La colazione di oggi: un assaggio di San Valentino a base di frutti di bosco

 

La colazione di oggi è un dolcissimo “assaggio” di San Valentino: una torta completamente rivestita di glassa rosa e circondata da macarons che alternano la stessa tinta a un bianco candido, il colore della neve. A decorarla è un tripudio monocromo di frutti di bosco, more e mirtilli di un profondo viola. Cospargono la superficie della torta donandole un aspetto genuino, invitante, che rievoca spensierate spedizioni alla ricerca di bacche. I benefici che apportano questi frutti selvatici sono innumerevoli: abbondano di vitamina C e A, di sali minerali e fibre, ma non di zuccheri, il che esalta le loro virtù diuretiche e depurative. La presenza dei flavonodi, insieme a quella degli antociani, li rende dei potenti antiossidanti. Hanno una spiccata proprietà antinfiammatoria, prevengono le patologie cardiovascolari, sono un toccasana per l’ intestino e per le arterie . C’è qualcos’altro, però, che dota le more e i mirtilli di un appeal incomparabile: le leggende che li circondano. La mora, in particolare, ha una “reputazione” ambivalente. Gli antichi romani la consideravano sacra e la associavano a Saturno, i poeti ornavano il Paradiso di rovi nei loro versi, mentre gli agricoltori a tutt’oggi la detestano perchè si diffonde ovunque con rapidità estrema. Inoltre, la mora non tiene conto della location al momento di crescere: basta una posizione assolata, tutto il resto (panorami desolanti, case diroccate, squallore) è irrilevante. Secondo una leggenda, quando il Diavolo venne cacciato dal Paradiso piombò in un groviglio di rovi. L’ episodio lo fece talmente infuriare che, da allora, ogni 11 Ottobre (il giorno della sua caduta) emerge dall’ Inferno per maledire il cespuglio di more e le sue spine. Dopo quella data, pare che i frutti del rovo comincino a marcire lentamente. Il mirtillo, da parte sua, è legato a una leggenda tutto fuorchè cruenta: si narra che tre giovani fratelli fuggirono di casa e che finirono in luoghi sperduti e lontani. Un giorno, cibandosi dei frutti di tre mirtilli che trovarono lungo il cammino, ritrovarono la saggezza. Tornarono immediatamente dai loro genitori, con cui vissero all’ insegna di una nuova armonia. Ecco perchè il mirtillo viene considerato il frutto-emblema di un buon rapporto tra genitori e figli. Ma è anche ricco di significati ulteriori: essendo uno dei primi alimenti di cui si è nutrito l’uomo, simbolizza la cura, il sostentamento, connettendosi alla dimensione del femminile. Si dice, poi,  che sia miracoloso per la vista, che abbia il potere di farla riacquistare a chi l’ ha perduta. Non è un caso che lo si associ alla pratica della divinazione. La colazione di oggi, in conclusione, ha un sapore unico e speciale: ostenta un fascino antico, profondamente intrigante, che affonda le radici nel primordiale.

 

 

Settembre

 

Luglio mette le uova nel guscio – agosto si addormenta sulle spighe mature – settembre, dalle grandi sere equivoche, scivola attraverso le sue foglie d’oro.
(Rosemonde Gérard)

Arriva Settembre, si volta pagina. A me, vi dico la verità, questa svolta non dispiace: associo l’ autunno a rituali come la vendemmia, al buon vino, al fogliame che si tinge di meravigliosi colori e alle castagne fatte arrostire sul fuoco, la sera, prima di degustarle insieme ad un calice di rosso corposo. Amo l’aria frizzante delle serate autunnali, le insegne al neon che si accendono già alle sette di sera, il delizioso sapore dei funghi cucinati in tutte le salse…Ma anche il suono croccante delle foglie morte sotto i piedi e le nuance dorate delle zucche che si preparano al restyling halloweeniano. Perchè Halloween è sempre stato un caposaldo per chi, come me, adora le antiche tradizioni dei Celti e la loro cultura. Dell’ autunno ho ricordi ben precisi che coinvolgono sia la vista che l’olfatto: le prime nebbie, quando la città si immerge in una nuvola e sembra trasportarci in una dimensione onirica, irreale…E poi, l’ inconfondibile odore di cuoio della cartella che mi caricavo sulle spalle per andare a scuola. Soprattutto, però, adoro le atmosfere intime e raccolte di serate che invitano a vivere la casa come un rifugio, come un “bozzolo”, al riparo dal freddo e dalla pioggia battente. Possibilmente davanti al caminetto acceso. Eh già, a volte basta proprio poco per essere felici: magari, un cartoccio di caldarroste e una coppa di vin dolce da sorseggiare tra chiacchiere, risate e sorrisi in (buona) compagnia.

 

 

Gucci Flora Gorgeous Gardenia, un magnetico tributo olfattivo alla Primavera

 

La “scia fiorita” inaugurata su VALIUM l’ 8 Maggio scorso ci accompagna verso una nuova tappa, quella olfattiva. Perchè se parliamo di fiori, questo è poco ma sicuro,  non possiamo prescindere dal loro profumo. L’ occasione ce la offre un’ iconica fragranza Gucci, Flora, che per l’estate 2020 si veste di un ammaliante aroma di gardenia: Gucci Flora Gorgeous Gardenia è la nuovissima rivisitazione dell’ eau de toilette che – lanciata nel 2009 – si ispirava alla stampa omonima creata per un foulard di seta destinato a Grace di Monaco. Ad accomunare stampa e fragranza era, ed è tuttora, un’ autentica esplosione primaverile, un mix di sentori che rievoca la natura al suo risveglio. Le “due Flora” si completano a vicenda, intrecciano ed esaltano reciprocamente i propri motivi: farfalle, libellule e il profumo di un incantevole giardino fiorito deliziano la vista e l’ olfatto. Oggi, la celebre eau de toilette della Maison fiorentina dedica la sua ode floreale alla gardenia e si scinde in una doppia confezione, una delle quali è in limited edition. Gucci Flora Gorgeous Gardenia in edizione limitata si distingue per il flacone esagonale color lavanda, ornato da un tappo e da un fiocco nero. Potremmo definirlo un flacone da collezione: è completamente opaco e  bandisce la trasparenza del vetro.

 

 

Dire che la fragranza sia vibrante è dir poco. Esordisce con travolgenti note di bacche rosse e pera prima di calarsi in un cuore costituito da un bouquet di petali di Gardenia Bianca e fiore di Frangipani; il mix, rigoglioso e soave al tempo stesso, viene arricchito da un fondo che combina accordi di Patchouli e aromi di Zucchero di Canna accentuando l’ intensità del jus.

 

 

Ad esaltare ulteriormente questa alchimia olfattiva, è un packaging che riproduce i motivi botanici della stampa Flora: stavolta, la flora e la fauna primaverili create nel 1966 dall’ artista Vittorio Accornero de Testa vengono impreziosite da un magnetico sfondo color lavanda. Proprio come quello del flacone.

 

 

Gucci Flora Gorgeous Gardenia viene lanciata anche in una sognante versione pink che si avvale degli identici ingredienti della Limited Edition. E rosa, naturalmente, è anche il colore del packaging sul quale è impressa la stampa Flora: una nuance che simbolizza alla perfezione le tre parole chiave associate alla fragranza, “natura, primavera e sensualità”.

Una menzione a parte merita la advertising campaign di Gucci Flora Gorgeous Gardenia, che vede Alessandro Michele alla direzione creativa e il duo francese Pierre et Gilles dietro l’obiettivo. La modella russa Unia Pakhomova, protagonista degli scatti, è calata in un’ atmosfera idilliaca ricca di tracce di un’ architettura classica (vedi foto di copertina del post), dove ai tempietti sullo sfondo e alle colonne si affianca un tripudio di fiori. Le immagini sono iper suggestive, degli incredibili tableaux vivants. Fotografia e dipinto si fondono magicamente dando vita a un ritratto d’altri tempi: ma sempre a metà tra la realtà e l’onirico, nel più puro stile Gucci.

 

 

L’ eau de toilette Gucci Flora Gorgeous Gardenia è disponibile nel formato da 50 ml per la versione in Limited Edition e da 100 ml per la versione “standard”.