Il sé pensante

 

” Secondo me, tutti possediamo la stessa saggezza interiore che troviamo in Madre Natura. E’ la voce della saggezza di Buddha, o della coscienza di Cristo, che abita nel profondo di noi stessi. E’ tutta questione di escludere il rumore di fondo del nostro ego per poter ricevere i messaggi. Quando riusciamo a vedere oltre le distrazioni e a percepire con chiarezza la mente, ecco che la saggezza interiore ci guida verso l’azione più indicata in quel particolare momento. Se vedi con chiarezza te stesso, anche la strada diventerà chiara e avrai il potere di cambiare tutto ciò che si frappone tra te e il successo, la salute, la felicità. Tuttavia, i meccanismi della mente sono davvero misteriosi ed è difficile stabilire dove sia collocato il “sé pensante”. Spesso sembra che i pensieri emergano dal nulla, eppure plasmano la realtà del mondo in cui viviamo. Ogni cosa che l’umanità abbia mai creato è cominciata con un pensiero. I pensieri si traducono in parole e gesti, che a loro volta creano karma. Marco Aurelio, imperatore e filosofo romano, alludeva a questo quando disse: “La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”. Ecco perché cerco di infondere allegria e umorismo nei miei pensieri, e in definitiva nelle mie parole: perché contribuiscano a illuminare la mia giornata. Gli amici mi hanno fatto notare che persino quando parlo di cose dolorose del mio passato, lo faccio con umorismo. Sai cosa si dice della comicità, vero? Che è la tragedia nel tempo. Io sono felice di essere arrivata al punto di riuscire a ridere della mia vita e di me stessa; rende i miei pensieri più indulgenti. E’ importante, perché i pensieri e il modo di pensare imprimono una direzione a ogni passo del nostro cammino. “

 

Tina Turner, da “Diventare felicità”

 

 

 

 

 

L’ oceano

 

“Era convinta che le grandi religioni del mondo esistenti fino a quel momento fossero nate prima che qualcuno avesse avuto la possibilità di crescere accanto all’oceano. Lei credeva nell’oceano. Jacaranda credeva che l’oceano fosse un gigantesco dio che la cullava, che si poteva convincere a vedere le cose come le vedeva lei e che poteva generare onde perfette. “Onde perfette, onde perfette, onde perfette,” ripeteva Jacaranda nei giorni di piatta. Nei giorni in cui c’erano grandi onde, in silenzio chinava il capo verso l’oceano e lo ringraziava. Parlava con l’acqua, la implorava di riscaldarsi. Quando il surf era rovente, tutto raggiungeva uno stato di gloria assoluta ed equilibrio perfetto tra il suo corpo, le onde e l’eternità. “Ragazzina, tu sei cresciuta in California,” le dicevano spesso, “non hai idea di cos’è la vita. Un giorno andrai a sbattere contro un muro di mattoni.” “Tipo?” chiedeva. “La neve?””

Eve Babitz, da “Sex & Rage”

 

 

 

 

 

 

La cocenza dell’ amore

 

” Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de’ rinnovati o comincianti amori: e anche questa è leggenda. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la cocenza dell’amore. E semmai l’hanno trasferita all’incandescente estate: già l’antichissimo Esiodo aveva notato che nell’agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l’uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l’amore entusiasmo, l’amore passione, l’amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all’imbecillità e oltre. “

 

Giovanni Papini, da “La spia del mondo”

 

 

 

 

 

Un’ infinita varietà di blu

 

” Dal cielo al mare, era un’infinita varietà di blu. Per il turista, quello che viene dal nord, dall’est o dall’ovest, il blu è sempre blu. Solo dopo, quando ci si sofferma a guardare il cielo e il mare, ad accarezzare con gli occhi il paesaggio, se ne scoprono altre tonalità: il blu grigio, il blu notte e il blu mare, il blu scuro, il blu lavanda. O il blu melanzana, nelle sere di temporale. Il blu verde. Il blu rame del tramonto, prima del mistral. O quel blu così pallido, quasi bianco. “

 

Jean-Claude Izzo, da “Chourmo. Il cuore di Marsiglia”

 

 

 

 

 

Il deserto e il pozzo nascosto

 

” Era stanco. Si sedette. Mi sedetti accanto a lui. E dopo un silenzio disse ancora: ” Le stelle sono belle per un fiore che non si vede…” Risposi: “Già,” e guardai, senza parlare, le pieghe della sabbia sotto la luna. “Il deserto è bello,” soggiunse. Ed era vero. Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio…”Ciò che abbellisce il deserto,” disse il piccolo principe, “è che nasconde un pozzo in qualche luogo…” Fui sorpreso di capire d’un tratto quella misteriosa irradiazione della sabbia. Quando ero piccolo abitavo in una casa antica, e la leggenda raccontava che c’era un tesoro nascosto. Naturalmente nessuno ha mai potuto scoprirlo, ne forse l’ha mai cercato. Eppure incantava tutta la casa. La mia casa nascondeva un segreto nel fondo del suo cuore… “Sì, ” dissi al piccolo principe, “che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile.” “Sono contento,” disse il piccolo principe, “che tu sia d’accordo con la mia volpe.” Incominciava ad addormentarsi, io lo presi tra le braccia e mi rimisi in cammino. Ero commosso. Mi sembrava di portare un fragile tesoro. (…) E siccome le sue labbra semiaperte abbozzavano un mezzo sorriso mi dissi ancora: ” Ecco ciò che mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore, è l’immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dorme…” E lo pensavo ancora più fragile. Bisogna ben proteggere le lampade: un colpo di vento le può spegnere…E così, camminando, scoprii il pozzo al levar del sole. “

 

Antoine de Saint-Exupéry, da “Il Piccolo Principe”

 

 

 

 

La bella estate

 

” A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e traversare la strada, per diventare come matte, e tutto era cosí bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte speravamo ancora che qualcosa succedesse, che scoppiasse un incendio, che in casa nascesse un bambino, e magari venisse giorno all’improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline. – Siete sane, siete giovani, – dicevano, – siete ragazze, non avete pensieri, si capisce –. Eppure una di loro, quella Tina che era uscita zoppa dall’ospedale e in casa non aveva da mangiare, anche lei rideva per niente, e una sera, trottando dietro gli altri, si era fermata e si era messa a piangere perché dormire era una stupidaggine e rubava tempo all’allegria. “

 

Cesare Pavese, da “La bella estate”

 

 

 

 

 

Acqua

 

” Una paziente attesa non ti si addice. Vedo che nella tua personalità c’è molta acqua. L’acqua non aspetta mai. Cambia forma e scorre attorno alle cose, trovando sentieri segreti a cui nessun altro ha pensato: un pertugio nel tetto o un piccolo buco in fondo a una scatola. Senza alcun dubbio è il più versatile dei cinque elementi. Può dilavare la terra, spegnere il fuoco, far arrugginire un pezzo di metallo e consumarlo. Persino il legno, che è il suo complemento naturale, non può sopravvivere se non viene nutrito dall’acqua. “

 

Arthur Golden, da “Memorie di una Geisha”

 

 

 

 

 

Adèle H.

 

” Come potrei spiegare cosa accade in me da qualche tempo? Talvolta ho delle violente aspirazioni verso il grande ideale, una morte pura e grandiosa, altre volte verso una vita dolcemente fastosa, dove ho solamente Auguste. Talvolta sono una vita bruciata, ardente, violenta, viva, nella quale via via Clésinger, Delacroix, Arnould si susseguono, come amanti, nella quale mi vedono come la figlia di Victor Hugo, giovane, bella, radiosa, alla moda, supremamente intelligente, supremamente bella, radiosa, supremamente civetta, che schiaccia con tutto il suo splendore le sue rivali, passate, presenti e future; intellettuale, grande musicista, applicando e facendo applicare i miei paradossi, vivendo tutte le vite, la vita dell’ amore, la vita del mondo. Ma ahimè altre volte rimpiango anche il passato, la mia purezza, la bellezza della mia anima, il mio primo amore, le mie prime emozioni, l’organo, Place-Royale, Villequier, il suo bel giardino al chiaro di luna nel 1846 (già sei anni fa), Auguste e l’estasi dei nostri primi baci, quando amante e grandiosa sacrificavo la mia serenità alla sua felicità. (…) L’ amore è Spirito e Materia. Non do il mio corpo senza la mia anima, né la mia anima senza il mio corpo. L’ uno è imprescindibile dall’ altra. “

 

Adèle Hugo

da “Pazza d’Amore”, a cura di Manuela Maddamma

     

Nella foto: Isabelle Adjani nel film “L’ Histoire d’Adèle H.” (1975) di François Truffaut. Immagine via deepskyobject from Flickr, CC BY-SA 2.0