Sulle tracce del Principe Maurice: il senso del Principe per la meraviglia

Il Principe a Venezia, durante il Gala di The Merchant of Venice

Il contatto, telefonico, avviene mentre il Principe Maurice è in aeroporto: si accinge a partire per Palma di Maiorca, il suo “buen retiro”, per circa una settimana. “Vado alla ricerca di pace interiore, impegni di lavoro a parte. Pasqua è passata da poco e ho già bisogno di un nuovo break!”, mi confessa ridendo. Se c’è qualcosa che il Principe sembra non perdere mai, infatti, è proprio il buonumore. L ‘ ironia con cui affronta una vita frenetica, ma di certo non priva di sorprese. Una vita della quale (come abbiamo già scoperto in svariate occasioni) è sempre pronto a cogliere la meraviglia, le delizie più nascoste e inaspettate. L’ intervista che segue ce lo dimostra una volta ancora, trascinandoci in un racconto ricco di fascino, saggezza e cultura ad ampie dosi. E’ in questo portentoso mix che risiede uno dei punti di forza di Maurice; nel desiderio di apprendere, di lasciarsi stupire da ogni esperienza che si materializza lungo il suo cammino. L’ 8 Maggio ha fatto ritorno a Venezia, per presenziare ai numerosi vernissage organizzati in apertura della Biennale d’Arte. E possiamo star certi che la prossima puntata di questa rubrica pullulerà di aneddoti e di testimonianze sempre più magiche, sempre più avvincenti. Narrate con quel tocco d’ incanto che solo il Principe (e non lo scrivo per piaggeria) è in grado di sprigionare. Ecco cosa ci ha riferito, intanto, degli straordinari eventi che l’hanno coinvolto ultimamente e di quelli, altrettanto sorprendenti, che lo vedranno protagonista a breve…

Ci siamo detti “arrivederci” al Carnevale di Venezia e, rispettando il fil rouge delle ricorrenze, ora dovrai raccontarmi com’è stata la tua Pasqua: sui social hai postato foto di paesaggi di uno splendore da mozzare il fiato!               

Pasqua l’ho trascorsa tra Padova e Vicenza, in campagna, nella pace più assoluta perché ne avevo bisogno. Quelli sono i paesaggi della mia terra: i tramonti, i profumi e i colori del meraviglioso Veneto, dove in compagnia di amici cari, sinceri, con i quali non devi recitare nessun ruolo, ho potuto rilassarmi totalmente. Ho la fortuna di avere amici che vivono in zone e case splendide e devo dire che è un po’ il rovescio buono della medaglia del mio lavoro, a volte abbastanza frenetico e stressante. Grazie a queste belle amicizie e ai luoghi incantati che hanno fatto da cornice alla mia Pasqua mi sono potuto ricaricare. E’ stato proprio un tuffo nella serenità! L’ enorme magnolia che vedete nella foto mi ha regalato tutto l’amore materno della natura che mi era mancato un po’, nel bailamme tra viaggi e impegni vari.

 

 

 

 

I verdeggianti luoghi della Pasqua del Principe

Nella scorsa puntata di questa rubrica, ci anticipavi una tua partecipazione a sorpresa alla Milano Design Week. Da quanto ne so, si è trattato di uno spettacolare anniversario: che ci racconti a tal proposito?

A tal proposito vi racconto che è stato un evento decisamente bello e diverso, di uno spessore artistico straordinario. L’ideazione è stata di Andy dei Bluvertigo con il quale, come sapete, collaboro spesso e volentieri; è venuto fuori un happening stupendo che Visionnaire – un’azienda di arredamento luxury destinato alle abitazioni, agli yacht e così via –   ha voluto regalare ai clienti più fedeli, ai collaboratori internazionali più importanti per i suoi 60 anni di vita e 15 anni di brand. L’ evento era basato sulla pubblicazione di un decalogo di valori che hanno accompagnato l’azienda sin dall’ inizio e che ne hanno determinato il successo. La rappresentazione artistica e visuale di questo decalogo è stata affidata ad una compagnia di danza, EmoX Balletto, con musiche originali scelte ed elaborate da Andy ed artisti che si esibivano negli intervalli tra la presentazione di un valore e l’altro, intervalli che coincidevano anche con l’uscita di una portata creata da Cracco (che ha abbinato 10 piatti ai 10 valori). Erano performance brevi, dalla durata di 1 minuto e mezzo ciascuna ma molto belle, con ballerini e musica dal vivo. Io conducevo lo spettacolo imbastendone il fil rouge narrativo, nel mio stile di Maestro di Cerimonie ma in maniera un po’ più performativa: l’idea era quella di un’iniziazione quasi di tipo “massonico”, perché chi era lì era indubbiamente un privilegiato, e il privilegio vero era non tanto potersi permettere l’acquisto di questi bellissimi e costosissimi elementi di arredo, bensì comprenderne l’origine e lo spirito. E’ stata una celebrazione spettacolare, ricca, che ha portato il concetto di design ad altissimi livelli di rappresentazione (cliccate QUI per ammirare lo splendido video dell’ evento). Nel contesto del Salone del Mobile mi è piaciuta molto anche l’happening di Balich, “Aqua”, incentrata sul ritorno alle vie d’acqua milanesi: un omaggio a colui che le creò, ovvero Leonardo Da Vinci, nel 500mo anniversario della sua morte. Fu lui ad ideare i Navigli. Alcuni, quindi, sono stati riaperti proprio grazie a questa performance: in quel momento Milano, così “acquatica”, era vicina come non mai alla mia Venezia e tutto ciò mi ha divertito molto! Le mie radici, come sapete, sono nell’ acqua. Mi sento un po’ un fiore di loto! (ride, ndr)

 

Il Principe allo show-anniversario di Visionnaire…

…e insieme a Cracco, durante lo stesso evento

Tornando ancora al nostro ultimo incontro, mi soffermo sul percorso “lagunare” dei cinque sensi che hai illustrato ai lettori di VALIUM. Per quanto riguarda l’olfatto, proprio in quel di Venezia, recentemente sei stato coinvolto in un Gala molto speciale…          

The Merchant of Venice ha organizzato un simposio di altissimo livello sulle essenze – a cui hanno partecipato i più prestigiosi esponenti internazionali dell’azienda del profumo – e un gala di presentazione di due sue nuove fragranze: una di queste si chiama Imperial Emerald ed è ispirata all’ Oriente, nello specifico alla Persia, e come ben saprete il pavone è l’emblema dell’Impero Persiano. Questo mi ha stimolato a preparare una performance valorizzata da una scenografia e da un’animazione molto orientaleggianti, durante la quale ho sfoggiato un esotico copricapo a coda di pavone. Al termine c’è stata una cena di gala in pieno stile veneziano nel palazzo di Ca’ Vendramin Calergi, una serata sontuosa sempre all’ insegna dell’iconografia del pavone. L’ evento, nel complesso, è stato splendido! Si è festeggiata anche l’acquisizione della licenza del marchio Scervino da parte di Mavive (uno dei brand di The Merchant of Venice) e quindi il nuovo profumo di Ermanno Scervino. Cena di gala a parte, tutto si è svolto nel San Clemente Palace Kempinski Venice, un Hotel a 5 stelle situato sull’ isola di San Clemente.

 

Casanova sì, ma in chiave orientaleggiante…Il Principe al Gala di The Merchant of Venice

Se ti chiedessi qual è il senso che ti ha “catturato” in questo ultimo mese, cosa risponderesti?           

L’ udito. Io amo la musica, la suono, la ascolto, la canto, quindi l’udito per me è fondamentale. L’arte più suggestiva è indubbiamente la musica, perché è la colonna sonora di quello che ti succede e condiziona moltissimo lo stato d’animo. Facci caso: se guardi una scena comica con il sottofondo di una musica inquietante ti fa paura, se guardi un omicidio con un sottofondo buffo ti fa ridere. Adoro la musica classica, molto antica…Dai Madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa alle pavane elisabettiane, passando per i canti gregoriani. Attraverso le loro melodie, se ho la possibilità di rilassarmi e di chiudere gli occhi, raggiungo una condizione mistica! La musica barocca, invece, mi serve per ricaricarmi… Parlando sempre di musica, mi ricollego anche al concerto che il Duo Bellavista-Soglia ha tenuto il 1 Maggio all’ Autodromo di Imola. Un concerto del quale sono stato spettatore, ma uno spettatore veramente deliziato dal fatto che questi due ragazzi stiano andando avanti con nuove rielaborazioni di musiche, con il concetto del cross over che mi appartiene tantissimo ed è uno dei motivi per cui mi stanno così a cuore. Durante la commemorazione del 25mo anniversario della scomparsa di Ayrton Senna, un evento che li ha visti esibirsi con una performance al mattino ed una in chiusura delle celebrazioni, Raffaello Bellavista e Michele Soglia hanno proposto un’interpretazione lirica di “Heroes” di David Bowie che mi ha fatto venire la pelle d’oca! Sono sempre più bravi, hanno avuto un successo strepitoso: persino gli appassionati di motori tout court hanno apprezzato la poesia e la sincerità dell’omaggio musicale che hanno fatto ad Ayrton. Insieme a loro, il 30 Aprile scorso ho assistito ad un altro evento straordinario. A Casola Valsenio, un paesino romagnolo di 2700 anime, da 120 anni si festeggia l’arrivo della Primavera con una sfilata di carri allegorici. Ma attenzione, sono carri che non hanno nulla di “carnascialesco”! Vengono realizzati con i materiali locali, tra cui il gesso (siamo in zona Vena del Gesso), dai giovani del posto. I carri sfilano nel centro della cittadina lasciando il pubblico senza fiato: sono davvero spettacolari, dei tableaux vivants con figuranti in posa e un’accurata ricerca di luci, costumi, allestimenti… Quest’anno erano dedicati a tre temi chiave: “L’altra metà” (un “j’accuse” sulla condizione della donna), “Colpa di Stato” anziché “colpo di stato” e “L’invisibile rotta dei sogni”. Michele Soglia vive a Casola, quindi è stato un piacere assistere a questa parata insieme al Duo. Pensa che, riconoscendomi, gli organizzatori mi hanno nominato padrino della manifestazione ed ho premiato i vincitori io stesso!

 

Il Duo Bellavista-Soglia, “living soundtrack” dell’ Ayrton Day all’ Autodromo di Imola

Il 28 Aprile si è concluso “AperyShow”, la quattro giorni di charity event che si tiene ogni anno a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova. E che quest’ anno ti ha visto protagonista. A quale causa verranno devoluti gli incassi e su cosa era incentrata la tua performance?         

Non so esattamente quale sia l’obiettivo di questa edizione, ma l’edizione scorsa era finalizzata alla realizzazione di un parco giochi nella cittadina dove è nato tutto, cioè Campo San Piero (non Piazzola). Un parco giochi molto grande e bello, attrezzato anche per bambini diversamente abili, che è stato inaugurato tre giorni prima di AperiShow 2019. Penso comunque che i ricavi siano destinati a un’opera pubblica, fruibile da tutta la popolazione. Per quanto riguarda I’ aspetto musicale, ogni giorno era intitolato a un genere: commerciale, latineggiante e così via…Visti i miei trascorsi, mi sono esibito durante la serata consacrata al tech-house ed ho fatto una performance simile a quelle che al Cocoricò mi vedevano protagonista. Era un omaggio a David Bowie a cui ha assistito un pubblico foltissimo, di ogni età e status.  Data la pioggia battente, dal palco scorgevo una marea di ombrelli colorati. Non potendo applaudire, la gente urlava dalla gioia e muoveva gli ombrelli per farci sentire che c’era! E’ stato molto emozionante. Io ho cantato “Hallo Spaceboy” di David Bowie, tratto dall’ album “Outside”, e ho dedicato “Heroes” a chi ha lavorato allo show e a tutto il pubblico: sono tempi in cui per andare avanti bisogna essere un po’ eroi, per cui sottolineo sempre il valore di questa canzone. La mia performance è stata di puro Teatro Notturno, con luci ed effetti speciali curatissimi. “AperiShow” è un evento ormai entrato nel cuore degli spettatori locali (ma penso che in molti arrivino anche da fuori), è un successo annunciato.  Nonostante il tempo un po’ bizzarro, è stato bellissimo ritrovare tanti personaggi importanti del mondo della musica, del vocalism…Partecipiamo tutti a titolo gratuito per sposare la causa. Questo festival si svolge in un contesto quasi familiare, e poi la location è speciale: siamo di fronte a questa villa meravigliosa, Villa Contarini, un’eccellenza dell’arte e dell’architettura veneta.

 

 

 

Alcuni scatti dell’ AperyShow 2019 a Piazzola sul Brenta

Sempre a proposito di eventi, il 5 Maggio hai preso parte alla giuria del Premio Dino D’Arcangelo, il giornalista di Repubblica commemorato al Music Inside Festival di Rimini. Che puoi dirci, di quella esperienza?

In realtà, essendo sopraggiunti importanti appuntamenti di lavoro nelle Baleari, ho dovuto rinunciare alla mia presenza fisica. Però ho fatto parte della Giuria, alla quale ho inoltrato un mio intervento scritto. Nicoletta Magalotti, la mitica NicoNote del Cocoricò, e Pierfrancesco Pacoda hanno desiderato istituire un Premio in onore e ricordo di Dino D’Arcangelo, che teneva la rubrica musicale “Tenera è la notte” su Repubblica: il Premio, alla prima edizione, ha avuto per nome proprio “Tenera è la notte – Dialoghi trasversali sulla Club Culture” ed è stato dedicato alla sua memoria. Già questa, di per sé, è una cosa emozionante e bellissima! Io ho fatto la mia scelta, non è combaciata con quella del resto della giuria – composta, oltre che dal sottoscritto, da Ernesto Assante di Repubblica, NicoNote, il consulente marketing Pierluigi Pierucci, il dj Claudio Coccoluto e i giornalisti Piefrancesco Pacoda e Damir Ivic – ma è andata bene ugualmente: ha vinto la Baia degli Angeli, così battezzata prima di diventare Baia Imperiale. La premiazione è avvenuta il 5 Maggio, mentre il 6 ero invitato ad un simposio dal titolo “Imprenditoria della notte, tra creatività e mercato”: il mio intervento scritto è stato letto pari pari da NicoNote. (lo trovate in calce all’ intervista)

D’Arcangelo sdoganò la House e la Techno, elevandole a dei veri e propri generi. A tuo parere, oggi, esiste un’avanguardia musicale che meriterebbe di essere legittimata?      

Purtroppo no. Spero che qualcosa venga fuori, perché c’è bisogno di nuovi fermenti. Ho “intercettato” un piccolo germoglio, ma è ancora troppo immaturo per poter essere capito…Mi riferisco al mondo della notte, naturalmente. Niente a che vedere, comunque, con quello che rappresentarono la House e la Techno. Ricordo che Dino D’Arcangelo volle invitare Assante alla LoveParade per fargli capire che non erano una moda, bensì un autentico movimento musicale, e noi del Cocoricò ci andammo tutti insieme. Per amor di sintesi, quindi, direi che di avanguardie artistiche inerenti alla Club Culture non ce ne sono. Non a tutt’oggi, almeno.

 

Rimini: la storica piazza Cavour e la Fontana della Pigna

Se dico “Riccione”, suppongo che per te equivalga a dire “Cocoricò”. Cosa rappresenta, invece, Rimini per il Principe Maurice? Spiegacelo con tre aggettivi.

Il primo nome che associo a Rimini è quello di Fellini, che le conferisce un senso in più del grottesco, del giocoso in confronto a Riccione. Rimini è divertente perché è più “grassa”, se vogliamo. E’ assolutamente felliniana, e lo rimarrà per sempre: è il suo imprinting. Anche se ha perso forse quella magia del Grand Hotel, dell’eleganza. Però è stata senza dubbio una pioniera del turismo di massa, delle meritate vacanze per tutti. Tre aggettivi per descriverla? Simpatica, grassoccia, divertente. Ovvero felliniana!

Non può mancare il consueto aggiornamento sui tuoi progetti “non top secret” e sugli appuntamenti imperdibili a cui ti accingi a presenziare: quali anticipazioni ci dai?             

A breve termine ho in programma alcune serate flash nei locali, ma soprattutto performance associate alla cultura. O meglio, a una visione nuova, più fruibile della cultura attraverso il racconto. Per cui il 19 maggio prenderò parte al Festival del Cardello, di cui il Duo Bellavista-Soglia è organizzatore e direttore artistico. Mi esibirò nel Giardino delle Erbe di Casola, un luogo veramente magico, in questo piccolo anfiteatro che è stato creato proprio all’inizio del giardino. Lì mi vedrete nei panni di attore e interprete del Futurismo virato sul settore culinario: sarà presente anche il Presidente di Casa Artusi, un’esponente di punta della cucina tradizionale, al quale controbatterò in maniera simpatica, un po’ folle e in stile futurista con improbabili ricette, soprattutto con la filosofia della cucina futurista (che rievoca abbastanza certe ossessioni alimentari odierne). Terre come la Romagna hanno sempre coniugato la natura con l’arte, con la rappresentazione…Casola è una cittadina di provincia, ma ha un fascino unico: ho scoperto che è la provincia la vera risorsa d’Italia, sotto tutti i punti di vista. Nelle Baleari sono stato invece per delle belle iniziative che vi racconterò molto presto, ma il mio progetto più imminente mi vedrà protagonista al Festival del Cardello. Nel frattempo, per incuriosirvi ancora di più, posso anticiparvi che – oltre a quello nel film “Ca Moon”–  c’è nell’aria un ruolo in una nuova pellicola: la mia carriera cinematografica sembra predisporsi in maniera continuativa. Mi lancerò…Hollywood mi sta aspettando! (ride)

 

La locandina del Festival del Cardello con relativo programma

L’ INTERVENTO DEL PRINCIPE MAURICE AL SIMPOSIO “IMPRENDITORIA DELLA NOTTE, TRA CREATIVITA’ E MERCATO” DEL MUSIC INSIDE FESTIVAL DI RIMINI

Buongiorno, carissimi.

Innanzitutto voglio scusarmi per non essere presente ma urgenti impegni di lavoro all’estero per un progetto importante cui tengo tantissimo riferito ad una missione culturale della mia città, Venezia, mi tengono lontano dall’Italia per altri tre giorni oltre la data odierna. Mi spiace molto non essere qui di persona perché a questo ambiente devo tantissimo e sono onorato che Nico mi abbia pensato sia come membro della Giuria del neonato premio “Tenera è la Notte” in memoria del compianto Dino D’Arcangelo che come relatore per questo interessantissimo simposio. Grazie, quindi, a lei e a tutti voi. L’argomento che tratterete non è affatto semplice ed ha una valenza che va oltre la mera offerta  di servizi, sempre più regolamentati e in qualche modo limitati da una visione spesso populistica e cieca delle Autorità competenti, per arrivare a “contaminare” attraverso la proposta artistica, strettamente legata la mondo del “loisir”, le mode e i modi di intere generazioni. Non mi intendo della parte “tecnica” e posso solo dare un parere che suona come consiglio: la qualità e la sicurezza devono essere i punti focali per avviare e perseguire un’impresa che fa dell’accoglienza il suo scopo. Ritengo, invece, di poter portare una testimonianza credibile sul fatto che la CREATIVITÀ faccia davvero la differenza, di qualsiasi genere musicale di intrattenimento si parli, come VALORE AGGIUNTO di un “sistema notte” che sta conoscendo una crisi così pertinace e apparentemente insormontabile. La mia esperienza personale è un esempio lampante di come attraverso un prodotto creativo originale, visualmente riconoscibile ed emotivamente coinvolgente, frutto di studio, passione e improvvisazione su un tema variabile,  si riesca a “iconizzare” un artista ma anche un genere al punto, pur nella sperimentazione o forse proprio per quella, da renderli estremamente commerciali. La Baia degli Angeli (poi Imperiale) premiata ieri da una parte e il Cocoricò degli anni ’90 dall’altra ne sono una testimonianza storica. In buona sostanza, se da un lato le ingerenze dei “social” e dei “media” vorrebbero con il loro banale melting pot culturale appiattire se non annientare il valore aggiunto dell’UNICITÀ (di personaggi come di luoghi che per avere successo DEVONO essere riconoscibili), dall’altro si riscontra nelle gestioni,  stressate da mille ingerenze politiche e burocratiche e timorose di non poter attingere nel calderone giovanile l’utenza necessaria per poter mandare avanti l’impresa con i suoi costi fissi impressionanti, una RASSEGNATA PASSIVITÀ. Siamo nell’epoca dei format preconfezionati che hanno cosi tanto successo perché la fondamentale figura del Direttore Artistico dei locali è pressoché stata eliminata. Per un’azienda seria la professionalità di qualcuno che in ESCLUSIVA pensa, crea e realizza una VISIONE artistica del programma musicale, scenografico e d’immagine in generale è FONDAMENTALE. È solo col suo operato, condiviso con la parte amministrativa, che la creatività diventa quel valore aggiunto e necessario al successo di un luogo di divertimento e spettacolo. Sarà sua responsabilità coinvolgere gli interpreti giusti del suo concept per condizionare il mercato e non esserne vittima con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Occorre avere il coraggio di creare situazioni nuove individuando strade che portino a trend coinvolgenti ed “educativi” per quelle masse di giovani (e non) che sicuramente reagiranno alla noia del déjà vu del quale hanno dato prova frequentando sempre meno le discoteche. Attenzione: per déjà vu non intendo gli eventi dedicati alla straordinaria memoria delle rivoluzioni musicali e di costume che a mio avviso sono sempre importanti proprio come testimonianza della potenza, appunto, della creatività ma del fatto che ormai ovunque si propone più o meno lo stesso prodotto non facendo più presa sulla curiosità della novità. Per finire voglio consigliare agli operatori del settore di non adagiarsi su improbabili “certezze” già obsolete ma di cercare nuovi talenti e dare loro fiducia e rispetto magari sotto l’attenta guida di chi ha esperienza da trasmettere. CREATIVITÀ: capacità PRODUTTIVA della ragione e della fantasia (dizionario). Buon lavoro e buona festa a tutti nella speranza di rivederci presto.

Maurice Agosti

 

Photo courtesy of Maurice Agosti e Duo Bellavista-Soglia

 

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: un Carnevale intriso di magia lunare

Il Principe con il “cosmico” costume del Carnevale di Venezia 2019

“E’ tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla Terra fa impazzire tutti”, dice Otello nel quinto atto della tragedia shakespereana omonima. Un detto latino recita invece: “Semel in anno licet insanire”, “una volta all’ anno è lecito impazzire”, il cui significato, con il passar del tempo, è andato ad associarsi al Carnevale ed alla sua ritualità liberatoria, giocosa, eccentrica. Se il dizionario designa il lunatico come colui che (citando il Treccani) “patisce di accessi di pazzia ricorrenti con le fasi lunari”, viene spontaneo instaurare un legame stretto tra Carnevale, luna e il concetto di “temporanea follia” a cui si riferivano gli antichi popoli. Non sorprende, quindi, che il tema del Carnevale di Venezia 2019 fosse proprio “Blame the Moon”, “Colpa della Luna”. Ed è dal magico  Carnevale della Serenissima che prende spunto questa conversazione con il Principe Maurice: chi meglio di lui, Gran Cerimoniere del Carnevale e icona della notte per antonomasia, avrebbe potuto ripercorrere insieme a noi le “lunari” celebrazioni terminate il 5 Marzo scorso? Avvolto in un alone cosmico accentuato dal costume e dal copricapo creati per lui, rispettivamente, da Pier Luigi Pizzi e da Alessio Aldini, il Principe emana un fascino a dir poco siderale (e mai termine fu più appropriato). Grazie ai suoi racconti ci immergiamo nell’ incantevole kermesse lagunare per poi approdare a Kiev e rifugiarci, infine, nei boschi odorosi di fiori appena sbocciati: un viaggio ammaliante che si addentra anche in uno speciale percorso casanoviano, dove i cinque sensi si coniugano con la storia, l’ arte, il savoir faire, la tradizione… Ma, soprattutto, con la voluttuosità del leggendario seduttore veneziano.

In questa puntata della nostra rubrica avrai molto, anzi moltissimo, da raccontarci…Non si può che iniziare con il Carnevale di Venezia, che ti vede sovrano. Attraverso quali “flash” lo rievocheresti?

Come ogni anno, ho svolto il ruolo di Gran Cerimoniere in apertura e chiusura del Carnevale, ho presieduto al Concorso delle Marie e ai Voli dell’Angelo. “Voli”, al plurale, perché vi avevo anticipato che quest’anno ci sarebbe stato un secondo volo ufficiale: al Volo dell’Angelo effettuato da Erica Chia, la vincitrice del Concorso delle Marie 2018, si è aggiunto quello dell’Angelo Guerriero, la Maria votata dai lettori del Gazzettino, ovvero Micol Rossi. Micol soffre di morbo di Crohn da tantissimi anni, e oltre al disagio e alla paura chi è affetto da questa malattia si trova spesso a sperimentare la discriminazione. Il messaggio che ha voluto dare calandosi dal campanile di San Marco è stato quindi di grande coraggio, un dire “Non vergogniamoci di star male, di essere diversi. Anzi, sosteniamo chi ha problemi come noi, chi è a rischio di emarginazione anche sul lavoro.” E’ stato un bellissimo messaggio. Ho accolto Micol personalmente, ci siamo commossi tutti…E’ stato un Carnevale molto bizzarro e pieno di momenti emozionanti, si è riso ma si è anche pianto. Pianto di gioia, che è la cosa più bella! La gioia di riuscire a fare delle cose straordinarie, perché è stato un Carnevale straordinario: “lunatico” per l’ispirazione alla luna, al primo allunaggio di 50 anni fa, ma anche con riferimenti fantasiosi e un po’ Steam Punk dettati dalla fantascienza. Tutte le sere ho fatto da anfitrione al party “Blame the Moon” che si teneva al casino, Ca’ Vendramin Calergi, ma altrettanto belle sono state le feste dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia e le feste private. Quest’ anno c’è stata una festa in più, “Il Carnevale del Futuro”, curata dalla catena di superlusso Aman. All’ Aman Venice, l’hotel a 7 stelle di Venezia, è stato organizzato un venerdì grasso iper esclusivo che includeva una cena riservata a pochi e privilegiatissimi ospiti, e un dopocena danzante all’ Arsenale con i dj più cool del pianeta. La cena e’ stata un po’ avvolta nel mistero: pare che ci fossero persone molto, molto importanti…Il dopocena all’ Arsenale, invece, era aperto a un pubblico più vasto ed è stata quella la novità mondana. Anche dal punto di vista della piazza, c’è stato un intervento straordinario: dalle 17, 30 fino a dopo cena l’Home Festival di Treviso (un festival di caratura internazionale incentrato sulla musica elettronica e le band di avanguardia) sponsorizzato da Red Bull ha portato in Piazza San Marco musica di qualità, nuova, bella, per i giovani, che dopo si trasferivano all’ Arsenale a fare discoteca.

 

Il Principe con le Marie

Il Volo dell’ “Angelo Guerriero” Micol Rossi

Quale è stato, per te, l’episodio più magico in assoluto di questa edizione “sotto il segno della luna”?           

Ho fortissimamente voluto l’artista russa Sasha Frolova come ospite di questo Carnevale. E’ un’esponente del filone dell’Inflatable Art, l’”Arte Gonfiabile”: ci sono artisti che creano enormi strutture gonfiabili in varie forme, e Sasha è una di questi. Le sue sculture sono state ospitate alla Biennale di Venezia, è un’artista famosa in tutto il mondo, ma realizza anche cose che puoi indossare. E per il Carnevale ha creato un costume composto da parti gonfiabili che banalmente potrebbero essere chiamati palloncini, ma non lo sono. Sasha taglia delle forme, le incolla con una colla particolare, le gonfia in un certo modo e diventano figure aliene, che hanno un non so che di extraterreno. La sua creazione veneziana si chiamava “Baroque” ed era interamente in lattice bianco, con una maschera dal sapore fetish, un copricapo che somigliava a una parrucca e abiti che rievocavano dei costumi settecenteschi. Abbiamo interpretato insieme una coppia. Io ho annullato la mia identità per diventare una sua opera d’arte, ho voluto omaggiarla cosi. E’ stato un momento meraviglioso e magico!

 

L’ “entrée” in Piazza San Marco del Principe insieme all’artista russa Sasha Frolova

Eravamo una visione aliena della tradizione veneziana. Nel momento in cui abbiamo fatto il nostro ingresso con il sottofondo di una suite di Monteverdi rivisitata in stile elettronico da Wendy Carlos (che ha composto anche le musiche di “Arancia Meccanica”), in Piazza San Marco c’è stato un boato! Incarnavamo la sintesi assoluta del tema del Carnevale, “Blame the Moon”: perché d’ accordo la celebrazione della luna, d’accordo lo Steam Punk, ma il Carnevale di Venezia deve offrire qualcosa di nuovo, di diverso, di unico. Indossando l’ opera d’arte “Baroque” ho cantato “Starman” di David Bowie insieme a Andy dei Bluvertigo, il tutto rigorosamente live, durante un gran finale affollato di maschere spettacolari. Il Carnevale di Venezia è bello proprio perché la gente gira con quelle maschere lì, che sono magiche e diverse. Noi non abbiamo i carri, il nostro è un Carnevale “ad personam”: tu, turista, l’essenza del Carnevale te la trovi davanti, non la guardi con gli occhi rivolti verso l’alto. Puoi sfiorarla, puoi parlarci!

 

 

Il Principe,  opera d’arte vivente grazie all’ inflatable costume “Baroque” di Sasha Frolova, mentre si esibisce in “Starman” con Andy dei Bluvertigo

A tuo parere, prestigio e tradizione a parte, su quale atout si concentra l’irresistibile fascino che il Carnevale di Venezia esercita a livello planetario? 

Il fatto che sia un sogno ad occhi aperti. Vorrei che il Carnevale di Venezia avesse come sottotitolo “Un sogno ad occhi aperti”, perché questo è sempre stato e sempre sarà. Il sogno di cambiare condizione sociale, il sogno di sentirsi liberi…Un sogno che sembra limitato, perché dura solo in quel periodo, ma che rimane nel cuore perché lo puoi vivere di persona, non in un letto e poi dimenticarlo. Se vivi un sogno ad occhi aperti, lo ricorderai per tutta la vita.

 

 

Flash notturni e prestigiosamente “festaioli” dal Carnevale veneziano

Che ci dici del percorso casanoviano dei 5 sensi? Quali sono le tappe veneziane da cui, a tuo parere, non si può prescindere? Mi riferisco sia al Carnevale, che a una vita quotidiana “sulle tue tracce”…

Il mio percorso dei sensi, per quanto riguarda il gusto, fa tappa in un ristorantino sulla Riva del Vin, a Rialto: si chiama proprio Riva del Vin. Lì riesco a mangiare dei piatti veneziani a base di pesce freschissimi e deliziosi a prezzi più che onesti. Un altro ristorante di qualità a cui sono affezionato è il Colombo di Domenico Stanziani di fianco al Teatro Goldoni: cucina superiore! In piazza San Marco segnalo invece Quadri, il ristorante stellato dei fratelli Alajmo, meraviglioso e di superlusso. Offrono prelibatezze da sballo preparate dagli chef più celebri al mondo! Passando alla vista, tornerei senz’ altro a Rialto e mi soffermerei sul suo antichissimo mercato di pesce e di verdure: da visitare assolutamente perché la mercanzia viene messa in mostra con un amore, con un gusto cromatico incredibile. Per gli occhi è uno spettacolo, perché è un autentico quadro vivente!

 

Riva del Vin by night

E poi, vi consiglio di visitare i Musei Veneziani. Suggerirei Palazzo Fortuny, dove l’artista catalano Mariano Fortuny y Madrazo andò a vivere trasformandolo in un atelier enorme che ospitava i suoi tessuti ed i suoi quadri. A Palazzo Fortuny sono spesso organizzate delle mostre tematiche; una, famosissima, fu dedicata anche alla Marchesa Casati. E’ un museo dal sapore un po’ dannunziano, molto decadente e raffinato. Per l’olfatto, raccomando assolutamente il percorso creato da The Merchant of Venice al Museo Mocenigo: una collezione di boccette di profumo di tutte le epoche, dalla Mesopotamia ai giorni nostri, alambicchi particolari….Il curatore di questo iter olfattivo è Domenico Moramarco, che dà anche lezioni sulla storia del profumo (in Europa è iniziata proprio a Venezia, grazie a una principessa bizantina che sposò un doge e portò la sua corte di profumieri, gioiellieri e sarti nella Serenissima). Lo sponsor del percorso, The Merchant of Venice, è un marchio della famiglia Vidal (quella del famoso bagnoschiuma): il giovane imprenditore Marco Vidal ha creato una linea di profumi boutique che si chiama appunto The Merchant of Venice e ha un flagship store veneziano (ma punti vendita anche a Milano, Roma, Verona, Dubai etc…) in Campo San Fantin. Quindi, chi desidera soddisfare l’olfatto va prima al Museo Mocenigo a vivere questa esperienza olfattiva storica, sofisticata e bellissima, e poi può comprarsi il profumo che più gli piace nella boutique di The Merchant of Venice in Campo San Fantin. Lì troverà un’infinità di fragranze una più meravigliosa dell’altra!

 

Palazzo Mocenigo, sede del Museo omonimo

Passando all’ udito, propongo anche in questo caso due opzioni. Passeggiare nella zona del Conservatorio ed ascoltare le melodie di chi sta studiando, di chi sta preparando un concerto, oppure addentrarsi nelle calli nei paraggi del Teatro La Fenice, dove può capitare di ascoltare i gorgheggi di una cantante lirica o le prove, magari, di un pianista o di un flautista….Venezia è una città musicale di per sé, è musica anche solo lo sciacquio dei rii quando passano le gondole o le imbarcazioni! Se volete ascoltare la musica sovrana avete a disposizione uno dei teatri più belli del mondo, il Gran Teatro La Fenice, appunto, che ha una programmazione straordinaria. Siamo arrivati al tatto. Quando è arrivata da me, Sasha Frolova mi ha chiesto di poter toccare la parte più antica della casa. Si è quindi issata su una sedia e ha iniziato a “tastare” le travi quattrocentesche. Ecco, per me il tatto è questo: qualcosa che ti trasmette una storia, un’emozione. Il mio consiglio, quando girate per Venezia, è quello di accarezzare le pareti, i marmi, ma anche la vostra partner! Il tatto è il senso più… sensuale! Per cui toccare la città e chi si ama è un must. Oppure, andate da Bevilacqua o da Rubelli e accarezzate quelle sete, quei velluti meravigliosi. Se vogliamo aggiungere il sesto senso, la seduzione, possiamo metterci sulle tracce di Casanova in persona nella zona di Cannaregio: al Museo Casanova c’è una meravigliosa installazione audio-video che racconta la sua storia. Altrimenti, seguite il Principe Maurice nelle sue performance al Casino Venier, uno dei piccoli palazzi privati dove i nobili veneziani ricevevano sia per libertinaggio che per affari. La mia prossima esibizione si terrà il 2 aprile, giorno del compleanno di Casanova. Casino Venier, che oggi è gestito dall’ Alliance Française, è l’ultimo esempio rimasto di quei luoghi di delizia, perdizione e trattative…E’ un vero e proprio palazzo di cultura. Potete visitarlo su appuntamento. E vi assicuro che avrete la sensazione di conoscere meglio il grande Giacomo.

 

Il Principe nelle settecentesche vesti di Giacomo Casanova

Nel film “Ca Moon” – di cui sarai il protagonista – saranno presenti anche scene girate durante la kermesse veneziana?               

E’ ancora top secret! Il progetto del film è tutto un work in progress pieno di sorprese e di colpi di scena. E’ probabile che immagini di repertorio come quelle girate quest’ anno vengano utilizzate, anche visto il tema coincidente del Carnevale e del titolo della pellicola, ma non posso confermarlo per ragioni di segretezza. Ti terrò aggiornata!

 

Maschere a Venezia

Ancora il Principe in versione notturna durante il Carnevale: mistero e fascino lunare

So che sei volato di nuovo all’ estero, e anche in questo caso l’argomento “Carnevale di Venezia” ha giocato un ruolo predominante…Che puoi raccontarci, al riguardo?

Sono stato in missione con poche ma valide persone, tra cui la mia coordinatrice Oksana Kuzmenko e il fido Daniel Didonè, per portare a Kiev la testimonianza di Casanova sul Carnevale di Venezia. E’ stato un evento molto prestigioso dedicato, ovviamente, al trionfo dei sensi a cui hanno preso parte due sponsor veneziani importanti: The Merchant of Venice per l’olfatto e l’Atelier Pietro Longhi per la vista e per il tatto. Io, Casanova, avevo un piccolo laboratorio dove ho creato un profumo per la mia dama. Ho portato quindi questo set più altre cose di The Merchant of Venice e poi i costumi, sia per me che per gli altri artisti reclutati in loco, dell’Atelier Pietro Longhi, un atelier raffinato e “filologico” di Venezia che segue gli artisti del Carnevale ai quali sono particolarmente affezionato. Era previsto, per il gusto, un menu a tema su Casanova e Venezia; per l’udito era stato ingaggiato un quartetto d’archi al femminile di chiara fama. La location? Un ristorante di primissima categoria, il Fabius, che ha capienza massima per 150 persone ed era appena fuori Kiev: si è trattato di un evento molto privato, tutto su invito. Erano presenti personaggi importanti dell’imprenditoria, dello spettacolo e della politica.

 

Kiev

Una situazione abbastanza “blindata”, insomma, probabilmente foriera di future collaborazioni più ufficiali. Sono stato in Ucraina nelle vesti di Maestro di Cerimonie, ma mi piacerebbe portare una numerosa compagnia di maschere per organizzare anche un Carnevale pubblico destinato agli abitanti di Kiev, una città bellissima con gente bellissima che sicuramente potrà apprezzare. Vedremo se prima o poi ci riuscirò!

 

Kiev

L’ organizzatrice di eventi internazionali Oksana Kuzmenko

Ci sono altri progetti in vista di cui vuoi parlarci?

Ho in ballo progetti per il Salone del Mobile e del Design di Milano, kermesse tra le più importanti al mondo ricca di eventi collaterali, feste, happening veramente molto belli e addirittura più interessanti, a mio parere, della Fashion Week. La cosa più intrigante è che la città meneghina celebra il 500mo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci: il genio è nell’ aria! Per me Leonardo da Vinci è la genialità assoluta, una figura quasi aliena per la moltitudine di talenti che possedeva, una mente spropositata. Quel che andrò a fare io a Milano non avrà a che fare con Leonardo come figura storica, ma con il suo spirito. Per scaramanzia, però, non dico di più! Il 5 e il 6 Maggio, poi, sarò al Music Festival di Rimini. Mi ha chiamato Nicoletta Magalotti (la celebre Nico Note del Morphine del Cocoricò) per propormi di far parte della giuria di un premio speciale dedicato ai nomi più significativi della club culture italiana, e di partecipare come relatore ad un convegno a Rimini. Sarà la prima edizione di un premio alla memoria di Dino D’Arcangelo, il giornalista che portò il Cocoricò alla Love Parade sdoganando la musica techno. Prima di allora, l’house music e la techno non venivano considerate neppure un genere musicale. Lo divennero per merito di Dino D’Arcangelo che insistette nel dire, riferendosi al Cocoricò in particolare, che da noi si faceva cultura…Così come erano cultura, appunto, la house music e la techno. D’ Arcangelo aveva una rubrica intitolata “Tenera è la notte” su Repubblica, era una persona brillantissima…E’ venuto a mancare poco tempo fa. Tutti i critici musicali che all’inizio snobbavano la EDM (electronic dance music), grazie a lui dovettero rivedere le loro posizioni.

 

Il Principe con il copricapo stellare firmato da Alessio Aldini

L’ Equinozio, due giorni fa,  ha sancito l’arrivo della Primavera. Qual è il “rituale” che il Principe Maurice consiglia ai suoi fan per onorare il risveglio della natura?

Vi dò due suggerimenti: il primo poetico, il secondo dionisiaco. Il primo è di andare in un bosco, da soli o in compagnia di persona intima, ed ascoltare il silenzio. Sdraiarsi, ascoltare, osservare, guardare cosa succede tra l’erba, avvicinarsi ai fiori. Più che un rito è la presa di coscienza di questa cosa meravigliosa che è il risveglio della natura…Il consiglio più “dionisiaco”, invece, è quello di abbandonarsi a un rito orgiastico nel bosco di notte, sulla falsariga delle Baccanti di Dioniso!

 

“La giovinezza di Bacco” (1884), dipinto di William-Adolphe Bouguerau

Lo vedo come un momento euforico che invita a godere della natura, ad abbandonarsi veramente ai sensi, alla gioia e al risveglio anche del corpo grazie alla mitezza del clima, a tutta l’energia, ai ferormoni degli animali che vanno in calore per riprodursi. La magia primaverile ogni anno si rinnova ed è qualcosa di veramente fantastico. Vi suggerisco, quindi, di prendere parte a questo risveglio attraverso i sensi. Se andate nel bosco da soli, camminate a piedi nudi sull’ erba, sulle foglie…Non abbiate paura. Non bisogna avere paura della natura, la natura è amica. Annusate i profumi nell’aria, abbracciate gli alberi, accarezzate i petali…Non strappate i fiori, non importunate gli insetti. Neanche le farfalle, che come sai se vengono toccate sulle ali non volano più. Ripristinate un rapporto alla pari, rispettoso e romantico con la natura. Se poi avete voglia di giocare, e siete con le persone giuste, fate un rito dionisiaco tutti insieme abbandonandovi alla voluttuosità più sfrenata. Reinnamoratevi della natura attraverso un contatto bello e diretto. E’ possibile farlo anche in città: persino nelle metropoli ci sono dei parchi stupendi dove poter mettere in pratica questo rituale!

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

Riva del Vin: photo by Zairon [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]

Palazzo Mocenigo: photo by Didier Descouens [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]