29 Febbraio, il giorno che “spunta” con l’anno bisestile

 

29 Febbraio: quest’ anno, come per magia, Febbraio ha un giorno in più. Ciò accade perchè il 2024 è un anno bisestile e, in quanto tale, si avvale dell’aggiunta di un giorno affinchè il calendario collimi con il moto della Terra attorno al Sole; il nostro pianeta, infatti, impiega 365,2422 giorni per descrivere la sua orbita attorno all’astro infuocato, e non 365 come erroneamente si pensa. Queste sei ore di differenza vengono colmate sommando un giorno al mese di Febbraio, un evento che si verifica ogni quattro anni. Era il 46 a.C. quando Giulio Cesare introdusse l’anno bisestile, dal latino “bis sextus die” ovvero “due volte sesto giorno”. Nel calendario romano, però, il giorno aggiunto ogni quattro anni coincideva con quello successivo al 24 Febbraio, poichè in questa data l’anno terminava: il giorno in più degli antichi romani veniva chiamato esattamente, quindi, “bis sexto die ante Calendas Martias”,  il sesto giorno “ripetuto” prima delle Calende di Marzo. Il calendario gregoriano, che Papa Gregorio VIII promulgò nel 1582, manteneva il giorno aggiunto pur associandolo ad un calcolo diverso e più complicato. Ma quando e dove nacque la nefasta fama dell’anno bisestile? Fu proprio nell’antica Roma che  ebbe origine il detto “anno bisesto, anno funesto”: i romani dedicavano il mese di Febbraio ai riti in onore dei defunti. Con il passare dei secoli, la negatività che il popolo associava all’anno bisestile non venne mai meno. Nel Medioevo era opinione comune che l’anno 1000 coincidesse con la fine nel mondo, mentre durante il Rinascimento l’anno bisestile veniva considerato foriero di epidemie, sciagure per le greggi e per il raccolto. Tornando alla nostra epoca, nel 2020, molti hanno addirittura congetturato un nesso tra l’anno bisestile e lo scoppio della pandemia di Covid. Nei paesi anglosassoni, invece, il 29 Febbraio ha sempre avuto una valenza positiva: nel Regno Unito e in Irlanda è stato ribattezzato “leap day”, mentre l’anno bisestile è il “leap year”. In Irlanda esiste addirittura una tradizione che prevede che le donne facciano una proposta di matrimonio al proprio compagno, con tutto il corredo romantico ad hoc per l’ occasione.

 

 

Attenzione, però! Secondo l’antica usanza, se l’uomo rifiuta sarà tenuto a donare dodici paia di guanti a colei che si dichiara: dovrà indossarne uno al mese per evitare di mostrarsi priva dell’anello di fidanzamento. Vuole la leggenda che la tradizione del Bachelor’s day, ossia della proposta di matrimonio al femminile, sia stata inaugurata da San Patrizio e Santa Brigida di Kildare; pare che la Santa confidò con rammarico a San Patrizio che le giovani donne rimanevano in attesa per troppo tempo della dichiarazione d’amore dei loro fidanzati. San Patrizio, allora, decretò che ogni 29 Febbraio i ruoli si sarebbero invertiti. Sarebbero state, cioè, le donne a dichiararsi agli uomini. L’idea, decisamente innovativa per l’epoca, fu accolta con entusiasmo da Santa Brigida e da tutta la popolazione femminile dell’Irlanda e della Scozia, dove l’usanza si diffuse.

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Gennaio

 

È profondo gennaio. Il cielo è duro. Gli steli sono saldamente radicati nel ghiaccio.
(Wallace Stevens)

 

Diamo il benvenuto a Gennaio, primo mese dell’anno e cuore dell’Inverno. Gennaio conta 31 giorni e il suo nome deriva dal latino Ianuarius, derivante a sua volta da Ianus ovvero Giano: il dio bifronte che regnava sulle porte e i ponti poichè simboleggiava i periodi di passaggio e di trasformazione (ianua in latino significa porta). Nel calendario romano, originariamente, Gennaio non esisteva. Per gli antichi romani, infatti, l’Inverno era una stagione non suddivisa in mesi. Ad introdurlo fu Numa Pompilio, che nel 713 a.C. lo inserì insieme a Febbraio decretandoli, rispettivamente, il primo e il secondo mese dell’anno. Fu solo nel II secolo a.C., tuttavia, che Gennaio divenne ufficialmente il primo tra i dodici mesi: il calendario romano continuò ad iniziare a Marzo fino al 153 a.C., dato che Marzo coincideva con importanti eventi militari ed istituzionali. Solo molti anni dopo, quando l’elezione dei consoli fu fissata a Gennaio, questo mese passò ad aprire le porte del nuovo anno. Nonostante ciò, nel Medioevo il Capodanno variava ancora da regione a regione; fu Papa Gregorio XIII, con la riforma del calendario gregoriano nel 1582, a far coincidere l’inizio dell’anno con il 1 Gennaio in tutto il mondo cristiano. Gennaio, in quanto mese di un nuovo inizio, è il periodo dei nuovi progetti e dei buoni propositi. Le temperature sono gelide, il ghiaccio e la neve imperano e la natura è nel pieno del suo assopimento. Tutto questo dota Gennaio di un fascino “nordico” il cui culmine coincide con gli ultimi tre giorni del mese, i cosiddetti “giorni della merla”. Tra le ricorrenze più importanti troviamo il Capodanno e l’Epifania, Giorno dei Re Magi per il cristianesimo e della Befana per il folklore. I segni zodiacali compresi in questo mese sono il Capricorno e l’Acquario, il colore associato al periodo è il grigio (come la cenere del camino, un elemento che si ricollega alla celebre leggenda della merla) mentre la pietra è il granato, così chiamata perchè ricorda i semi rossissimi della melagrana.

 

 

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1 Luglio

 

Non sederti ad aspettare. Esci, senti la vita. Tocca il sole e immergiti nel mare.
(Gialal al-Din Rumi)

 

C’è un segmento di percorso, lungo la linea ferroviaria che collega Ancona con il Nord Italia, dove sembra che il treno sfrecci direttamente sopra il mare. Guardi attraverso il finestrino e vedi solo un’immensa massa d’acqua dello stesso colore del cielo. Potremmo immortalare quell’immagine, assurgendola ad emblema di Luglio: un mese che coniuga perfettamente il tema del viaggio con la sconfinata vastità del mare. Luglio per me è questo, insieme a molti altri fotogrammi ancora. Le stoppie che ardevano nei campi, per esempio, il cui odore di bruciato ci assaliva nottetempo mentre con i miei, quando ero piccola, ci accingevamo a raggiungere la località costiera dove andavamo in villeggiatura. Oppure le luci intermittenti delle lucciole che volavano nel nostro giardinetto. Oppure, ancora, il lungomare percorso instancabilmente alle nove di sera, quando la luna faceva capolino nel cielo del crepuscolo, insieme all’ amica del cuore: mai potrò dimenticare quel tragitto dell’adolescenza, le pazze risate, i primi approcci con il sesso opposto. A Luglio cominciano i mesi vacanzieri, quelli della spensieratezza, che per me sono sempre stati “fronte mare”. Il caos agostano è distante, le mete turistiche sono vivibilissime e permettono un relax ancora immune dalla baraonda estiva. Abbiamo tutto il tempo di formulare i nostri “buoni propositi” (perchè è così che funziona) e organizzarci affinchè a Settembre diventino reali…Luglio, il settimo mese dell’ anno per il calendario gregoriano, dura 31 giorni. Nell’antica Roma era dedicato a Giulio Cesare (nato il 12 o il 13 del mese), da cui prende il nome. Per il calendario romano di Romolo era “Quintilis”, “cinque” in latino, poichè rappresentava il quinto mese dell’anno. Quando Cesare morì, Marco Antonio volle omaggiarlo intitolandogli il suo mese di nascita: “Quintilis” divenne così “Iulius”, l’attuale Luglio. Ed è proprio da Iulius che derivano le varianti neolatine e germaniche “Julio” (in spagnolo), “Juillet” (in francese), “July” (in inglese) e “Juli” (in tedesco). Non esistono particolari ricorrenze italiche legate al mese di Luglio. A livello internazionale, invece, si ricordano l’Indipendence Day, festeggiato il 4 Luglio negli Stati Uniti d’America, la commemorazione della presa della Bastiglia che i francesi celebrano il 14 Luglio, e il primo sbarco sulla luna risalente al 20 Luglio del 1969. Il colore di Luglio è il bianco, un tripudio di luminosità, la pietra il rubino, simbolo di lunga vita. I segni zodiacali che dominano questo mese sono il Cancro (22 Giugno-22 Luglio) e il Leone (23 Luglio-23 Agosto).

 

 

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Giugno

Zara

Il mese di giugno si distese all’improvviso nel tempo, come un campo di papaveri.
(Pablo Neruda)

Dopo una Primavera pressochè inesistente, ecco che arriva il “Mese del Sole”. E speriamo che lo sia, nonostante le previsioni meteo di questi giorni! Nell’ emisfero boreale, a Giugno l’ Estate fa il suo ingresso trionfale. Per il calendario giuliano e gregoriano, è il sesto mese dell’anno. Giugno (che dura solo 30 giorni) deve il suo nome a Giunone, moglie di Giove e regina di tutti gli dei. Giunone era la protettrice della fecondità, del parto, della forza vitale associata alla natura. Non è un caso che i frutti, così come il grano, maturino proprio nel mese di Giugno. E’ il tempo del primo raccolto, della mietitura. Il Sole splende in tutta la sua potenza e trionfa definitivamente sul buio il 21 Giugno, con il Solstizio d’Estate. Gli antichi popoli celebravano questa “festa della luce” tramite fuochi e falò che inneggiavano al vigore solare; i rituali proseguivano anche la notte del 24 Giugno, data in cui ricorre la festività di San Giovanni Battista. I cosiddetti “fuochi di San Giovanni”, infatti, sono un retaggio di remotissimi riti pagani. Ma la notte di San Giovanni merita un articolo a parte, ricca com’è di elementi simbolici che coniugano religione, esoterismo e magia. Il mese di Giugno, di primaria importanza per l’agricoltura, sancisce anche l’inizio della spensieratezza estiva: le scuole chiudono, il buio arriva sempre più tardi, i primi caldi invitano a uscire e a trascorrere il maggior tempo possibile all’aria aperta. Le ferie si avvicinano, così come un gran numero di eventi, festival, concerti, rassegne, rievocazioni storiche a cui poter assistere liberamente (un esempio su tutti? Il 50mo anniversario di Umbria Jazz, imperdibile, in programma a Perugia dal 7 al 16 Luglio). Astrologicamente, Giugno è dominato dal segno dei Gemelli e del Cancro; le pietre associate al sesto mese dell’anno sono la Perla, l’Alessandrite e la Pietra di Luna. Il colore che identifica questo periodo è il verde (una scelta che non mi trova d’accordo!). Le date più importanti, invece, sono rappresentate dal 2 Giugno (festa della Repubblica), il 21 Giugno (Solstizio d’Estate) e il 24 Giugno (festa di San Giovanni Battista, patrono di svariati Comuni italiani).

Il look del mese

Giugno viene anche chiamato “Mese della Libertà”: ho scelto quindi un abito dal sapore boho firmato Zara (vedi foto di copertina). E’ in maglia, svasato ma piuttosto aderente al corpo. Ha uno scollo tondeggiante, corte maniche a sbuffo e viene vivacizzato da miriadi di righe colorate. Comodo, pratico e confortevole, si rivela perfetto per affrontare il primo mese dell’ Estate.

L’accessorio del mese

 

Jacquemus

Ricordate l’iconicissmo Bomba hat di Jacquemus, il cappello in rafia dalla falda smisurata? Bene: sta per fare un grande ritorno. Jacquemus, infatti, lo ha incluso nella capsule Eté 2023, e sarà disponibile a breve nello shop on line. Prendete nota: donerà una allure da diva a qualsiasi look voi indossiate.

 

 

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Ottobre

Max Mara

 

Ascolta! il vento sta aumentando,
e l’aria è selvaggia con le foglie.
Abbiamo avuto le nostre serate estive,
è adesso è l’ora d’ottobre.
(Humbert Wolfe)

 

Arriva Ottobre, e con esso il pieno Autunno. E’ il decimo mese dell’ anno nel Calendario Gregoriano, ma in quello Romano, che iniziava a Marzo, era l’ottavo. Non è un caso che il latino “October” derivi da “otto”. Ottobre definisce e consolida il nuovo ciclo della natura: le foglie, tinte di straordinari colori, hanno già iniziato a cadere dagli alberi; in campagna, a vendemmia ultimata, il mosto viene fatto fermentare e presto l’uva si tramuterà in buon vino; nei terreni l’aratura precede la semina del grano. Parlando di vendemmia, è interessante evidenziare la potente valenza simbolica della lavorazione dei grappoli: al pari del vino che veniva racchiuso nelle botti, conservato in buie cantine, gli uomini si sottoponevano ai riti misterici nell’ oscurità dei sotterranei o dei templi segreti. Ottobre è un mese ricco di deliziosi doni della natura. Castagne, zucche, mele, pere e frutta secca si affiancano ad ortaggi come i broccoli, le carote, gli spinaci e i cavolfiori, mentre nei boschi si comincia ad andar per funghi. Gli antichi romani il 13 Ottobre onoravano Fontus, il Dio delle sorgenti e delle fonti. In occasione delle Fontinalia pozzi e fontane venivano ornati di ghirlande di fiori, al Dio si offrivano olio e vino in abbondanza. E se l’ ultimo weekend di Ottobre segna il ritorno dell’ ora solare, il 31 del mese, con Halloween, sancisce il trionfo delle tenebre attingendo a tradizioni di matrice celtica e alla leggenda irlandese di Jack -o’-lantern. Per la scelta del look e dell’ accessorio ho puntato sul colore della terra, una calda sfumatura di marrone che è anche la caratteristica nuance delle foglie morte. L’ensemble composto da un maglione in mohair lavorato a coste, impreziosito da dettagli imbottiti sulle maniche, e da ampi pantaloni in lana, è firmato Max Mara. Sempre di Max Mara, e sempre all’insegna del marrone, è la Pasticcino Bag Medium: l’ iconica borsa, realizzata in pelle soffice, è foderata in twill a righe e può essere indossata sia a tracolla che a mano.

 

Max Mara, Pasticcino Bag

 

 

Settembre

 

” A settembre succedono giorni di cielo sceso in terra. Si abbassa il ponte levatoio del suo castello in aria e giù per una scala azzurra il cielo si appoggia per un poco al suolo.”
(Erri De Luca)

Buon 1 Settembre. L’estate sta volgendo al termine e il 23 di questo mese, con l’ Equinozio, l’ autunno farà il suo ingresso ufficiale. E’ il momento di voltare pagina, di affrontare grintosamente il cambio di stagione. Perchè Settembre, ormai è assodato, è un mese di buoni propositi, nuovi progetti e nuovi inizi: mai come ora siamo carichi, pieni di voglia di fare e di rivoluzionare la nostra vita. Le vacanze ci hanno rinvigorito, energizzato a dovere. Siamo pronti a ricominciare, ma con più sprint. L’autunno sta arrivando, e porterà con sè tutto il suo fascino decadente. La natura inaugura un nuovo ciclo, presto il fogliame si tingerà di nuance stupefacenti. Nei vigneti comincia la vendemmia, un’ esperienza conviviale e bellissima che tra eventi, pranzi, mostre e degustazioni, vale assolutamente la pena di vivere. La sera arriva prima, il buio inizia ad avanzare, ma le città si riempiono di un tripudio di luci e di colori. Con il suo sussurro, Settembre smorza all’ improvviso il chiasso dell’estate. Ci invita a riscoprire le meraviglie naturali, l’intimità familiare, le bontà di una cucina a base di funghi, zucche, castagne, frutta secca e frutti di bosco. Ma quali sono le caratteristiche storiche di Settembre? Questo mese, innanzitutto, è il nono dell’anno nel calendario gregoriano e conta solo 30 giorni. Nel corso dei secoli il suo nome ha subito molteplici cambiamenti: in latino era “september”, derivante da “septem” poichè per il calendario romano, che iniziava a Marzo, era il settimo mese dell’anno. Nel 37 Caligola lo ribattezzò “Germanico” come suo padre, un nome che rimase in vigore fino alla morte dell’ imperatore. Tuttavia, tornò a chiamarsi “Germanico” quando Domiziano sconfisse i Catti (un popolo germanico, appunto) nell’ 89. Dopo l’assassinio di Domiziano, Settembre riprese la sua denominazione originaria, che mutò nuovamente con la riforma del calendario attuata da Commodo: all’ epoca divenne “Amazonius”, ma in seguito alla morte dell’ imperatore (che era il figlio di Marco Aurelio) l’antico nome del mese venne ripristinato. Merita di essere citata anche la sorte che toccò a Settembre nel Calendario Rivoluzionario Francese. Il Capodanno dell’ anno I fu fissato al 22 Settembre 1792, data in cui la Francia diventò Repubblica. Il mese di Settembre, inoltre, venne suddiviso in tre tranche: fino al 16-17 era “Fruttidoro”, seguivano cinque giorni chiamati “Sanculottidi” e dal 22 si passava a “Vendemmiaio”, il primo mese del Calendario della Rivoluzione.

 

“Vendemmiaio” in un’immagine di Louis Lafitte

Passiamo ora al look che ho scelto per questo mese (vedi foto di copertina). Rosso e rosa: sono due colori insoliti da dedicare a Settembre, eppure formano un connubio più che vincente. Abbinano la grinta e l’entusiasmo a una profonda femminilità, esaltano un twist sensuale e rappresentano il duo ideale per affrontare la nuova stagione con audacia ed energia. A firmare l’ensemble, appartenente alla collezione Pre-Fall 2022 di Blumarine, è Nicola Brognano. Il nuovo direttore creativo ha mantenuto i codici distintivi del brand arricchendoli di una potente carica seduttiva. 

 

 

L’ accessorio del mese è compreso nello stesso look: sono gli stivali rossi, in vernice, che si accompagnano all’ outfit di cui sopra. Leitmotiv della collezione Pre-Fall 2022 di Blumarine, oltre al rosso si declinano in colori come il rosa baby, l’oro e il nero. Esprimono sensualità, dinamismo, raffinatezza. Sceglieteli nella nuance che meglio esprime il vostro stato d’animo del momento, per affrontare l’Autunno a passi decisi ma anche con estrema eleganza.

 

Aprile

 

” È verde la pianura
al sole dell’aprile,
ha quella verde fiamma,
la vita che non pesa;
e l’anima pensa ad una farfalla
del mondo atlante e sogna.”
(Antonio Machado)

 

Oggi inizia Aprile, il mese primaverile per eccellenza. La natura si è risvegliata definitivamente, al verde e a un’ ampia gamma di colori si alterna il candore dei mandorli in fiore: l’ albero delle mandorle, con la sua chioma vaporosa e immacolata, ha ispirato allegorie e leggende (leggi qui per saperne di più) sin da tempi remotissimi. Aprile, quarto mese del calendario gregoriano, porta un nome intriso di fascino come la stagione a cui si associa; pare che derivi da Afrodite, poichè il periodo più fiorito dell’anno veniva consacrato alla dea greca dell’ amore, ma alcuni ritengono che provenga dall’ etrusco Apro. Altri studiosi lo riconducono al latino, che con il termine “aperire” – ovvero “aprire” – designava la fase dello sboccio delle gemme. Il 1 Aprile, tradizionalmente, coincide con la nota usanza del “Pesce di Aprile”. Ma quali sono le sue origini, e perchè è stata chiamata così? La teoria più accreditata la fa risalire alla Francia del 1500. Con il Calendario Giuliano, il Capodanno d’ Europa cadeva tra il 25 Marzo e il 1 Aprile. In seguito alla riforma di Papa Gregorio XIII, nel 1582, venne introdotto il Calendario Gregoriano, che fissava l’ inizio dell’ anno al 1 Gennaio. Ciò diede adito a una consuetudine scherzosa: ogni 1 Aprile il popolo soleva scambiarsi singolari doni, dei pacchi completamente vuoti che simbolizzavano la festività azzerata. Questa tradizione fu battezzata “Pesce d’Aprile”, e con il tempo evolse nelle burle che ben conosciamo. Ulteriori studi relativi all’ argomento lo hanno associato, di volta in volta, alla pesca infruttuosa di inizio Primavera (i pescatori, tornati con le pive nel sacco, venivano derisi dai compaesani), al mito del ratto di Proserpina e ai Veneralia, rituali che le donne romane compivano il 1 Aprile in onore della dea Venere Verticordia. Pesce d’Aprile a parte, passiamo al look che ho dedicato al nuovo mese: un miniabito di Valentino in organza, color avorio, impreziosito da applicazioni floreali che, per tonalità e fattezze, rievocano i fiori di mandorlo citati in questo articolo. Il mandorlo, celebrato anche dalla mitologia ellenica, è uno degli emblemi della Primavera; l’ outfit che ho scelto è una sorta di rimando alla sua magica soavità. Le linee sono essenziali, ma le maniche esibiscono un tripudio di volants plissettati. Sull’abito “sboccia” un’ autentica cascata di fiori che ne esalta la sublime raffinatezza. Il look viene completato da un paio di combat boots in vernice nera: un accessorio a contrasto che, anzichè smorzarla, sottolinea ed amplifica la preziosità della mise.

 

 

Anche il complemento del mese inneggia alla Primavera: firmato Area Nyc, è un choker che riproduce una serie di margherite stilizzate. I petali sono ricoperti da un pavé di cristalli, il bottone centrale è composto da ottone placcato in oro giallo. Il risultato è di forte impatto, a metà tra il giocoso e il luxury; la reinterpretazione sofisticatamente cool di uno dei fiori più iconici della bella stagione.

La festa di Santa Lucia in Svezia: il trionfo della luce sul profondo buio del Nord

 

In Svezia, prima dell’ avvento del calendario gregoriano, la festa di Santa Lucia coincideva con il Solstizio d’Inverno: era una ricorrenza significativa, che preannunciava il trionfo della luce sul buio imperante. Ma se le celebrazioni furono anticipate al 13 Dicembre, la loro valenza è rimasta inviariata. L’ oscuro e interminabile inverno scandinavo, quella notte, viene squarciato da un tripudio di bagliori. Una giovane donna che impersona Santa Lucia, sfoggiando una corona di candele fiammeggianti, capeggia una processione composta da un gruppo di sue coetanee. Indossano tutte un abito bianco stretto in vita da una fascia rossa, ognuna regge in mano una candela accesa. L’ effetto che sortisce la parata è irresistibile, altamente suggestivo: miriadi di fiammelle baluginano nel buio e i dolci canti delle donne trasportano in un’ atmosfera incantata. La canzone trainante è “Santa Lucia”, l’ antico brano (risale al 1849) scritto a Napoli da Teodoro Cottrau, ma il testo è differente, incentrato sulla vittoria della luce sulle tenebre invernali. Man mano che la processione avanza, il magnetismo che  sprigiona raggiunge il suo apice. Si rimane letteralmente ipnotizzati da quella visione magica, da quel connubio onirico di cori e luci che invade ogni città della Svezia. A Stoccolma la processione attraversa la metropoli fino a raggiungere lo Skansen, il museo all’ aperto, mentre nel Duomo, nello Storkyrkan e nelle chiese del Gamla Stan (la città vecchia) si tengono concerti di Santa Lucia da mattino a sera.

 

 

Ogni particolare della sfilata possiede una forte valenza emblematica: l’abito bianco simboleggia la purezza di Santa Lucia, la fascia rossa il sangue del suo martirio, le candele il fuoco che si rifiutò di divorarla con le sue fiamme, quando fu condannata al rogo. Le stesse candele, tuttavia, rimandano a significati molteplici e sono anche una metafora della luce che sconfigge il buio. Secondo la tradizione svedese, la Santa viaggiava di città in città regalando leccornie ai bimbi. Un’ usanza che non si è persa, a giudicare dalle celebrazioni che hanno preso piede nel 1927: da allora in poi, si è sempre fatto riferimento a queste ultime. Proprio quell’ anno ebbe inizio la consuetudine di eleggere una “Lucia” in ogni centro urbano e una “Lucia” nazionale, selezionata oggi tramite la TV di Stato. Le giovani donne scelte, durante le processioni del 13 Dicembre,  visitano svariati luoghi (piazze, teatri, ospedali, centri commerciali, residenze per anziani, chiese e via dicendo) distribuendo i tipici dolcetti allo zenzero – i Pepparkakor – e intonando i canti tradizionali del Luciadagen.

 

 

Le parate non sono ad appannaggio esclusivo del gentil sesso: anche i ragazzi partecipano, interpretando vari ruoli. Ci sono gli stjärngossar (ragazzi stella), che indossano un cappello conico adornato di stelle color oro, i tomtenissar (gli elfi di Babbo Natale), che illuminano il cammino con le loro lanterne, altri ancora indossano costumi che li tramutano in omini al pan di zenzero viventi.  Ai cori di Sankta Lucia, i “maschietti” alternano canzoni imperniate sulla storia di Santo Stefano (il primo martire cristiano). Ma quando e come nascono, queste tradizioni? Alcuni le fanno risalire ad un’ antica usanza in vigore presso le famiglie protestanti tedesche: il rito del Christkind prevedeva che i doni di Natale venissero distribuiti da eteree donne-angelo. Nel 1700, tra le classi abbienti svedesi cominciò ad imporsi  il Kinken Jesus, probabilmente un’evoluzione di quella consuetudine; la vigilia di Natale, ragazze con il capo incoronato di candele visitavano le case e donavano dolcetti ai più piccoli. Altri studi individuano l’ origine delle celebrazioni di Santa Lucia nei Cantori della Stella, un’ antichissima tradizione svedese: a Natale e nei giorni dell’ Avvento, giovani angeli biancovestiti si esibivano in gorgheggi natalizi nel corso di svariati eventi. Donne in candide vesti e con corone di candele pare che abbiano fatto la loro apparizione, a Santa Lucia, nei dintorni del lago di Vänern alla fine del ‘700. Un secolo dopo, questa usanza si diffuse in molteplici zone della Svezia.

 

 

I festeggiamenti di Santa Lucia, nelle “lande delle nevi” scandinave,  continuano ad esercitare un fascino immenso. La tradizione della Santa che reca in dono luce e bonbon viene perpetrata anche in famiglia, dove la figlia maggiore è solita dare il buongiorno ai propri cari con caffè e dolci caratteristici indossando un abito bianco, una sciarpa rossa e una corona di candele. A proposito di tipicità dolciarie, non si può tralasciare di citare i Lussekatter: queste deliziose focaccine a forma di “S” esaltano il gusto delle uvette e dello zafferano e si accompagnano alla perfezione con del buon Glögg caldo, un vino speziato che ricorda il nostro vin brulé.

 

 

 

 

 

 

 

Foto della processione di Fredrik Magnusson, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons