Il close-up della settimana

 

E’ stato già battuto il primo ciak: da quel momento Perugia si è tramutata, come per incanto, in un set in puro stile Belle Epoque. Carrozze, eleganti dame, gentiluomini in cappello a cilindro, frotte di bambini, bancarelle di primizie in pieno centro sono entrati ormai a far parte dell’ ordinaria quotidianità. Sono infatti iniziate il 5 Ottobre scorso le riprese della fiction sulla vita di Luisa Spagnoli, la storica ideatrice del “Bacio” Perugina e di un brand di moda che è tuttora uno dei capisaldi del Made in Italy. Ad interpretarla, una radiosa Luisa Ranieri affiancata da Vinicio Marchioni,  noto al pubblico per aver impersonato “Il Freddo” nella serie TV Romanzo criminale; sarà l’ attore romano a vestire i panni di Annibale Spagnoli, marito dell’ imprenditrice e padre dei suoi figli Mario, Armando e Aldo. E a Perugia è immediatamente scoppiata la fiction fever: chilometriche file durate ore ed ore per assicurarsi un ruolo da comparsa e rientrare nel cast dello sceneggiato che le previsioni danno già tra i cult della prossima stagione. Un vero e proprio boom di presenze che testimonia quanto sia potente, a tutt’oggi, l’ appeal di Luisa Spagnoli oltre che quello della fama TV. La miniserie, diretta da Lodovico Gasperini, verrà trasmessa da RAI 1 e si preannuncia come uno dei fiori all’ occhiello della programmazione fiction della prima rete: “donna in carriera” ante litteram, fondatrice della Perugina in società con il marito Annibale e con Francesco Buitoni nel 1907, la Spagnoli seppe tramutare il suo allevamento di conigli d’angora in un’ impresa tutta propria, l’ Angora Spagnoli. Fu il nucleo iniziale dell’ azienda che porta tuttora il suo nome, fortemente voluta dall’ imprenditrice e ufficialmente fondata nel 1937 – due anni dopo la sua morte – dal figlio Mario. Ma alla self-made woman perugina va anche il merito di aver adottato una lavorazione dell’ angora assolutamente originale, evitando di uccidere i conigli semplicemente pettinandone via il pelo, e di aver contribuito a migliorare la qualità di vita delle proprie dipendenti tramite la costruzione di una nursery aziendale, la prima in Italia, affiancandola ad un insediamento residenziale ed a una piscina. Nella data inaugurale di Eurochocolate 2015, il festival che Perugia dedica ogni anno al cioccolato, non si può dimenticare inoltre che fu proprio Luisa Spagnoli a denominare “bacio” il celeberrimo cioccolatino della Perugina: un dettaglio ulteriore che delinea  il forte intuito, lo spirito intraprendente e la geniale inventiva di una donna che ha lasciato un’ indelebile, significativa impronta nel panorama della creatività e dell’ imprenditoria italiana.

Il close-up della settimana

 

Il 2015 si conferma, per Giorgio Armani, un anno speciale: nominato Special Ambassador per la Moda di Expo Milano 2015, il designer che con American Gigolò saldò indissolubilmente il connubio iconico tra “Cinema” e “Moda” festeggia i 40 anni di attività con una serie di grandi eventi e iniziative. Lo scorso 30 Aprile è stata la volta dell’ inaugurazione di Armani Silos, multispazio espositivo allestito a Milano nei locali dell’ ex deposito di cereali di una multinazionale. Da qui, il nome Silos: 4500 mq di superficie e un investimento di circa 50 milioni di euro destinati alla creazione di una sorta di esposizione permanente che ospita, in una traiettoria d’effetto, 600 abiti e 200 accessori appartenenti alle collezioni Armani incluse in un arco di tempo compreso tra il 1980 ad oggi. “Così come il cibo, anche il vestire serve per vivere”, ha commentato il designer, che ha inaugurato il Silos con un party stellare ricco di superguest hollywoodiani ed altisonanti nomi dello show-biz – dalla Sophia nazionale a Cate Blanchett, Leonardo di Caprio e Tom Cruise, solo per citarne alcuni – preceduto da una sfilata della collezione Armani Privè nella celebre location dell’ Armani Teatro. Ma per il SilosRe Giorgio ha in serbo ulteriori iniziative: le ipotesi riguardano essenzialmente mostre artistiche esterne all’ universo Armani, selezionate in base all’ affinità con il mood della Maison – “Un progetto, per essere ospitato, deve essere vicino al mio spirito”, ha tenuto a precisare il designer piacentino – anche se, per il momento, il futuro relativo alla struttura rimane tutto da decidere e da organizzare. Quel che è certo è che, d’ ora in avanti, gli avventori del Silos potranno ammirare, in un percorso distribuito su quattro livelli, una lunga serie di capi iconici come le famose giacche ed outfit che spaziano da un’ eleganza essenziale ad uno stile iperfemminile, di ispirazione Oriente passando per la colonna portante del celebrato “greige”. Uno spazio espositivo destinato a rinnovarsi parzialmente ogni sei mesi, valorizzato da locali quali una conference rooom, una caffetteria, un archivio digitale, più uno special corner dedicato agli articoli da regalo. Ed è solo l’ inizio: in un prossimo futuro è prevista infatti la ristrutturazione dei rimanenti edifici dell’ ex plesso industriale che potranno fungere da ulteriori, innovative location.  Nel frattempo, il Silos si prepara a diventare uno dei principali poli d’attrazione della Milano creativa e del “fare,” candidato a convogliare nei suoi spazi – in tempi di Expo e non – un altissimo numero di visitatori. Non si tratta, tuttavia, dell’ unico dono che Giorgio Armani ha in serbo per i suoi estimatori: risale proprio a questi giorni, infatti, l’ annuncio della pubblicazione della sua autobiografia, che vedrà la luce a Settembre in occasione delle sfilate di Milano Moda Donna. Secondo le prime anticipazioni, il libro sarà edito da Rizzoli ed una foto di Re Giorgio da bambino farà bella mostra di sè in copertina. Quale modo migliore per celebrare “i suoi primi quarant’ anni” che dare alle stampe il racconto di un’ esistenza ormai assurta a simbolo, in parti uguali, di glamour e di operosità? A chi gli chiede come mai dal Silos siano escluse le collezioni d’esordio risalenti agli anni ’70, Armani risponde: “Avevamo pochi soldi, vendevamo tutto e non pensavamo certo di arrivare fin qui.” Eppure, “fin qui” è arrivato, portato dalle “idee e da un duro lavoro, con i piedi per terra.” Ed oggi, oltre ai suoi fan a celebrarlo è il Gotha Hollywoodiano che lo vuole, lo cerca, lo adora: un meritato riconoscimento per il talento innato e per aver rivoluzionato le coordinate dello stile: “La mia moda ha cambiato un po’ lo stile di tutti”, afferma, e sembra rispecchiare la sua nota pacatezza in un’eleganza  lineare, inconfondibile, scaturita da un mix di fantasia e sobrietà. Dopotutto, non si diventa “Re Giorgio” per nulla!

 

Armani Silos, a Milano in via Bergognone 40, è aperto di martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 11 alle 20. Il giovedì e il sabato, dalle 11 alle 22

(Photo by Lorenzo Bozzi via Wikipedia.it)

“Raiders of Beauty”: Diego Diaz Marin per Luisaviaroma

 

Due donne, due amiche – come lascia presagire l’ intimità che le lega – immerse negli straordinari colori, riflessi e giochi di luce del Parco Stibbert, a Firenze, che regala scorci paesaggistici e architettonici dalla suggestività unica ma anche densi di un tocco di profuso mistero: è qui che il fashion photographer Diego Diaz Marin ambienta il suo recente shooting per Luisaviaroma, celeberrimo rivenditore on line di moda che annovera tra le sue proposte le collezioni dei più prestigiosi fashion designer italiani ed internazionali. La location, valorizzata da sfondi preziosamente insoliti come il tempietto egizio (fatto realizzare da Stibbert tra il 1862 e il 1864, nel pieno dell’ “egittomania” artistica) lascia trapelare il quid enigmatico, e al tempo stesso venato di incanto,  che svariati lavori del talentuoso fotografo spagnolo esprimono, concentrandolo in particolare nelle magnetiche (quanto contorte) personalità delle protagoniste. Diaz Marin, dopo la nomina al Photography Award del Cannes International  Festival of Photography, riallaccia la sua ricerca ai  leit motiv del colore e dei suoi contrasti, degli scatti pervasi da una luminosità “a tinte forti”, in un magico ed incisivo amalgama che fonde moda e genialità creativa. La sua passione per l’azzurro – vibrante, “acquatico”, che vira quasi al verde – riaffiora anche in questo shooting, “imbevendo” letteralmente alcune immagini e calandole in una luce vagamente irreale. In un sapiente gioco di contrasti l’ azzurro si affianca al rosso, “accendendolo”, dona risalto al nero e fa brillare i bijoux indossati dalle modelle.  Riappare anche il fucsia, che riallaccia cromaticamente i motivi decorativi di un cancello sullo sfondo ai dettagli fashion e ad un manto steso al suolo. L’ “imprinting” della palette paesaggistica dei luoghi natii, quella Torre del Mar affacciata sul Mediterraneo e intrisa di un mix di luminosità, vivide nuance e passionalità andalusa, nell’ opera di Diego Diaz Marin rimane una costante: il punto di partenza di una ricerca artistica che ne approfondisce i caratteri in una serie di affascinanti ed incantevoli diramazioni.

 

 

LUISAVIAROMA – RAIDERS OF BEAUTY

August 8, 2014

The age-old exploration of power and beauty goes beyond the walls of modern society this season, creating a world apart, lit by the golden gleams of Moschino, Anton Heunis and Mercantia. Dolce & Gabbana turns the key and opens the door to a mystical kingdom where gardens hold secrets for fearless explorers. Schield crows fight in glorious fury and the light beating of fringed accessories takes on a hypnotic air when treading ancient ground. Wrapped in futuristic furs like Emanuel Ungaro’s geometric design, the most timeless adventurers know that to step into the future they must discover the past.

 

 

 

 

 

 

 

 

Photography: Diego Diaz Marin

Styling: Valentina G.Ottobri

Make-up: Jacopo Nucciotti

Hair: Nino Maiorana

Special thanks to Parco Stibbert, Florence

 

Diego Diaz Marin ‘racconta’ i foulard di Coralie Prévert

 

Ormai lanciatissimo, il giovane fashion photographer andaluso Diego Diaz Marin si prepara a calcare la Croisette in occasione del Festival Internazionale della Fotografia di Moda, che da dodici anni omaggia i grandi nomi esponendo al tempo stesso, in una grande mostra a cielo aperto, le opere di selezionati e promettenti maestri dello scatto Fashion. Nel frattempo, ispirandosi costantemente alla forma artistica del photofilm, Diaz Marin annovera nel suo CV un numero crescente di shooting dalle caratteristiche atmosfere e dai vividi colori divenuti ormai il suo trademark: la advertising campaign realizzata per il brand fiorentino di foulard Coralie Prévert ne è un esempio pregnante. Ritroviamo ancora una volta una protagonista femminile dalla personalità intrigante ma vagamente borderline, alla ricerca di un luogo e di situazioni che possano esprimere al meglio la sua essenza. Spesso si tratta di fughe, reali o immaginarie, che hanno inconsciamente un’unica direzione: quella del viaggio interiore. La protagonista dello shooting per Prévert non fa eccezione: cerca un rifugio e lo trova in un’ antica pensione, chiude fuori il mondo grazie ad un enorme cancello in ferro battuto e si introduce in un’ angusta stanza tinteggiata  di un azzurro intenso.

 

 

La donna entra, è sola. Varca la soglia quasi interamente ricoperta da un foulard, volto e testa compresi. Alla ricerca della propria identità, il suo volto scompare celato dalla stoffa leggera, dalle variopinte stampe. La donna si accascia a terra, si siede su un tappeto dove, in un’atmosfera un filo opprimente, dà inizio alle sue riflessioni.

 

 

Filtra la notte, dal cancello imponente. Dopo aver recuperato una vecchia sdraia anni ’70 a listelli in gomma, la donna gioca a coprirsi e scoprirsi con un grande foulard impalpabile nei toni del blu, del verde e dell’ arancio. I foulard sono la sua compagnia notturna: li giostra, li sperimenta su diverse parti del corpo, li utilizza per scoprire una sè stessa inedita, interpretando ruoli sempre diversi sullo sfondo di pareti  di un azzurro talmente intenso da tramutare l’ ambiente in una sorta di acquario.

 

 

 

 

“Una, nessuna, centomila”? I foulard rappresentano per lei una maschera e una nuova identità al tempo stesso, frantumandola in innumerevoli sfaccettature. Leggerissime o più setose, in fitti pattern geometrici o fantasie sofisticate,  le creazioni di Coralie Prévert sono una sorta di strumento, un viatico per intraprendere il proprio viaggio interiore.

 

 

 

 

E mentre la notte avanza cadenzata dalle sue impersonificazioni, giunge il finale: il sipario si chiude sulla donna completamente avvolta in un  foulard come fosse un bozzolo, novella crisalide. Pronta a librarsi, con ali di farfalla, verso una nuova vita. Non è forse un caso che lo scenario degli scatti di Diaz Marin abbia subito – nel frattempo – un improvviso mutamento cromatico: le mattonelle del pavimento, la sedia a sdraio ed il tappeto hanno abbandonato, come per incanto,  il color ruggine e il terracotta originario per tingersi di un vibrante rosa fucsia, più ‘femminile’ ed incisivo. L’ identità si ricompatta abbandonando ogni travestimento, tracciando linee di definizione palpitanti e intense. Come disse Antonio Machado: ” L’ essenza del Carnevale non risiede nel mettersi in maschera, bensì nel rimuovere il volto. E nessuno è così ben abbinato al proprio da non aspirare a mostrarne un altro, qualche volta. “

 

 

Ipnotica: la pre-collezione estiva di accessori Cavalli in un photofilm di Diego Diaz Marin

 

Si intitola Ipnotica il photofilm lanciato da Roberto Cavalli per presentare la sua pre-collezione estiva di accessori.  Autore degli scatti è ancora un volta il talentuoso Diego Diaz Marin, che con la direzione creativa di Rachele Cavalli ha ideato il concept e realizzato fotograficamente le sequenze che ne sviluppano la storia: un excursus dai tratti surreali e onirici, tinto dei colori vibranti che caratterizzano la produzione artistica del giovane fashion photographer andaluso. Ambientato nella location del castello Sammezzano, in Toscana, Ipnotica ne mostra il suggestivo quid di reminescenze architettoniche marocchine e sivigliane.  In un mood che mescola sensualità, glamour e vagheggiamenti, gli scatti fotografici raccontano la storia della protagonista – la top model Natalia Karimova – evidenziando  la squisita ricercatezza degli accessori Cavalli. Una preziosità che ammalia la bellissima donna a punto tale da farla cadere in un sonno incantato, trasportandola in una sorta di viaggio emozionale che la conduce in lontane terre d’Oriente. Le tappe iniziali del sogno la calano in un antico castello dall’ atmosfera asettica dove lei, con i suoi accessori, può sentirsi assoluta regina. Diaz Marin rende egregiamente la freddezza del luogo tramite una ricca palette di azzurri, che vanno dalle nuance del celeste a quelle del turchese passando per un incisivo bluette. Successivamente, l’azione si sposta in uno scenario dai caratteri esotici in cui i cammelli, gli edifici ed i colori intensi, ambrati, luminosi denotano un tipico paesaggio mediorientale. Il viaggio onirico avrà fine solo con il risveglio della protagonista: al piccolo shock iniziale si sostituisce la consapevolezza di poter rivivere, ogni giorno, le emozioni del sogno grazie agli incantevoli accessori della Maison toscana. La pre-collezione estate 2014 si incastona sublimemente nella storia: oggetti del desiderio allo stato puro, le zeppe design, i gioielli stilosi, le borse di classe curate nei minimi dettagli irrompono nella realtà in tutto il loro splendore. Tramutando l’ esistenza quotidiana in un’ autentica, immaginifica vita da sogno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Schield e ‘The Exhibitionist’, la nuova photostory di Diego Diaz Marin

 

Schield Collection lancia la sua nuova campagna pubblicitaria Autunno/Inverno 2013/14 optando per la formula della photostory e presenta The Exhibitionist, raccontata dalle immagini del giovane e talentuoso fotografo Diego Diaz Marin. Con la modella Anna Rudenko come protagonista, The Exhibitionist immortala in sequenze fotografiche progressive la vicenda di una bellissima donna, affetta da un disturbo di personalità che la spinge compulsivamente a mettersi in mostra: un bisogno che la stimolerà ad entrare, furtivamente,  in un museo per fingersi protagonista di un fashion shooting nella location di una giungla artificiale. Nell’ immaginario servizio fotografico, assume pose che mettono in risalto la sua statuaria bellezza  impreziosita dai gioielli Schield, esibiti scatto dopo scatto. Il suo ‘delirio’ verrà infine placato dal personale di sicurezza del museo, che la allontanerà con forza dalla teca di vetro esotica. Ancora una donna ‘disturbata’, ancora una personalità patologica legata ad  una delle manifestazioni caratteriali più pertinenti al nostro tempo: l’esibizionismo, l’ ossessione morbosa del mettersi in mostra. Diego Diaz Marin, riprendendo un topic che accomuna le protagoniste di The Exhibitionist e di Psychotic Love di Roberto Cavalli – di cui è stato il celebrato autore – sembra affascinato da donne ‘problematiche’ e lievemente megalomani: quel che lo attira, come egli stesso afferma, è la loro dignità, mai scalfita neppure dalle più assurde azioni, la loro superiorità morale rispetto ai gesti stravaganti compiuti. Il formato della photostory è l’ideale per raccontare personaggi e vicende esprimendone la dinamicità, la fluidità, il movimento nella serie di scatti in sequenza cronologica, piuttosto che in una singola foto.  Il colore vivido, forte e profuso, è un elemento costante nella fotografia di Diaz Marin: The Exhibitionist sancisce il predominio dell’ azzurro, un turchese brillante quasi da fondale marino che crea un link tra background, occhi della protagonista e dettagli del suo look come lo smalto alle unghie dello stesso colore. Su questo sfondo dalla tonalità  monocroma, la esibizionista e gli animali imbalsamati del museo risaltano in modo particolare, avvolgendosi nella velatura onirica della realtà parallela da lei vissuta. La sensualità e il glamour vengono abbondantemente emanati da una Rudenko che indossa top attillati,  reggiseni a fascia, pantaloni in pelle, camicie bianche perfettamente ‘aggiustate’ al corpo e con i capelli biondi, liscissimi, accuratamente pettinati all’ indietro.

La sua sofisticatezza, la sua eleganza ci spingono a parteggiare per lei condividendo la sua fantasticheria con l’indulgenza  che si riserva a chiunque deleghi all’apparenza un ruolo supremo anche se fittizio: un leit motiv della nostra contemporaneità, dopotutto. Il fascino ammaliante mantenuto nella compulsività stimola condivisione, ammirazione dell’ audacia al di là di qualsiasi condanna, un sorriso divertito nei confronti di chi, con caparbietà e sventatezza, tenta comunque di vivere un proprio sogno. La photostory di Diego Diaz Marin si rivela dunque, oltre che un perfetto veicolo pubblicitario, ottimo strumento indagatore della realtà che si avvale di due motivi fondamentali: il glamour e la fantasia. Il che, non guasta.

 

 

The Exhibitionist

Fotografo: Diego Diaz Marin

Stylist: Roberto Ferlito e Diego Diaz Marin

Modella: Anna Rudenko

Hair Stylist: Nino Maiorana

Make Up Artist: Carla Sorrenti