La colazione di oggi: con i Tuareg per la cerimonia del tè

 

La colazione di oggi è avvolta in un fascino intenso, esotico e misterioso: prenderemo un tè con i Tuareg, i leggendari “uomini blu” del deserto del Sahara. Sicuramente, di loro avete sentito parlare: sono un antichissimo popolo nomade, di origini berbere, che si sposta tra l’ Algeria, la Libia, il Mali, la Nigeria, il Ciad e il Burkina Faso. Allestiscono le proprie tende tra le dune e la sera si riuniscono sotto un tetto di stelle. Se chiedete ai Tuareg di definirsi, vi risponderanno di essere “Kel Tamahaq”, ossia dei parlanti della lingua Tamahaq. Per trasferirsi da un luogo all’altro si servono di cammelli o dromedari. Il turbante è un autentico segno distintivo di questo popolo; il suo nome è tagelmust e copre il capo e il viso, lasciando intravedere solo gli occhi. Turbante e velo al tempo stesso, viene realizzato arrotolando dai tre ai dieci metri di stoffa. I Tuareg usano tingere la tagelmust immergendola nella polvere d’indaco. Non è raro, di conseguenza, che la colorazione si fissi permanentemente sulla loro pelle: da qui l’ appellativo di “uomini blu”. Per alcuni il soprannome deriva invece dal burnus, un ampio abito tra il blu e l’azzurro che, al pari della tagelmust, li protegge dal sole, dalle tempeste di sabbia e dal freddo notturno. Le donne indossano il velo, ma lasciano il viso scoperto. Tengono molto al loro aspetto; si ornano copiosamente di bracciali, orecchini e collane. La caratteristica principale che identifica una donna Tuareg, tuttavia, sono le decorazioni all’ henné: danno vita a dei magnifici arabeschi sul volto e sulle mani, mentre gli occhi appaiono straordinariamente intensi grazie al kajal. La polvere di kohl viene utilizzata anche dagli uomini, che affidano alla barba il compito di rivelare la propria età; i giovani hanno la testa rasata e una barba voluminosa priva di baffi, gli adulti ne sfoggiano una lunghissima abbinata a una chioma fluente.

 

 

Passiamo ora al tradizionale rito del tè nel deserto. Per i Tuareg ha una valenza conviviale, è un modo di ritrovarsi e rilassarsi dopo il lavoro quotidiano (la sussistenza degli “uomini blu” è essenzialmente legata alla pastorizia, al commercio delle spezie e di materie prime quali l’ avorio e il sale), ma non solo: bevendo tè si cementano amicizie, si dà il benvenuto agli ospiti, si inaugurano alleanze, si instaura un trait d’union tra la cultura nomade e le altre culture. Il rituale del tè, insomma, è una vera e propria cerimonia che si celebra al tramonto o nelle notti stellate. La teiera e il Tuareg sono un tutt’uno: l’ “uomo blu” la porta con sè ovunque. Una leggenda vuole che, quando il tè gorgoglia nel barad (la teiera, appunto), la mente si distenda e il cuore sintonizzi i propri battiti con il borbottio della bollitura. Il particolare più suggestivo del cerimoniale del tè è che non ne viene servito uno, bensì tre. Se ne bevono tre tazze, ognuna delle quali riveste un significato ben preciso. Il primo tè, un tè verde contraddistinto da un aroma pungente e assai amaro, viene chiamato “tè della morte”; il secondo, molto più dolce ma leggermente aspro, è il “tè della vita”; il terzo, dal gusto delizioso ed estasiante, è il “té dell’amore”. A quest’ ultimo solitamente si aggiungono foglie di menta nanah, una menta selvatica diffusa nei paesi del Maghreb.

 

 

Il denominatore comune dei tre tè del cerimoniale è la schiuma che galleggia sulla bevanda. Per i Tuareg, che il tè sia spumoso è estremamente importante. Sono soliti versarlo con un gesto deciso, mantenendo alta la teiera, proprio per ottenere molta schiuma: come recita un antico proverbio Tuareg, infatti, “un tè senza schiuma è come un Tuareg senza turbante”. Finora vi ho parlato di “tazze” di tè per convenzione, in realtà si tratta di bicchieri di vetro di dimensioni medio-piccole. Il tè va sorseggiato lentamente, assaporato con calma, in segno di gratitudine e stima nei confronti di chi l’ha appena offerto.

 

 

Ma come si prepara, il tè dei Tuareg? Ecco – in sintesi – il procedimento. Il primo tè è un tè verde. L’acqua e le foglie di tè vanno fatte ebollire rapidamente; una volta tolto dal fuoco, l’ infuso viene zuccherato in abbondanza. Per areare la bevanda, bisogna travasarla a più riprese. Infine, il tè si versa nei bicchieri con il caratteristico gesto che lo rende spumoso. Il secondo tè va preparato nella stessa teiera, e con le stesse foglie di tè, del primo. Si aggiunge l’acqua, che tuttavia deve raggiungere l’ ebollizione molto più lentamente. Il tè viene lasciato bollire sul fuoco per almeno quattro minuti, dopodichè si zucchera e si travasa varie volte. La preparazione del terzo bicchiere avviene sulla falsariga del secondo, con un paio di differenze: durante la bollitura si aggiungono foglie di menta nanah e, per dolcificare il tè, va utilizzata una minore quantità di zucchero (pari all’incirca a un cucchiaino). La bevanda dei Tuareg ha un gusto particolarissimo, del tutto speciale. Si beve calda e zuccherata, ma il suo aroma è molto fresco. Disseta, riduce la sensibilità al calore, reidrata e reintegra le energie perse a causa delle alte temperature. Last but not least, il suo profumo risulta inebriante e irresistibile.

 

 

Per concludere, un cenno alle proprietà innumerevoli delle foglie di tè verde e della menta nanah. Il tè verde è un potente antiossidante che combatte i nefasti effetti dei radicali liberi; in più, diminuisce i livelli di colesterolo LDL e dei trigliceridi prevenendo le patologie cardiovascolari. Altre virtù associate al tè verde: favorisce la perdita di peso, aumenta il metabolismo, contrasta la ritenzione idrica e contiene circa il 50% di caffeina in meno rispetto al tè nero. La menta nanah, una menta di origini egiziane, è utilizzatissima in tutti i paesi arabi per la preparazione del tè verde alla menta. E’ un toccasana per la digestione, un efficace antibatterico e antinfiammatorio. Svolge un’azione rilassante, rigenerante e energizzante in caso di ansia e stress. Ha inoltre la preziosa facoltà di abbassare la temperatura corporea, rinfrescando tutto l’organismo.

 

Colori e riverberi del deserto in “Summer Dune”, la collezione make up che Dior dedica all’estate 2021

 

Su VALIUM, recentemente, abbiamo parlato di deserto, di sole, di calura…di estate. Per rimanere in tema,  vi presento una collezione make up che si inserisce in quel contesto alla perfezione: il suo nome è Summer Dune ed è la linea che Dior dedica alla stagione calda. Concepita dal Direttore Creativo e dell’ Immagine del Make Up Dior Peter Philips, si ispira ai panorami illimitati del deserto e alle sue dune. Un orizzonte senza confini, che confonde Terra e Cielo mutando in base alla direzione del vento, un luogo che ci costringe inevitabilmente al confronto con noi stessi. Perchè per affrontare il deserto le valigie non servono, ma un solido bagaglio interiore sì. Detto questo, direi che possiamo cominciare ad esplorare la collezione. Risalta subito il suo appeal cromatico: un tripudio di beige, oro e bronzo intervallati da eteree nuance rosate, squillanti tonalità di arancio e rossi iper lucenti che catturano tutti i bagliori del sole.

 

 

5 Couleurs Couture – Edizione Limitata Summer Dune

 

 

La palette occhi 5 Couleurs Couture, un cult di Dior, naturalmente non può mancare. Per l’occasione, esibisce le calde gradazioni delle dune che i riverberi del sole impreziosiscono di cromatismi cangianti: a fare da riferimento, un dosso di sabbia agitato dal vento. E i toni dell’ oro e del bronzo per rimandare a una luminosità solare, scintillante ma estremamente naturale. Composti da una texture cremosa e impalpabile, gli ombretti di 5 Couleurs vantano colori intensi dalla durata estrema e si declinano in due differenti quartetti cromatici: 699 Mirage (a destra nella foto) evidenzia una splendente shade dorata attorniata da sfumature oro e rame, 759 Dune (a sinistra) alterna gradazioni oro e bronzo affiancandole al rosa magnetico del tramonto.

 

 

Diorshow Coulour Graphist – Edizione limitata Summer Dune

 

 

Per ovviare agli inconvenienti associati all’ afa estiva, basta scegliere prodotti make up waterproof. Come Diorshow Colour Graphist, l’ innovativo eyeliner a doppia punta che da un lato è una stylo per il contorno occhi e dall’ altro un khol kajal: la stylo, dal colore profondo e dal finish mat, sottolinea la linea delle ciglia con raffinatezza, il khol kajal scorre lungo la rima palpebrale per esaltare lo sguardo con la sua nuance madreperlata. Il risultato? Un make up intenso e ad alto tasso di fascino che resiste una giornata intera. Anche Diorshow Colour Graphist propone due soluzioni colore: 001 Black/Gold esibisce una luminosissima stylo nero mat e un khol kajal dorato, 002 Blue/Platinum una stylo blu navy e uno sciccoso khol kajal argentato. Due coppie cromatiche con un intento comune, rievocare il cielo stellato che incornicia il deserto.

 

Diorshow Iconic Overcurl Waterproof

 

 

Anche il mascara Diorshow Iconic Overcurl si rilancia in chiave waterproof. La lunghissima tenuta diventa, quindi, uno dei suoi punti di forza insieme all’ azione rinforzante, modellante, volumizzante delle ciglia e, non ultimo, all’ effetto nutriente svolto dal nettare di cotone contenuto nella sua formula. L’ applicatore incurvato contribuisce ad infoltire ed allungare le ciglia. Diorshow Iconic Overcurl è disponibile in un’ unica tonalità, 091 Noir/ Black (un nome che la dice lunga sul suo colore).

 

Rouge Graphist – Edizione limitata Summer Dune

 

 

Tra le svariate proposte per il make up labbra, Summer Dune include Rouge Graphist: il celebre rossetto a matita, un must di Dior, entra a far parte di questa collezione estiva coniugando il glam con la massima praticità. Si applica facilmente, la matita garantisce una stesura impeccabile e il finish mat/cremoso non difetta di luminosità. Potete sceglierlo in due nuance, entrambi vibranti e decisamente chic: 734 Voyage, un vivacissimo rosso aranciato, e 748 Crépuscule, un rosso scuro “maliardo”.

 

Dior Addict Lacquer Stick – Edizione limitata Summer Dune

 

 

Le labbra sono un punto focale, per Summer Dune. Non è un caso che i più iconici rossetti Dior siano inclusi nella collezione: ritroviamo ad esempio l’ acclamatissimo Dior Addict Lacquer Stick, idratante come un balsamo e brillante al pari di una lacca. A lunga tenuta, Dior Addict Lacquer Stick è noto anche per le sue vivide nuance. Grazie alla base cristallina e trasparentissima (supera quella di qualsiasi altro lipstick del 44%), basta un’ unica stesura per riempire le labbra di colore. La lucentezza al top si deve invece alla formula Lacquer Cocktail, ricca di cinque oli leggerissimi e cera d’api che svolgono un’ azione nutriente, mentre la texture fondente è ottenuta tramite un procedimento di colatura dello stick che la rende quasi liquida. Summer Dune sfoggia quattro tonalità strepitose: 323 Nude Desert (beige caldo), 648 Mirage (corallo aranciato), 748 Red Amber (rosso mattone luminoso) e 879 Nomad Red (rosso puro).

 

Dior Addict Stellar Gloss – Edizione limitata Summer Dune

 

 

Dior Addict Stellar Gloss, il “glossy-gloss” rimpolpante di Dior Beautè, non poteva mancare in questa collezione estiva. Brillante e luminoso, nutriente, riveste le labbra di una sottile pellicola che le leviga, le accende di lucentezza ma non appiccica. L’ applicatore ultramorbido dosa la quantità ideale di prodotto, posandolo sulle labbra senza eccedere e delineandone la forma alla perfezione. Un’ idratazione non stop garantisce morbidezza h 24, volume e riflessi in 3D che impreziosiscono ogni tonalità del gloss. Per Summer Dune, Peter Philips ha creato le speciali nuance 110 Golden Hour (nude dorato con riflessi violacei), 213 Dior Garden (lilla con riflessi rosati), 611 Sunrise (terracotta rosato) e 746 Wild Rose (rosa rame).

 

Diorskin Nude Luminizer – Edizione limitata Summer Dune

 

 

Un illuminante che richiama l’ immagine di una duna mossa dal vento: Diorskin Nude Luminizer sprigiona luce in dosi massicce grazie ai pigmenti madreperlati traslucidi di cui è ricca la sua polvere. Il risultato? Un incarnato radioso, acceso da tonalità super brillanti e da splendidi riflessi iridescenti. Il prodotto si declina in due nuance, 001 Pink Dune (rosa delicato) e 002 Peach Dune (corallo dorato). Quest’ ultima, in particolare, conferisce un incantevole effetto “pelle baciata dal sole”.

 

Stick Glow – Edizione limitata Summer Dune

 

 

La collezione Summer Dune è davvero completa e comprende innumerevoli prodotti make up. Stick Glow, un illuminante-balsamo ultra sensoriale, sembra fatto apposta per l’estate. E’ pratico, la formulazione in stick lo rende perfetto per essere portato agevolmente in borsa e per i ritocchi on the go durante i vari spostamenti. Dona a guance e zigomi un look “bonne mine” che irradia luminosità, proponendosi in due shade avvolgenti e decisamente in tema con l’ ispirazione “deserto”: sono 445 Golden Haze (oro caldo) e 875 Pink Sirocco (rosa tenue).

 

Dior Forever Natural Bronze

 

 

Una terra abbronzante, in una collezione del genere, è un vero e proprio must. Ecco quindi Dior Forever Natural Bronze, composta da una texture soffice che si fonde con la pelle e la idrata, al tempo stesso, grazie a un infuso di viola del pensiero selvatica. L’ effetto è incredibile. Il volto sfoggia un colorito abbronzato istantaneo, come se fosse accarezzato dal sole, mantendendolo inalterato per tutto il giorno: merito dei pigmenti di origine minerale al 95%. Le nuance di Dior Forever Natural Bronze sono studiate per ogni tipo di carnagione, non a caso sono otto. Abbiamo 01 Fair Bronze (per pelli chiarissime), 02 Light Bronze (per pelli chiare), 03 Soft Bronze (per pelli mediamente chiare), 04 Tan Bronze (per pelli chiare tendenti allo scuro), 05 Warm Bronze (per pelli dorate), 06 Amber Bronze (per pelli scure), 07 Golden Bronze (per pelli dorate e scure), 08 Deep Bronze (per pelli molto scure).

 

Dior Vernis – Edizione limitata Summer Dune

 

 

Completa Summer Dune una serie di smalti dalle cromie evocative: Dior Vernis, lo smalto icona arricchito da resine “Gel Coat” che si associano a un Tecno-Polimero, vanta una brillantezza estrema e un’ ottima tenuta, favorita dal silicio non minerale contenuto nella sua formula. L’ unghia viene rafforzata e si fonde mirabilmente con il colore, pieno, che forma una lucente pellicola. Brillantezza, tenuta e intensità cromatica sono i principali atout di Dior Vernis. Per quanto riguarda le shade che esibisce nella collezione Summer Dune, ecco l’elenco: 323 Dune (beige sabbia), 996 Desert Nights (blu navy), 648 Mirage (corallo aranciato) e 748 Hasard (legno di rosa).

 

 

 

Il deserto e il pozzo nascosto

 

” Era stanco. Si sedette. Mi sedetti accanto a lui. E dopo un silenzio disse ancora: ” Le stelle sono belle per un fiore che non si vede…” Risposi: “Già,” e guardai, senza parlare, le pieghe della sabbia sotto la luna. “Il deserto è bello,” soggiunse. Ed era vero. Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio…”Ciò che abbellisce il deserto,” disse il piccolo principe, “è che nasconde un pozzo in qualche luogo…” Fui sorpreso di capire d’un tratto quella misteriosa irradiazione della sabbia. Quando ero piccolo abitavo in una casa antica, e la leggenda raccontava che c’era un tesoro nascosto. Naturalmente nessuno ha mai potuto scoprirlo, ne forse l’ha mai cercato. Eppure incantava tutta la casa. La mia casa nascondeva un segreto nel fondo del suo cuore… “Sì, ” dissi al piccolo principe, “che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile.” “Sono contento,” disse il piccolo principe, “che tu sia d’accordo con la mia volpe.” Incominciava ad addormentarsi, io lo presi tra le braccia e mi rimisi in cammino. Ero commosso. Mi sembrava di portare un fragile tesoro. (…) E siccome le sue labbra semiaperte abbozzavano un mezzo sorriso mi dissi ancora: ” Ecco ciò che mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore, è l’immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dorme…” E lo pensavo ancora più fragile. Bisogna ben proteggere le lampade: un colpo di vento le può spegnere…E così, camminando, scoprii il pozzo al levar del sole. “

 

Antoine de Saint-Exupéry, da “Il Piccolo Principe”

 

 

 

 

Il luogo

 

Stiamo annaspando in un caldo incredibile, questa settimana le temperature potrebbero innalzarsi fino a picchi di addirittura 45°. L’ estate è arrivata alla grande, travolgendoci con un’afa insolita per il mese del Solstizio: la calura è soffocante, persistente, e pare che non abbia nessuna intenzione di dileguarsi. Non a caso proviene dal Sahara, il deserto caldo più grande del mondo per estensione (ha una superficie di ben 9.000.000 km 2). Ecco come si spiega la sospensione nell’ aria di una fitta “pioggia” di sabbia che ogni tanto lascia tracce sui terrazzi e sui davanzali. Da sempre affascinata dai deserti, luoghi-non luoghi in cui l’ orizzonte viene continuamente plasmato dal vento, ho voluto saperne di più su questa landa che attraversa l’ Africa del Nord dall’ Oceano Atlantico fino al Mar Rosso. Vastissimo e sconfinato, il Sahara si snoda per 5000 km – interrotti dalla Valle del Nilo – e vanta un’ incredibile varietà di paesaggi: le dune di sabbia impresse nel nostro immaginario, in realtà, rappresentano solo il 30 per cento della sua superficie; altre aree sono composte da ghiaia e nuda roccia. A non presentare troppe variazioni sono le temperature, di giorno sempre molto alte, che in estate registrano punte di 45° o 50°. Il clima è estremamente arido, le escursioni termiche tra ore diurne e notturne  possono persino arrivare a 30° di differenza. Le piogge sono totalmente assenti, al contrario dei numerosi tipi di vento: hanno nomi affascinanti come “ghibli”, “simùn”, “khamsin”, “harmattan”, ed è proprio il ghibli l’artefice delle piogge di sabbia di questo torrido periodo.

 

 

Ma se la sabbia trasportata dal ghibli, o scirocco, è un fenomeno che anche Aristotele aveva rilevato in epoca pre-cristiana, non tutti sanno che il Sahara nasconde innumerevoli curiosità e meraviglie. Per esempio, svela a sorpresa delle splendide oasi di palme e laghi salati: si chiamano Awbari, Gardaya, Bajariya, e costituiscono attrazioni turistiche acclamatissime (non temete, non vi imbatterete mai in un assembramento ferragostano). Sapevate, poi, che il deserto del Sahara è stato scelto come location di cult movie del calibro di “Guerre Stellari” e “Alla ricerca dell’ arca perduta”? Il suo paesaggio illimitato, quasi lunare, non poteva lasciare indifferente il mondo del cinema. Nel Sahara del Sudan sono state scoperte 250 piramidi dalla misteriosa origine, a “misura d’uomo” anzichè maestose come quelle d’Egitto. Pare che derivino dai resti di una città esistita tra il 200 a.C. e il 300 d.C., ma non si è mai compreso a cosa servissero. Passando dalla storia alla fauna, anche la volpe più piccola del mondo, ebbene sì, si trova nel Sahara. Il suo nome è fennec o “volpe del deserto”, e a dispetto del corpo minuto esibisce due enormi orecchie che hanno la funzione di disperdere il calore.

 

 

Il fennec, diciamolo, “fa simpatia”. Non si può dire altrettanto della Ceraste cerastes, anche detta “vipera della sabbia” o “vipera cornuta del deserto”: è un serpente particolarissimo munito di corna e molto infido. Si mimetizza perfettamente con la sabbia per non farsi notare e, al momento opportuno, inietta un potente veleno nella sua vittima. Sia il fennec che la vipera cornuta si attivano in gran parte di notte e vivono rintanati nei rifugi del sottosuolo. Una curiosità sull’ acqua, sempre distante dall’ idea di deserto. Errore: in Tunisia, ai confini del Sahara, si trova il lago Chott El-Jerid. La sua superficie? 7000 km2, il che lo rende la più vasta distesa di acqua salata del Nord Africa. Chott El-Jerid è un angolo di incanto, anche perchè cambia aspetto in continuazione: d’estate i suoi cristalli di sale si addensano, asciutti, sul fondo di sabbia e argilla, mentre durante le stagione delle piogge si tramutano in una lamina acquosa dai colori cangianti (che si dice favoriscano i miraggi). Qui, a proposito di “Guerre Stellari”, il regista George Lucas fece atterrare le astronavi che appaiono nel primo film della saga. Concludo questa carrellata di aneddoti con una vera e propria chicca: dovete sapere che sul Sahara nevica persino. Strano a dirsi, eppure la neve cade di tanto in tanto sulla città di Ain Séfra, collocata nel bel mezzo delle dune dell’ Algeria. Il fenomeno è strettamente collegato all’ escursione termica, che di notte provoca un calo delle temperature fino a 0°. L’ ultima volta che i fiocchi di neve si sono posati sul deserto è stato, a tutt’oggi, tra il 2016 e il 2017. Un consiglio: se prevedete di viaggiare nel Sahara in un prossimo futuro, non perdetevi gli sbalorditivi tramonti sulle dune ed equipaggiatevi a dovere contro l’escursione termica per ammirare la meraviglia del cielo stellato che risplende sul deserto.

 

 

 

Nuit de Feu di Louis Vuitton, il fascino notturno e millenario dell’ incenso

 

La notte è parte integrante dell’ iconografia di Ottobre. Non è un caso che questo mese si concluda con le atmosfere oscure dell’ antico Capodanno Celtico, conosciuto oggi come Halloween. Ed è proprio dal buio che Louis Vuitton  – o meglio, il suo Maitre Parfumeur Jacques Cavallier Belletrud – ha tratto ispirazione, al momento di creare la nuova fragranza della Collezione di Profumi Orientali: Nuit de Feu, che segue Ombre Nomade e Les Sables Roses, nasce sulla scia della cultura olfattiva del Medio Oriente e vanta un sillage intenso, notturno, inconfondibile. Emana il potente aroma dell’ incenso, che gli conferisce il fascino dell’ eterno, e accentua la sua allure ipnotica grazie a un infuso di pelle e legno di oud. Belletrud ha voluto raccontare una storia che va a ritroso nel tempo e che affonda le radici in un’ olfattività antica, quasi archetipa.

 

 

Ecco il perchè della scelta di ingredienti emblematici, lussuosi e intrisi di un significato profondo, che l’uomo utilizza sin da ere remotissime: Nuit de Feu instaura un dialogo con l’anima, parla attraverso le emozioni e il benessere dello spirito. Il Maitre Parfumeur aveva in mente una visione ben precisa, il deserto di notte e i sentori di incenso che diffondono le sue dune. Il buio cala all’ improvviso, nelle aree desertiche, portando con sè un freddo gelido ma anche un tripudio di stelle. Sotto quel cielo, Belletrud immagina un fuoco scoppiettante e tutto intorno viaggiatori che assaporano il suo tepore. Le fiamme danzano nell’oscurità, il fumo disegna anelli che lievitano nell’ aria. Nuit de Feu sigilla questo istante e lo riproduce olfattivamente: un’ alchimia a base di incenso, fragranza sacra per eccellenza che ha attraversato secoli e culture. Veneratissimo, l’incenso possiede un’aura mistica che il tempo non ha mai scalfito. Il “naso” di Louis Vuitton lo stempera tramite un’ infusione di pelle naturale combinata con inebrianti accordi di muschio e legno di oud, dando vita a un jus impregnato di incantevoli reminiscenze storiche e di irresistibili suggestioni.

Nuit de Feu è disponibile in un’unico formato (ricaricabile) da 100 ml

 

 

 

 

 

 

 

The Desert

 

The Desert
    –roseate metallic blue
    & insect green

    blank mirrors &
    pools of silver

    a universe in
    one body

(Jim Morrison, “The Desert”)

 

Il deserto: uno spazio sconfinato, un paesaggio mai uguale a se stesso. Il vento modella le dune e cancella le orme, il sole picchia forte prima di sfumare in un tramonto spettacolare e lasciar spazio ad una notte che, all’ improvviso, cala il suo manto di stelle. Oggi ci perdiamo in questa landa sterminata dove i colori, la bellezza e il silenzio si amplificano a dismisura. Assaporeremo ogni istante del percorso, unendoci al “popolo blu” dei Touareg durante il celebre rito del tè e rinfrescandoci all’ ombra di incredibili oasi. Impareremo passo dopo passo, durante il cammino: a relativizzare la nostra presenza nell’ immensa vastità della natura, a riconoscere che nulla è eterno…neppure le impronte che ci lasciamo dietro. Ma soprattutto, ad ascoltare noi stessi laddove una muta melodia sembra sospendere le coordinate di spazio e di tempo.

 

 

 

 

Spazi Aperti

Voglia di spazi aperti, di orizzonti sconfinati. Perchè da un mese ci circondano solo quattro mura e perchè la Primavera, con le sue splendide giornate di sole, ci tenta inesorabilmente al di là dei vetri della finestra. Per il momento, quegli spazi possiamo solo sognarli: come farfalle ci libriamo in volo inebriandoci di tutti i colori, di tutti i profumi del creato. Ripercorriamo mentalmente la vastità di un prato fiorito, di una spiaggia sull’ oceano o di un campo di lavanda. Il nostro è un viaggio onirico che ci permette di guardare alla natura con nuovi occhi, assaporando la meraviglia di ciò che ci circonda. Poi, una volta raggiunto il mare, decidiamo di concludere il percorso: e proprio lì, dove lo sguardo ingloba acqua e cielo nello stesso azzurro etereo, veniamo invasi da un sentimento quasi mistico. Perchè, come disse Victor Hugo, “L’ orizzonte è la linea che sottolinea l’infinito”. E di infinito – soprattutto in questi giorni – abbiamo tutti un estremo bisogno.

IL GIARDINO

Il giardino (per chi ne ha uno) è lo spazio aperto al momento più abbordabile, più a portata di mano. In Primavera, inoltre, diventa magico: i fiori sbocciano l’uno dopo l’altro e nell’aria si diffonde il loro profumo. E’ il nostro giardino segreto, sia in senso metaforico che letterale. Un angolo d’incanto dove ci rifugiamo in cerca di bellezza e di conforto.

UNA DISTESA DI MARGHERITE

Quando arriva la Primavera, sono le margherite ad annunciarcelo. Simbolo di purezza e di semplicità, la margherita, anticamente, era il fiore che le giovani preferivano intrecciarsi tra i capelli, mentre se veniva ricevuta in dono denotava una devozione incondizionata. Le distese di margherite nei prati, nei parchi e nei giardini pubblici rientrano tra i ricordi d’infanzia che quasi ognuno di noi associa alla bella stagione.

UN PRATO FIORITO

Pensatelo mentre siete circondati dal silenzio: vi sembrerà di ascoltare il soffio di una leggera brezza e il ronzio delle api. Nel frattempo, perderete lo sguardo nella sua straordinaria varietà di colori. Un prato fiorito è lo spazio che si affaccia direttamente sul sogno, un’area eterea dove il tempo sembra sospeso e i passi avanzano leggeri, quasi impalpabili. In luoghi come questo, realizziamo che la natura non cessa mai di stupirci con il suo splendore mozzafiato.

IL BOSCO

E’ uno spazio aperto, ma fitto di alberi che accentuano il suo mistero. Non è un caso che il bosco sia, da sempre, il luogo in cui vengono ambientate le fiabe. Inoltrarsi nei suoi sentieri, nelle sue radure, è penetrare in una dimensione dove le coordinate di tempo si azzerano e fantasia e realtà si intrecciano immancabilmente. Perchè chi si addentra in un bosco, oltre a percorrere uno spazio fisico, compie un viaggio all’ interno di se stesso.

UN CAMPO DI LAVANDA

Ma sì, viaggiamo con la mente anche oltre confine…Ed approdiamo in Provenza, dove resteremo a bocca aperta davanti ai campi di lavanda in fiore. Sconfinate distese viola ci inebrieranno con il loro profumo inconfondibile, una vegetazione rigogliosa e il cielo azzurro provenzale ci trasporteranno in una realtà paradisiaca. Se poi – concretamente parlando, quando la fine dell’ emergenza lo permetterà – deciderete di raggiungere questa meta a Luglio o Agosto, dopo la raccolta del fiore, verrete presi nel vortice di Feste della Lavanda pittoresche e iper suggestive.

IL DESERTO

“The desert, a universe in one body”, recitano i versi di una poesia di Jim Morrison. Il deserto è uno spazio apparentemente infinito, dove si succedono solo dune e il silenzio ci mette in contatto con noi stessi. Colpiscono i suoi colori incredibili, che cambiano a seconda del vento e della luce, e fenomeni come il tramonto possiedono un fascino irresistibile. Affrontare il deserto è fare piazza pulita del superfluo e tornare all’ essenziale. E’ rimanere incantati mentre la notte scende e, all’ improvviso,  posa su di noi il suo manto di stelle.

UNA MIRIADE DI CILIEGI IN FIORE

Nel nostro tour sulle ali della fantasia non possiamo mancare di fare tappa nel Sol Levante, dove i ciliegi in fiore adornano il paesaggio come tante nuvole rosa. La fioritura dei ciliegi è un evento talmente atteso da aver originato il rito dell’ Hanami, letteralmente “ammirare i fiori”: i sakura si contemplano come in estasi. Sotto le loro fronde si ascolta musica, si organizzano picnic e si discute amabilmente, con la leggerezza tipica del risveglio primaverile.

LE MONTAGNE INNEVATE

Siamo quasi alla metà di Aprile, ma le catene montuose più imponenti sono ancora innevate. Osservare il panorama dalle alte vette ci riporta un po’ di magia invernale, quando l’aria è frizzante e predomina il candore.  Esplorare questi luoghi è addentrarsi nelle leggende di montagna: gnomi, fate, streghe e ninfe dei laghi potrebbero manifestarsi ad ogni passo, tra i boschi di conifere e sentieri nascosti. D’altronde, uno scenario così spettacolare non è forse un incantesimo di per sè?

UNA SPIAGGIA TROPICALE

La sabbia è finissima, bianca, bollente. La spiaggia, talmente ampia da confondersi con il mare. E’ così che immaginiamo un litorale tropicale. Sole à gogo, piedi nudi e libertà totale sono un invito alla vita selvaggia, completamente a contatto con la natura: una pausa necessaria, di tanto in tanto. Anche solo per staccare.

IL MARE

Ed eccoci al capolinea del nostro percorso: il mare, lo spazio illimitato per eccellenza. Arriviamo al tramonto, quando il sole tinge il cielo di meravigliosi colori e il silenzio viene rotto solo dallo stridio dei gabbiani. Le onde si infrangono ritmicamente sulla riva, qualche barca veleggia in lontananza. Il mare non ha confini: guardi all’ orizzonte e trovi l’infinito. Da bambini ci incantavamo ad ammirarlo, e provavamo a immaginare cosa ci fosse al di là di quell’ enorme distesa d’acqua. Oggi preferiamo lasciare la risposta alla fantasia, o più semplicemente pensiamo – come lo penso anch’io – che contemplare l’immensità del mare sia una pratica perfetta per sentirsi in totale armonia con il cosmo.

Foto dei ciliegi in fiore: Kakidai / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)

Desert Dream make up collection di Chanel, il deserto visto attraverso un sogno

 

Una collezione make up, quella della Primavera/Estate 2020 di Chanel, che rievoca le suggestioni del deserto attraverso il filtro evanescente di un sogno: non è un caso che si chiami Desert Dream. Lucia Pica, Chanel Global Creative & Color Designer, l’ha ideata ispirandosi agli scatti realizzati durante un viaggio in Namibia, reminescenze dai toni flou che catturano tutto il fascino di un paesaggio sconfinato di dune. Scattate con un filtro Polaroid, le immagini evidenziano nuance eteree e naturali: sabbia, vento, cielo, terra e sole si fondono in un’ alchimia paradisiaca. Desert Dream nasce cromaticamente da quelle istantanee, esaltando una palette che alterna le sfumature di rosa pesca al marrone freddo e al malva tenue. Le texture, per esprimerne l’allure magnetica e rarefatta, si declina sia in versione brillante che matte e sembra riflettere i giochi di luci e ombre dei dossi sabbiosi. La quiete rigenerante del deserto, il suo silenzio mistico, aleggiano su una collezione sensuale, ma delicata e iper femminile: una collezione che possiede la stessa soavità di un sogno.

 

 

Il deserto della Namibia: da qui parte l’ ispirazione di Lucia Pica

Facciamo spazio, dunque, ai prodotti della collezione. Iniziamo con Ombre Première Laque, un ombretto liquido a lunga tenuta: resiste sulle palpebre fino a 8 ore e aderisce perfettamente alla pelle. Il finish metallizzato cattura la luce originando un effetto potentemente ipnotico. Ombre Première Laque è disponibile in cinque tonalità: Rayon (beige avorio metallizzato), Quartz Rose (malva rosato metallizzato, lo vedete nell’ immagine qui sopra), Rising Sun (albicocca tenue metallizzato), Desert Wind (grigio malva caldo metallizzato) e Vastness (marrone malva metallizzato).

 

 

 

La polvere illuminante Eclat du Désert è una vera chicca, iper raffinata ed esclusiva. Declinata in un unico colore, un beige rosato satinato, viene arricchita da un tripudio di riflessi iridati ed è preziosa anche esteticamente: sulla sua cialda levigatissima spicca la riproduzione di una duna in rilievo.

 

 

Il make up occhi di Desert Dream permette davvero di sbizzarrirsi. Les 4 Ombres sono minipalette di quattro ombretti, ognuno dotato di una specifica funzione: la tonalità più scura va utilizzata per scolpire o dare profondità allo sguardo, la più chiara per illuminare, le due nuance intermedie sono perfette per le sfumature o per i giochi di colore a contrasto. La formula, innovativa, si avvale di pigmenti puri e di una texture leggera che si posa sulle palpebre assicurando un’ ottima copertura. Con Les 4 Ombres potrete ottenere qualsiasi tipo di trucco ed alternare finish satinati, metellizzati, opachi e iridescenti. Le quattro combinazioni di colore, inoltre, sono proposte in ben 17 versioni (qui sotto potete vedere Warm Memories), spaziando tra shade suggestive e intense (guardatele qui). Il cofanetto della palette, dal canto suo, sfoggia un grande specchio utilissimo per i ritocchi on the go.

 

 

Ultra opaco ma nutriente, emolliente, anti-ossidante, Rouge Allure Velvet Extreme è un rossetto elegante e sofisticatissimo. I pigmenti puri ad alta concentrazione rendono intenso il suo colore, mentre la composizione del prodotto favorisce una lunga tenuta e scongiura le grinze: tra gli ingredienti troviamo la polvere di riso, l’ olio di mandorla dolce, il legno di sapan e la vitamina E. Le nuance in cui viene proposto sono 10. Eccole qui: Endless, Eternel, Modern (tre differenti shade di rosa antico), Rouge Obscur, Extreme, Chestnut (tre differenti shade di rosso mattone), Muted Fuchsia (fucsia intenso), Epitome (fucsia brillante), Idéal (rosso vivo) e Impressive (rosso geranio).

Baume Essentiel è uno stick luminoso multiuso che Lucia Pica ha concepito appositamente per idratare e illuminare il viso.  Si applica a piccoli tocchi e diventa subito un tutt’ uno con la pelle, creando riflessi che scolpiscono e accendono bagliori. L’effetto è molto naturale, ma radioso. Per esaltare le sue doti, Baume Essentiel si declina nelle tonalità Transparent (che dona una lucentezza simil-specchio), Golden Light (leggermente dorata), e Sculpting, (madreperlata).

 

 

Per intensificare l’occhio, Stylo Ombre et Contour è imprescindibile: la sua triplice funzione – eyeliner, khol e ombretto – gli dona una marcia in più e garantisce un’ autentico sguardo da “donna del deserto”. Morbido e cremoso, scivola sulla pelle mantenendo intatta la purezza del colore; potete stenderlo sul contorno occhi, all’interno della palpebra inferiore o direttamente sulla palpebra, applicandolo con la sua parte piatta come un ombretto. La gamma dei colori è vasta, ne include 10: Nude Eclat (rosa delicatissimo), Pure Flesh (nude), Metallic Flash (tortora), Vague, Contour Clair, Electric Brown (tre differenti nuance di marrone), Rouge Noir (rosso mattone scurissimo), Bleu Nuit (petrolio), Contour Brun (marrone scuro) e Contour Mauve (malva chiarissimo).

 

Rouge Allure potrebbe essere definito il “rossetto per eccellenza”: è luminoso, intenso, fondente. Ha una tenuta incredibile e si mantiene inalterato per ore; la formula a base di pigmenti, olio di mandorla dolce e legno di sapan, inoltre, possiede delle potenti proprietà nutrienti. Iconico, Rouge Allure è disponibile in 30 sfumature che spaziano dal Rouge Brulant al Rouge Noir (cliccate qui per ammirarle tutte).

Sul leggendario Le Vernis de Chanel spira un vento esotico: lo smalto effetto lacca, ultra resistente e ultra brillante, si tinge di tonalità evanescenti, raffinatamente a tema con l’ispirazione di Lucia Pica: sono Daydream (un rosa freddo e delicato) e Mirage (lilla), due nuance che rievocano l’ immenso incanto di un’ alba sulle dune.

 

 

 

Armani Privé Rose d’Arabie, la fragranza da mille e una notte

 

Nero e oro sono i suoi colori, la rosa damascena il suo aroma chiave: Rose d’Arabie, l’iconica “fragranza Privé” di Giorgio Armani, per il Natale indossa una preziosa veste in edizione limitata ed accentua la sua sensualità orientale. Voluttoso, ammaliante, esotico, il profumo che Armani ha concepito come un’ ipnotica “melodia del deserto” espande il suo effluvio evocando il fruscio di una seta cosparsa d’ oro scintillante.

 

 

La rosa damascena della Turchia ondeggia con note lussureggianti, avvolge con inebriante intensità, cattura con una seduttività radiosa. Suggestioni del lontano Oriente affiorano grazie alla sua scia olfattiva, pronte a rivivere in accenti che travolgono tutti e cinque i sensi: dopo un esordio speziato contraddistinto dalla luminosità dello zafferano, Rose d’Arabie si immerge in un cuore di patchouli e legni scuri. Il fondo, sensuale e iridescente, sigilla la fragranza con accordi armonici di ambra dorata. Appartenente alla collezione “Mille et une nuits” di Armani Privé, l’edizione natalizia di questa eau de parfum sfoggia un pack che nei grafismi oro su base nera ribadisce tutta la sua sublime ricercatezza.

 

 

 

Arizona: Proenza Schouler lancia la sua prima fragranza

 

Arizona: un nome dal potere evocativo sconfinato come i suoi luoghi. Chiudi gli occhi e immagini il suo deserto, le sue rocce, la sua natura selvaggia battuta dal sole. Ti invade immediamente una miriade di sensazioni. L’Arizona  è libertà sfrenata, uno stato mentale. Riesci persino ad annusarne l’odore, un luminoso mix che ingloba raggi solari e minerali rocciosi dello spettacolare paesaggio desertico di Sonora. E’ proprio a questi esotici sentori che Jack McCollough e Lazaro Hernandez, i fondatori di Proenza Schouler, si sono ispirati per la creazione della prima fragranza lanciata dal brand. Il nome? Arizona, naturalmente, emblema di spazi immensi e di evasione. Il fascino delle sue lande viene tradotto in una scia olfattiva del tutto unica, mai sentita prima: il fiore bianco di cactus, ad esempio, è un ingrediente inedito per un profumo. Arizona cattura il suo magico aroma (“magico” in senso letterale: il cactus fiorisce solo una volta l’ anno, di notte, e i suoi fiori durano lo spazio di poche ore) e lo combina con un cremoso accordo di giaggiolo e muschio. Gelsomino, fiori d’arancio, cashmeran e accenti solari completano il jus elaborato dai “nasi” Carlos Benaim e Loc Dong, evidenziando un mood contemporaneo e all’ insegna della femminilità pura.

 

 

Non è un caso che Arizona sia anche un nome di donna, il riferimento immaginario e implicito ad un romanticismo innato.  E Proenza Schouler dedica la sua fragranza a una donna libera, moderna, sofisticata e naturale al tempo stesso: a prestarle il volto è Vittoria Ceretti, che con la sua bellezza intensa è la perfetta protagonista della vision di Jack McCollough e Lazaro Hernandez. Tyrone Lebon la immortala in scatti e in un video dal twist vagamente psichedelico, per esaltare con un magnetismo ad hoc l’ irripetibile esperienza sensoriale che Arizona rappresenta. Una fragranza simile non poteva che avvalersi di un flacone che è un’ opera d’arte vera e propria, la raffinatissima quanto astratta riproduzione di una goccia “scolpita” in una roccia.

Arizona è disponibile in versione Eau de Parfum nei formati da 30, 50 e 90 ml.

 

 

Photo: Tyrone Lebon per l’ advertising campaign di Arizona