della merla”. E’ questo il nome con cui il 29, il 30 e il 31 Gennaio vengono identificati nella tradizione popolare. Ad ispirarlo sono state remote leggende che condividono la protagonista, una merla dal piumaggio bianco, e lo scenario, il freddo intenso del primo mese dell’ anno. La leggenda più accreditata risale a tempi antichissimi. Narra di una merla candida, ammirata da tutti, che Gennaio aveva preso di mira: ogni volta che andava a far provviste, lui scatenava tormente di neve e violente folate di vento. Un anno, stufa dei suoi dispetti, la merla si procurò cibo in abbondanza e rimase al tepore del suo nido per 28 giorni esatti – tanti, allora, ne contava Gennaio. Il ventinovesimo giorno uscì e iniziò a burlarsi di quel mese perfido che stavolta non era riuscito a infastidirla. Gennaio si infuriò terribilmente: chiese in prestito tre giorni al fratello Febbraio e ritornò subito per provocare tempeste a raffica. Gelo, temporali e neve costrinsero la merla a rifugiarsi di corsa nel primo comignolo che incontrò lungo il suo percorso. Qui rimase per 72 ore, finchè finalmente il maltempo svanì. Quando uscì dal nascondiglio tirò un sospiro di sollievo, perchè era scampata alla collera di Gennaio. Ma non appena si specchiò, rimase senza fiato: le sue splendide piume bianche, per colpa del fumo del comignolo, erano diventate color carbone. Da quel momento, il piumaggio dei merli rimase per sempre nero e il mese di Gennaio durò in eterno 31 giorni.

 

 

Questa leggenda, tuttavia, non è poi così lontana dalla realtà: nel 713 a.C., con la riforma di Numa Pompilio, il mese di Gennaio durava davvero 28 giorni. Quando il calendario romano fu sostituito da quello giuliano nel 46 a.C., Gennaio si “impadronì” di tre giorni appartenenti a Febbraio poichè quest’ ultimo calendario si basa sull’ anno solare, ossia sul ciclo delle stagioni. Tra le svariate versioni della leggenda ne compare una abbastanza simile: narra di una famiglia di merli che, a Milano, aveva fissato la sua dimora sotto una grondaia. La neve copiosa di quell’ Inverno rendeva sempre più difficile procurarsi il cibo, perciò il capofamiglia decise di volare lontano alla ricerca di un rifugio sicuro in cui trasferirsi con la sua merla e con i loro tre merlottini. Fu proprio in quel periodo che mamma merla, viste le temperature polari, fu costretta a spostarsi su un altro tetto insieme ai suoi piccoli. Lì, il fumo di un comignolo emanava un po’ di calore. Ma quando papà merlo ritornò dal viaggio, stentò a riconoscere la sua stessa famiglia: la fuliggine aveva annerito completamente le piume dei merlottini e di mamma merla. Si unì comunque a loro e il 1 Febbraio, una giornata tiepida, uscirono tutti per godere dei raggi del sole. L’ allegra famiglia, a causa del fumo, era ora composta da cinque merli neri. Fu proprio da allora – secondo la leggenda – che i merli bianchi scomparvero, sostituiti da esemplari con il piumaggio color fuliggine (è il caso di dirlo). I detti popolari hanno attribuito una variegata simbologia alla figura del merlo: se molti proverbi fanno coincidere il suo canto con la fine dell’ Inverno, altri intimano al merlo di non cantare neppure a Marzo per non istigare il ritorno del maltempo. Sul versante credenze, invece, la tradizione vuole che a dei giorni della merla molto freddi segua una Primavera assolatissima. Al contrario, se i giorni della merla sono tiepidi la Primavera faticherà ad arrivare.

 

 

 

Il fascino antico della “Luna del Lupo”, la prima luna piena di Gennaio

 

Segnatevi subito data e ora: 28 Gennaio, 20,16. In quel momento, infatti, nel cielo notturno si staglierà la prima luna piena dell’ anno. Niente di speciale, direte. Ma non è affatto così, considerato il retaggio dell’ evento. La prima luna piena del gelido e nevoso Gennaio è stata battezzata “Luna del Lupo” in moltissime culture. E non a caso: nel cuore dell’ Inverno, quando la maggior parte degli animali è in letargo, i branchi di lupi erano soliti dirigersi verso i villaggi e le abitazioni alla ricerca di cibo. Durante le loro scorribande, sentirli ululare rivolti al plenilunio era comune. L’ immagine del lupo che ulula alla luna è diventata leggendaria, un vero e proprio leitmotiv dell’ iconografia popolare, ma esistono ulteriori motivi che connettono i lupi con la luna piena e con il mese di Gennaio: innanzitutto, è proprio in questo periodo che inizia la stagione riproduttiva. Ecco allora l’ esigenza di ululare per marcare il proprio territorio, per far sì che nessuno si inoltri nei “luoghi della riproduzione”. E dato che il lupo è un animale che vive in branco, potete immaginare quanto sia potente un coro di ululati rispetto a un ululato in solitaria. Ogni lupo, poi, sa bene che se ulula con il muso rivolto al cielo (o alla luna, se preferite), il suo richiamo coprirà distanze vastissime e verrà udito dagli esemplari che appartengono al suo branco ovunque si trovino in quel momento.

 

 

Sul perchè il lupo sia un animale prevalentemente notturno, la ragione è chiara: il suo status di predatore fa sì che agisca con maggior facilità al calar delle tenebre. In realtà, nonostante lo stereotipo del “lupo cattivo”, il canis lupus possiede svariate doti. Si muove in branco perchè nel branco trova sostegno, senso della solidarietà e di appartenenza; è consapevole del valore dei legami e rimane con la stessa famiglia per una vita intera. Con i suoi cuccioli gioca abitualmente, trova sempre del tempo da dedicare a loro. Non sono pochi i popoli che consideravano il lupo un emblema di lealtà. Per gli antichi Celti, il lupo concentrava in sè gli influssi caratteristici della Luna: lo spiccato intuito, l’ abilità nel captare realtà celate e di fiutare il pericolo gli derivavano direttamente dall’ astro d’argento. Una leggenda, pensate, racconta che il lupo una volta fagocitò il Sole per fare il pieno di potere lunare! Esaltandone i lati migliori, possiamo imparare molto da questo quadrupede. Qualche esempio? Uno spirito di coesione orientato alla positività, il valore della correttezza e di un attaccamento basato sull’ affetto e sull’ accettazione delle proprie fragilità. E’ comprensibile che il plenilunio di Gennaio fosse associato all’ inquietudine, presso la popolazione delle campagne: molti anni orsono, quando la sera ci si ritrovava davanti al focolare, l’ululato dei lupi suscitava spavento ed era foriero di pericolo per il bestiame. Il fascino che emana la “Luna del Lupo”, con tutte le sue credenze e le sue leggende, rimane però potente e irresistibile. Gli altri nomi con cui viene appellato questo suggestivo evento sono “Luna del Grande Inverno”, “Luna dei ghiacci” e “Vecchia Luna”.

 

 

 

White Breakfast

 

Prima domenica di Gennaio, prima domenica del 2021. La colazione, oggi, si fa all’ insegna del total white: bianchi sono i bonbon, le ciambelline, le stelle ricoperte di glassa. E bianco è anche lo scenario in cui la colazione si svolge, tazze e piattini inclusi. Il perchè di questa tonalità va ricercato nel suo significato altamente simbolico. Somma di tutte le cromie dello spettro luminoso, il bianco è al tempo stesso assenza e compendio di colore. Rappresenta la fase vitale ai suoi albori, l’ essenzialità, la purezza e la purificazione, è il nuovo inizio per antonomasia. Perchè per ricominciare occorre far piazza pulita di ciò che c’era prima, liberarsi da ogni ingombro: il bianco incarna il pensiero lineare, il minimalismo, ma anche la levità assoluta. Va incontro al futuro senza timore, con fiducia, leggero e privo di zavorre. A chi gli contesta una vaga freddezza, potremmo controbattere che è puro e netto. Unite tutte le definizioni di cui sopra e addizionatele, ora,  ai segni distintivi del “winter wonderland”. Il risultato sarà un connubio di fascino, gusto e raffinatezza che dona un significato del tutto speciale al primo weekend dell’ anno.