Too Faced lancia Italian Spritz, la palette che omaggia l’inebriante long drink nato in Veneto

 

Too Faced, il noto beauty brand californiano, ci regala un anticipo di Estate con una palette spumeggiante, colorata e vivacissima che inneggia alla bevanda più gettonata nei Bacari veneziani: sto parlando dello Spritz, il long drink nato in Veneto nel XX secolo. Lo Spritz lo conosciamo tutti, il suo gusto è inconfondibile. Chi non ha mai assaggiato quell’ inebriante miscela di Prosecco, bitter e acqua frizzante (o seltz) aromatizzata con fette di arancia o di limone? Negli anni ’50, grazie al boom economico, il rito dell’ aperitivo si diffuse a macchia d’olio e lo Spritz si tramutò in un must dapprima nella regione della Serenissima, poi in tutto lo Stivale. La sua fama si è consolidata a tal punto da decretarlo, nel 2011, il cocktail ufficiale dell’ International Bartenders Association. Oggi, Too Faced gli dedica la travolgente Italian Spritz Eyeshadow Palette, una palette occhi concepita per i mesi caldi ma che potete già trovare nel sito americano (e non ancora in quello europeo) del marchio.

 

 

Il prodotto, che contiene 18 ombretti dal finish matte, shimmer, metallico e cangiante, sfoggia texture in polvere pressata e un packaging in puro stile Too Faced: una variopinta confezione in latta con illustrazioni giocose e specchio incorporato. Gli ombretti sono rigorosamente cruelty-free oltre che privi di glutine, parabeni e oli minerali. A ben guardare, i loro nomi omaggiano l’ Italia a 360 gradi e non soltanto il popolarissimo long drink. Troviamo, ad esempio, Lake Como (la location citata anche nella descrizione della palette), Toasted in Tuscany, Capri Fun, When in Rome…e poi, ancora, Mamma Mia, Take me to Church, Holy Cannoli, Grappa Don’t Preach, Spaghett About It, Como After Dark e così via.

 

 

Sono nomi che strappano un sorriso, intrisi di una solare ironia. Non stupisce che si associno a nuance sorprendenti e dal forte impatto visivo: Holy Cannoli è un rosa salmone tenue e matte, Ciao, Bellini! un rosa pesca metallico con scintillanti riflessi oro, When in Rome…un anguria matte che vira al rosa carico, Take me to Church un tenue e metallico rosa oro, Feelin’ Saucy un terracotta dal finish matte, Lake Como uno scintillante azzurro cielo con riflessi argentati, Toasted in Tuscany un beige matte, Cin Cin! un avvolgente bronzo metal, Spritz & Glitz uno scintillante incrocio tra il rosa, l’azzurro e il viola, Spaghett About It un arancio matte che vira al marrone, Grappa Don’t Preach un intenso oro metal, Espresso Yourself un mattone scuro matte che vira al rosso, Lake & Bake un metallico blu notte, Capri Fun un color zucca matte che vira al ruggine, Mamma Mia un vinaccia matte, Como After Dark un metallico fumè con riflessi perlacei, Impasta-ble un giallo-marrone tenue e matte, Gelat-ohhh! un panna rosaceo matte (guarda i colori nella foto qui sotto).

 

Non può mancare, per concludere, la chicca che fa da leitmotiv a tutti i prodotti di Too Faced: l’aroma. Nel caso di Italian Spritz, è quasi superfluo dirlo, gli ombretti sprigionano l’intrigante profumo della bevanda “made in Veneto”.

 

 

 

Pumpkin Spice (Second Slice): Too Faced dedica una palette occhi alla celebre torta di zucca made in USA

 

In Italia i più non lo conoscono, ma in America il pumpkin spice è la più gettonata delizia autunnale. E quando arriva Halloween, diventa un vero e proprio must! Ma che cos’è il pumpkin spice, esattamente? La risposta è molto semplice: un composto a base di zucca e un gran numero di spezie; le più comuni sono la cannella, lo zenzero, il pepe nero, la noce moscata, i chiodi di garofano. Con il pumpkin spice si preparano torte, cupcakes, caramelle, dolcetti…Non ultima, una speciale bevanda – il pumpkin spice latte – che combina la crema di zucca con il latte, il caffè, la panna montata e una spolverata di cannella per completare il tutto. Oltre che a Halloween, il pumpkin spice spopola il Giorno del Ringraziamento. E’ famoso a tal punto che Too Faced, il brand californiano di make up rigorosamente cruelty free,  gli ha dedicato una palette occhi: inutile dire che sia invitante e golosa come il gusto che la ispira. Già, golosa: tutti gli ombretti sprigionano un irresistibile profumo di torta di zucca. Al momento di crearla, infatti, Too Faced ha pensato proprio all’ l’irrinunciabile dolce dell’ Autunno “made in USA”.

 

 

La palette si chiama Pumpkin Spice: Second Slice e comprende 18 ombretti dalle tonalità ammalianti e speziate declinate in vari finish; si spazia dall’ opaco allo scintillante passando per finiture sofisticatamente satinate. La texture burrosa rende scorrevole l’applicazione e favorisce le miscele di ombretti, mentre i pigmenti in dose massicce donano una straordinaria intensità alle nuance. E’ sufficiente un’unica stesura per tingere le palpebre di colore puro. Vi descrivo le 18 cromie qui di seguito, una ad una: Whip it Good è un oro rosa shimmer, Sip Sip Hooray un sabbia mat, Crust Issues un giallo oro mat, Cutie Pie un rame satinato, Pick of the Patch un taupe shimmer, More, Please! un nero scintillante, Squash it un rame shimmer, Everything Nice un nude/panna mat, Serving Looks un terra di Siena mat, One More Bite un oro satinato molto intenso, Cinn-Ful un cannella satinato, Spice-tacular un rosso mattone mat, Toasted un beige mat, Second Helping un ruggine satinato, Scary Spiced un malva mat, Fall Feels un viola satinato, Thankful un terra di Siena satinato, Eyes on the Pies un fucsia acceso mat.

 

 

Tutti gli ombretti, come vi dicevo, emanano un potente aroma di torta di zucca; per fare le cose in grande, cercate in rete la ricetta di questo celebre dolce e non dimenticate di provare anche lo squisito pumpkin spice latte. Ne vale decisamente la pena!

 

 

 

Sycomore, l’iconico Parfum di Chanel, diventa extra luxury grazie alla Maison Lesage

 

Qual è il profumo dell’ Autunno? Gabrielle Chanel, nel 1930, lo associava a un bosco di sicomori: i paesaggi della regione della sua infanzia, l’ Alvernia, le erano rimasti indelebilmente impressi nella mente. Le catene montuose, i laghi, i vulcani spenti che risalgono alla notte dei tempi, l’alternanza di foreste e verdeggianti pianure costituivano gli scenari più rappresentativi del profondo legame che Mademoiselle aveva instaurato con la natura. Quando creò Sycomore, si ispirò agli aromi che il ricordo di quei luoghi rievocava in lei. Il sicomoro, così maestoso e imponente, ne era l’ emblema: da qui il profumo potentemente legnoso che la fragranza sprigiona. Sensuale, inebriante e indimenticabile, Sycomore coniuga le vibranti note del vetiver con un cuore di iris e penetranti accordi di cuoio e vaniglia. Gli accenti speziati donano intensità al jus, in esclusiva versione Parfum: concentrato, persistente e puro, cioè, ai massimi livelli. Olivier Polge, Chanel In-House Perfume Creator, ha concepito la fragranza con l’intento di accentuarne l’iconicità: non stupisce che questo profumo unisex risulti prezioso a partire dal packaging. Il lussuoso flacone scolpito è realizzato in cristallo Baccarat e contiene 1.7 fl.oz. di essenza; per completare l’opera, la bottiglia è stata sigillata con la prestigiosa tecnica del baudruchage (un’arte risalente al 1700) che ne mantiene intatto l’aroma.

 

 

L’ eleganza del flacone viene esaltata da un cofanetto da collezione firmato dalla Maison Lesage, l’ eccellenza nel savoir faire del ricamo (è attiva sin dal 1858) che collabora alla realizzazione delle collezioni Chanel Métiers d’Art. La custodia può essere considerata un autentico capolavoro: interamente ricamata a mano, è rivestita da una fodera che rappresenta una foresta penetrata dai raggi del sole. Gli alberi sono stati minuziosamente creati con trucioli di legno e samara, un frutto secco contenente un unico seme; grazie a miriadi di perline di ametista dalla forma biconica e palline di passamaneria, che la Maison ha tinto una per una, hanno preso vita delle splendide riproduzioni di bacche di ginepro e grani di pepe rosa. Un intreccio di fili e conterie rievoca invece le venature del tabacco biondo. Il risultato finale è a dir poco straordinario, un’ opera d’arte del “fatto a mano”: non è un caso che il cofanetto sia disponibile in soli tre esemplari numerati destinati agli Stati Uniti; la sua pregiatezza, dopo aver effettuato l’ ordine on line, implica una consegna rigorosamente a mano.

 

 

Parlando di una fragranza iconica come Sycomore, è impossibile tralasciare i consigli di Coco Chanel sull’ applicazione del profumo: la leggendaria Gabrielle suggeriva di spruzzarlo laddove si desiderava esser baciati, e in generale sulle parti del corpo in cui risuona il battito del cuore. I polsi, il collo e il décolleté diventano dunque le zone ideali affinchè la fragranza si espanda all’ unisono con il ritmo cardiaco…il ritmo della passione.

 

 

 

 

La Chocolate Collection di Too Faced è un’ode sensoriale al cioccolato

 

Con l’inizio di Settembre tornano a intrigarci le tipiche leccornie della stagione fredda: una di queste è il cioccolato. Non stupisce che Too Faced abbia dedicato un’ intera collezione make up alla delizia che i Maya chiamavano il “cibo degli dei”. Il suo nome, Chocolate Collection, è indicativo; descrive una linea golosissima sia per la vista che per l’ olfatto: ogni prodotto emana infatti un potente aroma di cacao. Le confezioni, i colori, il mood…sono tutti stati concepiti in omaggio all’ alimento più squisito ed invitante che esista. Il fulcro della collezione è Better Than Chocolate, una palette occhi spettacolare: contiene 18 ombretti multifinish incentrati sulle nuance del marrone affiancate da tonalità che di volta in volta le accendono, le illuminano e ne esaltano il magnetismo. Lo scrigno accentua l’allure golosa grazie a una scritta che sembra fatta di crema al cacao ed è tinta di un evocativo color nocciola. Passiamo ora alle shade: sono setose, sfumabilissime, vellutate. I pigmenti potenziano la loro intensità per ottenere il massimo impatto cromatico. Infuse di cioccolato, le cialde sprigionano un odore irresistibile come le tonalità in cui si declinano.

 

 

Ecco nomi e colori nei dettagli: Milk It, un abbagliante bianco shimmer; Buttercream, un nude rosaceo mat; Gold Digger, un oro scintillante ultra shimmer; Skinny Dipped, un bronzo rame shimmer; Ooey Gooey, un oro rosa shimmer; Midnight Snack, un profondo viola mat; Reality Choc, un bois de rose shimmer; Bitter Half, un marrone scuro mat che ricorda il cioccolato fondente; I’m the Dessert, un marrone shimmer che vira al sabbia; Sugar Rush, un lilla shimmer acceso da bagliori violetti; Cake My Day, un marrone chiaro mat che ricorda il cioccolato al latte; Bite Me, un avvolgente rosa mat; Lick the Bowl, un nude intenso mat; Bless Your Tart, un turchese shimmer acceso da bagliori bluette; Nice Buns, un color biscotto mat; What the Fudge?, un marrone medio chiaro shimmer, Brownie Points, un cioccolato mat; Sexts & Candy, un oliva argentato shimmer.

 

 

Il risultato è decisamente invogliante. Il nome della palette, d’altronde, è una garanzia! Ma quali sono i prodotti che completano la collezione? Ve li presento subito: Better Than Sex Liquid Liner è un eyeliner liquido e wateproof a lunghissima tenuta (dura h24). La forma a stylo assicura una stesura impeccabile in un solo gesto, i pigmenti intensificano il color cioccolato fondente. La linea che traccia rimane intatta, non scolorisce e non sbava.

 

 

Lip Injection Maximum Plump è un lip gloss volumizzante che nutre, idrata e rende ultra carnose le labbra per ore ed ore. L’ effetto-volume è incredibile, la nuance altrettanto: il lip plumper della Chocolate Collection si declina in un meraviglioso color cioccolato al latte. 

 

 

Natural Chocolate Bronzer è una terra abbronzante che regala al volto il colorito “baciato dal sole” e la luminosità tipicamente losangelini. Ha un segno particolare: è interamente infusa di polvere di cacao e ricca di ingredienti naturali al 97%. La formula a base di speciali pigmenti emollienti fa sì che la sua texture risulti cremosa e vellutata; si fonde con la pelle alla perfezione ed emana un inebriante profumo di cioccolato. E’ disponibile in due nuance, Golden Cocoa (un bronzo dorato chiaro) e Caramel Cocoa (un bronzo dorato scuro).  

 

 

Cocoa Bold Lipstick è un rossetto dalla texture ultra cremosa che esibisce una palette di nude in colore puro. Si tratta di otto Nude Cocoa Colors adatti a qualsiasi carnagione; il finish semi-matte dona alle labbra una copertura totale, la consistenza burrosa e impalpabile favorisce un’agevole stesura. Ogni rossetto è totalmente infuso di cioccolato al lampone: un’ autentica coccola per l’olfatto. Le otto nuance evidenziano un alto tasso di iconicità. Si chiamano Chocolate Strawberry (un nude rosa chiaro), Buttercream (un avvolgente nude albicocca), Hot Chocolate (un nude di media intensità), Milkshake (un nude neutro che vira al rosa tenue), Ganache (un nude terracotta rosaceo), Chocolate Chip (un nude moka), Chocolate Lava (un rosso mirtillo) e Triple Fudge (un rosso bacca profondo). 

 

Too Faced: tre palette molto golose da regalare (o regalarsi) per la Befana

 

Il Natale è ormai passato, ma le feste continuano…e fino al 6 Gennaio, potremo continuare a bearci dell’ atmosfera natalizia. Volevo parlarvi da tempo di queste splendide palette griffate Too Faced, e lo faccio ora: in tempo per i regali dell’ Epifania. Si tratta di prodotti golosissimi, del tutto speciali. A contraddistinguerli sono infatti gli aromi e i sapori tipicamente invernali; uno su tutti? La cannella, già approfondita in una puntata della rubrica “La colazione di oggi” (rileggi qui l’articolo), e poi la frutta secca, il caffè di Natale… Un tripudio di nuance avvolgenti, calde, di volta in volta dolci o speziate, rende  le tre palette davvero uniche. Com’è ovvio, sono acquistabili separatamente. Le riunisco in questo articolo per il leitmotiv che le accomuna. Mi fermo qui: è arrivato il momento di passarle in rassegna una ad una.

 

Cinnamon Swirl

 

 

Il profumo della “spezia dei re” rimanda al Natale, rimanda all’ Inverno…è semplicemente squisito. Avete presente le stecche di cannella? Bene: ogni nuance di Cinnamon Swirl emana quel potente aroma, deliziando al tempo stesso vista e olfatto. Le shade contenute nella palette sono 18, tutte altamente pigmentate e dalla texture cremosa, sfumabile, per favorire un’ applicazione ultra-facile. Al punto di forza della tenuta extralong coniugano una copertura che scongiura macchie, grinze e grumi di colore. Le loro sfumature spaziano dal rosa ghiaccio al biscotto, dall’ oro al cioccolato, dal rame al verde oliva, dal prugna al cannella, passando per il profondo nero e gradazioni mozzafiato di rosa e di viola. Ammiratele nella foto che posto qui sotto, e lasciatevi conquistare dai loro finish versatili: matte, satinati, scintillanti…per circondarvi della magia del Natale in ogni momento dell’ anno.

 

 

Christmas Coffee

 

 

Le addicted al caffè adoreranno la palette Christmas Coffee, ispirata al celebre caffè gourmand americano. Si tratta di un caffè arricchito con crema di latte e con i più disparati – oltre che ghiotti – ingredienti. Non è difficile gustarlo, infatti, mescolato alla cannella o al cioccolato bianco: un’ autentica delizia, come è facile intuire. Consumare un caffè caldo in una fredda mattinata invernale è una coccola che facciamo a noi stesse. Le otto nuance incluse nella palette rendono questo momento più prezioso ancora. I finish, come nel caso di Cinnamon Swirl, sono molteplici e così distribuiti: cinque matte-cremosi, due metallici, uno scintillante. La texture setosa e l’ alta pigmentazione fanno sì che la palpebra si ricopra di colore in una sola stesura, e non dimenticate: il Christmas Coffee impregnerà il vostro make up occhi del suo prelibato aroma. Anche i packaging delle tre palette sono curatissimi, giocosi, delle piccole opere d’arte:  se Cinnamon Swirl sfoggia il disegno di un invitante dolce alla cannella, Christmas Coffee mostra un caffè natalizio da cui spunta un divertente omino al pan di zenzero. Le shade della palette esibiscono svariate tonalità di marrone accompagnate all’oro, al verde smeraldo, al panna, al prugna e al rosa ghiaccio.

 

 

Forbidden Fruitcake

 

 

Un altro dolce tipicamente natalizio americano costituisce l’ ispirazione di questa palette. Il fruitcake, golosissimo plumcake che abbonda di frutta secca, è una delle più note ghiottonerie pasticcere Made in USA: Forbidden Fruitcake, una mini palette composta da otto shade, lo omaggia con tonalità calde intervallate da esplosioni di colore. Il loro aroma, come nel caso delle altre due palette, prende spunto dal dolce di riferimento emanando un intrigante sapore fruttato.  Il fruitcake, inoltre, fa da leitmotiv alle otto gradazioni: è alla sua frutta secca che si ispirano le tonalità multifinish sfoggiate dal prodotto. Si tratta di colori come il marrone, il cioccolata, il beige, l’ oro, il panna, il burgundy, il rosa ghiaccio e il verde petrolio. La texture, setosissima e facilmente sfumabile, è ricca di pigmenti. Viene esaltata da finish di diverso tipo: cinque matte cremosi, due scintillanti e un metallico, tutti ideali sia per le feste che per la vita quotidiana. Il packaging di Forbidden Fruitcake è un’ ode alla frutta contenuta nel dolce. Disegni di fette di ananas, noci pecan e ciliegie al maraschino campeggiano sul coperchio, donando una allure vivace a un prodotto make up da portare comodamente in borsetta.

 

 

La colazione di oggi: dolcetti al pan di zenzero, una magica spezia per un magico Natale

 

Parlare di colazioni natalizie senza citare lo zenzero sarebbe improponibile! Avete presente quei giocosi e golosissimi biscotti a forma di omini, alberi di Natale, renne, fiocchi di neve e quant’altro? O le incantevoli casette ornate di glassa che sembrano uscite dalla fiaba di “Hansel e Gretel”? Bene: lo zenzero è l’ ingrediente basilare di dolci diventati ormai l’ emblema del periodo che gravita attorno al 25 Dicembre. E non a torto: sono squisiti, leggeri ed emanano un aroma di spezie che li rende del tutto speciali. Gustarli a inizio giornata, credetemi, è davvero l’ optimum. Basti pensare che vengono preparati con un ricco impasto composto da zenzero in polvere, cannella, chiodi di garofano e noce moscata. Al tutto si aggiunge successivamente il miele oppure la melassa (quest’ ultima, soprattutto nel Nord Europa). Il risutato sono dolci dalla consistenza morbida al punto giusto: possono essere plasmati nelle forme più disparate e decorati con dosi massicce di Ghiaccia Reale, una glassa che si indurisce ad asciugatura ultimata. Di conseguenza, risultano una vera e propria delizia sia per il palato che per gli occhi. Alcuni, addirittura, li utilizzano per addobbare la casa e l’ albero di Natale! Ma privarsi del gusto di assaporarli sarebbe un vero peccato. Anche perchè lo zenzero è una spezia che abbonda di proprietà salutari, e viene considerato portentoso sin da tempi remotissimi.

 

 

Vanta virtù energizzanti, mantiene giovani e genera benefici per l’ intero organismo. E’ infatti un potente antiossidante, antibatterico oltre che antinfiammatorio, favorisce il benessere dello stomaco (azzerando la nausea e facilitando la digestione) e rafforza il sistema immunitario. Questa spezia appartenente alla specie delle Zingiberaceae – una pianta che proviene dall’ Estremo Oriente – possiede inoltre la facoltà di diminuire i livelli di glicemia e di colesterolo: un punto di forza non da poco. Durante l’ inverno è un autentico toccasana per i malanni stagionali. Nello specifico, lo zenzero è ricco di carboidrati, acqua e proteine, ma è anche una preziosa miniera di minerali quali il potassio, il fosforo, il calcio, il sodio, il ferro, lo zinco e il manganese.

 

 

Relativamente alla storia e alle leggende che la circondano, poi, la radice di zenzero è in grado di meravigliarci al pari dei dolci che con essa vengono preparati. Innanzitutto va detto che questa spezia, secoli orsono, veniva considerata magica. Il motivo principale risiedeva nel fatto che gli antichi popoli scoprirono che favoriva la conservazione dei cibi, ma non solo. Le sue virtù furono apprezzate fin da subito, quando Alessandro Magno la “trapiantò” in Europa dall’ Oriente. Greci e Romani ne decantavano le virtù: e se Confucio, nella lontana Cina, giudicava lo zenzero un ottimo “disintossicante” per la mente, pare che Dioscoride Pedanio, medico e botanico vissuto nella Roma imperiale di Nerone, lo ritenesse insuperabile per sedare i disturbi di stomaco. Secondo Pitagora, invece, lo zenzero era perfetto come antidoto al veleno dei serpenti. Tra il 1400 e il 1500, durante il regno di Enrico VIII, in Inghilterra si credeva che avesse il potere di allontanare le epidemie. Nel Medioevo, effettivamente, lo zenzero aveva acquisito un valore inestimabile sotto tutti i punti di vista. Per fare solo un paio di esempi, era richiestissimo in cucina e cominciò a guadagnarsi la fama di essere un efficace afrodisiaco.

 

 

Molto importante è citare la valenza magica attribuita allo zenzero sin dalla notte dei tempi. I maghi bruciavano la sua radice e utilizzavano il fumo per compiere svariati rituali, uno su tutti rompere incantesimi. Dalla spezia venivano estratti speciali profumi che avevano lo scopo di instaurare un contatto con l’aldilà. Si riteneva che tramite lo zenzero fosse possibile invocare la potenza del Sole, o del Dio Marte, ma non veniva unicamente utilizzato dagli “operatori dell’ occulto” (tra cui le streghe). Antiche credenze dotavano lo zenzero della capacità di esaudire i desideri (bastava masticarne la radice quel tanto che bastava per interiorizzare i suoi poteri), propiziare ricchezza e prosperità, rinvigorire l’energia, scongiurare i malanni, allontanare la malasorte, tornare a far ardere l’ amore sensuale in un rapporto di coppia…Amuleti allo zenzero proliferavano così come i medicinali che contenevano la sua radice, ritenuta altamente salutare.

 

 

In Inghilterra, gli omini al pan di zenzero che compaiono durante le festività (soprattutto a Natale, quando i simpatici biscotti assumono le forme dei tipici emblemi del periodo) vantano una lunga e prestigiosa storia. Pare che fu la Regina Elisabetta I Tudor a farli preparare, poichè amava offrirli agli autorevoli ospiti che invitava a corte. In seguito, intorno al 1875 circa, l’ omino al pan di zenzero (in inglese “gingerbread man”) diventò il protagonista di una fiaba/filastrocca famosissima nei paesi anglosassoni e in quelli del Nord Europa. La storiella viene tuttora narrata ai bambini in occasione del Natale, ma il fatto che sia stata tramandata oralmente e che abbia conosciuto un’ ampissima diffusione ha fatto sì che ne esistano innumerevoli versioni. 

 

 

Il 25 Dicembre del 1905 a Broadway venne addirittura inaugurato un musical, “The Gingerbread Man”, che rimase in cartellone per mesi sia a New York che a Chicago. Il biscotto più amato di Natale appare anche ne “La strada per Oz”, il libro che Lyman Frank Baum scrisse a mò di sequel de “Il meraviglioso mago di Oz” (la serie dei “Libri di Oz” contiene ben tredici volumi), ma il nostro eroe è comparso perfino sul grande schermo: riveste il ruolo di protagonista nel cortometraggio muto “John Dough and the Cherub” (1910) di Otis Turner e si fa notare tra i personaggi delle fiabe della saga di “Shrek” (che ha avuto inizio nel 2001).

 

 

La colazione di oggi: la cannella, spezia dei Re e dolce aroma del grande freddo

 

Il suo aroma è inconfondibile, piccante ma dolcissimo al tempo stesso, e viene considerato tipicamente invernale. La cannella, infatti, è una delle spezie più utilizzate con l’arrivo della stagione fredda. Per assaporarne il profumo basta bruciare l’ incenso che lo emana, ma se si punta al palato…beh, non c’è che l’ imbarazzo della scelta! La cannella rende più ricco il sapore dei dolci, dei pietanze, delle bibite, persino del caffè. Da dove proviene, questa spezia dal colore tra il marrone e il giallo? La specie più pregiata, denominata Cinnamomum Zeylanicum, è originaria dello Sri Lanka. Si ricava dalla corteccia e dai ramoscelli del suo albero (appartenente alla famiglia delle Lauraceae), che vengono prelevati e privati del sughero esterno. Dopo essere stato suddiviso in parti molteplici, arrotolate su se stesse come piccole pergamene, il materiale è pronto per l’essiccatura. Il Cinnamomum Zeylanicum vanta caratteristiche che lo differenziano da tutte le altre tipologie di cannella: il suo colore ha sfumature più chiare e il suo sapore è molto più dolce. Altri segni particolari di questa varietà sono i cannelli (ovvero i rotoli cilindrici in cui viene plasmata), che raggiungono una lunghezza di 20-80 cm e un diametro di circa 10 cm, e il fatto che venga raccolta due volte l’ anno (Autunno e Primavera). La celebre spezia Srilankese possiede, poi, virtù terapeutiche da non trascurare: battericida e antisettica, si rivela ottima per combattere i malanni stagionali, le patologie delle vie respiratorie e dell’ apparato intestinale; la sua funzione disinfettante la rende efficace anche per la cicatrizzazione delle ferite. Inoltre, il consumo di cannella mantiene sotto controllo gli sbalzi glicemici con effetti benefici per tutti coloro che sono affetti dal diabete di tipo 2.

 

 

Ma l’ elenco delle proprietà non finisce qui. Innanzitutto, la cannella è un eccellente energizzante: 100 g di prodotto contengono 247 calorie, 1, 24 g di grassi, 55 g di carboidrati (circa 2 g di zuccheri inclusi), proteine e una dose di fibre quantificata in ben 53 g. Sotto l’ aspetto nutrizionale, questa spezia si avvale di un buon numero di vitamine del gruppo B,C,E e K. Può contare, in più, su un significativo apporto di sali minerali quali il potassio, il ferro, il magnesio, il calcio, il fosforo, lo zinco e il selenio. In cucina è possibile utilizzarla in polvere o declinata nelle classiche stecche. Vi accorgerete che il suo aroma si sposa alla perfezione con, per fare solo un paio di esempi, il miele e il cioccolato: è facile intuire l’ alto tasso di golosità di simili abbinamenti. Durante la prima colazione, specialmente in prossimità del Solstizio d’Inverno, è frequente assaporarla in qualità di aromatizzante di torte, crostate, creme, dolci e dolcetti tradizionali, ma anche di prelibati biscotti natalizi…Un esempio? I ghiottissimi Zimstern, stelle di cannella provenienti dalla Svizzera Tedesca. Nei mercatini di Natale nordeuropei, soprattutto in Germania e in Austria, sono un must. Anche perchè il sapore delizioso e dolciastro della cannella viene arricchito da quello di una glassa di zucchero squisita…La cannella dà vita, inoltre, a gustosi connubi con le tisane, i frullati e molti tipi di bevande, una su tutte il vin brulé. Una curiosità: sapevate che nel caffè, in Portogallo, non manca mai il classico bastoncino di cannella? E’ così che ve lo servono, nei bar. L’ utilizzo del Cinnamomum Zeylanicum, dunque, è vastissimo.

 

Gli Zimstern

A proposito di Nord Europa e di periodo natalizio: il Grog, la tipica bevanda svedese a base di rum, vino rosso e zucchero, viene immancabilmente impreziosito da 3-4 bastoncini di cannella oltre che da svariate spezie (come l’anice, i chiodi di garofano e il cardamomo).

 

 

A livello di tradizioni e di leggende, senza dubbio, la cannella ne vanta un numero pari ai suoi utilizzi. E’ una spezia dalle origini remotissime: la Bibbia la menziona nel Libro dell’ Esodo, e gli antichi Egizi, gli Arabi (che la chiamavano Kin Anomon), i Greci e i Romani ne facevano ampio uso. Nel Medioevo, le sue virtù aromatizzanti e terapeutiche erano talmente apprezzate che cominciò ad essere importata dall’ Oriente tramite un flusso ininterrotto di carovane. I sovrani occidentali la adoravano letteralmente, tant’è che venne soprannominata “la spezia dei re”. All’ inizio del XVII secolo, visto il gradimento che riscuoteva in Europa, gli olandesi implementarono una solida attività di importazione tra i Paesi Bassi e lo Sri Lanka, diffondendo la cannella in modo massiccio nel Vecchio Continente. Questa spezia fu introdotta anche in paesi come il Madagascar, la Malesia, le Antille, mentre la cannella cinese (Cinnamomum Aromaticum) ha una storia a parte: le testimonianze che ne attestano l’ uso prevalentemente terapeutico in Cina risalgono, addirittura, al 2700 a.C.  Ben presto, intorno alla cannella cominciarono a forgiarsi molte leggende. Una di queste era incentrata sulla sua sacralità: si narrava che il Cinnamomum Zeylanicum fosse una delle sostanze depositate nel nido dell’ Araba Fenice, e che da tale condizione attingesse i suoi poteri curativi.

 

 

Anche Ovidio, nelle “Metamorfosi”, cita la cannella in relazione al nido della Fenice, mentre fu nel Medioevo che si iniziò a definirla “spezia regale”. Nelle corti, di cannella si faceva un uso smisurato. Durante i banchetti era onnipresente e la si utilizzava proporzionalmente al potere degli invitati: più erano autorevoli, maggiore era la quantità che veniva loro offerta. La “spezia d’Oriente” per eccellenza divenne un vero e proprio emblema delle teste coronate, che erano soliti riceverla in dono. Il porto di Venezia, crocevia tra Oriente e Occidente, accrebbe progressivamente il suo prestigio grazie alla massiccia importazione di cannella. Tra il 1400 e il 1500, con l’ apertura della “rotta delle spezie”, da Lisbona partivano regolarmente navi che giungevano in Indonesia per procurarsi chiodi di garofano, cannella, pepe e noce moscata. In Europa avevano un valore enorme, giacchè all’ uso culinario di queste spezie veniva affiancato quello terapeutico. La rotta, nel 1600, passò sotto il controllo dell’ Olanda che divenne il principale importatore di spezie. Per concludere, una curiosità. Pare che Nostradamus, nel Rinascimento, esaltasse il cruciale ruolo della cannella nel prodigioso filtro d’amore che aveva creato: a suo dire, bastava berne un sorso per far capitolare la persona concupita!

 

Da Nialtri, un’ oasi marinara sulle rive dell’ Adriatico

 

Chiudete gli occhi per un istante. Adesso riapriteli: davanti a voi c’è il mare, una distesa azzurra e piatta. Le onde si infrangono sulla riva con cadenza rilassata ma incessante, il cielo viene invaso dal colore rosa-arancio del tramonto. All’ odore di salsedine si mescola un aroma di pesce appena cucinato che la brezza contribuisce a diffondere. Voci e risa  sono un tutt’ uno, si librano nell’ aria effervescenti come le bollicine del calice che avete di fronte. No, non è un sogno: siete Da Nialtri (“da noi” nel dialetto dell’ anconetano), a Marina di Montemarciano, e vi trovate a un metro di distanza dal mare Adriatico. Un ristorante, un wine bar, un bistrot pieds dans l’eau? Buona la prima, ma non solo. Da Nialtri è molto di più: lì, si sperimenta un’ esperienza esistenziale e sensoriale a tutto campo. Quella di Nialtri è come una famiglia. Nel locale, dalla struttura che rievoca una barca o le capanne in legno dei pescatori, l’ estate si vive appieno. Ci si incontra con gli amici, si chiacchiera, si ride e ci si innamora respirando l’inebriante atmosfera di momenti suggestivamente “fronte mare”. Il pranzo, la cena e l’aperitivo diventano una pausa conviviale impregnata di pura magia. Il panorama, senza dubbio, fa la sua parte, così come il décor del ristorante: reti da pesca sul soffitto, fila di conchiglie penzolanti che sembrano campane a vento, pesci ornamentali nelle più svariate forme, ciambelle di salvataggio, ancore, lampade esterne che ricordano le tipiche lampare.

 

 

Dire “esterne” è fuorviante, perchè Da Nialtri è un locale quasi completamente all’ aperto. La zona che potremmo definire interna è una veranda affacciata sul mare, dove la brezza si inoltra indisturbata e il tramonto è uno spettacolo da godere in tutto il suo incanto. Moltissimi tavoli, poi, sono collocati lungo la striscia di spiaggia che separa il ristorante dal bagnasciuga. Ma qual è l’ ispirazione da cui nasce quest’autentico paradiso del litorale? Le storie raccontate dai vecchi pescatori, la cultura marinara, la tradizione della cucina di pesce, il desiderio di coniugare un’atmosfera vivace con i sapori del territorio e con prodotti genuini, di ottima qualità.

 

 

In linea con i suoi riferimenti, l’ eccellenza di Da Nialtri non poteva che essere, appunto, il pesce:  protagonista assoluto è il mosciolo selvatico di Portonovo, un mollusco tipico del mar Adriatico. Si riproduce in modo spontaneo ed è rintracciabile nella zona del Conero, dove vive attaccato alle pendici del monte omonimo o sugli scogli, a partire da quello del Trave fino a quelli delle Due Sorelle. I moscioli, che a differenza dalle cozze non vengono allevati ma pescati direttamente, vantano un sapore unico, sono gustosissimi e ricchi di Omega3 (un elemento nutrizionale dai benefici innumerevoli). Omaggiando la tradizione locale, Da Nialtri si degustano appena pescati, quando ancora sprigionano l’ inconfondibile aroma del mare e delle sue alghe.

 

 

Gli altri piatti – sempre basati sul criterio della stagionalità del pesce – includono prelibatezze dell’ antica cucina dei pescatori: un menu solo all’ apparenza semplice, in realtà saporito e accuratissimo, che si accompagna a vini provenienti dalle migliori cantine delle Marche. Su tutti regna il Verdicchio dei Castelli di Jesi, un vino DOC ideale per gli abbinamenti con la gastronomia marittima. Anche alla qualità dell’ olio (come d’altronde a quella di tutti prodotti) viene dedicata una particolare attenzione. Da Nialtri ha scelto l’ Olio Flaminio Fruttato, corposo, leggermente piccante e dal retrogusto amaro. Quest’ olio aromatico si contraddistingue per il sapore delle olive fresche, raccolte a mano appena inizia la maturazione e molite entro 12 ore dal prelevamento.

 

 

Non so cosa ne pensiate voi, ma per me che sono innamorata del mare e dei tramonti sul suo sconfinato orizzonte, Da Nialtri è una vera e propria oasi che rinfranca lo spirito oltre che i sensi (palato e vista su tutti, naturalmente…).

Lo trovate a Marina di Montemarciano (AN) in via Lungomare 131. Per i contatti, vi rimando al sito web del locale: www.danialtri.it

 

 

 

Daisy Love Spring di Marc Jacobs, l’ aroma inebriante della Primavera

 

La Primavera è proprio esplosa, su VALIUM. Anche dal punto di vista olfattivo! Vi presento una fragranza dedicata in toto alla nuova stagione: Daisy Love Spring di Marc Jacobs appartiene alla Daisy Spring Collection, un trio di Eau de Toilette in limited edition che include anche Daisy Spring e Daisy Eau so Fresh Spring. I loro nomi non vi sono nuovi? E’ comprensibilissimo. La mini collezione comprende, infatti, la rivisitazione in chiave primaverile degli omonimi – oltre che iconici – profumi di Marc Jacobs. A partire dal flacone per proseguire con il jus, tutto inneggia al risveglio della natura. E se il tappo esibisce i noti petali scolpiti in vetro, le bottiglie si tingono di un verde tenue, quasi evanescente, battezzato Neo Mint, che rimanda ai prati e alle fronde rigogliose. I tre profumi sono accomunati dalla freschezza, da note aerose ma vibranti: sprigionano l’ aroma dei fiori e delle spezie, l’ essenza soave e pura che accompagna la rinascita. Ho scelto Daisy Love Spring, dal forte imprinting floreal-fruttato, per approfondire queste caratteristiche.

 

 

Creata dal naso Alberto Morillas, Daisy Love Spring è un concentrato di dolcezza e voluttuosità. Punta su tre soli ingredienti, che combina sapientemente tra loro ottenendo un risultato a dir poco delizioso. Esordisce con gustose note di testa a base di fico, mentre il suo cuore è costituito dall’ ammaliante peonia rosa. Il fondo, che sfoggia accordi di latte di fico, aggiunge freschezza agli intensi sentori floreali. Ne consegue una Eau de Toilette inebriante, scintillante e luminosa: la fragranza perfetta per celebrare una Primavera che, seppur sui generis in questo incerto 2021, non perderà mai il suo fascino immortale.

Daisy Love Spring in limited edition è disponibile in versione Eau de Toilette nel formato da 50 ml.

 

 

 

Miss Dior Rose N’Roses, l’omaggio di Dior alla preziosa rosa di Grasse

 

E’ stata lanciata un anno fa, ma rimane una fragranza must della Primavera: Miss Dior Rose N’ Roses della Maison Dior concentra in sè tutto l’aroma delle rose in boccio, nello specifico le profumatissime rose di Grasse, ed è vivace e inebriante come un tripudio floreale. “Con Miss Dior Rose N’ Roses (…) volevo ritrovare la sensazione di una “natura” potente come quando, durante la mia infanzia a Grasse, nel mese di maggio ho visto i campi in fiore per la prima volta”, spiega il Parfumer-Créateur Dior François Demachy. Le sue parole, altamente evocative, stimolano la nostra immaginazione. Ci sembra di vederla, la distesa fiorita di Grasse: ne distinguiamo i colori e percepiamo i profumi. A catturarci immediatamente è la Rosa  Centifolia, anche detta “rosa di Grasse”, tinta di uno splendido rosa acceso; le sue origini risalgono alla notte dei tempi, basti pensare che Erodoto la inserì tra i fiori del giardino di Re Mida nel V secolo a.C. Composta da miriadi di petali (da qui il suo nome, interpretabile come “dalle cento foglie”) e olfattivamente ricca, la Rosa Centifolia è delicatissima e dev’essere raccolta il giorno stesso in cui il suo bocciolo si schiude. Il fatto che fiorisca nel mese di maggio ha ispirato un’ ulteriore denominazione, ovvero “rosa di maggio”: l’ aroma che la contraddistingue è soave, ma persistente e molto dolce.

 

 

Miss Dior Rose N’ Roses ci trasporta negli sconfinati campi in fiore provenzali, dove i sentori della rosa di Grasse e della rosa damascena la fanno da padroni; costituiscono il cuore della fragranza, impreziosendola di venature pop e dotandola dell’ aroma fresco sprigionato da una profusione di petali. Le note di testa evidenziano un vibrante mix di essenza di geranio, buccia di bergamotto e mandarino italiano, mentre il fondo di muschi bianchi accentua l’ intensità della profumazione.  La rosa di Grasse viene accuratamente coltivata nel sud della Francia dalle aziende partner della Maison Dior. Ogni anno, a maggio, viene raccolta rigorosamente a mano per salvaguardare le virtù dei suoi petali, fragilissimi ma più che mai pregiati. Miss Dior Rose N’Roses esalta il meraviglioso effluvio di questa storica rosa, racchiudendolo in un jus irresistibile e palpitante: il flacone, sormontato da un tappo ornato da un elegante fiocco argenteo, esibisce una tonalità di rosa che rimanda alle affascinanti nuance del fiore. L’ Eau de Toilette che Dior dedica alla preziosa rosa di Grasse seduce all’ istante, tramutandosi in un elisir dagli accenti magici…Un elisir di cui non potremmo mai fare a meno.