
Ci sono editori che pubblicano libri, e altri che costruiscono geografie interiori. Iperborea appartiene a questa seconda categoria: è una casa editrice indipendente che, dal 1987, ha scelto di portare in Italia la voce del Nord Europa, e poi di espandere il proprio sguardo fino a toccare il mondo intero. Fondata a Milano da Emilia Lodigiani, Iperborea ha iniziato il suo cammino esplorando le letterature scandinave, baltiche, islandesi, nederlandesi e tedesche con una cura editoriale che ha sempre privilegiato la qualità, la profondità e la bellezza. I suoi libri, alti e snelli come alberi nordici, sono diventati riconoscibili per forma e contenuto: un’estetica che invita alla lentezza, alla contemplazione, alla scoperta. Il nome della casa editrice, d’altronde, è tutto un programma. Iperborea era una leggendaria terra della mitologia greca; una terra lontana, idilliaca, situata molto più a Nord dell’Ellade eppure assolata sei mesi su dodici. Del popolo che la abitava, gli Iperborei, dissertatono storici, poeti e filosofi del calibro di Ecateo, Esiodo, Pindaro e Erodoto, che descrivendo Iperborea magnificò le piume che volteggiavano nella sua atmosfera.

Ma torniamo alla casa editrice milanese. Gli Iperborei, la sua collana storica, raccoglie autori classici e premi Nobel, ma anche voci contemporanee che raccontano il presente con sguardo lucido e poetico. Dal 2017, i Miniborei portano queste atmosfere ai lettori più giovani, con storie e illustrazioni che parlano di neve, sogni e creature gentili. Le strisce dei Mumin di Tove Jansson, con la loro tenerezza filosofica, completano questa proposta per l’infanzia.

Iperborea, però, non si è fermata al Nord. Con il tempo ha aperto le sue pagine a tutto il mondo: oggi pubblica libri che raccontano la Cina, la Spagna, il Brasile, la Francia, il Tibet… sempre con lo stesso desiderio di ascoltare, comprendere, narrare. The Passenger, nato nel 2018, è un libro-magazine che raccoglie reportage, saggi e inchieste letterarie su paesi, città e culture. Tradotto in più lingue e distribuito globalmente, è diventato un atlante umano del nostro tempo.

Dal 2021, in collaborazione con Il Post, è nata la serie COSE Spiegate bene, che approfondisce temi di attualità con una serie di infografiche, articoli e illustrazioni accattivanti. Nel 2023 è apparsa L’Integrale, una rivista-libro che, dedicandosi al mondo del cibo e della cultura enogastronomica, intreccia giornalismo e letteratura. Nello stesso anno è stata fondata anche la collana I Corvi, focalizzata sulla saggistica narrativa: uno spazio per pensare, interrogarsi, viaggiare con la mente. E poi c’è I Boreali, il festival che dal 2015 porta la cultura nordica in Italia, con eventi, incontri, letture e momenti di condivisione. Un’occasione per vivere dal vivo ciò che i libri suggeriscono: il dialogo tra mondi, la bellezza delle differenze, la forza delle storie.

Come lettrice, mi sono spesso ritrovata tra le pagine di Iperborea. Alcuni libri mi hanno fatto riflettere sul senso dell’identità, altri mi hanno accompagnato nei giorni di vacanza, altri ancora mi hanno fatto viaggiare in tutto il mondo senza muovermi da casa. Ogni titolo è stato un compagno, un paesaggio, una voce. Proprio per questo penso che scrivere di Iperborea è come scrivere di un’amicizia: una relazione fatta di ascolto, stupore e riconoscenza. Tra le tante letture che mi hanno accompagnata, alcuni titoli brillano ancora nel mio cuore. Non serve commentarli tutti: basta nominarli, e già evocano paesaggi, emozioni, stagioni interiori.

Grazie a Iperborea ho viaggiato “Verso Santiago” insieme a Cees Nooteboom, esplorando la Spagna più profonda e autentica in un pellegrinaggio tra sogni, rovine e paesaggi che diventano luoghi dell’anima, ma ho anche conosciuto la “Pioggia rossa” del Sahara che cade sull’isola di Minorca. Ho conosciuto Selma Lagerlöf, la prima donna Premio Nobel della storia (che vinse nel 1909 per la Letteratura), e i suoi racconti natalizi preziosi come cristalli di neve: fiabe nordiche che scaldano il cuore e accendono la fede nei piccoli miracoli. Ho letto “Le Mille e una Notte” riscritto da Kader Abdolah, addentrandomi nei labirinti incantati in cui si muovono califfi, schiave, affascinanti principesse, jinn e visir. Mi sono lasciata ammaliare dall’isoletta finlandese che Tove Jansson descrive ne “Il libro dell’estate”, dove una nonna e una bambina, tra silenzi e tempeste, imbastiscono il dialogo più vero sulla vita e il lasciarsi andare. Ho letto antiche fiabe danesi, finlandesi e della terra dei sami con il cuore pieno di meraviglia. Ho esplorato la Cina della rivoluzione culturale che Tania Branigan, nel suo “Memoria Rossa”, fa rivivere attraverso una serie di testimonianze. Ma sulle ali di Iperborea ho anche avuto l’opportunità di vagare tra le stelle, la magnificenza del cosmo e le contraddizioni umane: “La commedia cosmica” di Frank Westerman mi ha fatto sentire piccola e infinita al tempo stesso.

Tra le pagine di Iperborea ho trovato stagioni, stelle, fiabe e domande: ogni libro è stato un passo di uno splendido viaggio.
Foto via Unsplash
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