Meduse

 

” Il bambino ama tutto del mare: ama i pesci di grande taglia, i tonni o i pescespada squaliformi, con il loro corpo muscoloso, le pinne dure, la coda forcuta, che i pescatori d’altura lasciano cadere in tonfi sordi dai ponti delle navi sul cemento del molo. Ma ama anche i piccoli cavallucci marini che popolano le acque basse con la loro coda prensile e il muso a forma di trombetta (il bambino li cattura in un secchiello, li osserva a lungo, poi li rimette in libertà), e ama perfino le meduse bluastre che la risacca porta a squagliarsi al sole della riva. Non le tocca, il bambino, le meduse urticanti, ma le ama nella loro gelatinosa inconsistenza, quando, svanendo, ritornano al mare disciolte in una bava di pianto. “

 

Antonio Scurati, da “Il bambino che sognava la fine del mondo”

 

 

 

 

 

 

Il mare e il suo richiamo

 

” Ma c’è qualcosa che incrina questo purgatorio. Ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare. Il mare incanta, il mare uccide, commuove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto il mare chiama. Lo scoprirai, Elisewin. Non fa altro, in fondo, che questo: chiamare. Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole. Puoi anche fare finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti. Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre, in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita. Instancabilmente, li sentirai chiamare. Succede in questo purgatorio di sabbia. Succederebbe in qualsiasi paradiso, e in qualsiasi inferno. Senza spiegarti nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà. “

 

Alessandro Baricco, da “Oceano Mare”