La colazione di oggi: il cacao in polvere, per un Natale delizioso ma non solo

 

Il cacao in polvere? Una golosità unica. E a Natale regna sovrano: lo troviamo tra gli ingredienti di un gran numero di dolci, oppure spolverato su deliziosi dessert. Può essere gustato anche in modo molto semplice, soprattutto a colazione. Ad esempio, sciolto in una tazza di latte caldo: chi non ha mai provato il celeberrimo Nesquik, protagonista di tutti i breakfast della nostra infanzia? I nutrizionisti, per iniziare la giornata, consigliano di utilizzare cacao in polvere in una dose pari a due cucchiaini da caffè. Di una cosa potete esser certi: i benefici sono garantiti. Perchè il cacao amaro abbonda di sostanze salutari per l’organismo. Il suo utilizzo risale alla notte dei tempi; i primi a scoprire le virtù della polvere di cacao furono i Maya. La coltivazione del Theobroma Cacao (nome botanico della pianta del cacao), infatti, ebbe inizio nel 1000 a.C. all’ interno della nota civiltà precolombiana. L’alimento arrivò in Europa nel 1500 ad opera dei Conquistadores spagnoli, ed è datata 1585 la traversata del primo carico di cioccolato dal porto di Veracruz, in Messico, a quello di Siviglia. Per saperne di più sulla storia del cacao potete far riferimento all’articolo che VALIUM ha dedicato ai vari tipi di cioccolato, lo rintracciate cliccando qui. Quello che mi interessa oggi, invece, è approfondire le portentose proprietà della polvere di cacao, ottenuta grazie a una lavorazione che coinvolge le fave contenute nei baccelli del Theobroma Cacao: i semi vengono sottoposti a fermentazione, essiccazione e tostatura per poi passare attraverso procedimenti di separazione dal guscio e successiva macinazione. Dopodichè, la massa di cacao originata dai frammenti delle fave viene pressata allo scopo di separare la polvere dai lipidi costituiti dal burro di cacao. Il cacao in polvere, quindi, è contraddistinto da livelli molto esigui di grassi e da un aroma straordinariamente intenso, quello del cacao amaro.

 

 

Ma quali virtù possiede, esattamente, la polvere di cacao? Innanzitutto è ricca di polifenoli, dei potenti composti antiossidanti che espletano anche funzioni antinfiammatorie e cardioprotettive. I polifenoli, inoltre, hanno il potere di ridurre livelli troppo elevati di pressione sanguigna contrastando l’ipertensione. Le benefiche proprietà di questi antiossidanti, presenti nel cacao in polvere in grande quantità, si estendono anche alle lipoproteine LDL, dense di colesterolo che diffondono nei tessuti periferici: i polifenoli sono in grado di ridurle ed esercitano una funzione anti-aggregante, contribuendo a mantenere il sangue più fluido con notevoli vantaggi per il cuore e i vasi sanguigni. Persino le funzioni cognitive risentono delle salutari virtù dei polifenoli; attraversando la barriera ematoencefalica, le loro proprietà antiossidanti determinano un miglioramento del flusso sanguigno nel cervello e contrastano le patologie neurovegetative. Come avviene per il cioccolato fondente, il cacao in polvere ha la capacità di incentivare il buonumore tenendo a debita distanza la depressione: ciò è dovuto alla teobramina e al triptpfano contenuti nel prodotto; il triptofano, in particolare, è il precursore della serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”. In più, gustare del cacao in polvere non comporta gli inconvenienti associati al consumo delle tavolette di cioccolato. I polifenoli, rallentando l’assorbimento intestinale del glucosio, scongiurano le impennate glicemiche e migliorano la sensibilità insulinica con effetti positivi anche in chi è affetto da diabete. Un’ulteriore proprietà di questi composti antiossidanti riguarda la lotta all’obesità: altamente saziante, il cacao in polvere riduce l’appetito migliorando il profilo metabolico e favorendo il mantenimento della linea.

 

 

Appurato che il consumo di polvere di cacao apporta innumerevoli benefici, vediamo ora come utilizzarlo a colazione. E’ importante dire che sarebbe opportuno scegliere un cacao privo di zuccheri aggiunti, conservanti e latte in quantità eccessive per non intaccare i salutari effetti dei polifenoli (un suggerimento in tal senso? Provate il cacao in polvere bio). A Natale, ma non solo, è possibile preparare moltissimi dolci con la polvere di cacao: biscotti natalizi dalle forme più svariate, torte, brownie, tiramisù…Consumata nella cioccolata calda accentua il suo delizioso gusto, aggiunta al latte caldo, allo smoothie o ai cereali dona loro un sapore ricco, del tutto speciale. Gli sportivi “spruzzano” di cacao in polvere i frullati, oppure lo degustano con le barrette proteiche: la potente energia che è in grado di donare questo alimento è cosa nota. E se in occasione delle feste volete esagerare, prendete la polvere di cacao e cospargetela sui brownie, i famosi dolcetti made in USA. Sono golosissimi, interamente al cioccolato e a forma di piccoli rettangoli: trovate la ricetta qui.

 

 

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La colazione di oggi: 5 (+1) alimenti freschi e digeribili per proteggersi da Caronte

 

Il caldo ha raggiunto il suo apice: questa settimana, con Caronte, le temperature si eleveranno fino a raggiungere picchi di oltre 40 gradi. E non basta: in alcune zone d’Italia sfioreranno persino i 50! Il calore è da record, mercoledì il bollino rosso coinvolgerà ben 23 città. Mettere in atto un piano per proteggersi dall’anticiclone è d’obbligo, se vogliamo uscire indenni dalle sue fiammate infernali. Per iniziare al meglio la giornata, ad esempio, urge pensare a una colazione ideale. Che con le temperature roventi necessita di accorgimenti specifici: la regola numero uno, valida 365 giorni all’ anno ma ancor più ora, è che del breakfast non bisogna mai fare a meno. Rappresenta un pasto fondamentale, soprattutto quando il clima è torrido. Reidrata l’organismo dopo notti “sudatissime” a causa del caldo tropicale e fornisce l’energia necessaria per affrontare una nuova giornata. La colazione estiva, quindi, dovrebbe includere un buon numero di liquidi ed essere rigorosamente fresca e digeribile. Esistono alimenti che soddisfano entrambi i requisiti, e oltre a risultare golosi forniscono un’adeguata “schermatura” contro l’afa: ve li elenco qui di seguito, raccomandandovi di inserirli nel primo pasto della vostra giornata.

 

La frutta di stagione

 

 

Consumatela in abbondanza: è ricca di sali minerali, vitamine, antiossidanti, fibre e acqua, quindi si rivela ottima per idratare il corpo e reintrodurre i minerali persi con la sudorazione. Possiamo gustarla in svariate versioni, addentandola così com’è o sotto forma di frullato, spremuta, macedonia, bocconcini da inserire nello yogurt e nel latte e cereali…La frutta, in particolar modo d’estate, è un alimento rinfrescante e iper salutare.

 

I cereali integrali

 

 

Contengono una grande quantità di fibre e vitamine, per cui sono digeribilissimi e al tempo stesso nutrienti: saziano senza appesantire. Il loro consumo è benefico ad ampio spettro; regolarizzano i livelli di colesterolo e trigliceridi, proteggono dal diabete, dall’ipertensione e dalle malattie cardiovascolari. Le fibre che contengono in abbondanza, inoltre, sono portentose per l’apparato digerente.

 

Il latte

 

 

Il latte è super dissetante: è un concentrato di acqua, sali minerali, vitamine, proteine, zuccheri e calcio, che funge da potente antiacido e risulta un ottimo antidoto contro il reflusso gastroesofageo. Bevete il latte fresco e dolcificatelo con del miele, svolgerà un’azione antiossidante e antibatterica molto benefica per l’ apparato digerente. Accompagnatelo preferibilmente a dolci da forno come i biscotti e le brioches.

 

Lo yogurt

 

 

In estate è semplicemente perfetto: nutriente, rinfrescante, saziante, può essere gustato con pezzetti di frutta di stagione, frutta secca grattugiata, un po’ di miele oppure insieme ai cereali. E’ un ottimo nutriente, ricco di calcio benefico per le ossa e di vitamina B12, magnesio, acidi grassi insaturi (i cosiddetti “grassi buoni”). I suoi fermenti lattici assicurano i benessere dell’ intestino, e le proteine di cui è ricco accelerano il metabolismo. Può essere considerato, dunque, un alleato ideale delle diete dimagranti ed è assai digeribile.

 

Il frullato

 

 

Frullati, smoothie, frappè e centrifugati sono contraddistinti da notevoli differenze ma hanno un denominatore comune: sfruttano i benefici della frutta di stagione. Coloratissimi e dall’aspetto invitante, risultano un’autentica meraviglia per gli occhi. Il frullato, in particolare, si avvale di una mescolanza di frutta allungata con acqua, latte o yogurt.

 

E il caffè?

 

 

C’è chi consiglia di berlo all’americana, allungato con molta acqua, ma il caffè, in estate, si declina in molteplici versioni: per combattere il caldo, ad esempio, esistono la granita al caffè, la crema fredda al caffè (detta anche “caffè del nonno”), il frullato al caffè accompagnato dalla banana. Un’opzione molto salutare prevede invece di berlo mescolandolo al latte freddo, con l’ aggiunta di ghiaccio a proprio piacimento.

 

 

 

La colazione di oggi: lo Skyr, lo yogurt islandese dei Vichinghi

 

Non è uno yogurt vero e proprio, sarebbe più corretto definirlo un “prodotto caseario”. Ma con lo yogurt ha in comune il colore e la consistenza, anche se solo a prima vista: lo Skyr, infatti, è una crema bianca piuttosto densa. Le sue radici risiedono nel Grande Nord; apprezzatissimo dai Vichinghi, lo Skyr nasce in Islanda molti secoli orsono. Le sue caratteristiche? E’ leggerissimo, altamente proteico e quasi del tutto privo di grassi. Le proprietà e i benefici dello Skyr sono innumerevoli: non è un caso che i nutrizionisti lo includano tra i must della prima colazione. Vale proprio la pena di saperne di più, su questo prodotto super salutare.

 

 

Dove potete trovarlo, innanzitutto? Acquistarlo è semplicissimo: al supermercato viene posizionato nel banco frigo, accanto allo yogurt. Il procedimento per ottenerlo è lungo e complesso, ma può essere riassunto in pochi passaggi. Il latte utilizzato è oggi esclusivamente quello vaccino, ma fino ai primi anni del ‘900 anche il latte ovino figurava tra gli ingredienti base dello Skyr. Per produrre questo alimento, il latte magro viene portato a una temperatura di 85° C in modo da rimuovere tutti i grassi e le caseine. Successivamente, mentre il prodotto va raffreddandosi, si arricchisce con colture vive di batteri generati dal mix tra una produzione antecedente e il caglio, un composto enzimatico. I batteri danno il via a una lenta ma inarrestabile fermentazione, la conditio sine qua non per ottenere il caratteristico gusto acidulo del prodotto, mentre il caglio lo rende cremoso al punto giusto. Seguono un processo di raffreddamento e di filtrazione finalizzati ad eliminare il siero e la cagliata. Lo Skyr preparato artigianalmente, invece, “salta” lo step della pastorizzazione e utilizza soltanto fermenti provenienti dalle produzioni precedenti: la consistenza risulta molto più densa rispetto a quella ottenuta tramite lavorazione industriale, e il sapore acquista un gusto acido decisamente più spiccato.

 

 

Le proprietà dello Skyr sono molteplici. In primis, è un alimento ricco di nutrienti e di proteine, che sono maggiori di gran lunga rispetto a quelle dello yogurt. L’apporto calorico dello “yogurt islandese”, inoltre, è bassissimo, poichè contiene pochissimi zuccheri e una percentuale di grassi ridotta al minimo. Lo Skyr è un’autentica miniera di nutrienti: contiene calcio, potassio, fosforo, vitamina B12, riboflavina, probiotici. Soffermiamoci un istante su questi ultimi. Passando attraverso il processo di fermentazione, lo Skyr abbonda di lattobacilli e bifidobatteri, i cosiddetti “fermenti lattici”. La loro funzione benefica è ormai nota: regolarizzano l’equilibrio intestinale, potenziano le difese immunitarie e agevolano la metabolizzazione dei grassi e degli zuccheri contribuendo al benessere dell’ organismo.

 

 

Contenendo una buona quantità di calcio, lo “yogurt dei Vichinghi” è un vero toccasana per le ossa. Ottimizza lo sviluppo della massa ossea in giovane età e rafforza l’ ossatura delle donne in menopausa, particolarmente inclini all’ osteoporosi. Lo Skyr, infatti, offre un’ ottima protezione contro questa patologia. Le abbondanti proteine di cui è ricco, unite alla bassissima percentuale di grassi, svolgono un’azione protettiva nei confronti dei muscoli e lo rendono un non plus ultra per gli sportivi.

 

 

Essendo un latticino, lo Skyr possiede inoltre la virtù di preservare la salute del cuore: minerali quali il calcio e il potassio sono un elisir di lunga vita per l’apparato cardio circolatorio. In più, l’esigua quantità di carboidrati contenuti nello Skyr contribuisce a mantenere bassi i livelli di glucosio nel sangue. Ma non solo: pare che nutrirsi di cibi proteici ritardi l’assorbimento dei carboidrati e mantenga, quindi, sotto controllo la glicemia.

 

 

Tra tanti benefici, esiste anche qualche controindicazione al consumo dello Skyr? Questo prodotto è leggero e digeribilissimo, tuttavia va sconsigliato agli intolleranti al lattosio. Il modo migliore per assaporare lo “yogurt dei Vichinghi”, come dicevamo, è includerlo nella prima colazione. In commercio è possibile trovarne svariate versioni aromatizzate, soprattutto alla vaniglia. I nutrizionisti, però, consigliano di gustarlo al naturale per apprezzarne le numerose doti: la cremosità, il suo più goloso atout, va adeguatamente valorizzata. Lo Skyr si può accompagnare ai cereali, a dei pezzi di frutta, alla frutta di stagione. Arricchito di fragole, mirtilli, lamponi è delizioso, ma risulta ugualmente invitante se abbinato alla frutta secca o ai semi commestibili. Per dolcificarlo possono essere aggiunti del miele, della marmellata, latte e zucchero…Oppure, provate a sostituirlo ai latticini ricorrenti in tante ricette: quelle del plumcake, cheesecake, tiramisù e via dicendo. C’è davvero da sbizzarrirsi, inventando modi sempre nuovi per gustare lo yogurt islandese dei Vichinghi. Non vi resta che sperimentare!

 

Foto di copertina: IcelandicProvisions, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, attraverso Wikimedia Commons

 

La colazione di oggi: la melagrana, un frutto magico e portafortuna

 

La melagrana (e non il melograno, che è il nome della pianta) è un tipico frutto autunnale; matura a Ottobre ed ha un aspetto molto particolare. Il suo nome, composto dai termini latini “melum” (ovvero “mela”) e “granatum” (“con semi”), è indicativo: a vedersi sembra una mela, alla quale lo accomunano la forma sferica e il rosso intenso della buccia, ma in realtà è una bacca – chiamata Balausta – dalla texture dura e massiccia. Sul lato opposto a quello del picciolo presenta una protuberanza circolare molto solida che altri non è che una rimanenza del suo calice floreale. All’ interno, la melagrana è suddivisa in sezioni che straripano di semi (gli arilli); la membrana che separa gli scomparti porta il nome di cica. Il melograno, l’albero dal quale la melagrana matura, in botanica è denominato Punica Granatum, appartiene alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica. La pianta è originaria della Persia e attualmente viene coltivata in Iran, nell’ India settentrionale, nel Caucaso e nel Mediterraneo. Per le sue proprietà e per i benefici che apportano, la melagrana è considerata un frutto miracoloso, addirittura magico: possiede potenti virtù antiossidanti e c’è chi la ritiene efficacissima persino contro il cancro.

 

 

Ma quali sono i componenti che la rendono così salutare? Innanzitutto le vitamine, in particolare la vitamina e pro-vitamina A e la vitamina C: quest’ ultima svolge un’azione rafforzante sul sistema immunitario e protegge le cellule dai nefasti effetti dello stress ossidativo; impedendo la sintesi delle sostanze cancerogene, poi, pare che contrasti l’ insorgere dei tumori, soprattutto di quello allo stomaco. Gli arilli abbondano di acqua, zuccheri, fibre, proteine, lipidi e grassi insaturi, che riducono i livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) a favore del colesterolo HDL (il “colesterolo buono”). La melagrana è inoltre ricca di minerali come il potassio, il sodio, il fosforo, il ferro e il magnesio. Le calorie sono piuttosto contenute, tra le 52 e le 60 per ogni 100 grammi. Di conseguenza, se non soffrite di patologie come il diabete o l’obesità, gustare il frutto non ha controindicazioni di sorta. La presenza di fibre lo rende ottimo contro la stipsi, il potassio modula la pressione sanguigna, l’acqua combatte la disidratazione e reintegra i liquidi persi, ad esempio, con un’ intensa attività sportiva.  Altri benefici della melagrana possono essere riassunti in questo elenco: ha proprietà antidiarroiche, vermifughe, gastroprotettive, diuretiche, antitrombotiche e vasoprotettrici grazie a  una massiccia presenza di flavonoidi. La spremuta e il liquore di melagrana sono bevande ideali per usufruire al meglio delle sue doti salutari, ma esistono pietanze a miriadi che prevedono l’ utilizzo del frutto.

 

 

Con la Balausta, tra l’altro, si prepara una deliziosa marmellata: è decisamente perfetta per la prima colazione. La melagrana può essere mangiata al naturale oppure usata per guarnire i dolci, le torte, le crostate e la macedonia. Innumerevoli sono anche le ricette destinate ai pasti principali (il risotto, l’insalata e l’anatra alla melagrana, tanto per citarne qualcuna), ma in linea con il tema di questa rubrica daremo spazio agli alimenti del mattino. Appena alzati potete arricchire di arilli lo yogurt, le meringhe, la panna cotta, il budino, il semifreddo, il pancake, i cupcakes… Versate del succo di melagrana nel sorbetto per renderlo ancora più dolce, oppure assaporate le golose gelatine e confetture ottenute con l’ eclettico frutto. Spalmatele sul pane, utilizzatele per farcire le crostate: la bontà è assicurata.

 

 

Sapevate che la melagrana è un frutto portafortuna? Svariate culture la associano all’ abbondanza, al benessere, alla ricchezza, sin dalla notte dei tempi. Ciò è in gran parte dovuto ai suoi numerosissimi chicchi, gli arilli, incredibilmente succosi. E rossi come il sangue, che simbolizza il vigore e l’energia. Il melograno, inoltre, cresce e matura con ogni tipo di clima senza disdegnare i terreni brulli: non necessita di una quantità d’acqua particolare e resiste alle intemperie stoicamente. Queste caratteristiche lo hanno reso quasi magico presso gli antichi popoli asiatici. Nella Bibbia, il melograno viene citato spesso. Rappresenta un emblema di fertilità, è un dono di Dio molto importante; persino artisti del calibro del Botticelli e di Leonardo Da Vinci lo inserirono frequentemente nelle loro opere. L’ ebraismo sostiene che i semi della melagrana e i comandamenti della Torah siano entrambi 613. In Turchia è usanza che le spose lancino a terra una melagrana di fronte alla casa coniugale: se i semi fuoriusciti sono parecchi, sarà di buon auspicio per le finanze della famiglia e per la futura prole. Sempre in Oriente, il frutto – grazie alla gran quantità di semi racchiusi nella membrana interna – è un emblema di fratellanza e solidarietà tra i popoli. Tornando in Occidente, notiamo che la valenza beneaugurale della melagrana si è imposta anche in Italia. Qui si è soliti gustarla a Capodanno perchè, al pari delle lenticchie, i suoi arilli simboleggiano il denaro e attirano la ricchezza. Regalare questo frutto, di conseguenza, è un gesto dalla potente valenza propiziatoria.

 

 

 

La colazione di oggi: le bacche commestibili e le loro innumerevoli virtù

 

In Autunno il contatto con la natura si cerca prevalentemente nei boschi: è lì che ci si inoltra per ammirare gli incredibili colori del foliage, per raccogliere funghi, per purificarsi dal caos cittadino. Ma nei boschi si va anche in cerca di bacche, che nei mesi freddi ci conquistano con il caleidoscopio delle loro nuance. Preciso che sto parlando di bacche commestibili, che è imprescindibile saper identificare. Se non siete degli esperti di botanica, quindi, fate attenzione: correte il rischio di confonderle con quelle velenose o tossiche. Per scongiurare questo pericolo, vi consiglio di comprarle nei migliori supermercati o in specifici siti on line. Perchè, allora, un focus sulle bacche? Il motivo è molto semplice: sono buonissime, succose, particolarmente ricche di proprietà salutari. Con le bacche si guarniscono o farciscono i dolci, si preparano marmellate e liquori. Andiamo subito a scoprire le più utilizzate in cucina!

 

 

Le bacche di sambuco, sferiche e di un viola scurissimo, sono soffici e deliziose. Molto conosciute per le virtù lassative e diuretiche, è tassativo consumarle cotte allo scopo di azzerare la loro lieve tossicità. Mature al punto giusto, possono essere utilizzate per la preparazione di ghiotte marmellate; aggiungete mezza mela con la buccia, se volete renderle ancora più appetitose: risulteranno dense e irresistibili. Dal punto di vista del benessere, il sambuco è considerato un toccasana per le vie respiratorie: le sue foglie e i suoi fiori, sotto forma di infuso, sono ottimi per sconfiggere bronchiti e raffreddori.

 

 

Chi non conosce il biancospino? La sua nuvola di fiori candidi, le spine che si infittiscono sui suoi rami lo rendono inconfondibile. A inizio Autunno, i fiori si tramutano in una bacca color rosso vibrante amatissima dagli uccelli. Anticamente, la bacca di biancospino ha fornito sostentamento a svariate popolazioni: il suo valore nutrizionale è ragguardevole. Inoltre, essendo ricca di flavonoidi, possiede delle spiccate proprietà antiossidanti. Gli zuccheri naturali in essa contenuti fanno sì che sia un potente energizzante; non è un caso che venisse inclusa tra gli ingredienti della “pemmican”, una miscela alimentare tipica dei nativi americani. La bacca di biancospino è anche ottima per il benessere della circolazione e dell’ apparato cardiovascolare. Risulta l’ideale per guarnire i dolci e, come il sambuco, per preparare delle squisite marmellate.

 

 

Il ginepro è un sempreverde contraddistinto da una vertiginosa altezza (può sfiorare addirittura i 10 metri), dalle aghifoglie e da bacche che in Autunno assumono una sfumatura tra il blu e il viola. Grazie alla sua maestosità, non è raro che adorni i giardini e le aiuole dei parchi. La bacca di ginepro ha una particolarità: è completamente avvolta in una pellicola opaca detta pruina. Anche il suo sapore, simile a quello del gin, è senza dubbio singolare; si tratta inoltre di una bacca succosissima e molto dolce. Le doti di questo piccolo frutto, principalmente adoperato per aromatizzare gli alimenti, sono innumerevoli: migliora la digestione, contrasta il gonfiore allo stomaco, è un ottimo diuretico, purifica l’apparato urinario, possiede virtù antimicrobiche e antimicotiche. Essendo ricco di antiossidanti, neutralizza l’azione dei radicali liberi e stimola la rigenerazione cellulare. In cucina dona uno speciale sapore speziato al pane, alla carne e agli insaccati, mentre come bevanda  si utilizza per preparare il gin oltre che un gran numero di liquori e digestivi.

 

 

Le bacche del corniolo, tinte di un rosso profondo, hanno una forma ovoidale che ricorda quella delle olive. Per maturare impiegano sette mesi durante i quali assumono, l’uno dopo l’altro, diversi colori: dal verde iniziale passano al giallo, dal giallo all’ arancio, dall’ arancio a un rosso squillante per poi finire con il burgundy che indica la completa maturazione. Il gusto delle corniole è dolce e acidulo a un tempo, il grado di succosità molto alto. Le loro proprietà sono incalcolabili. Abbondano innanzitutto di vitamina C, un efficace antiossidante naturale che contribuisce a rafforzare il sistema immunitario e a contrastare i radicali liberi. La vitamina C è portentosa, inoltre, per combattere i dolori alle articolazioni e i disordini del metabolismo. La presenza dei tannini, potentemente astringenti e antinfiammatori, è un toccasana per i disturbi intestinali. In cucina, la bacca del corniolo è utilizzatissima: il suo inconfondibile sapore fa sì che venga impiegata sia per la preparazione di bevande che di alimenti. Vini, liquori, dolci, marmellate, salse e gelatine a base di corniola sono numerosissimi; degustate fresche, in più, queste bacche risultano particolarmente dissetanti.

 

 

Tra le bacche che apportano molteplici benefici figurano anche quelle dell’ aronia nera: sfoggiano un color ebano intenso e si riuniscono in folti grappoli. Tra i loro componenti principali risalta una quantità massiccia di antociani, dei flavonoidi dalla spiccata azione antiossidante, che contrastano l’ invecchiamento cellulare, lo stress ossidativo e le patologie cardiovascolari. La presenza dei polifenoli accentua queste proprietà e rende le bacche dell’aronia nera il frutto “antietà” per eccellenza. Un connubio di vitamine, fibre e sali minerali apporta ulteriori vantaggi. La vitamina C è ottima per mantenere in salute le ossa, i tessuti e rafforzare il sistema immunitario; la vitamina K ottimizza la coagulazione del sangue abbassando i livelli di colesterolo e combattendo l’aterosclerosi, con effetti benefici sulla pressione sanguigna; l’acido chinico contrasta le infezioni dell’ apparato urinario; il ferro garantisce l’ossigenazione delle cellule, mentre il potassio è un toccasana per il sistema cardiovascolare; le fibre favoriscono la digestione e regolarizzano l’ intestino. Pare che gli antociani, inoltre, svolgano un’efficace azione contro determinati tipi di tumori, ad esempio quello al colon. Con le bacche dell’ aronia nera si preparano sciroppi, bevande, marmellate, frullati, tisane, macedonie…a colazione si possono abbinare al latte, al muesli o ai cereali per iniziare la giornata in modo salutare, ma possono essere anche consumate al naturale: possiedono un altissimo valore nutrizionale.

 

 

 

 

La colazione di oggi: il porridge freddo, un’ estiva delizia

 

Uno spuntino veloce, fresco e nutriente per la colazione dell’ estate? Il porridge freddo. Se amate l’ English breakfast, conoscerete bene il porridge: a metà tra la zuppa e il budino di fiocchi d’avena, è molto popolare tra gli anglosassoni. Con il caldo tropicale di questi giorni, la sua versione estiva è l’ideale. Per prepararla si utilizzano i fiocchi d’avena, il latte o l’acqua a cui si aggiungono gli ingredienti del “topping”. Di solito includono frutta di stagione come le fragole, melone o anguria tagliati a tocchetti, fettine di banana, frutti di bosco, ma anche scacchi di cioccolato, polvere di cacao, biscotti, noci e semi. Potrete sbizzarrirvi a creare topping diversi di volta in volta, arricchendoli con sciroppi dolcificanti e creme. Vi viene in mente qualcosa di più goloso? Il porridge freddo è gustosissimo e altamente energetico, una bomba di proprietà salutari. Ma quali sono, esattamente, i vantaggi e i punti di forza di questo snack?

 

 

Innanzitutto, va detto che viene anche chiamato “Overnight Oat”. Un nome non scelto a caso: “overnight” perchè si prepara dalla sera alla mattina, e viene lasciato raffreddare in frigo tutta la notte. “Oat” perchè significa “avena”, e l’ avena è uno dei suoi principali componenti. E proprio l’ avena, con le sue numerose virtù, riveste un ruolo fondamentale tra i benefici del porridge freddo. E’ povera di calorie, ma ricca di proteine, minerali, fibre, vitamine, acidi grassi insaturi. L’ alto contenuto di ferro, acido folico e minerali, in particolare, la rende un vero e proprio toccasana per l’ organismo. Ma anche le fibre possiedono proprietà molto importanti: bilanciando la quantità di zuccheri nel sangue, donano una sensazione di sazietà che impedisce di cedere alla fame compulsiva. Un atout non da poco, per chi segue una dieta dimagrante! Le fibre, inoltre, facilitano notoriamente la digestione. La fibra contenuta nell’ avena, nello specifico, protegge la mucosa dello stomaco dall’ azione corrosiva dell’ acido cloridrico presente nel succo gastrico.

 

 

Per quanto riguarda i topping, sono anch’essi preziose fonti di benessere. Gli ingredienti più utilizzati, come la frutta di stagione, i frutti di bosco e la frutta secca, abbondano di minerali e vitamine e rappresentano degli ottimi dolcificanti naturali. Ulteriori opzioni in questo senso possono essere costituite dal miele, dallo sciroppo di acero o di agave. I nutrizionisti consigliano di aggiungere i semi, ad esempio quelli di chia e di lino: sono un’autentica miniera di proteine e favoriscono il processo digestivo. In quanto alla preparazione del porridge freddo, alcuni al latte preferiscono l’acqua o le bevande più disparate. Personalmente, rispetto alla scelta dell’ acqua, trovo che il sapore dell’ Overnight Oat non venga esaltato come merita. Un’ alternativa potrebbe essere utilizzare un latte che contiene pochissimi grassi, tipo il latte di mandorle, di riso, di soia o di avena. Il latte, in più, ha la capacità di rendere il porridge denso e incredibilmente appetitoso. 

 

 

L’ energia che forniscono i componenti dell’ Overnight Oat è notevole. Si tratta di un alimento perfetto per la prima colazione, adatto anche ai vegani (che possono prepararlo con l’acqua) e ai vegetariani. Dona un discreto senso di sazietà senza risultare pesante, nutre e vanta proprietà innumerevoli. Come preparare, dunque, il porridge freddo? La versione classica richiede circa 45 grammi di fiocchi d’avena e 80 ml di acqua, latte o latte vegetale. I due ingredienti si versano in una ciotola e, dopo averli ben mescolati tra loro, vanno lasciati in frigo per l’intera notte. La mattina dopo, il composto andrà rimescolato e verranno aggiunti il topping e i dolcificanti. Non c’è bisogno di dire che la sera è il momento ideale da dedicare al “making of” di questo snack. Una versione ancora più salutare prevede che il porridge freddo venga abbinato allo yogurt, ancora meglio se allo yogurt greco (rileggi qui la puntata di “La colazione di oggi” che lo vede protagonista): successivamente alla permanenza in frigo, prima di preparare il topping, si aggiunge una buona dose di yogurt al composto. La versione più golosa include, invece, la crema di cacao tra gli ingredienti. Osatela solo se le vostre condizioni di salute ve lo permettono, e soprattutto…se le calorie non vi fanno paura!

 

La colazione di oggi: lo yogurt greco, un alto potere evocativo e nutrizionale

 

E’ gustoso, cremoso, fresco…e soprattutto salutare. Dello yogurt greco si fa un gran parlare, ultimamente. A colazione, in estate, è un alimento ideale. Scopriamo subito il perchè. Il suo sapore, la sua pastosità, sono del tutto diversi da quelli del classico yogurt. Rispetto alla produzione di quest’ultimo, infatti, si avvale di un terzo processo di filtrazione: nel liquido eliminato sono presenti grandi quantità di sodio e di lattosio non fermentati dai batteri, per cui la parte solida rimane particolarmente ricca di proteine. Lo yogurt greco, di conseguenza, viene considerato l’ optimum per gli intolleranti al lattosio e per chi necessita di diete iposodiche. L’ alta quantità di proteine lo rende nutriente, grasso e molto denso, mentre il basso contenuto di zuccheri gli dona il tipico sapore leggermente aspro. Un ulteriore metodo di raffinazione, tuttavia, riduce i grassi dello yogurt al 3%: in questo caso, si parla di yogurt greco “light”. Prenderò in esame la versione light poichè risulta meno calorica. I suoi punti di forza sono rappresentati dalle eccellenti proprietà nutrizionali. Gli amminoacidi essenziali, che contiene in abbondanza, hanno un elevato valore biologico. La notevole concentrazione di un minerale quale il calcio apporta benefici alle ossa, ai denti e muscolari, combinandosi con le virtù del fosforo, dello zinco, del potassio e del magnesio. Lo yogurt greco, inoltre, è ricco di vitamine idrosolubili del gruppo B (prevalgono la vitamina B2 e B 12) e liposolubili del gruppo A come il retinolo. Nonostante la sua cremosità, possiede una quantità d’ acqua considerevole grazie ai nutrienti idrosolubili che vengono assorbiti dalle caseine e dal siero durante la terza filtrazione.

 

 

Lo yogurt greco è un alimento assai saziante, ma si adatta perfettamente a quasi tutti i regimi dietetici. L’ esigua presenza di calorie e di grassi, unita alle massicce dosi di proteine, amminoacidi essenziali e a un cospicuo numero di carboidrati, lo rendono uno spuntino must dopo l’ esercizio fisico: tenetene conto se dedicate la mattina al running, al jogging o a qualsiasi altro allenamento. Fare colazione con questo particolare tipo di yogurt, in più, fornisce tutta l’ energia necessaria per affrontare la giornata. E’ possibile abbinarlo a della frutta fresca, ai cereali, al miele, a svariati sciroppi (qualche esempio? Di amarene, d’acero, d’agave…) per arricchirlo di dolcezza. Durante la stagione calda, lo yogurt greco spopola: degustato con le fragole o con i frutti di bosco è davvero il top, ma lo troviamo anche sotto forma di frozen, gusto di gelato, mousse, guarnizione per dessert quali le torte, i tronchetti e i plumcake.

 

 

Piace perchè oltre che risultare delizioso, è un autentico toccasana per l’ organismo. Andrebbe consumato con moderazione solo da chi è affetto da ipercolesterolemia o da obesità. Riguardo alle “curiosità”, invece, ve ne svelo una che vale per mille: lo yogurt greco, in realtà, è uno yogurt tradizionale bulgaro. E viene prodotto negli Stati Uniti in grandi quantità. Ma allora perchè questo nome? E’ presto detto. Si deve alla magia del marketing, che ribattezzando il prodotto “yogurt greco” mirava a potenziarne il fascino evocativo. Associandolo all’ azzurrità e all’ appeal turistico di un paese che ognuno di noi ha già scoperto o si accinge a scoprire…

 

La colazione di oggi: sapore di Tropici con l’ananas

 

L’ estate è ormai entrata nel vivo. Non è un caso che il protagonista della colazione di oggi sia un frutto che, più di ogni altro, è sinonimo di Tropici, climi torridi e paesi esotici: signore e signori, diamo il benvenuto all’ ananas! Originario dell’ America Latina e trapiantato nelle isole del Caribe, correva l’ anno 1493 quando Cristoforo Colombo lo notò a Guadalupa. Non molto tempo dopo venne trasportato in Europa, dove sia gli spagnoli che gli inglesi contribuirono a diffonderlo in tutto il continente . Possiamo dire che sia stata un’ ottima idea, dato che l’ ananas è ricco di proprietà benefiche. Questo frutto della famiglia delle Bromeliaceae ha un aspetto inconfondibile e un sapore dolce, succoso, invitante. Le sue innumerevoli virtù curative, inoltre, lo hanno reso popolarissimo presso molte tribù indigene del Sudamerica. L’ ananas ha il vantaggio di poter essere consumato nei modi più disparati, quindi è facilmente fruibile: tagliato a fette viene adoperato per preparare o per guarnire i dolci, il pane, lo yogurt e i pasticcini, è un ottimo ingrediente da inserire nei frullati e dal succo ricavato dal frutto si ottengono bevande squisite.

 

 

Passiamo subito alle proprietà: l’ ananas è un frutto dolce, ma ipocalorico. Annovera, infatti, pochissime calorie. La sua polpa (e soprattutto il suo gambo) contengono dosi massicce di bromelina, un gruppo di enzimi dalle potenti virtù digestive,  antinfiammatorie, antiossidanti e anticoagulanti. Essendo molto ricco di acqua, l’ ananas contrasta la ritenzione idrica; tra i carboidrati presenti nel frutto si segnalano zuccheri quali il fruttosio, il glucosio e il saccarosio. Pur essendo privo di un’ elevata quantità di fibre, l’ ananas è un vero e proprio scrigno di micronutrienti: contiene vitamina C, vitamina E, minerali come il potassio e il magnesio, ma anche il ferro, il calcio, lo zinco e il fosforo, sebbene in dosi minori. Nello specifico, i vantaggi che si ricavano da questi elementi sono molteplici: il magnesio è un toccasana per il sistema nervoso, per il benessere delle ossa (insieme al calcio) e per il metabolismo. La vitamina C rafforza il sistema immunitario, contribuisce alla sintesi del collagene risultando un efficace antiossidante e favorisce l’assorbimento del ferro nei globuli rossi. Il potassio, dal canto suo, è una miniera di benefici per la muscolatura e per l’equilibrio della pressione arteriosa. Il più importante punto di forza dell’ ananas, comunque, rimane la bromelina: se volete godere appieno delle sue proprietà,  cercate di evitare l’ ananas sottovuoto (soggetto a dei processi che la azzerano) e privilegiate il frutto fresco.

 

 

Riassumendo le doti dell’ ananas, possiamo affermare che è un frutto salutare a tutti gli effetti. La bromelina, in particolare, si rivela portentosa sotto molteplici aspetti: viene addirittura utilizzata nel settore della cosmesi per realizzare prodotti che nutrono la pelle. E’ inoltre un valido antitumorale, agisce a sostegno del sistema immunitario, combatte la cellulite e la ritenzione idrica. Per l’ esecuzione di molti preparati (ad esempio, diversi prodotti erboristici) si utilizza in gran parte il gambo dell’ananas, che come abbiamo già accennato è straordinariamente ricco di bromelina. Il gruppo di enzimi che compone questa sostanza possiede spiccate proprietà antinfiammatorie ed è indicato, quindi, nei confronti di tutta una serie di patologie. Qualche esempio?  L’ asma, l’atrite, le ferite, le ustioni…Non va trascurata, poi, la funzione principale della bromelina: quella di incrementare il metabolismo.

 

 

Siamo arrivati al tema “curiosità”, e bisogna dire che l’ ananas ne vanta parecchie. Scientificamente il suo nome è “Ananas Comosus”, ma venne battezzato “nana” dagli indios Tupi Guaranì del Brasile. Il significato del termine? “Delizioso”. I portoghesi si ispirarono a quell’ appellativo mutandolo in “ananaz”, mentre gli spagnoli gli diedero il nome di “piña”, da cui deriva l’ anglosassone “pineapple”. A proposito di spagnoli, pare che il re Carlo V non osò mai mangiare un ananas perchè temeva che nascondesse qualche insidia al suo interno. Non la pensavano così gli inglesi, per i quali il frutto divenne un simbolo di festa e di buone notizie. Ad esempio, quando le navi ritornavano dalle Americhe, i capitani solevano far penzolare un ananas dai loro portoni per comunicare alla città che erano di nuovo a casa. La particolare forma del frutto, considerata originale e bellissima, fece sì che l’ ananas fosse considerato di buon auspicio. Ecco perchè è un elemento ornamentale ricorrente di certi antichi palazzi patrizi, delle loro cancellate e persino del loro home decor. In Scozia, a titolo esemplificativo, la dimora di Dunmore Pineapple (datata 1761) è diventata celebre per la sua torretta con un tetto che riproduce un ananas in cemento.

 

 

 

 

La colazione di oggi: frullati e milkshake, healthy drinks versus golosità pura

 

Stiamo entrando nel cuore dell’estate, e includere un frullato o un milkshake nella prima colazione sarebbe l’ideale. Sono salutari, nutrienti, rinfrescanti ma soprattutto golosi, in particolare i milkshakes. Eppure li dividono differenze sostanziali: i frullati si avvalgono di frutta e verdura in dosi massicce, mentre i milkshakes contengono gelato e latte più un tripudio di delizie aggiuntive che li sormontano. Un esempio? Ghiaccio tritato, frutta di stagione, svariati tipi di scrioppo, granella di pistacchio, biscotti, montagne di panna e scacchi di cioccolato, proprio volendo esagerare. E’ chiaro che in questo caso la bevanda si tramuta in un pasto ghiottissimo, ma ad alto tasso di calorie. A voi la scelta, dunque, a seconda delle vostre esigenze e con la consapevolezza che gli eccessi non dovrebbero mai diventare la norma.

 

 

Cominciamo dal frullato: come ben saprete, è facilissimo da preparare. Bastano un frullatore e della frutta fresca, che si può alternare o mixare ad ortaggi e verdure. Per fluidificare la base è possibile utilizzare un po’ d’acqua, dei succhi di frutta o del latte vegetale, ma alcuni preferiscono esaltare la sua consistenza densa con una manciata di frutta essiccata o con spezie dolci come la polvere di vaniglia e di cannella. Naturalmente, i frullati contengono tutti gli elementi salutari della frutta e della verdura: le fibre regolarizzano l’ intestino, espellono le tossine e riducono il colesterolo in eccesso, mentre le vitamine e i sali minerali sono un toccasana che rende il frullato un pasto a tutti gli effetti.

 

 

Il milkshake è composto da tre parti di gelato e una di latte, ma se preferite tenere a bada le calorie non dovete far altro che dosare le proporzioni degli ingredienti a vostro piacimento (ad esempio, diminuendo la quantità di gelato). Oppure, utilizzate del gelato fatto in casa e del latte scremato, privo di zuccheri. Come ho già accennato, inoltre, meglio non esagerare con i “topping” straripanti di ghiottonerie: vanno bene solo se volete concedervi uno sfizio una tantum. Per godere dei benefici della frutta, invece, è sufficiente aggiungere qualche frutto fresco nel frullatore. Se volete ottenere una bevanda il più possibile rinfrescante, via libera al ghiaccio tritato tipico del frappè. Un consiglio basilare: il milkshake è perfetto per la prima colazione, la merenda o un’ uscita serale, ma non consumatelo mai dopo i pasti. E’ molto sostanzioso e, come il frullato, può essere considerato un alimento completo.

 

 

Qualche curiosità sul frullato e sul milkshake? Sono entrambi “born in the USA”. Il primo risale agli anni ’30, il decennio in cui venne lanciato il frullatore elettrico, il secondo è un classico del lifestyle americano: il film “Grease” e la serie TV “Happy Days” lo hanno decretato bevanda cult dei bar frequentati dai protagonisti. Gli anni ’50, infatti, coincisero con il suo boom. Ultimamente, la voga delle sperimentazioni culinarie ha dato vita a dei gusti particolarissimi sia per quanto riguarda i frullati che i milkshake. Tra i più insoliti, si segnalano il frullato al bacon (sì, avete capito bene…il noto salume britannico) e il milkshake alla birra, nello specifico la celebre Guinness: pare che il suo connubio con il gelato sia da leccarsi i baffi. Parlando di  milkshakes, qualche anno fa il fast food newyorchese “Black Tap” ne ha proposto versioni da mozzare il fiato: alti quasi mezzo metro, erano degli autentici capolavori architettonici arricchiti da bon bon variopinti, gelato a cascata, praline al cioccolato, enormi fragole, fette di torta, biscotti come se piovesse, litri di sciroppo, Nutella e torri di panna montata. Cliccate qui per visualizzarli direttamente sul feed Instagram di “Black Tap”!

 

 

 

 

 

La colazione di oggi: il latte, l’ alimento archetipo

 

Quando penso al latte, la prima cosa che mi viene in mente è un’ usanza un po’ rétro ma densa di fascino: la consegna del latte a domicilio. Il lattaio passava all’ alba e lasciava le bottiglie davanti ai portoni mentre la città dormiva ancora profondamente. Ero piccolissima, però ricordo bene il tintinnio di quei contenitori in vetro…L’ odore invitante del latte appena munto. La consuetudine di cui parlo, seppur ormai persa nei meandri del tempo, resta ancorata nella mia memoria: rievoca un mondo a misura d’uomo, dove la genuinuità rappresentava un valore sia che fosse applicata agli alimenti che alle qualità umane. Lasciare le bottiglie sul gradino del portone era un gesto che implicava fiducia, solidarietà tra i cittadini. Oggi la figura del lattaio a domicilio non esiste più, ma i benefici del latte rimangono invariati. Avete l’ abitudine di berlo a colazione, magari insieme al caffè o abbinandolo con i cereali? Fate benissimo. Innanzitutto disseta, perchè è ricco di acqua. Può essere considerato, poi, uno degli alimenti più completi e nutrienti in assoluto: contiene calcio in abbondanza (essenziale per la salute dei denti e delle ossa), vitamina A, D, E e del gruppo B, aminoacidi che preservano il benessere del nostro organismo. Lo zucchero del latte, il lattosio, ha la particolarità di essere altamente digeribile. E chi è allergico a questa sostanza, stia tranquillo: potrà contare su alternative come il latte di soia, di mandorla, di canapa, di cocco o di avena…Non ha che l’ imbarazzo della scelta!

 

 

Tornando alle proprietà del latte, ebbene sì: è una vera e propria miniera di salute. Basti pensare che in un litro di latte intero troviamo proteine come la lattoalbumina, la lattoglobina e la caseina (sommate in una quantità che apporta gli stessi benefici forniti da un etto di carne), sali minerali tra cui il calcio, il fosforo, il potassio, il sodio, il magnesio, e carboidrati quali il lattosio. Oltre che a rivelarsi salutare per i denti e l’ apparato scheletrico, il latte incentiva la coagulazione del sangue e potremmo definirlo una bomba di energia, soprattutto per chi svolge una regolare attività fisica: i carboidrati fungono da energizzanti ed hanno un ruolo fondamentale anche nella formazione del tessuto nervoso. Veniamo ora alla voce grassi: per quantificare quelli presenti nel latte, non dovete far altro che acquistare la tipologia più adatta alle vostre esigenze; considerate che il latte intero contiene circa il 3,5% di lipidi, il latte parzialmente scremato dall’ 1,5 all’ 1,8% e il latte scremato meno dello 0,5%.

 

 

Avete mai pensato che il latte è il primo alimento che gustiamo, appena nati? Tutto ciò ha a che fare, non a caso, con l’ etimologia del suo nome: “latte” deriva dal latino “lac” e dal termine greco γάλα, gàla, identico dal punto di vista semantico. La loro radice comune, glu, gla, gal, gar, risale alla notte dei tempi ed è un’ onomatopea della deglutizione del neonato negli istanti in cui la madre lo allatta. Il latte, dunque, praticamente nasce con l’uomo. Soltanto durante l’ Età del Bronzo, ad ogni modo, venne riconosciuto il suo ruolo nutrizionale: le prime testimonianze sulla transumanza risalgono proprio a quell’ epoca. Nella mitologia ellenica,  Zeus – capo di tutti gli Dei – cresce a Creta e viene alimentato con il latte di Amaltea, una capretta completamente bianca. E’ sempre dalla mitologia classica che prende vita la leggenda che circonda la Via Lattea: si narra che Zeus, mentre Era (Dea del Matrimonio e del Parto) dormiva, fece in modo che il figlio Eracle si nutrisse del suo latte. Essendo stato concepito con la mortale Alcmena, infatti, Eracle non avrebbe mai goduto dell’ immortalità che gli sarebbe derivata dall’ essere allattato da Era.  Ma il piccolo si attaccò al seno della Dea troppo voracemente, e le gocce di latte che ne fuoriuscirono schizzarono nel cielo dando origine alla Via Lattea. Sempre riguardo alle curiosità sul latte, pare che l’ affascinante Cleopatra compiesse un rituale quotidiano: fare il bagno nel latte d’asina. A tal scopo, si serviva di una scuderia che conteneva ben 700 asine. Dopo di lei anche Poppea (moglie di Nerone) e Paolina Bonaparte (sorella di Napoleone) adottarono quell’ abitudine. Il motivo? Si diceva che il latte d’asina mantenesse la pelle elastica, ben idratata, profumata e che contrastasse l’ invecchiamento.