Scenari lapponi

 

“Vieni con me?
Ho una mappa che porta in Lapponia, una bussola che indica tutte le meraviglie e una slitta pronta a partire in direzione dell’incanto.”
(Fabrizio Caramagna)

Questa photostory ci riporta in Lapponia, dandoci l’opportunità di esplorare, ma soprattutto di ammirare, le sue lande più incontaminate: boschi innevati a perdita d’occhio, panorami mozzafiato, i colori del crepuscolo polare e il mare che si scorge in lontananza. L’Inverno è una delle stagioni ideali per visitare quegli straordinari luoghi, per incantarsi davanti all’aurora boreale. Iniziamo l’avvincente viaggio nella terra dei Sami seguendo, passo passo, questo racconto per immagini. Gli onirici scenari lapponi ritratti nelle foto sono stati catturati dall’obiettivo della fotografa finlandese Henniina Salomäki.

 

Foto via Unsplash

 

Viaggio in Lapponia

 

Re delle tende, sbanditi,
dispersi nel tempo e avvolti nel mistero,
vivono i lapponi nella luce della palude;
non coltivano terra, non innalzano dimore,
ma gregge, esodi, incantesimi e magie
verso lo sfolgorante azzurro
dell’eterna sera boreale.
(Anders Österling, da “Lapponi”*)

 

Come ha affermato lo scrittore, giornalista e documentarista Paco Nadal, “La Lapponia è il Natale”. Distese di ghiaccio sconfinate, la luce del giorno che svanisce dopo appena quattro ore, temperature che sfiorano i 25 gradi sotto zero…tutti elementi che rappresentano la norma, quando ci si trova oltre il circolo polare artico. Siamo vicini al “Tetto del Mondo”, alle porte del Polo Nord. Suddivisa tra le regioni più settentrionali di stati quali la Norvegia, la Svezia, la Finlandia e la Russia, la Lapponia è il regno della magia invernale. La neve predomina, le foreste sono sterminate, l’aria è tersa, e nel cielo divampano i colori dell’aurora boreale. C’è chi parla di “mal d’Artico”, un senso di profonda nostalgia che assale chi quelle lande le ha raggiunte e non può fare a meno di tornarci, fosse anche una sola volta all’anno. Perchè l’incanto della terra dei Sami, l’unico popolo indigeno europeo, quando ti rapisce non ti lascia più. E sei disposto a viverlo in full immersion, passo dopo passo, assaporando ogni dettaglio delle sue straordinarie meraviglie naturali. Approfondiremo prestissimo l’argomento con un post. Intanto, voglio dedicare la nuova photostory di MyVALIUM a un viaggio in solitaria intriso di fascino e infinito stupore.

 

Foto di Yaroslav Shuraev via Pexels

* contenuta inPoesia svedese”, a cura di Giacomo Oreglia, Casa Editrice Italica, Stockholm-Roma

 

Balocchi natalizi: un turbinio di ricordi e di emozioni

 

Orsacchiotti, giostrine, elfi, fate, Babbi Natale, soldatini Schiaccianoci…il Natale è il paradiso dei giocattoli d’antan. E nel weekend a ridosso dell’ Epifania, per concludere le festività in bellezza, è quasi d’obbligo omaggiare il nutrito gruppo dei balocchi natalizi: fanno atmosfera, sono iconici e ci riportano agli idilliaci Natali della nostra infanzia. Rievocando un luccicante turbinio di ricordi e di emozioni

Ecco a voi la nuova photostory di MyVALIUM, la prima del 2025.

 

Foto via Pexels, Piqsels e Unsplash

 

I mercatini natalizi: la loro storia e la photostory

 

I mercatini di Natale vantano una storia millenaria: la loro tradizione affonda le radici nientemeno che nel Medioevo. Risale al 1300, infatti, la comparsa dei primi mercatini natalizi nell’Europa centrale. I paesi in cui venivano allestiti erano l’Alsazia, l’Austria e la Germania; avevano luogo il 6 Dicembre, in occasione della festa di San Nicola, e anche il loro nome era intitolato al Santo: si trattava di fiere chiamate, appunto, “mercato di San Nicola” e organizzate annualmente. A Vienna spetta l’onore di aver ospitato il mercatino più antico. Si tenne nel 1296, quando il duca d’Austria Alberto I d’Asburgo in persona consentì alla popolazione di creare un mercatino natalizio vero e proprio a cui fu dato il nome di Krippenmarkt. Anni dopo anche Monaco di Baviera, Bautzen e Francoforte, prendendo spunto da Vienna, inaugurarono i loro mercatini di Natale: Monaco nel 1310, Bautzen nel 1384 e Francoforte nel 1383. Soltanto nel 1434, tuttavia, venne prodotta una testimonianza scritta che attestava l’esistenza di un mercatino natalizio. Il mercato in questione era lo Striezelmarkt di Dresda, dove venivano vendute la carne e le cibarie necessarie per il pranzo del 25 Dicembre: a tutt’oggi è considerato il più antico al mondo.

 

Il mercatino natalizio di Dresda oggi

Nel 1517, con la Riforma luterana che aboliva il culto dei Santi, la situazione mutò radicalmente. I paesi di lingua tedesca cominciarono ad allestire i mercatini natalizi in concomitanza con la festa della Natività tralasciando San Nicola; il loro nome, di conseguenza, divenne Christkindlmarkt, mercatino di Gesù Bambino. Nel XVI secolo sorsero nuovi mercatini di importanza storica. Ricordiamo, tra gli altri, quelli di Norimberga e di Strasburgo, che videro la luce rispettivamente nel 1530 e nel 1570. Ma nel resto d’Europa, questa tradizione vigeva o meno? Sì e no. Anticamente, ad esempio, sia in Spagna che in Italia venivano realizzati mercatini natalizi in occasione della festa di Santa Lucia. In Spagna, a Barcellona, il mercatino intitolato alla Santa fece la sua comparsa nel 1786, mentre in Italia il primo mercatino di Santa Lucia nacque a Bologna in un anno imprecisato del XVIII secolo. Nel nostro paese, in particolare, l’usanza dei mercatini natalizi si diffuse massicciamente solo a cavallo tra gli anni 80 e 90 del Novecento. Non mi resta che invitarvi ad esplorare la photostory che ho abbinato all’articolo. Magari, chissà, ritorneremo sull’argomento nei prossimi giorni, e approfitteremo dell’occasione per approfondire determinati aspetti di questo affascinante fenomeno.

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Prima neve

 

Oggi, secondo le previsioni del tempo, arriverà il freddo; ma il freddo vero. L’Italia verrà invasa da correnti artiche che provocheranno un drastico abbassamento delle temperature. L’aria gelida sarà accompagnata da piogge costanti e venti di burrasca, nevicate si preannunciano persino a quote basse. Una nuova perturbazione, proveniente dalle Alpi, sta già avanzando verso il Centro-Sud. Nonostante la bufera sia imminente, il meteo evidenzia un dettaglio che rincuora: la caduta della prima neve. Per chi lo scorso Inverno ha dovuto privarsi della magia dei paesaggi imbiancati, è una grande notizia. A poco più di un mese dal Natale, ecco che i fiocchi di neve si preparano a fare il loro trionfante ritorno. Non posso negare che il solo pensiero mi riempie di gioia; chi segue VALIUM sa che adoro le lande innevate e i paesi del Grande Nord. La prima neve porta con sè un immutato incanto. Quando i fiocchi cominciano a scendere fitti, sembra di calarsi in una fiaba. Il paesaggio, ricoperto da un manto di neve candida, si trasforma completamente. Stamattina voglio rivivere quell’incantesimo insieme a voi: benvenuti nella nuova photostory, un’ode alla prima neve e alle sue atmosfere fatate.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Il fascino ombroso di Novembre

 

Se ad Ottobre predominano colori come il rosso, l’arancio, l’oro e il viola, Novembre sfoggia una palette più scarna, ma altrettanto intensa, che include il nero e tutte le gradazioni del grigio. La natura è pronta per il lungo riposo invernale, il cielo si incupisce, il buio prevale sulla luce del giorno. Eppure, questa trasformazione è impregnata di un fascino indescrivibile: basti pensare che alla fine del mese, quando i lampioni si accendono intorno alle quattro del pomeriggio, l’oscurità viene squarciata da un tripudio di luci e luminarie natalizie. Impariamo quindi a godere delle atmosfere ombrose, dei grigiori di Novembre. Sono giorni che coincidono con la fase di raccoglimento che anticipa il periodo più magico dell’anno.

 

Foto via Unsplash

Foglie morte

 

E’ mite il ghirigoro
d’aria e di luce
che accompagna
al suolo
la resa delle foglie
sui viali lungo il fiume.
(Mario Luzi)

 

Le foglie morte: un tratto distintivo dell’Autunno. Hanno molteplici colori, rappresentano una meraviglia stagionale sia prima che dopo essere cadute dai rami. Prima, perchè tingono i boschi e i parchi di tonalità mozzafiato, dopo, perchè danno vita ad autentici tappeti naturali fondamentali per la fertilità del suolo e per offrire riparo alla fauna selvatica. Ma le foglie morte ci ricordano anche l’inesorabile ciclo dell’esistenza: si muore per rinascere. Ecco perchè, a pochi giorni dall’Equinozio d’Autunno, ho deciso di regalarvi una photostory che inneggia alla bellezza e al tripudio cromatico delle falling leaves.

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Fine estate

 

C’è una luce diversa, a fine Agosto, quando cala la sera. Il tramonto lascia subito spazio al crepuscolo e il cielo si tinge di un azzurro che vira all’indaco, dando vita ad istanti magici e sospesi. Non sono scoccate neppure le 20 quando si accendono i primi lampioni, le giornate si accorciano permettendo al buio di ricominciare ad avanzare a poco a poco. Forse, con l’afa ancora imperante, sono proprio quei lampioni accesi ad annunciare l’imminente cambio di stagione. Il buio riprende il cammino che lo porterà, progressivamente, a prevalere sulle ore di luce. E in quel crepuscolo, intenso eppure straordinariamente luminoso, risiede un fascino davvero senza pari. Buona visione della nuova photostory di VALIUM.

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Pieno Sole

 

Ferragosto: vacanze, relax, ma soprattutto sole, tanto sole. Il sole, non a caso, è l’emblema per eccellenza di questa festa. E i rituali pagani, anticamente, lo celebravano con grandi falò che avevano lo scopo di propiziarsi la sua luce per molto tempo ancora. Nel periodo in cui le giornate cominciano ad accorciarsi a poco a poco, onorare il Sole era un modo per esorcizzare il buio dell’inverno, la stagione in cui la natura si assopisce e cessa di elargirci i suoi frutti. I falò, inneggiando al Sole e alla sua potenza, avevano anche una funzione purificatoria e scacciavano gli spiriti maligni. In molte zone d’Italia, questa tradizione è rimasta invariata. Se ci facciamo caso, comunque, anche i fuochi d’artificio di Ferragosto rappresentano un anelito di luce: esplodono nell’oscurità e la accendono di scoppiettanti, luminose e coloratissime scintille. Ed è proprio alla luce, ma a quella del Sole splendente del 15 Agosto, che ho voluto dedicare la nuova photostory di VALIUM.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Notturno Acquatico

 

 

“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.”
(Margaret Atwood, da “Il canto di Penelope. Il mito del ritorno di Odisseo”. Ponte alle Grazie Editore)

 

Ritratto notturno con acqua. Luci al neon, bagliori e luccichii che sfavillano nel buio. Dove ci troviamo? In un club, in un locale, su un rooftop con piscina…Le opzioni sono molteplici, il senso di mistero unico e indescrivibile. Come il glamour che sprigionano le immagini. Oggi la rubrica dedicata ai libri, “Le Perle di Valium”, si fonde con il format della photostory dando origine a un connubio intriso di incanto. Enjoy it.

 

Foto: Olya Prutskova via Pexels